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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

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Thursday, January 2, 2020

Varrone e il Latino (in Inglese e in Italiano)

On the Latin language
by Varro, Marcus Terentius; Kent, Roland G. (Roland Grubb), 1877-1952

Publication date 1938
Topics Latin language
Publisher London : W. Heinemann
Collection pratt; toronto
Digitizing sponsor Andrew W. Mellon Foundation
Contributor Pratt - University of Toronto
Language English; Latin

M. Terenzio Varrone libri intorno alla lingua latina
by Varro, Marcus Terentius; Canal, Pietro, 1807-1883; Brunetti, Frederico

Publication date 1874
Publisher Venetiis : Excudit Joseph Antonelli ; Venezia : Tipografia di Giuseppe Antonelli
Collection university_of_illinois_urbana-champaign; americana
Digitizing sponsor University of Illinois Urbana-Champaign
Contributor University of Illinois Urbana-Champaign
Language Latin; Italian



Wednesday, January 1, 2020

Il mito di Roma

 Il mito di Roma: Da Carlo Magno a Mussolini
 André Vauchez, Andrea Giardina, Gius.Laterza & Figli Spa - History - 348 pages

Non solo una città, ma nucleo generatore di miti, luogo che fin dall'antichità ha offerto metafore e modelli alle lotte politiche, ai conflitti religiosi, alle scelte culturali. Dal Medioevo a oggi, Giardina e Vauchez raccontano la presenza del mito di Roma all'origine delle idee politiche che ancora animano l'attualità. La concezione universalistica dell'impero medievale e del papato, la difesa delle libertà cittadine e dei valori dell'autogoverno, l'immagine trionfante della Rivoluzione francese e la vocazione scenografica del fascismo sono le principali tributarie del mito di Roma, così come lo sono stati tutti quei movimenti che, dalla Riforma protestante ai nazionalismi ottocenteschi e al nazismo, si sono riconosciuti in un'identità 'antiromana'. Fra riabilitazioni e cadute, fra entusiastiche adesioni e drastici rifiuti, il mito di Roma continua a vivere un destino alterno, nelle cui pieghe corre la strada maestra della nostra storia

Tuesday, July 30, 2019

Festus: De verborum significatione

De verborum significatione quae supersunt cum Pauli epitome;
by Festus, Sextus Pompeius, 2nd cent; Paul, the Deacon, ca. 720-799?; Verrius Flaccus, Marcus; Müller, Karl Otfried, 1797-1840

https://archive.org/details/deverborumsigni00fest

Friday, July 19, 2019

SILIUS ITALICUS, Punica | Loeb Classical Library

SILIUS ITALICUS, Punica | Loeb Classical Library: ?xml version='1.0' encoding='utf-8'?his journey over the earth, and Mars betook himself to the clouds and the sky; and darkness confined the weary armies to their camps.Cynthia with downward course was ending the night, while her broth...





JOURNAL ARTICLE - IL PLENILUNIO DELLA BATTAGLIA DEL TICINO IN SILIO ITALICO
Patrizio Domenicucci - Quaderni Urbinati di Cultura Classica
Nuova serie, Vol. 102, No. 3 (2012), pp. 165-182 (18 pages)
Published by: Fabrizio Serra Editore
https://www.jstor.org/stable/24645102
Abstract
In the description of sunrise in the day after the Battle of Ticinus, Silius Italicus refers to the full moon (4, 480 ff.). For this account Silius probably uses not only literary patterns, but also a lost annalistic source, that should have reported the astronomical datum of the full moon. This datum allows to fix the date of the battle on November, 28th, 218 B.C.


Le Puniche di C. Silio Italico
Gaius Silius Italicus
V. Maisner, 1878 - 560 pages

Sunday, June 2, 2019

Itinerari

La stipe tributata alle divinità delle Acque Apollinari: scoperta al cominciare del 1852
Giuseppe Marchi. Tipografia delle Belle Arti, 1852


Un parte degli itinerari antichi che troviamo nel libro.

Sunday, May 5, 2019

Torino città Magica

Una città non nasce mai per caso. Anche se alle origini più lontane c’è soltanto un agglomerato di poche capanne, col progredire della civiltà, man mano che l’insediamento si espande per l’arrivo di nuovi abitanti, si tiene sempre conto di un fatto fondamentale nella vita umana, un fattore importante quanto la vita stessa: quello magico-religioso. Non appena il villaggio assume proporzioni di una certa importanza, si pensa immediatamente a fortificarlo con la creazione di mura di cinta e torri di vedetta. Per queste ultime si scelgono orientamenti strategici tali da poter dominare il nemico, Per le porte di accesso invece si sceglie una posizione propizia, rivolta ad astri benevoli ed ai punti cardinali da cui questi si alzano e tramontano.
Questa è una norma adottata generalmente in tutto il mondo e in tutti i tempi. Tihauanaco, sede di una civiltà antichissima e pressoché sconosciuta, conserva ancora due enormi monumenti: la “puerta del Sol” e quella dedicata alla Luna, i due ingressi alla città ormai scomparsa. Roma, com’è noto, nacque da un quadrato magico tracciato con l’aratro. Il punto fu scelto secondo gli auspici tratti dal volo degli uccelli. Paestum, che fu città ricca e fiorente fu tracciata con ingressi a mare, a monte ed in corrispondenza del sorgere e tramontare del sole.
Anche l’antico tracciato romano di Torino apriva le quattro porte d’accesso sui quattro punti cardinali, e la via principale era stata disegnata in modo tale da seguire la linea ascendente del Sole, la medesima che ritroveremo più avanti esaminando l’oroscopo della città.

Tratto da "Torino Città Magica" di Giuditta Dembech

Sunday, April 28, 2019

Gromatici Veteres

Gromatici Veteres- Gli Antichi Agrimensori - Traduzione in italiano con commenti, figure, schemi e illustrazioni a cura di Giacinto Libertini e con presentazione di Gianluca Soricelli
January 2018
Publisher: Istituto di Studi Atellani, Frattamaggiore, Naples & Copernican EditionsISBN: 978-88-906486-4-9

Abstract: E' il testo integrale dei Gromatici Veteres così come riportato da Lachmann nel 1848, con la traduzione in italiano. Oltre alle 345 figure riportate da Lachmann, il lavoro è arricchito da 95 schemi e da 62 illustrazioni a colori che sono importanti per meglio comprendere i testi e le importantissime implicazioni per la topografia odierna. In Appendice, l'opera è anche corredata da utili informazioni e da due articoli, già pubblicati altrove, che dimostrano l'utilità di conoscere i Gromatici Veteres per gli studi storici. La prefazione è dell'archeologo prof. Gianluca Soricelli.


Wednesday, April 24, 2019

Il console e la via Emilia (187 a.C.)

Da
L'Italia delle regioni: il Nord e la Padania. Roberto Mainardi. Pearson Italia S.p.a., 1998

"Nel 187 a.C. il console Marco Emilio Lepido fece costruire una strada che consentisse  alle truppe di raggiungere velocemente dalla base di Rimini l'avamposto di Piacenza e il suo guado sul Po. L'asse stradale che raccordava tutti i siti di sbocco in pianura dei numerosi percorsi paralleli che scendevano dalla montagna divenne la spina dorsale di tutto il territorio. Le date di fondazione delle città tra Rimini e Piacenza sono: 189 Bologna (in posizione mediana), 188 Forlì, 187 Reggio e Imola, 183 Modena e Parma. Di epoca successiva sono Fiorenzuola, Fidenza, Claterna, Faenza, Forlimpopoli, Cesena. Oltre a quello controllato dalla coppia urbana Piacenza-Cremona, un altro importane guado sul Po era a Brescello, al vertice meridionale di un'ampia curva del fiume, dove convergevano da Parma e da Reggio Emilia importanti percorsi stradali interregionali."



Marco Emilio Lepido (in latino: Marcus Aemilius Lepidus; ... – 152 a.C.) è stato un esponente dei Lepidi, un ramo della gens Aemilia, e un politico e un comandante militare della Repubblica romana. M. Emilio Lepido fu eletto console romano nel 187 e nel 175 a.C. e ricoprì le cariche di pontefice massimo e di censore nel 179 a.C.. Il console è noto per aver dato il nome alla via Emilia, fatta da lui costruire per collegare Piacenza con Rimini che ha dato nome all'Emilia stessa.



Saturday, March 30, 2019

Asparagi al burro

Gli asparagi di Cesare. Studi sulla Cisalpina romana

Autore: Gemma Sena Chiesa

Friday, March 29, 2019

Tore zur Unterwelt

Vi ho raccontato nel post sul Lago d'Averno come ho visto lo Stige.

C'è un libro che deve essere alquanto interessante, Tore zur Unterwelt: Das Geheimnis der unterirdischen Gänge aus uralter Zeit. 2009. Scritto da  Heinrich e Ingrid Kusch.


Una ricerca "ctonia". Non mi aspettavo ciò nell'Europa centrale. Pensavo più al ploutonion e le grotte di Apollo.

La Corona di Teodolinda


La corona Ferrea, conservata nella cappella di Teodolinda del duomo di Monza.
Courtesy James Steakley per Wikipedia. 

Contro la parete di fondo della cappella si trova il sarcofago in cui, nel 1308, dalla sepoltura originaria nell'antica Basilica longobarda furono traslati i resti della regina Teodolinda. Una ricognizione, compiuta nel 1941, ha confermato la presenza di ossa di un adulto di sesso femminile e di un giovane maschio (Teodolinda e suo figlio Adaloaldo).

La corona ferrea è un'antica  corona che venne usata dall'Alto Medioevo fino al XIX secolo per l'incoronazione dei Re d'Italia. Per lungo tempo, anche gli imperatori del Sacro Romano Impero ricevettero questa incoronazione. Anche Napoleone si fece incoronare con essa.

Dio me l’ha data, guai a chi la tocca! 

All'interno della corona vi è una lamina circolare di metallo: la tradizione vuole che essa sia stata forgiata con il ferro di uno dei chiodi che servirono alla crocifissione di Gesù. In realtà la lamina non è di ferro ma d'argento. Un chiodo di ferro serviva per fissare la corona all'elmo dell'imperatore. 
Due delle piastre originali furono rimosse si presume nel 1200-1300. La corona in origine era infatti costituita da 8 piastre invece delle 6 attuali. Ma torniamo al chiodo della crocifissione.
Verso l'anno 324, su incarico del figlio Costantino, Elena fece scavare l'area del Golgota. Durante i lavori di scavo, che portarono anche all'edificazione della Basilica costantiniana e dell'Anàstasis, secondo la tradizione furono trovati gli strumenti della Passione di Gesù, tra cui la Croce, con i chiodi ancora conficcati. Elena lasciò la croce a Gerusalemme e portò con sé i chiodi. Tornata a Roma, fece montare un chiodo sull'elmo di Costantino e fece realizzare un morso per il suo cavallo, affinché l'imperatore e il destriero fossero protetti in battaglia.


L'elmo e il morso, insieme alle altre insegne imperiali, furono portati a Milano da Teodosio I. Ambrogio li descrive nell'orazione funebre de obitu Teodosii. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, l'elmo fu portato a Costantinopoli, ma in seguito fu reclamato dal goto Teodorico il Grande, re d'Italia, il quale aveva a Monza la sua residenza estiva. I bizantini gli inviarono il diadema trattenendo la calotta dell'elmo. Il "Sacro Morso" è oggi conservato nel duomo di Milano. 
Due secoli dopo papa Gregorio I avrebbe donato uno dei chiodi a Teodolinda, regina dei Longobardi, che fece erigere il duomo di Monza; ella fece fabbricare la corona e vi inserì il chiodo. 

copertina

Memorie di una millenaria
La corona ferrea racconta storie di potenti, folli e santi

Valeriana Maspero

LIBRACCIO editore, settembre 2016
ISBN 9788897748861

Friday, March 8, 2019

πολύτροπος

Τον άνδρα, μούσα, λέγε μου, πολύτροπον, 'που εις μέρη
πολλά επλανήθη, αφού έρριξε την ιερήν Τρωάδα·
και ανθρώπων είδε αυτός πολλών ταις χώραις και την γνώμην
έμαθε, και 'ς τα πέλαγα πολλά 'παθε ζητώντας
με τους συντρόφους άβλαπτος να φθάση 'ς την πατρίδα.
αλλ' όμως δεν κατώρθωσε να σώση τους συντρόφους·
ότι εχαθήκαν μόνοι τους απ' τ' ανομήματά τους·
μωροί, 'που τ' Υπερίονα Ήλιου τα βώδια 'φάγαν,
κ' εκείνος της επιστροφής τους πήρε την ημέρα.
τούτα ειπέ κάπουθε κ' εμάς, θεά, κόρη του Δία.

https://www.gutenberg.org/files/30613/30613-h/30613-h.htm

http://www.treccani.it/vocabolario/politropo/
polìtropo agg. [dal gr. πολύτροπος, comp. di πολυ- «poli-» e -τροπος, dal tema di τρέπω «volgere»], letter. – Che ha ingegno versatile, multiforme; astuto, scaltro (è l’epiteto omerico di Ulisse): il p. Ulisse, quando trascorreva il campo per ridurre tutti nel fòro, se imbattevasi in qualche plebeo vociferante lo castigava con lo scettro (D’Annunzio).

Musa, quell’uom di moltiforme ingegno
Dimmi, che molto errò, poich’ebbe a terra
Gittate d’Iliòn le sacre torri;
Che città vide molte, e delle genti
L’indol conobbe; che sovr’esso il mare
Molti dentro del cor sofferse affanni,
Mentre a guardar la cara vita intende,
E i suoi compagni a ricondur: ma indarno
Ricondur desiava i suoi compagni,
Che delle colpe lor tutti periro.
Stolti! che osaro vïolare i sacri
Al Sole Iperïon candidi buoi
Con empio dente, ed irritaro il Nume,
Che del ritorno il dì lor non addusse.
Deh parte almen di sì ammirande cose
Narra anco a noi, di Giove figlia, e Diva.

https://it.wikisource.org/wiki/Odissea_(Pindemonte)/Libro_I

Thursday, February 28, 2019

Idi di Marzo

Domani sono le Calende di Marzo. Abbiamo tempo di rileggere il libro di Valerio Massimo Manfredi. Per portare il messaggio "L'AQUILA E' IN PERICOLO".




Saturday, February 23, 2019

Storia Ribelle Libri: Roberto Gremmo: Le grandi pietre magiche

Storia Ribelle Libri: Roberto Gremmo: Le grandi pietre magiche: Roberto Gremmo Le Grandi Pietre Magiche Residui di paganesimo nella religiosità popolare alpina Indice dei Capitoli: Nelle val...

Un commento: Il paganesimo di cui si parla non è quello romano. Il Piemonte è stato "romanizzato" a partire dal primo secolo a.C. Ma la romanizzazione non ha cancellato gli antichi rituali.

Friday, February 22, 2019

FRATE LUPO, Il ritorno, di Luca Reteuna

"Prendi l’anima della luna, prendi l’essenza di una voce, falle vorticare nelle caverne dello spazio,
per creare l’ululato lamentoso del lupo.
Gli occhi dorati profondi, che guardano fisso attraverso il buio per scoprire i segreti della notte,
distolgono lo sguardo dall’uomo spaventato."
Emily Ham (9 anni, Cwmdu School, Powys, UK)


Wednesday, February 6, 2019

Dante in Olanda


De Goddelijke Komedie in nederlandsche ... by Dante Alighieri

Pagina 9: il testo esatto, secondo la lezione che seguo, è "sì che parea che l'aere ne tremesse." (latinismo per "vibrare"), non "ne temesse". Il "tremesse" è proprio uno dei punti focali del mio "Suono E Silenzio Nella Divina Commedia: Alcuni Esempi Dall’Inferno Dantesco (Sound and Silence in the Divine Comedy: Some Examples from the Dantean Hell)".

Il traduttore della  Goddelijke Komedie in nederlandsche , Joan Bohl avvocato in Amsterdam si deve essere basato su quei libri italiani che leggono appunto "temesse", come il Sapegno. Io seguo la lezione del Petrocchi.

Vediamo tre belle sfide - in un oceano di belle sfide - che Bohl ha dovuto affrontare. Ovviamente ci sono le "anime prave" di Caron dimonio.

Un vecchio, bianco per antico pelo,
Gridando: Guai a voi, anime prave!
Wiens sneeuwwit haar zijn ouderdom liet gissen,
Hij schreeunde luis: Wee u, bedorven wichten!
Guai a voi, creature malvagie!

Ecco come se la cava col "ringhia" ed "avvinghia" di Minosse. 

Stavvi Minös orribilmente, e ringhia:
Esamina le colpe nell' entrata:
Giudica e manda, secondo ch'avvinghia.
Afschuüwlijk stond Minos hier, knarste, en spoorde
De schulden na bij ieders komst. Hij richtte,
En zond, met staart-gedraai, naar lager oorde.

In questo caso, il ruolo della rima Dantesca che lega "ringhia" con "avvinghia" è schiacciante. Notate anche le "virgole" più belle della letteratura. Bohl ha mantenute le virgole, saggiamente, ed ha trovato la rima.


Minosse al Monumento a Dante di Trento

Ed infine Bohl è stato bravissimo nel tradurre le parole di Francesca da Rimini.

Min, die geen minnaar  kwijtscheldt 't Min-verlangen,
Greep mij voor hem zoo sterk met welbehagen,
Dat, naar gij ziet, ik hem nóg aan blijf hangen.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
Mi prese del costui piacer si forte,
Che, come vedi, ancor non m'abbandonna.

Tuesday, February 5, 2019

Brittenburg

Brittenburg: Verdronken hoeksteen van het Romeinse Rijk,
Tom Buijtendorp.  ISBN: 9789088907586. Imprint: Sidestone Press
https://www.sidestone.com/books/brittenburg

From the Middle Ages until the end of 18th century, mysterious ruins regularly appeared on the  Katwijk coast. It was a fact displayed on Dutch maps. According to ancient literature, a Roman fort - Brittenburg - must have been located there. For centuries, people searched for the fort.  In 1960, some divers performed underwater investigation in vain. Today, a book reopens the "cold case".


Brittenburg (Arx Britannica or Castellum Britanicum) in an Ortelius Map (Abraham Ortelius, 1527-1598). The map was made for Lodovico Guicciardini's description of Nederlanden.  Guicciardini, 1521-1589, was an Italian writer and merchant from Florence who lived primarily in Antwerp from 1542 or earlier. To see his book, use the link https://amshistorica.unibo.it/185.

Wikipedia tells that Brittenburg was visible on the beach between Katwijk aan Zee and Noordwijk aan Zee after storms in the years of 1520, 1552 and 1562. "It was originally a large complex located at the mouth of the Oude Rijn, which today is believed to be about a kilometer westwards (offshore in the North Sea) of the current location of the European Space Research and Technology Centre." 

A detailed discussion of Brittenburg, that is, about old documents and maps  is also given by the author of the new book, Tom Buijtendorp, at

Besides Ortelius Map, there is another map quite interesing where we can see the fort in the landscape.


It is a painting of the Brittenburg fort in Katwijk aan Zee, 17th century. Courtesy Rijksmuseum van Oudheden . The caption tells: "After a storm in the 16th century, the remains of what is believed to have been a Roman structure became visible. They have not been seen since, although extensive archaeological research has taken place." The castle looks different from Ortelius' one. In any case, note the white labels. They are reporting the cardinal directions. We can use them to rotate due North  the map. Here the result (a little bit of Retinex to see the ruins...).



It looks like a satellite image. Actually, I find this cardinal orientation of the fort - if it is so - very interesting. I am not surprised to find a Roman fort - or a Roman colony - having a perfect cardinal orientation, or an orientation of the main axis to sunrise or sunset on specific days of the years (see for instance, the discussions about Timgad and Hardknott fort in Britannia).
From its square layout it seems a Roman fort (circular structures had been added during middle ages). As told by the article: "Gezien de strandbreedte van circa 130 meter bij laag water, strekten de waarnemingen zich dus minimaal over die lengte uit. Kennelijk was de Brittenburg aanzienlijk groter dan het 240 voet (75 meter) lange gebouw dat op latere plattegronden staat afgebeeld.". So let us estimate a size of about 75 meters. It could have been a fort smaller than the Hardknott fort, that you can see in the next image. From gate to gate, we have 112 meters. It seems that Brittenburg had inside a structure like the central part we can see in the Hardknott fort.

Hardknott Fort. Courtesy Google Earth,


Site http://www.rodinbook.nl/indexbrittenburg.html is giving a map, on which surveying directions are given too. It seems from this map that the orientation of Brittenburg was not cardinal (a deviation of about 14° is given). Actually, as explained by Wikipedia, the old picture by Ortelius for Guicciardini was used later for such a land surveyor's draft. "The current location of Brittenburg fort is controversial" this is adding the above mentioned site, which continues "The general view is that the ruins are somewhere under the sea near Katwijk. My view is that Brittenburg is still on the coast near Katwijk. The compass direction and the distance to Katwijk as indicated on the oldest map have not been subject to coastal erosion. ... Calculations based on the data on this surveyor's plate show that the Brittenburg should be located near the current canal. ... Hope exists that Brittenburg can be found." The read of Buijtendorp's book will be quite interesting to learn his point of view concerning the location of the fort, and his discussion about the layout and orientation of Brittenburg.
In fact, the search for the Roman Fort is still open.

In any case, there is a curious story concerning the Katwijk coast, Caligula and the Tower of Kalla, a Roman lighthouse. Suetonius wrote it. According to Wikipedia, the emperor lined up his soldiers and artillery on the beach and declared war on Neptune. After that Caligula claimed victory over the sea, he commanded his men to collect shells as war booty. As a monument to this victory he built a tall lighthouse. People called this tower, the "Kalla's tower" (Kalla = Caligula).

OK, more or less. He had not declared war on Neptune indeed. Suetonius tells: "Postremo quasi perpetraturus bellum, derecta acie in litore Oceani ac ballistis machinisque dispositis, nemine gnaro aut opinante quidnam coepturus esset, repente ut conchas legerent galeasque et sinus replerent imperavit, "spolia Oceani" vocans "Capitolio Palatioque debita," et in indicium victoriae altissimam turrem excitavit, ex qua ut Pharo noctibus ad regendos navium cursus ignes emicarent; pronuntiatoque militi donativo centenis viritim denariis, quasi omne exemplum liberalitatis supergressus: "Abite," inquit, "laeti, abite locupletes." "
"Finally, as if he intended to bring the war to an end, he drew up a line of battle on the shore of the Ocean, arranging his ballistas and other artillery; and when no one knew or could imagine what he was going to do, he suddenly bade them gather shells and fill their helmets and the folds of their gowns, calling them "spoils from the Ocean, due to the Capitol and Palatine." As a monument of his victory he erected a lofty tower, from which lights were to shine at night to guide the course of ships, as from the Pharos. Then promising the soldiers a gratuity of a hundred denarii each, as if he had shown unprecedented liberality, he said, "Go your way happy; go your way rich." "
The lofty tower mentioned by Suetonius suggested that Brittenburg were a lighthouse.

Cassius Dio tells the following. "And when he [Caligula] reached the ocean, as if he were going to conduct a campaign in Britain, and had drawn up all the soldiers on the beach, he embarked on a trireme, and then, after putting out a little from the land, sailed back again. Next he took his seat on a lofty platform and gave the soldiers the signal as if for battle, bidding the trumpeters urge them on; then of a sudden he ordered them to gather up the shells. Having secured these spoils (for he needed booty, of course, for his triumphal procession), he became greatly elated, as if he had enslaved the very ocean; and he gave his soldiers many presents. The shells he took back to Rome for the purpose of exhibiting the booty to the people there as well."

It seems that Caligula intended to have a campaign in Britannia, and that this campain was aborted for some reason on the shore of the ocean. His actions were derided by ancient historians, in particular in describing the order to collect seashells.

"While repeating the earlier stories, the later sources of Suetonius and Cassius Dio provide additional tales of insanity. They accuse Caligula of incest with his sisters, ... They state he sent troops on illogical military exercises ... and, most famously, planned or promised to make his horse, Incitatus, a consul, and actually appointed him a priest. The validity of these accounts is debatable. In Roman political culture, insanity and sexual perversity were often presented hand-in-hand with poor government. Caligula's actions as emperor were described as being especially harsh to the senate, to the nobility and to the equestrian order. According to Josephus, these actions led to several failed conspiracies against Caligula. Eventually, officers within the Praetorian Guard led by Cassius Chaerea succeeded in murdering the emperor. ... The situation had escalated when, in 40 AD, Caligula announced to the Senate that he planned to leave Rome permanently and to move to Alexandria in Egypt, where he hoped to be worshiped as a living god. The prospect of Rome losing its emperor and thus its political power was the final straw for many. "

We have already stressed the importance of Alexandria in
https://stretchingtheboundaries.blogspot.com/2019/01/dopo-azio.html
Caligula was insane to think he could change the course of history, moving his seat from Rome to Alexandria in Egypt. The Senate could tolerate a horse among the senators, not a seat of the empire different from  Rome.

Saturday, February 2, 2019

Edizioni Condaghes | In terra come in cielo (Augusto Mulas / Marco Sanna)

Edizioni Condaghes | In terra come in cielo (Augusto Mulas / Marco Sanna)

On earth as in heaven: the nuraghes and the Pleiades: The Pleiades star cluster has been observed since ancient times. In Babylonia for example, the beginning of the New Year was set in correspondence with the heliacal rising of the Pleiades. Hesiod, the first historical figure of Greek literature, in his poem Works and Days, describes the importance that this star cluster had in regulating the farming and sailing calendars. Anthropological research of the famous scholar James Frazer demonstrates how much the worship of this asterism was practised by the people of all latitudes.



L´importanza dell´ammasso aperto delle Pleiadi è nota sin da epoche remote. I Babilonesi, ad esempio, ponevano l´inizio del nuovo anno in corrispondenza con il sorgere eliaco delle Pleiadi. Esiodo, prima figura storica della letteratura greca, nella sua opera Le opere e i giorni, descrive l´importanza che questo gruppo di stelle ebbe sia nella regolazione dei lavori agricoli, sia per la navigazione in mare aperto. Le ricerche antropologiche di studiosi come James Frazer dimostrano quanto il culto di questo asterismo fosse diffuso in tutto il pianeta.

Saturday, January 19, 2019

Thorbecke



Johan Rudolph Thorbecke

Johan Rudolf Thorbecke (1798 – 1872) è stato un politico olandese, tre volte primo ministro dei Paesi Bassi. Dopo aver studiato Letteratura classica e Filosofia ad Amsterdam e in Germania gli viene offerta la cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali all'Università di Gand.
A seguito dei moti del 1848 il re Guglielmo II nomina Thorbecke a capo di un comitato incaricato di rivedere la costituzione. Le proposte di emendamento di Thorbecke, che limitavano i poteri del sovrano introducendo elezioni dirette e la libertà di religione, vennero approvate dal Parlamento e la nuova Costituzione olandese venne proclamata il 3 novembre 1848.

Ecco la sua tesi di Dottorato
Johannis Rudolphi Thorbecke commentatio de C. Asinii Pollionis vita et studiis doctrinae
Hazenberg, 1820

Friday, January 18, 2019

De Bello Gallico by Julius Caesar (Dutch)

C'è un libro che propone in Olandese una traduzione del De Bello Gallico. Eccolo:
C. Julius Cesars Aantekeningen der Gallische, burgerlyke, Alexandrynsche, Africaansche, en Hispanische oorlogen, Volume 1. Caius Julius Caesar. by Nicolaas ten Hoorn, 1709