http://www.ilprimatonazionale.it/approfondimenti/risorgimento-e-regno-delle-due-sicilie-la-politica-esterofila-dei-borbone-56367/
"Il 24 febbraio 1848 Ferdinando II fu costretto a concedere la Costituzione e inviare le truppe nella pianura padana per partecipare alla guerra guidata da Carlo Alberto di Savoia contro l’Austria. Ma appena possibile Ferdinando II fece spergiuro sciogliendo la Camera appena eletta e richiamando il corpo di spedizione di 11.000 uomini guidato da Guglielmo Pepe nella valle del Po. Ferdinando II di Borbone riconquistò la Sicilia per mezzo del Generale Carlo Filangieri, sciogliendo il Parlamento di Palermo. La pagina più tragica della riconquista della Sicilia fu l’assedio e il bombardamento della città di Messina. La città fu distrutta e abbandonata alla vendetta dei vincitori, supportati anche da delinquenti comuni inviati appositamente dal Re. Salvatore La Farina narra che «li Svizzeri ed i Napolitani non marciavano che preceduti dalli incendii, seguìti dalle rapine, da’ saccheggi, dalli assassinamenti, dalli stupri […]. Donne violate nelle chiese, ove speravano sicurezza, e poi trucidate, sacerdoti ammazzati sulli altari, fanciulle tagliate a pezzi, vecchi ed infermi sgozzati ne’ proprii letti, famiglie intere gittate dalle finestre o arse dentro le proprie case, i Monti di prestito saccheggiati, i vasi sacri involati».
La dura repressione borbonica dell’estate del 1849 contro un governo provvisorio ormai instabile decretava la fine dell’esperienza rivoluzionaria del 1848-1849 e l’ulteriore allargamento del preesistente divario tra la classe politica siciliana e quella napoletana. Il 15 dicembre 1849 venne imposto all’isola un debito pubblico di 20 milioni di ducati e il capo della polizia borbonica in Sicilia, Salvatore Maniscalco, dovette affidarsi alla criminalità organizzata per controllare un ordine pubblico ormai difficilmente gestibile in un’isola che rifiutava categoricamente il governo borbonico. Il tracollo borbonico nella Sicilia del 1860 di fronte all’avanzata garibaldina è perfettamente comprensibile alla luce del profondo risentimento maturato nei Siciliani contro la dinastia regnante in 44 anni di storia del Regno delle Due Sicilie."
Questo è quanto ci dicono i due link sull'assedio di Messina.
A comandare i Borbonici c'era Carlo Filangeri.
Vi riporto cosa dice Wikipedia su Messina alla voce sul Filangeri
https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Filangieri,_principe_di_Satriano#La_conquista_della_Sicilia
"La conquista di Messina
Il 1º settembre 1848 Filangieri fece informare dell'imminente apertura delle ostilità i consoli stranieri residenti nelle città costiere, comunicando che aveva il dovere di occupare alcune città anche con la forza.[45]. Filangieri si trovò nei giorni successivi a gestire una complessa situazione che vide operazioni combinate della flotta e delle truppe di terra, delle forze dentro e fuori le fortificazioni, di imbarchi e sbarchi di truppe e che doveva tenere conto della presenza della squadra navale della Gran Bretagna, ufficialmente neutrale, ma che simpatizzava certamente per gli indipendentisti. Il 4 settembre i cannoni siciliani iniziarono a bombardare la cittadella di Messina che rispose al fuoco sulla città. Questo duello d'artiglierie, proseguito per i quattro giorni successivi, danneggiò gravemente il centro abitato.[46][47]. Il 6 settembre Filangieri sbarcò a Contessa assieme ad un contingente che attaccò Messina dall'esterno. Per voce dei comandanti delle navi inglesi e francesi, i siciliani chiesero una tregua di ventiquattrore. Filangieri rispose chiedendo la resa della città, condizione che non fu accettata. Il risultato fu che il giorno dopo, a seguito di combattimenti durissimi durante i quali si verificarono episodi di crudeltà da ambo le parti, le difese di Messina cedettero. La resa definitiva ci fu tuttavia l'8 settembre 1848. Filangieri ammise perdite fra i 1500 e i 1600 uomini, oltre ai feriti (circa 900) e i morti della cittadella. ... Dopo la presa di Messina, Filangieri diede ordine ai genieri di spegnere tutti gli incendi che divampavano in città. Operazione resa più difficoltosa dalle mine inesplose e dai depositi di munizioni siciliani nascosti nei locali più impensabili come, si scoprì, in un monastero di Domenicani.[49]"
Mai pensato ai Domenicani come a insurgents.
Questo è quanto ci dicono i due link sull'assedio di Messina.
A comandare i Borbonici c'era Carlo Filangeri.
Vi riporto cosa dice Wikipedia su Messina alla voce sul Filangeri
https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Filangieri,_principe_di_Satriano#La_conquista_della_Sicilia
"La conquista di Messina
Il 1º settembre 1848 Filangieri fece informare dell'imminente apertura delle ostilità i consoli stranieri residenti nelle città costiere, comunicando che aveva il dovere di occupare alcune città anche con la forza.[45]. Filangieri si trovò nei giorni successivi a gestire una complessa situazione che vide operazioni combinate della flotta e delle truppe di terra, delle forze dentro e fuori le fortificazioni, di imbarchi e sbarchi di truppe e che doveva tenere conto della presenza della squadra navale della Gran Bretagna, ufficialmente neutrale, ma che simpatizzava certamente per gli indipendentisti. Il 4 settembre i cannoni siciliani iniziarono a bombardare la cittadella di Messina che rispose al fuoco sulla città. Questo duello d'artiglierie, proseguito per i quattro giorni successivi, danneggiò gravemente il centro abitato.[46][47]. Il 6 settembre Filangieri sbarcò a Contessa assieme ad un contingente che attaccò Messina dall'esterno. Per voce dei comandanti delle navi inglesi e francesi, i siciliani chiesero una tregua di ventiquattrore. Filangieri rispose chiedendo la resa della città, condizione che non fu accettata. Il risultato fu che il giorno dopo, a seguito di combattimenti durissimi durante i quali si verificarono episodi di crudeltà da ambo le parti, le difese di Messina cedettero. La resa definitiva ci fu tuttavia l'8 settembre 1848. Filangieri ammise perdite fra i 1500 e i 1600 uomini, oltre ai feriti (circa 900) e i morti della cittadella. ... Dopo la presa di Messina, Filangieri diede ordine ai genieri di spegnere tutti gli incendi che divampavano in città. Operazione resa più difficoltosa dalle mine inesplose e dai depositi di munizioni siciliani nascosti nei locali più impensabili come, si scoprì, in un monastero di Domenicani.[49]"
Mai pensato ai Domenicani come a insurgents.