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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

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Sunday, July 29, 2018

Varo, ridammi le mie legioni!

Dal sito
http://win.storiain.net/arret/num162/artic4.asp

"Ma i successi delle armi romane sono di breve durata. Nel corso dello stesso anno avviene un disastro senza precedenti in Germania. La provincia è agli ordini del governatore Publius Quintilius Varus, un parente acquisito di Menenio Agrippa, genero e uomo di fiducia di Augusto (morto 20 anni prima). Varo, che non possiede una grande statura di comandante militare, si trova in guarnigione ad Aliso, con la XVII, XVIII e XIX Legione, e si lascia imbrogliare all'annuncio di un inizio di rivolta nella regione. Non capisce che l'istigatore non è altro che Arminio, un cerusco alla guida delle truppe ausiliarie del suo stesso esercito. Ordina quindi di marciare, in pieno autunno, verso est con le tre legioni (circa 15.000 uomini) con il rinforzo di tre ali di cavalleria (circa 800 uomini). Arminio ne approfitta per disertare e preparare una vasta imboscata, con l'aiuto di Ceruschi, Cauchi e Marsi, nella foresta di Teutoburgo, fra l'Ems e la Weser. Il terreno scelto dai Germani per l'attacco (foresta fitta e paludi) impedirà ai Romani di far valere le loro qualità manovriere. La sorpresa è totale. I legionari, appesantiti dai loro bagagli (nella colonna ci sono civili, donne, bambini o schiavi) e vittime dell'apatia di Varo, vengono rapidamente accerchiati. I Romani resistono, grazie alla loro disciplina e alle loro qualità di combattenti, ma non possono sfuggire alla rete nella quale sono stati intrappolati. Gli ausiliari germani disertano e si schierano dalla parte di Arminio. Il giorno dopo, la cavalleria romana tenta di aprirsi un varco verso Aliso, ma non vi riesce. Il terzo giorno, col morale ormai a terra, i Romani soccombono alla superiorità numerica dei Germani. Verranno praticamente tutti massacrati, tranne una decina di uomini che riescono a fuggire. Varo si suicida prima di essere catturato. Il disastro è totale. Si tratta della più pesante sconfitta romana dopo quella di Crasso contro i Parti nel 53 a.C.
Arminio si afferma come una figura quasi mitica, alla quale i Germani faranno riferimento nella loro lotta contro Roma. Il capo cerusco porta con sé - umiliazione suprema per i Romani - le tre aquile delle legioni di Varo. L'imperatore Augusto viene costretto a riportare la frontiera sul Reno. Secondo Svetonio, Augusto non si rimetterà più da questa sconfitta, ripetendo senza sosta nel corso degli ultimi anni di vita: «Varo, Varo ridammi le mie legioni !». Augusto muore nel 14, senza avere occasione di una rivincita completa su Arminio, che Tiberio, suo successore, affiderà ben presto a Germanicus."