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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

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Wednesday, January 1, 2020

La centuriazione romana (pubblicazioni di AC Sparavigna)


 La Limitatio Romana: Alcune Definizioni (2020) -  Sparavigna, Amelia Carolina - Prima parte di una discussione sulla tecnica di agrimensura romana, detta limitatio o anche centuriazione. Si forniscono alcune definizioni. L'uso della groma, uno degli strumenti usati dagli agrimensori, sarà analizzato in dettaglio La discussione ha lo scopo di preparare ad una ulteriore discussione sull'orientamento della limitatio.

Si propone un sunto di alcune definizioni relative alla tecnica degli agrimensori romani. Compreso l'uso della groma.

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La centuriazione è ancora visibile nelle immagini satellitari.

Sparavigna, Amelia Carolina, Roman Centuriation in Satellite Images (December 26, 2015). PHILICA Article number 547, Available at SSRN: https://ssrn.com/abstract=2742223 Abstract: The satellite images of Google Earth can show us how the Roman divided the land in their colonies, according to the surveying system of Centuriation.


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Ho provato a vedere se ci sono orientazioni astronomiche nelle centuriazioni della Tunisia.


Astronomical Orientations in the Roman Centuriation of Tunisia - Amelia Carolina Sparavigna - Abstract : The centuriation, also known as limitation, was the method used by the Roman surveyors for subdividing the land in a regular chessboard of fields, created by a grid made of parallel and perpendicular roads and canals. Here we discuss the limitation of Tunisia and the existence of some astronomical orientations of the grids, that is, orientations towards the direction of the sunrise on solstices or moonrise on lunar standstills.

Ci sono diversi lavori sulla centuriazione della Tunisia che dicono che esiste una orientazione solare, ossia rispetto al sorgere del sole, ma ci sono anche dei lavori che dicono che la centuriazione sia fatta rispetto al luogo scelto, come del resto detto dagli stessi agrimensori romani. E quindi è sempre necessario verificare con cura i dati. Per esempio, una centuriazione in Tunisia, che si dice essere orientata verso il sorgere del sole al solstizio d'estate, è impossibile ed invece sembra esserci una orientazione verso un lunistizio settentrionale maggiore.  
Quindi, quando si sente parlare di orientazione solare delle centuriazione, attenzione, è una possibilità. Una possibilità, non una regola. Qualcuno la spaccia come regola inviolabile etrusca. Non è vero!

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Vi invito a leggere:

What the Latin literature truly tells us about the orientation of camps, towns and centuriation (2020).  Sparavigna, Amelia Carolina - "Here we are proposing a presentation and translation of some parts of the work by J. Le Gall on the solar orientation of the Roman camps, towns and centuriation. Le Gall is giving us a detailed description of the Latin literature regarding this orientation. The article, that was published in 1975 in the Mélanges de l'école française de Rome is therefore a fundamental reading so as not to get biased by any suggestion about solar orientation, that we can find in modern literature."

Il fondamentale articolo in Francese di Le Gall è disponibile liberamente in rete. 

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Tuesday, January 22, 2019

Cardo e Decumano

‘L’antico romano sapeva che il cardo lungo il quale camminava era parallelo all’asse intorno a cui rotava il sole, e sapeva di seguire il corso di questo allorché percorreva il decumanus; egli era in grado di decifrare, in base alle istituzioni civiche, il significato del cosmo e ciò lo faceva sentire intimamente inserito in esso’. (da J. RYKWERT, L’idea di città, Milano, 2002)

ROMA ANTICA E L’IDEALE DI CITTÀ (CON QUALCHE ESEMPIO DALLA STORIA COLONIALE REPUBBLICANA). Testo della relazione pronunciata il 29 gennaio 2014 in occasione dell’Incontro di Studio organizzato da Laura Solidoro e Anna Bottiglieri nell’Università degli Studi di Salerno sul tema ‘La città ideale’.


Ecco il decumano di Torino, sotto l'odierna via Garibaldi, 

Si veda anche

Ecco il decumano da un altro punto di vista.


Ringrazio il sito Museo Torino e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie. L'immagine è usata a solo scopo divulgativo e di analisi storico-scientifica.

Monday, January 21, 2019

Virgilio e la Centuriazione

https://it.wikipedia.org/wiki/Centuriazione
"I romani cominciarono ad utilizzare la centuriazione in relazione alla fondazione, nel IV secolo, di nuove colonie nell'ager sabinus. Lo sviluppo delle caratteristiche geometriche ed operative che sarebbero divenute quelle classiche si ebbe con la fondazione delle colonie nella pianura padana, a partire da Ariminum (Rimini) nel 268 a.C.[1].
La legge agraria di Tiberio Gracco del 133 a.C. che prevedeva la privatizzazione dell'ager publicus, dette un grande impulso alle divisioni di terre effettuate con la centuriazione[2]. In seguito la centuriazione fu utilizzata sia nei casi di bonifiche che di fondazione di nuove colonie, sia nell'assegnazione di terre ai veterani delle tante guerre civili tra la fine della Repubblica e l'inizio dell'Impero, tra le quali la Battaglia di Filippi del 42 a.C.. In questo caso abbiamo anche una testimonianza illustre, poiché Virgilio nelle Bucoliche si lamenta appunto dell'assegnazione delle sue terre nel mantovano ai soldati che avevano partecipato alla battaglia."

«Mantua vae miserae nimium vicina Cremonae»
«Guai a te, Mantova, troppo vicina alla sventurata Cremona»
(Virgilio, Bucoliche, IX, 28)

"Nell'imperversare delle guerre civili, che seguirono per lungo tempo la morte di Cesare, quasi tutto il territorio mantovano fu confiscato ai vecchi proprietari e distribuito ai veterani. Per consenso della tradizione la confisca rappresentò in qualche misura la continuazione di quella interessante le terre cremonesi, probabilmente nel 40 a.C., e ne fu quindi contemporanea o di poco posteriore [6].
Ottaviano [Augusto], dopo la vittoria di Filippi, infatti, si trovò di fronte al problema di dover sistemare in Italia una enorme massa di veterani che, come premio di congedo, reclamavano le terre promesse; egli ripiegò sulla soluzione più facile ma anche più violenta, cioè cacciò dai loro terreni i legittimi proprietari, per sostituirli con i suoi vecchi soldati. Questa sorte toccò anche a Mantova che, a causa della sua vicinanza a Cremona, si vide sottrarre parte delle sue terre non bastando, nell'assegnazione ai veterani, quelle cremonesi [7].
Echi di questi avvenimenti si trovano anche nell'opera di Virgilio, in particolare nelle Bucoliche. Nel grande poeta mantovano si trova la testimonianza letteraria della espropriazione di terre e della conseguente divisione agraria avvenuta nell'agro di Mantova [8]: egli si fece portavoce di tutti quei coloni che, come lui, furono costretti a cedere le loro terre ad ignoti nuovi possessori [9]."

«Nos patriae fines et dulcia linquimus arva: / nos patriam fugimus»
«Noi lasciamo la terra patria e i dolci campi: / noi fuggiamo la patria»
(Virgilio, Bucoliche, I, 3-4)

«Impius haec tam culta novalia miles habebit, / barbarus has segetes...»
«Un empio soldato avrà queste maggesi così ben coltivate, / un barbaro queste messi...»
(Virgilio, Bucoliche, I, 70-71)

Tuesday, January 1, 2019

Walter Barthel, deutscher Althistoriker und Provinzialrömischer Archäologe

https://de.wikipedia.org/wiki/Walter_Barthel_(Archäologe)
Eduard Walter Barthel (auch Walther Barthel,  28. August 1880 in Elberfeld - 16. Juli 1915 bei Ban-de-Sapt, Frankreich) war ein deutscher Althistoriker und Provinzialrömischer Archäologe. 
"Walter Barthel war der Sohn des Betriebskassenrendanten Gotthard Barthel und seiner Gattin Emma, geborene Heuser. Er besuchte kurzzeitig das Progymnasium in Altena, wohin die Familie übergesiedelt war. Das Gymnasium besuchte Barthel ab 1894 wieder in Elberfeld.  ... Auch diese Stelle konnte Barthel jedoch nicht antreten, da er sich beim Ausbruch des Ersten Weltkriegs freiwillig gemeldet hatte. In der Nacht vom 15. zum 16. Juli 1915 fiel er bei Ban-de-Sapt in den Vogesen."


Barthel, W. (1911). Römische Limitation in der Provinz Africa, 1911, CXX, pp. 39- 126. Carl Georgi Verlag, Bonn

“Hauptlinien teilen das System in vier Regionen, welche fest ausgeprägte Bezeichnungen haben.  Frontin berichtet darüber: limitum prima origo, sicut Varro descripsit, a disciplina Etrusca; quod Aruspices orbem terrarium in duas partes diviserunt, dextram appellaverunt quae septentrioni subiaceret, sinistram quae ad meridianum terrae esset, ab oriente ad occasum, quod eo sol et luna spectaret, sicut quidam architecti delubra in occidentem recte spectare scripserunt. Aruspices altera linea ad septentrionem a meridiano diviserunt terram, et a media ultra antica, citra postica nominaverunt. ab hoc fundamento rnaiores nostri in agrorum mensura videntur constituisse rationem. Primo duo limites duxerunt; unum ab oriente in occasum, quem vocaverunt decumanum; alterum a meridiano ad septentrionem, quem vocaverunt cardinem. Decumanus autem dividebat agrum dextra et sinistra, cardo citra et ultra.
Die Regionsbezeichnung gebt also aus von dem im Mittelpunkt des Kreuzes stehenden Limitanten. Dieser schaut in der Richtung des von Osten nach Westen laufenden Decumanus. So wird die nördliche Hälfte zur regio dextrata, die südliche zur sinistrata, die vor ihm liegende (antica) westliche zur ultrata, die hinter ihm liegende (postica) östliche zur citrata. Innerhalb dieser vier Regionen werden die Limites und Centurien je nach ihrer Lage rechts oder links vom Decumanus, diesseits oder jenseits vom Kardo maximus bezeichnet und gezählt. Nach der Lehre der Feldmesser soll der Decumanus alter heiliger Ordnung gemäss nach Westen gerichtet sein, doch erwähnen sie mit grösserer oder geringerer Missbilligung auch andere Orientation. Zunächst die Umkehrung des Decumanus in die Richtung nach Osten, welche sie mit einem Wandel der religiösen Anschauung erklären: postea placuit omnem religionem eo convertere, ex qua parte caeli terra inluminatur. Sic et limites in Oriente constituuntur. Hierbei verdrehte sieh natürlich mit dem veränderten Standpunkt des Limitanten die Bezeichnung· der Regionen; die dextrata war nunmehr im Süden, die ultrata im Osten. Statt des wahren Ost machten „unwissende Mensoren" wohl auch den Punkt, an dem die Sonne am ersten Tage gerade aufging, zur Norm ihres Decumanus.
Auch wird eine völlige Verkehrung der Anlage, so dass der Kardo nach Osten, der Decumanus nach Süden schaute, bezeugt. Und oftmals waren statt solcher Rücksicht auf Himmel und Sonne auch lediglich irdische Gründe für die Orientation massgebend. So richtete man etwa die Limitation nach einer  durchlaufenden grossen Strasse aus, oder man wählte die Richtung des Decumanus nach der grössten Ausdehnung des Gebietes, oder aber man nahm Rücksicht auf eine benachbarte Limitation und legte die neue, um eine bessere Abgrenzung zu erzielen, im Winkel zu jener an. Das sind etwa die wichtigsten Züge der gromatischen Überlieferung über die Orientation”

Sulla centuriazione in Tunisia e altre referenze, si veda HAL.



Per comodità, vi riporto alcuni articoli.

Bonine, M. E. (2008). Romans, Astronomy and the Qibla: Urban Form and Orientation of Islamic Cities of Tunisia. In African Cultural Astronomy: Current Archaeoastronomy and Ethnoastronomy Research in Africa (pp. 145-178). J., Medupe, R. T., & Urama, J. O. (Eds.). Springer Science & Business Media.

Caillemer, A., & Chevallier, R. (1957). Les centuriations romaines de Tunisie. Annales. Histoire, Sciences Sociales, 12(2), 275-286.

Chevallier, R. (1958). Essai de chronologie des centuriations romaines de Tunisie. Mélanges d'archéologie et d'histoire, 70(1), 61-128.

Decramer, L.R., Elhaj, R., Hilton, R., & Plas, A. (2002). Approche géométrique des centuriations romaines. Les nouvelles bornes du Bled Segui. Histoire & mesure, 17(XVII-1/2):109-162.

Davin, P. (1931). Note sur le cadastre romain du Sud tunisien, Bull. du C.T.H.S et note additive, 1930-1931, pp. 130-132.

Decramer, L. R., & Hilton, R. (1998). Nouvelles recherches sur la grande centuriation de l'Africa Nova, Cahiers de Métrologie, t. 16, pp. 5-50.

Decramer, L. R., Etcheto, P., Plas, A., Hilton, R., Ouasli, C., & Jaouadi, L. (1998). Quand les romains mesuraient l'Afrique. Archeologia, (347), 46-51.

Decramer, L. R., & Etcheto, P. (1999). Les centurions triangulateurs de la 3e légion Auguste, XYZ, n° 78, 1er trimestre 1999a, pp. 73-81.

Decramer, L. R., & Hilton, R. (1999). Le problème de la grande centuriation de l'Africa Nova. Esquisse d'une solution. Les cahiers de la Tunisie, t. XLIX, n° 174, pp. 43-95.

Legendre, M. (1957). Note sur la cadastration romaine de Tunisie, Les cahiers de la Tunisie, n° 19-20, pp. 135-166.

Toutain, J. (1905). Le cadastre de l'Afrique romaine. Étude sur plusieurs inscriptions recueillies par le capitaine Donau dans la Tunisie méridionale, Mémoires de la Société Nationale des Antiquaires de France, n° 64, pp. 227-235. Also in the Mémoires de l'Académie des Inscriptions & Belles-Lettres, t. 12, 1907, pp. 341-382.

Trousset, P. (1978). Les bornes du Bled Segui. Nouveaux aperçus sur la centuriation romaine du sud tunisien, Antiquités africaines, Aix-en-Provence, Cnrs, t. 2, pp. 125-177. DOI : 10.3406/antaf.1978.1003

Trousset, P. (1997). Les centuriations de Tunisie et l'orientation solaire, Antiquités africaines, Aix-en-Provence, Cnrs, t. 33, pp. 95-109.


Friday, December 28, 2018

Orientazione gromatica

Oltre all'orientazione solare, si veda il post seguente, è ammissibile una pura orientazione pratica, ossia dettata dalla morfologia del luogo? Che il lato pratico dei romani sia sempre quello prevalente rispetto a quello rituale è la posizione di ricercatori quali Castagnoli e Vinaccia. In particolare Vinaccia ha investigato se i Romani seguissero effettivamente il metodo di orientazione proposto da Vitruvio (ne parliamo dopo). Chiamiamola "orientazione gromatica" per dire che era questa disposta dal gromatico, ossia l'addetto al surveying del territorio ed alla sua limitazione.

Vediamo quindi la posizione ed inclinazione di Torino e come essa sia legata alla topografia locale.

Una brevissima introduzione. I Romani seguivano, per i castra e le colonie, lo schema che usavano anche per la suddivisione dei terreni agricoli. Lo schema si basava su una griglia di vie parallele e perpendicolari tra di loro, che venivano tracciate dopo aver stabilito un asse viario principale, che era il Decumano massimo. Le vie perpendicolari erano note come cardi. Vi mostro un esempio di centuriazione romana ancora perfettamente visibile. E' nel comune di Borgoricco, in Veneto. Ho evidenziato con rette bianche i confini tra le centurie ben visibili nelle immagini satellitari.




Su Vinaccia si veda: Chiri, G., & Giovagnorio, I. L. A. R. I. A. (2014). Microclimate and Forma Urbis. The Topicality of Gaetano Vinaccia’s Theoretical Work (1881–1971). Recent Advances in Urban Planning, Sustainable Development and Green Energy.
Se volete vedere che cosa dice il Castagnoli sulla Centuriazione e trovare molti altri riferimenti sull'arte  gromatica dei romani, ecco il link
http://www.treccani.it/enciclopedia/centuriazione_(Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica)/
Vi segnalo anche il mio
https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2742223

Torniamo a Torino.
Torino aveva attorno alla colonia una centuriazione del terreno agricolo che si fondeva con la centuriazione di Caselle. La direzione della centuriazione di Torino si discosta di poco da quella della città. E' diversa da quella di Caselle.


In questa mappa di rilievo di Here, potete vedere l'area che circonda Torino. Le due linee rosse rappresentano le direzioni di Corso Regina Margherita e di Corso Vittorio Emanuele II. Il circolino a sinistra rappresenta l'ubicazione probabile di un posto menzionato da Cesare nel de Bello Gallico. L'ellisse in alto rappresenta Caselle.


Questo è un dettaglio che mostra il Po e la Stura e la loro confluenza. E nella mappa di seguito vedete il rettangolo rosso che rappresenta la antica città romana e la linea è la via che portava al porto fluviale sul Po. Il fiume a nord è la Dora.


Ora, è vero che una orientazione astronomica è possibile, ma è anche vero che l'orientazione della città sembra essere quella che sfrutta meglio le caratteristiche del territorio e di una sua possibile centuriazione. Insomma, i Romani erano abili a fondere utile e rituale insieme.

Vediamo che cosa dice Vitruvio a proposito della salubrità delle città.
Leggiamo insieme quanto detto dall'architetto di Augusto, al sito
"L’esclusione dei venti. All’argomento dell’orientamento delle vie urbane, Vitruvio dedica un intero capitolo, ma il suo obiettivo non è tanto quello di procurare sole e luce alle case, quanto di escludere i venti, molesti e dannosi per la salute degli abitanti, dal tessuto urbano tramite il “giusto” orientamento. A proposito dell’orientamento verso i punti cardinali egli scrive (3):
“Saranno esse ben eseguite, se si escluderanno con avvedutezza dalle piazze e dalle strade i venti, i quali se sono freddi offendono, se caldi, viziano, se umidi nuocciono. Perciò sembra doversi evitare un tal difetto, ed avvertire che non accada quello che in molte città suole avvenire: come nell'isola di Lesbo la città di Mytilene è edificata con magnificenza ed eleganza ma non prudentemente collocata in quanto se soffia Austro, gli uomini si ammalano, quando Coro, tossono, quando Settentrione si ristabiliscono in salute, ma non possono star fermi nelle strade e nelle piazze per l'intensità del freddo" ".
Uwe Wienke aottolinea il seguente fatto. "Bisogna anche tener conto del fatto che nelle antiche città a pianta ortogonale, l’orientamento delle vie influiva solo poco sul soleggiamento delle case, che originariamente avevano un solo piano, o al massimo due.  I singoli ambienti delle case prendevano luce da un cortile centrale, perciò la quantità di luce che potevano ricevere dipendeva dalla dimensione di questo cortile." E quindi erano i venti, quelli importanti.
Prendiamo allora la rosa dei venti fornita da Arpa Piemonte per Torino. Il grafico mostra la frequenza, in percentuale, della direzione dei venti. Notate il massimo si ha tra NE ed E. Ossia; i venti provengono in prevalenza da queste direzioni. Poi c'è un piccolo effetto da SSW. 


Confrontiamo con la pianta della città romana


La rosa dei venti ci dice che, in Torino, i venti prevalenti non possono infilarsi nei decumani, per come essi sono orientati (il decumano massimo è via Garibaldi e corre da oriente ad occidente. Nella rose dei venti, c'è però un curioso effetto lungo i cardi. 

Per Vitruvio, l'orientamento ideale è questo:

Questa è una immagine sempre da

Uwe Wienke sottlinea "Tale orientamento, che corrisponde all’incirca  a quello che si ricava dal metodo di Vitruvio, lo hanno le vie di Aosta (23°), Augusta Bagiennorum (23°), Minturno (23°), Ostia (21°) Aquileia (19°) ed Emona (19°). "

E quindi passiamo a vedere come sono i venti prevalenti ad Aosta. 
Da quanto detto da http://cf.regione.vda.it/vento.php sappiamo che, grazie alle rose dei venti "Si possono notare la variabilità stagionale e i cicli di brezza. In particolare, di giorno e nella stagione calda dominano le brezze di valle, provenienti da est, mentre di notte e in inverno sono più frequenti, anche se nettamente più deboli rispetto alle brezze diurne, le brezze di monte o il foehn, provenienti da ovest."

Ecco il diagramma di Vitruvio sulla mappa di Aosta.


Aosta sembra quindi un eccellente esempio di città Vitruviana.

Saturday, July 14, 2018

Etruschi e Romani

Oggi ho trovato e  letto con estrema attenzione l'articolo dal titolo "Etruschi e Romani, fu una Shoah?", scritto da Franco Cardini e pubblicato il mercoledì 2 febbraio 2011 sull'Avvenire.
https://www.avvenire.it/agora/pagine/etruschi-e-romani-fu-una-shoah_201102020935019400000
E' un articolo da leggere e rileggere, perché costringe a pensare.
L'articolo comincia così "Ho letto le dichiarazioni dei Elie Wiesel riportate da "Avvenire" il 25 gennaio 2011. Ammiro il Wiesel scrittore, ho simpatia per il Wiesel uomo e testimone delle sofferenze del suo popolo e del nostro tempo. Tuttavia, .... " Io non ho trovato le dichiarazioni di Wiesel, ma sembra, dall'articolo di Cardini, che si parlasse di un genocidio degli Etruschi da parte dei Romani. 
Ecco cosa dice Cardini. "I Romani non commisero alcun genocidio, cioè non soppressero mai in massa il popolo etrusco; avrebbero potuto distruggere la cultura etrusca, commettere cioè un etnocidio: ma non fecero nemmeno quello, limitandosi semmai a un’assimilazione che cancellò cultura e memoria, non stirpi. ....  In realtà, nonostante la lingua latina sia di ceppo decisamente indoeuropeo e quella etrusca d’origine tuttora incerta (le polemiche continuano, le ipotesi si accumulano...), la "cancellazione" dell’idioma – il quale peraltro sopravvisse fino al V secolo d.C. come "lingua sacra", nei rituali magico-divinatori dell’etrusca disciplina – non corrispose affatto alla cancellazione demografica d’un intero popolo diffuso dalla Lombardia alla Campania e le vicende del quale sono strettamente legate a quelle dei Romani. Etruschi erano i "re di Roma" dell’ultima fase del periodo monarchico; etrusche, ancora in piena età imperiale, grandi famiglie aristocratiche come i Cecina e la gens cui apparteneva Mecenate, amico e consigliere di Augusto. Gli studi sul Dna nella media Toscana, nel Volterrano, hanno rivelato una realtà biologica ancora vitale che può esser fatta risalire agli Etruschi. Consiglio il ricorso al pur discusso, ma importante, Dizionario della lingua etrusca di Massimo Pittau, docente emerito nell’Università di Sassari (Dessì 2005), che ha sistematicamente vagliato le fonti etrusche e alla luce del quale risulta evidente come l’abbandono dell’idioma etrusco si dovette principalmente a un fenomeno di assimilazione etrusco-romana che non ci sono motivi di ritenere condotto con metodi violenti e tantomeno genocidi, ma che fu piuttosto portato avanti attraverso tecniche di organizzazione istituzionale e di politica matrimoniale".
Posso aggiungere che c'è una parola Etrusca che usiamo tutti i giorni, ed è "satellite".

Si veda: The Word Satellite, Its Origin from Etruscan and Its Translation into Greek
https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2899407


Sunday, June 30, 2013

The Roman Centuriation in the Middlesex District

The Roman Centuriation in the Middlesex District. (Brentford Printing and » 20 Jun 1908 » The Spectator Archive

The Roman Centuriation in the Middlesex District.
(Brentford Printing and Publishing Company. 3s. 6&)—
This is an addendum to Mr. Montagu Sharpe'e "Antiquities of Middlesex" A centuria was a square plot of land containing fifty iugera, equivalent to thirty-one and a quarter acres. This was the measure used in dividing the land of a conquered country. Each Roman citizen had four centuriac ; part was restored to the natives ; odd bits and unoccupied lands were leased out; forests, &c., were dealt with on the same principles. Mr. Sharpe writes about the details of this division—boundaries, landmarks, &c.—and applies his deductions to the Middlesex region, with some portions of the adjoining counties. He makes out eight territories (named "Break- spear's," "Colne," "Pontes "—these are in the west—" Ridge," "Sulloniacae," " Harrow," " Home," "Lea "). We cannot discuss the details, but we may point out a highly interesting list of landmarks as related to the road system given on p. 14.

More at
http://www.cantab.net/users/michael.behrend/repubs/sharpe_middx/pages/ehr.html
"Evidence that this area had been settled by a Romano-British agricultural population was obtained in this way. For some time past it had been noticed that many fragments of its ancient rural ways ran in parallel lines, and were crossed at right angles by similar ones, which in the several districts of the county were distinguished by a different orientation. Thus in the northeastern division the direction of the cardinal ways was from north to south: in the southern portion between the Brent and the Lea rivers, and into Essex, they pointed south-south-east. Over the south-western area and beyond the Colne into Buckinghamshire the course was south by west, and in the north-western district they were again south-south-east. Passing into that part of the Middlesaxon province lying south of the upper Colne and Lea, but now in Hertfordshire, the two orientations were {490} respectively south-east by south, and south by east. A further feature was that many crossways occurred at equal intervals, and along one road five in succession were found at distances of 120 Roman poles or 388 yards, two being roads, two foot paths, and the other an ancient field boundary, presumed to have been formerly a plough balk or a footway.
It was manifest that this laying out of land amounting to 181,000 acres could not have been the result of chance, but must have been carried out at a time when the soil was mostly in its primitive condition, by a conquering race who had seized it, and who were accompanied by skilled land measurers. All this pointed unmistakably to the Romans and their corps of agrimensores, trained in applied geometry and using scientific instruments. The writings of the Gromatici Veteres were next consulted for information as to the manner in which Roman lands were surveyed and laid out, and it is worthy of note that one of the most eminent of these writers was Sextus Frontinus, Propraetor over Britain from a. d. 74. Among the more enduring bench or land marks used by Roman surveyors were mounds of earth (up to the size of a small haystack), stones, and trenches, and in these three respects important discoveries have been made in the county. A mound (botontinus) is to be seen both in Cranford and in Syon parks, also at Hampstead, Stanmore, Hadley—where there are two—and just out of the county at Salthill, Slough. Two others have not long ago been levelled, one by Bushy Park and the other at Hillingdon, while local names apparently preserve the sites of half a dozen more. Four stones are still in situ; two marked on old maps no longer exist, and the former positions of several others can be located. Two trenches are still to be seen.
A map showed that these boundary marks and the remnants of the oriented ways were naturally co-related, that each district had been of nearly equal area, rectangular in form, and contained by a boundary line, the course of which was disclosed by the botontini and stones. It was also seen that these districts or pagi were in general identical in area with those of the later hundreds of the Saxon period, as set forth in Domesday. From the orientation of the pagi, the territorium of the Londinium canton appeared to extend from the foot of the Chiltern hills across Middlesex and into Essex; the pagi had been laid out by lines (quintarii) crossing one another at right angles, and so forming possessae, each of which according to the text-book, and in fact, contained 1,300 jugera equal to 810 statute acres. These in turn could be divided into 25 laterculi or small centuriae of 50 jugera lying in rows of five, plus an area equal to a centuria distributable over a possessa for lanes and paths. This provision, equal to one-{491}twenty-fifth of a surveyed area, was later on found to have an important bearing when comparing the total acreage of the Roman and Domesday surveys of the county, for the latter did not include road surface. A side of this square centuria measured 120 Roman poles or 388 yards, and five of them lining the face of a possessa accounted for those five successive equal intervals formed by crossways which were noticed upon a Middlesex road between Greenford and Ealing as above mentioned."


http://ehr.oxfordjournals.org/content/XXXIII/CXXXII/489.citation

http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/dha_0755-7256_1990_num_16_2_1489

http://www.uea.ac.uk/~jwmp/NAHRG04.pdf


Thursday, October 4, 2012

Australian centuriation


Here the Nullarbor Plain in Australia.
The lines seem a centuriation on the territory
When was this centuriation made?
http://en.wikipedia.org/wiki/Nullarbor_Plain