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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

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Monday, March 25, 2019

Como, la città dedotta da Giulio Cesare

 G. Luraschi, Aspetti giuridici e storici della fondazione di Novum Comum in Novum Comum 2050 - Atti del convegno celebrativo della fondazione di Como Romana, Como 8-9 novembre 1991.
Le Mostra a Palazzo Grassi è stata nel 1991.
Ecco il testo.
"Ma prima mi si consenta di rivolgermi, tra il serio e il faceto, a quanti, specie fra i miei concittadini, reduci dalla bella Mostra di Venezia sui Celti, paiono frastornati nell’avere colà appreso che Como fu oppidum celtico, e nel trovarsi poi qui impegnati nella celebrazione della sua fondazione ad opera dei Romani. Anche al meno malizioso sarà dato di pensare che ci sia qualcosa di poco chiaro e che qualcuno (sottoscritto in primis) non la conti giusta o abbia preso un clamoroso abbaglio. E siccome da un po’ di tempo e per vari motivi, le azioni dei Romani sono in ribasso, a differenza di quelle dei Celti, che invece paiono alle stelle (visto che, inopinatamente, sono assurti al rango di corifei della civiltà europea), ecco che la maggioranza è tentata di sposare la causa di questi ultimi, ... Ebbene, vorrei tranquillizzare i dubbiosi e, al tempo stesso, informarli su come stanno effettivamente le cose, restituendo letteralmente a Cesare ciò che è di Cesare.
Ma, a parte gli scherzi, la verità è che Como ebbe sul serio due fondazioni, nel senso che due città vere e proprie vennero fondate con lo stesso nome (Comum), sia pure in epoche e luoghi diversi. ...
E finalmente arriviamo al 59 a.C. Gli stessi motivi d’ordine economico, militare e politico che avevano indotto Lepido e Scipione a scegliere Como come meta di una deduzione, li troviamo puntualmente anche in Cesare. Nell’anno del suo consolato (appunto il 59 a.C.) si fece autorizzare da un plebiscito rogato dal tribuno ed amico Publio Vatinio a fondare sul suolo comasco una colonia. Quel che differenziava le due iniziative era la tempra e la genialità degli uomini che erano stati chiamati a realizzarle. Alla ristretta visione di Lepido, tutto teso all’utile suo particolare e ormai lanciato in una folle quanto improvvisata sfida alla oligarchia dominante, si contrappone il lungimirante disegno di Cesare, che inquadra la fondazione di Como in una più vasta e consapevole politica di rivalutazione della Cisalpina, in funzione soprattutto di una espansione militare e commerciale verso le terre d’oltralpe, che egli già nel 59 andava configurando. .
L’evento ebbe larga ed a volte drammatica risonanza, tanto che ne parlano ben sei autori antichi [Catullo, Cicerone, Strabone, Plutarco, Svetonio ed Appiano, di cui due, Catullo e Cicerone, furono perfino testimoni ed in qualche modo implicati.
[Segue ampia discussione sulla legislatura delle colonie]
Ci si è chiesti: perché Cesare, potendo liberamente scegliere lo status giuridico della colonia, optò per la latinità, certamente meno prestigiosa e gratificante? Una risposta esauriente mi porterebbe troppo lontano; dirò solo che a suggerire il comportamento di Cesare fu un accorto calcolo politico, ispirato alla massima prudenza e ad un sano conservatorismo; in poche parole egli rinunciò a fondare una colonia romana per non creare una ‘enclave' di cittadini romani in terre di diritto latino, quali erano il Comasco e la Transpadana, e quindi insinuare un motivo di odiosa ed impopolare discriminazione fra popolazioni di cui aveva grande bisogno per realizzare i suoi ambiziosi progetti. Quando i tempi saranno maturi, e precisamente nel dicembre del 49 a.C., allorché, liquidata ogni resistenza pompeiana in Italia, assumerà la dittatura, non esiterà un sol giorno a soddisfare, tutto in una volta, i suoi pazienti e fedeli sudditi del Nord, concedendo all’intera Cisalpina la cittadinanza romana. ...
Vediamo ora di precisare meglio i tempi e le modalità della fondazione. Lo iussus deducendi, come si è detto, risale al maggio-giugno 59 a.C., quando fu rogata la lex Vatinia; ed è probabile che i lavori (assai impegnativi) di bonifica e di predisposizione dell’area dove sarebbe sorta la colonia iniziassero già in quell’anno. La cerimonia ufficiale, invece, potrebbe essere avvenuta nel 58 a.C., soprattutto se si suppone (come mi pare legittimo, considerando l’importanza dell’evento) che Cesare vi avesse partecipato di persona. Difficilmente lo avrebbe potuto fare nel 59, quando gli impegni assorbenti del consolato ne imponevano la presenza a Roma. Nel 58, invece, durante il suo primo anno di proconsolato, ebbe più di un’occasione per soggiornare in Cisalpina fra una campagna militare e l’altra. A voler essere precisi si potrebbe suggerire la metà di marzo, quando vi transitò per raggiungere a marce forzate Genaba ed assumere il comando della legio X, ovvero alla fine di aprile (perché non il 21, natale di Roma?), quando ritornò ad Aquileia per arruolare nuove truppe, ovvero, e con maggiori probabilità, dall’ottobre in avanti, quando lasciato Labieno in Gallia, attraversò di nuovo le Alpi per svernare nell’Italia settentrionale. Sarebbe interessante stabilire con esattezza il giorno, come è stato fatto, ad esempio, per Pavia. Le principali opere edilizie, e prime fra tutte le mura, furono in ogni caso completate entro il 54 a.C., se Catullo, morto probabilmente in quell’anno, poté celebrarle nel carme 35 (datato in genere al 56 a.C.), in cui invita l’amico Cecilio ad andare a Verona “Novi relinquens Comi moenia Lariumque litus”; e non mi so convincere all’idea, assai diffusa, che questo splendido verso celi solo una figura retorica. Lo dico incidentalmente, ma io credo che anche il carme 17, quello che si apre con l’invocazione alla colonia (Novum Comum?), dai più datato proprio al 59 a.C., rifletta una realtà comasca. 

Thursday, March 21, 2019

Il tesoro di Como che vale un milione di lire

Lasciatemi ricordare il tesoro di Como, con il link 


 Il tesoro di monete d'oro di tarda epoca imperiale è stato recuperato durante lo sbancamento dell'ex-cinema Cressoni, nel cuore del centro storico di Como. L'annuncio è del  7 settembre 2018.
Sono monete d'oro, di circa 4,5 grammi ciascuna.
Il sito www.npr.org riporta quanto detto da Maria Grazia Facchinetti, archeologa. "They were stacked in rolls similar to those seen in the bank today." At a news conference, she said the coins have engravings of the emperors Honorius, Valentinian III, Leon I, Antonio and Libio Severo, and "do not go beyond 474 AD." "All of this makes us think that the owner is not a private subject, rather it could be a public bank or deposit," Facchinetti said.
Riporta la CNN, "We do not yet know in detail the historical and cultural significance of the find," said Culture Minister Alberto Bonisoli in a press release. "But that area is proving to be a real treasure for our archeology. A discovery that fills me with pride."
Ovviamente il valore storico sovrasta il valore del metallo, ed il Ministro Bonisoli si riferisce al tesoro culturale della regione.


La Repubblica del 10 settembre 2018 dice che "Anche un lingotto d'oro nell'antico tesoro trovato a Como, il ministro: "Scoperta epocale" La novità annunciata dagli archeologi della Soprintendenza della Lombardia alla conferenza stampa alla quale ha partecipato il ministro dei Beni Culturali Bonisoli."


E allora, come mai il titolo del post dove si parla di un tesoro che vale un milione di lire?
Ossia 516 euro. Neanche le caramelle ci compriamo. Eppure ... 

Un lettore mi ha segnalato un post sul tesoro di Como. L'autore è Jona Lendering. Lo dico per quelle persone che si interessando di archeologia, è la persona che gestisce il sito livius.org.
Ecco il link del post https://mainzerbeobachter.com/2018/09/11/schatvondst/
Lendering commenta, a proposito del tesoro di Como, un articolo del De Volkskrant, per correggerne il contenuto.

Vi riporto quanto dice Lendering a un certo punto
Ik zou zelf in elk geval niet hebben geschreven dat de waarde van de schat volgens Italiaanse media in de miljoenen loopt. ... Hiermee reduceer je, als krant, wetenschappelijk onderzoek tot een jacht op goud. In any case, I myself would not have written that, as according to Italian media, the value of the treasure is of millions. ... With this you, as a newspaper, reduce scientific research to a hunt for gold.

I giornali italiani che io ho consultato non hanno parlato di milioni di valore. Non ne hanno proprio parlato, almeno come titoloni, del valore in euro del ritrovamento. Hanno detto che il valore inestimabile della scoperta stava nella storia che le monete rappresentano. Forse Lendering è finito sul sito della Provincia di Como., che mi par l'unico che titola di milioni. Forse in base a questo titolo, Lendering lascia intendere, con quanto dice, che sia stato un approccio sistematico della stampa italiana, per lanciare una "caccia al tesoro".

La perla non è tanto quanto detto sopra. E' in un commento.

SEPTEMBER 11, 2018 OM 5:31 PM
Vladimir Stissi
Het lijkt me overigens sterk dat deze schat miljoenen waard is, dat is weer een typisch staaltje overdrijving — van wetenschappers die zelf niet beseffen dat ze het daarmee hun discipline alleen maar lastiger maken. By the way, it seems hard to me that this treasure is worthing millions, and that is another typical exaggeration - from scientists who themselves do not realize that it only makes their discipline more difficult.

 SEPTEMBER 11, 2018 OM 5:35 PM
Jona Lendering
Lires, Vladimir, lires.

 SEPTEMBER 11, 2018 OM 6:19 PM
Robert
Lires? Waarom lires? Italië heeft toch ook de euro? Gezien de opbrengst van vergelijkbare muntschatten (maar met veel hogere gehaltes zilver en brons) in het verenigd Koninkrijk zie ik de claim niet als overdreven. Lire? Why lire? Italy also has the euro?! Given the yield of comparable coin treasures (but with much higher levels of silver and bronze) in the UK, I do not see the claim as an exaggeration.

Grazie Robert. Un grazie di cuore.