‘L’antico romano sapeva che il cardo lungo il quale camminava era parallelo all’asse intorno a cui rotava il sole, e sapeva di seguire il corso di questo allorché percorreva il decumanus; egli era in grado di decifrare, in base alle istituzioni civiche,
il significato del cosmo e ciò lo faceva sentire intimamente inserito in esso’.
(da J. RYKWERT, L’idea di città, Milano, 2002)
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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino
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Tuesday, May 7, 2019
Cardo e Decumano
Wednesday, April 24, 2019
Piacenza e la Luna (190 a.C.)
Per gli amici di Piacenza.
Piacenza è una città che è nata come colonia romana. Essa ha avuto tre deduzioni, nel 218 a.C., nel 190 a.C. ed in epoca augustea. Il centro storico della città mostra ancora molto evidente la caratteristica struttura a scacchiera della colonia romana, fatta da vie parallele che si intersecano ad angolo retto. Se la direzione delle vie di Piacenza ricalca la direzione dei decumani e dei cardi della colonia dedotta nel 190 a.C., come affermato in letteratura, i decumani potrebbero aver avuto uno specifico allineamento astronomico secondo la direzione più meridionale possibile di levata della luna.
Potete trovare l'articolo al seguente link
Ecco i primi paragrafi, con i relativi riferimenti.
L'impianto urbanistico di Piacenza mostra ancora oggi ben visibile la struttura della originaria colonia romana. La città nasce infatti col nome di Placentia nel 218 a.C. [1]. Insieme a Cremona, essa è stata una della prime colonie romane nell'Italia settentrionale. Nel 190 a.C. Piacenza ebbe una nuova deduzione post guerra annibalica [1,2]. Nel 90 a.C, Piacenza divenne un municipium, ed in età augustea si ebbe ancora una ulteriore deduzione [1]. A proposito di queste successive deduzioni di Piacenza, il Riferimento 3 afferma che l’effettiva fondazione avvenne nel 190 a.C.. Ossia, è vero che la prima fondazione della colonia fu del 218 a. C., ma l’insurrezione celtica e l’arrivo di Annibale interruppero la colonizzazione. “E’ per questo motivo che, a nostro avviso – si dice in [3] - la seconda deduzione di Placentia successiva alla sconfitta dei Boi fu la vera e propria deduzione della colonia ed è ad essa,anziché a quella del 218 a.C. che va riferito il tracciamento effettivo della centuriazione.”
Sappiamo che la fondazione delle colonie romane seguiva uno schema molto regolare, che era lo stesso schema della centuriazione [4]. ...
[1] Converti, M. (2004). Città romane di fondazione. L'ERMA di BRETSCHNEIDER.Pag. 57.
[2] Righini, V. (1999). La diffusione del mattone cotto nella Gallia Cisalpina el’architettura in mattoni di Ravenna. In El ladrillo y sus derivados en la épocaromana. Christian Rico, Manuel Bendala Galán, Lourdes Roldán Gómez (eds.). Casade Velázquez. ISBN 9788474777475.
[3] Dall’Aglio, P. L. (1994). Centuriazione ed uso del territorio nella pianuraemiliana. Landuse in the Roman Empire, Volume 22. Jesper Carlsen, Peter Ørsted,Jens Erik Skydsgaard (eds.). L'ERMA di BRETSCHNEIDER.
Friday, December 28, 2018
Orientazione gromatica
Oltre all'orientazione solare, si veda il post seguente, è ammissibile una pura orientazione pratica, ossia dettata dalla morfologia del luogo? Che il lato pratico dei romani sia sempre quello prevalente rispetto a quello rituale è la posizione di ricercatori quali Castagnoli e Vinaccia. In particolare Vinaccia ha investigato se i Romani seguissero effettivamente il metodo di orientazione proposto da Vitruvio (ne parliamo dopo). Chiamiamola "orientazione gromatica" per dire che era questa disposta dal gromatico, ossia l'addetto al surveying del territorio ed alla sua limitazione.
Vediamo quindi la posizione ed inclinazione di Torino e come essa sia legata alla topografia locale.
Una brevissima introduzione. I Romani seguivano, per i castra e le colonie, lo schema che usavano anche per la suddivisione dei terreni agricoli. Lo schema si basava su una griglia di vie parallele e perpendicolari tra di loro, che venivano tracciate dopo aver stabilito un asse viario principale, che era il Decumano massimo. Le vie perpendicolari erano note come cardi. Vi mostro un esempio di centuriazione romana ancora perfettamente visibile. E' nel comune di Borgoricco, in Veneto. Ho evidenziato con rette bianche i confini tra le centurie ben visibili nelle immagini satellitari.
Vediamo quindi la posizione ed inclinazione di Torino e come essa sia legata alla topografia locale.
Una brevissima introduzione. I Romani seguivano, per i castra e le colonie, lo schema che usavano anche per la suddivisione dei terreni agricoli. Lo schema si basava su una griglia di vie parallele e perpendicolari tra di loro, che venivano tracciate dopo aver stabilito un asse viario principale, che era il Decumano massimo. Le vie perpendicolari erano note come cardi. Vi mostro un esempio di centuriazione romana ancora perfettamente visibile. E' nel comune di Borgoricco, in Veneto. Ho evidenziato con rette bianche i confini tra le centurie ben visibili nelle immagini satellitari.
Su Vinaccia si veda: Chiri, G., & Giovagnorio, I. L. A. R. I. A. (2014). Microclimate and Forma Urbis. The Topicality of Gaetano Vinaccia’s Theoretical Work (1881–1971). Recent Advances in Urban Planning, Sustainable Development and Green Energy.
Se volete vedere che cosa dice il Castagnoli sulla Centuriazione e trovare molti altri riferimenti sull'arte gromatica dei romani, ecco il link
http://www.treccani.it/enciclopedia/centuriazione_(Enciclopedia-dell%27-Arte-Antica)/Vi segnalo anche il mio
https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2742223
Torniamo a Torino.
Torino aveva attorno alla colonia una centuriazione del terreno agricolo che si fondeva con la centuriazione di Caselle. La direzione della centuriazione di Torino si discosta di poco da quella della città. E' diversa da quella di Caselle.
In questa mappa di rilievo di Here, potete vedere l'area che circonda Torino. Le due linee rosse rappresentano le direzioni di Corso Regina Margherita e di Corso Vittorio Emanuele II. Il circolino a sinistra rappresenta l'ubicazione probabile di un posto menzionato da Cesare nel de Bello Gallico. L'ellisse in alto rappresenta Caselle.
Questo è un dettaglio che mostra il Po e la Stura e la loro confluenza. E nella mappa di seguito vedete il rettangolo rosso che rappresenta la antica città romana e la linea è la via che portava al porto fluviale sul Po. Il fiume a nord è la Dora.
Ora, è vero che una orientazione astronomica è possibile, ma è anche vero che l'orientazione della città sembra essere quella che sfrutta meglio le caratteristiche del territorio e di una sua possibile centuriazione. Insomma, i Romani erano abili a fondere utile e rituale insieme.
Vediamo che cosa dice Vitruvio a proposito della salubrità delle città.
Leggiamo insieme quanto detto dall'architetto di Augusto, al sito
"L’esclusione dei venti. All’argomento dell’orientamento delle vie urbane, Vitruvio dedica un intero capitolo, ma il suo obiettivo non è tanto quello di procurare sole e luce alle case, quanto di escludere i venti, molesti e dannosi per la salute degli abitanti, dal tessuto urbano tramite il “giusto” orientamento. A proposito dell’orientamento verso i punti cardinali egli scrive (3):
“Saranno esse ben eseguite, se si escluderanno con avvedutezza dalle piazze e dalle strade i venti, i quali se sono freddi offendono, se caldi, viziano, se umidi nuocciono. Perciò sembra doversi evitare un tal difetto, ed avvertire che non accada quello che in molte città suole avvenire: come nell'isola di Lesbo la città di Mytilene è edificata con magnificenza ed eleganza ma non prudentemente collocata in quanto se soffia Austro, gli uomini si ammalano, quando Coro, tossono, quando Settentrione si ristabiliscono in salute, ma non possono star fermi nelle strade e nelle piazze per l'intensità del freddo" ".
Uwe Wienke aottolinea il seguente fatto. "Bisogna anche tener conto del fatto che nelle antiche città a pianta ortogonale, l’orientamento delle vie influiva solo poco sul soleggiamento delle case, che originariamente avevano un solo piano, o al massimo due. I singoli ambienti delle case prendevano luce da un cortile centrale, perciò la quantità di luce che potevano ricevere dipendeva dalla dimensione di questo cortile." E quindi erano i venti, quelli importanti.
Prendiamo allora la rosa dei venti fornita da Arpa Piemonte per Torino. Il grafico mostra la frequenza, in percentuale, della direzione dei venti. Notate il massimo si ha tra NE ed E. Ossia; i venti provengono in prevalenza da queste direzioni. Poi c'è un piccolo effetto da SSW.
Confrontiamo con la pianta della città romana
La rosa dei venti ci dice che, in Torino, i venti prevalenti non possono infilarsi nei decumani, per come essi sono orientati (il decumano massimo è via Garibaldi e corre da oriente ad occidente. Nella rose dei venti, c'è però un curioso effetto lungo i cardi.
Per Vitruvio, l'orientamento ideale è questo:
Questa è una immagine sempre da
Uwe Wienke sottlinea "Tale orientamento, che corrisponde all’incirca a quello che si ricava dal metodo di Vitruvio, lo hanno le vie di Aosta (23°), Augusta Bagiennorum (23°), Minturno (23°), Ostia (21°) Aquileia (19°) ed Emona (19°). "
E quindi passiamo a vedere come sono i venti prevalenti ad Aosta.
Da quanto detto da http://cf.regione.vda.it/vento.php sappiamo che, grazie alle rose dei venti "Si possono notare la variabilità stagionale e i cicli di brezza. In particolare, di giorno e nella stagione calda dominano le brezze di valle, provenienti da est, mentre di notte e in inverno sono più frequenti, anche se nettamente più deboli rispetto alle brezze diurne, le brezze di monte o il foehn, provenienti da ovest."
Ecco il diagramma di Vitruvio sulla mappa di Aosta.
Aosta sembra quindi un eccellente esempio di città Vitruviana.