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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

Sunday, December 29, 2019

Thursday, December 26, 2019

Tuesday, December 24, 2019

Augusto in camicia nera

" Egli infatti sembra recepire le novità rappresentate dai lavori del Kornemann, con la caratterizzazione del principato augusteo come il primo Führerstaat; e pare inoltre avere ben presente il Princeps di Wilhelm Weber, con l’interpretazione weberiana delle Res Gestae come ͑ιερòς λόγος del princeps – e di Augusto come σωτήρ instauratore di un nuovo ordine cosmico". 

Da un articolo la cui lettura fortemente consiglio. E ancora: 

9 maggio 1936, h. 22:30. Dal fatidico balcone di Palazzo Venezia Mussolini annuncia alla folla, nella retorica dell’epoca ovviamente sempre «oceanica e plaudente», «… la riapparizione dell’impero sui colli fatali di Roma» – con clausola finale esametrica, epica! L’Impero, dopo quindici secoli! Gli officianti del regime non potevano lasciarsi sfuggire l’occasione. Vi si avventurarono specialisti e dilettanti. L’opera era gradita. Serviva, alla legittimazione del nuovo impero – ed a giustificazione del risorgente imperialismo – il richiamo a Roma, all’impero di Augusto, alla pax romana, alla missione civilizzatrice della Città Eterna. Il regime apprezzava i suoi corifei."

Augusto in camicia nera. Storiografia e ideologia nell’era fascista, di Mario Mazza. Università La Sapienza Roma
Abstract: Il presente contributo si propone di analizzare gli interventi storiografici prodotti in Italia per il bimillenario della nascita di Augusto. Particolare attenzione è rivolta a tre nuclei tematici: Augusto come rivoluzionario, instauratore del  novus status rei publicae; Augusto capo carismatico, Führer  -  Dux; l’esaltazione dell’impero augusteo.




Monday, December 23, 2019

Il trasporto di frammenti dell'Ara Pacis a Roma per volere del Duce in o...



La Mostra Augustea della Romanità fu uno dei numerosi eventi organizzati in Italia durante il fascismo in occasione del Bimillenario Augusteo. Fino a tal mostra, alcuni dei pannelli dell'Ara Pacis erano al Museo degli Uffizi a Firenze. Altri pezzi erano sparsi in Italia e nel mondo.

Da https://it.wikipedia.org/wiki/Ara_Pacis
"Tra il 1918 e il 1921 si iniziò a prendere in considerazione la proposta fatta dal professor Oreste Mattirolo, presidente della Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti, di riunire i frammenti ritrovati fino ad allora e sparsi in varie parti d'Italia e del mondo. Alla vigilia del ventennio fascista e del dominio italiano del Duce, l'idea di ricostruire il monumento edificato dal primo "vero" duce Augusto eccitò l'opinione pubblica, e si arrivò anche a ipotizzare le iscrizioni da riportare sul monumento restaurato, come “ARA PACIS OLIM AUGUSTAE NUNC TOTIUS ITALIAE A.D. MCMXIX” oppure “GERMANIA VICTA AUSTRIA DELETA COSTANTINOPOLI ET HIEROSOLYMA LIBERATIS ARA PACIS AUGUSTAE RESTITUTA ANNO MCMXIX”[9][6]."

/http://www.instoria.it/home/mito_augusto_ventennio_fascista.htm

N. 56 - Agosto 2012 (LXXXVII). BIMILLENARIO AUGUSTEO, IL MITO DI AUGUSTO NEL VENTENNIO FASCISTA, di Sonia Favale

"Il princeps fu stimato e smitizzato a seconda del contesto storico o delle diverse correnti di pensiero politico. Alcuni lo vedevano come il monarca buono e clemente, accostandolo ai propri sovrani con il fine di adularli, invece, altri come Voltaire e Montesquie intravedevano in lui un mostro e un tiranno assetato di sangue. Conservatore per alcuni, rivoluzionario per altri!
Fu il regime fascista, però, che fece di lui un mito! ... Il 1937 coincideva proprio con il bimillenario augusteo! Nel regime si iniziò a parlare di mistica millenaria."

Desidero riportare un altro pezzo dell'articolo.

"Nello stesso periodo storico, nel 1939, uno studioso britannico Ronald Syme, mostrandosi scettico riguardo ai festeggiamenti per il bimillenario augusteo, si apprestò al affiancare le figure di Mussolini a quella di Augusto. In particolare ciò che veniva posto sullo stesso piano erano i due golpe di stato. Syme accostava la vecchia e nuova marcia su Roma. La prima era stata quella del giovane Gaio Giulio Cesare Ottaviano nel 43 a.c. mentre la seconda era stata quella di Mussolini nel 1922. Entrambi avevano indirizzato la rispettiva marcia su Roma, cuore dello stato, in quanto nel 43 sede del senato romano e nel 1922 del parlamento italiano e della monarchia. Syme, con molta più lucidità e distacco, dagli eventi italiani taccia di panegirismo tutti coloro che avevano tessuto elogi per un uomo scaltro e manipolatore come Augusto, che era stato bravo nel creare un potere personale attraverso guerre civili."

L'inaugurazione delle statue di Cesare ed Augusto, dono di Mussolini all...




Giornale Luce B0754 del 24/09/1935

Un po' di storia sulla piazza Cesare Augusto, quella della Porta Palatina e le due statue di Cesare e Augusto. Oggi, la statua di Augusto, appare talvolta nei filmati che mostrano la città. Diciamolo però chiaramente: le statue non sono originali. Qualcuno, vedendole magari in televisione davanti alla porta romana della città può pensarle vecchie di duemila anni. No. Sono dono di Mussolini alla città Sabauda, come spiega il filmato Luce.
Da quanto mi risulta, non ci sono statue di Augusto e Cesare ritrovate a Torino. La testa di Cesare, quella di Tuscolo, che oggi è al museo archeologico di Torino, viene appunto dalla città laziale e non dal Piemonte.



Per maggiori dettagli si veda
https://www.beniculturalionline.it/location-166_-Porta-Palatina.php
oppure http://archive.is/k1tuA

"Riportata al suo aspetto attuale, la Porta Palatina fu nuovamente oggetto di restauro dal 1934 al 1938, su iniziativa del governo fascista. Vennero dunque aperti tutti i fornici e fu isolata la struttura dal contesto urbano circostante, abbattendo un gruppo di vecchie case troppo a ridosso del monumento.
Tuttavia, alcuni di questi interventi furono considerati erronei dagli archeologi, poiché la porta in origine era a ridosso dell'abitato circostante ma, soprattutto, venne contestata l'errata collocazione della coppia di statue bronzee.
Esse, infatti, sono poste erroneamente nell'area interna occupata originariamente dalla statio e non in quella esterna, dove avrebbero trovato una collocazione più credibile."




Da Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984:
PORTA PALATINA Piazza Cesare Augusto

Porta del lato settentrionale della cinta urbana di età romana.
Monumento di valore storico-artistico e documentario, con relativa area di pertinenza costituente integrazione storico- ambientale; esempio singolare anche per l'eccezionale stato di conservazione di porta urbana del I secolo a.C. - I secolo d.C.
Porta urbana aperta sul lato settentrionale, allo sbocco del cardo maximus, da cui partiva la strada per Roma, edificata contemporaneamente (età augustea) o negli anni immediatamente successiva (età flavia) alla creazione della cinta delle mura. Inglobata in strutture edilizie posteriori, fu conservata per intervento dell'ing. Antonio Bertola che ne impedì la demolizione all'inizio del XVIII secolo. Solo nella seconda metà dell'Ottocento iniziò la rivalutazione storica e scientifica con massicci interventi di restauro. Nel 1861 il Comune delibera l'isolamento della Porta Palatina e il restauro, durato fino al 1873, viene affidato a C. Promis. Vengono demoliti tutti gli edifici addossati alla porta e conservati (solo per l'autorevole intervento del Promis) i tratti delle mura adiacenti alle torri. Nel 1904 riprendono alcuni lavori di restauro sotto la direzione di A. D'Andrade, con lo scoprimento della base della torre orientale e il ritrovamento dei muri del cavaedium. I lavori interrotti per la guerra vengono ripresi nel 1932. Ultimi sondaggi e restauri nel 1937-38, con l'individuazione di strutture che fanno supporre l'esistenza di una porta precedente di età repubblicana.
Tavola: 41



Thursday, December 19, 2019

Varro's Roman Seasons

Varro's Roman Seasons



The four seasons of the Roman calendar, as described by Marcus Terentius Varro, are different from our seasons, in the sense that they start on days which differ from those that we are using today. In his Books on Agriculture, Varro shows that the Roman seasons started on the Cross Quarter-days instead than on the Quarter-days of the year as it happens today. Besides the classic subdivision in four parts, in the Books on Agriculture we can also find the year divided into eight parts, that is eight seasons having quite different lengths. In our discussion of Varro's seasons we will compare the days he mentions for the separation of seasons to the Cross Quarter- and Quarter-days that we find in Celtic calendars.



Available also at https://hal.archives-ouvertes.fr/hal-02387848

Tuesday, December 17, 2019

Santa Maria di Vezzolano

Il Medioevo in Piemonte - Santa Maria di Vezzolano (AT)

A cura di Luca De Chiara - 31 Dicembre 2014
"Lo scorso novembre ci siamo recati in visita, ...  al complesso abbaziale di Santa Maria di Vezzolano, nei pressi di Albugnano (AT), magnifico archetipo di romanico lombardo-piemontese. Non si è trattato della "gita canonica", ma si è voluta sperimentare una sorta di indagine conoscitiva, proponendo agli studenti un sopralluogo del sito con raccolta dati guidata, attraverso appunti, fotografie e disegni."



La discussione proposta dal Prof. De Chiara è estremamente interessante.

Vi rimando anche alla mia discussione archeoastronomica 

Friday, November 29, 2019

Pietro ad Amburgo

Pietro è stato portato da Danzica in un campo di concentramento vicino ad Amburgo.
La mattina si doveva lasciare la baracca per il lavoro. Già dai primi giorni a Pietro è chiaro che chi  non sta bene e non va a lavorare, la sera  in baracca non c'è più. E quindi organizza. Ci si aiuta, si trascina chi è sfinito al lavoro, perché non lavorare significa morte. 

Pietro Dastrù, Caporal Maggiore, Cuneense, Campagne di Albania e di Russia

Lidia e il grembiulino blu a cuoricini rossi

1944. La mattina la mamma aveva comprato al mercato a Sanfront una bella stoffa blu a cuoricini rossi per fare il grembiulino di scuola a Lidia. Il pomeriggio Mafalda lo aveva tagliato e cucito.
Il giorno dopo Lidia arriva a scuola col suo bel grembiulino nuovo e la maestra le dice "A scuola si viene col grembiule nero". Tornata casa, la mamma dice a Lidia "Domani dì alla maestra questo: per i grembiuli e le camice nere, mia mamma ha due figli dispersi in Russia e uno in campo di concentramento in Germania" .
Il giorno dopo Lidia arriva a scuola con grembiulino blu a cuoricini rossi, e la maestra la guarda, ma prima che possa dire qualcosa, Lidia dice "Per i grembiuli e le camice nere mia mamma ha due figli in Russia e uno in Germania". La maestra non ha mai più detto nulla.

I fratelli di Lidia, Remo e Giovanni, non sono tornati dalla Russia e Pietro è tornato dopo cinque anni dalla Germania. Da lui ho imparato le prime parole di Tedesco.

Giovanni Dastrù, Caporal Maggiore, Cuneense, Campagna di Russia
Remo Dastrù, Caporal Maggiore, Julia, Campagne di Albania e Russia
Pietro Dastrù, Caporal Maggiore, Cuneense, Campagne di Albania e Russia

Tarquinio Merula - "La Gallina" from the "Raccolta di Canzoni e Sonate a...

Su una datazione archeoastronomica recentemente proposta per la fondazione di Augusta Taurinorum, l'odierna Torino | IRIS Pol. Torino

Su una datazione archeoastronomica recentemente proposta per la fondazione di Augusta Taurinorum, l'odierna Torino | IRIS Pol. Torino



Nell'articolo su Iris (identico a Zenodo) si sono discussi i risultati di un metodo di datazione archeoastronomica, definita come datazione ex sole, proposto in arXiv:1901.08545, ed applicata a determinare la data di fondazione di Augusta Taurinorum. La data del 30 Gennaio del 9 a.C. che detti autori propongono in arXiv:1901.08545 non è giusta, poiché si basa su diversi errori. Sono errati azimut ed altezza del sole sull’orizzonte astronomico. Con i dati giusti si arriva alla data Giuliana del 4 o del 5 Febbraio, che corrisponde, per il 9 a.C., ad una data storica, ossia del Calendario Romano in vigore all'epoca, tra il 31 Gennaio ed il 2 di Febbraio. Gli autori di arXiv:1901.08545 insistono sulla data Giuliana (astronomica) del 30 Gennaio, facendola corrispondere alla data storica del 30 Gennaio. Ma ciò è impossibile. Così, con errori vari e confusione tra date e calendari, l'articolo in arXiv deduce un legame tra la fondazione di Torino e la dedica dell’Ara Pacis. In questo articolo, oltre a segnalare gli errori, si mostrerà che la determinazione dell’anno di fondazione delle colonie romane, supposte come aventi orientazioni solari, ossia verso il punto ortivo del sole, non si può fare attraverso calcoli astronomici per via delle incertezze sperimentali. Al limite, per la fondazione di Torino, sembrano essere più pertinenti le Calende di Febbraio, che sono evolute nella Candelora, che non la dedica dell'Ara Pacis, che per altro coincideva con il compleanno di Livia, moglie d'Augusto.

...............

Il giorno 30 Gennaio del 9 a.C. del calendario Romano non è il giorno 30 Gennaio del 9 a.C. in data Giuliana. Il 30 Gennaio - data storica - è corrispondente alla data astronomica del 3 Febbraio, secondo Keplero, o del 2 Febbraio secondo altri. Per essere precisi. Quando Augusto   ha  dedicato  l'Altare   nel  Campo  Marzio,   la  data astronomica    era  il   2 o   il 3  Febbraio  dell'anno  -8 (ossia 9 a.C.).   Se volessimo  sapere,  invece,  la   data astronomica del 30 Gennaio dell'anno -8, a che giorno del calendario storico corrispondeva, si deve fare l'inverso. Si trova che la data era a.d. VII Kal. o a.d. VI Kal.  (ossia   il   26   o   il   27  Gennaio) dell'anno di Druso e Crispino consoli. 

Del resto, se si prende un'incertezza di quattro o cinque giorni, ci può stare di tutto. Se non era il 30 Gennaio data astronomica, poteva anche essere il 31 o il 29,  perché era brutto tempo.  In questo modo, una qualsiasi osservazione o critica sulla datazione può essere ribattuta.  Allo stesso tempo, però, anche il reiterato insistere  al 30 Gennaio (S.C. e M.C.) e sulla precisione dei loro dati, diventa inutile. 

Comunque, Nel lavoro proposto desidero  argomentare e correggere la presunta datazione di Torino al 9 a.C.. (come mi disse un giornalista che era stato fatto nei miei confronti). Per esempio, non deve essere confuso angolo di direzione (dalle coordinate di Mercatore del GPS), azimut di Via Garibaldi, si veda angolo di direzione ed azimut. A Torino, tra angolo di direzione ed azimut c'è una differenza di un grado. 


Un accenno alla storia contemporanea. La notizia sulla Stampa del 2018 è accompagnata dalla fotografia della Statua di Augusto alla Porta Palatina. Ma che cosa sappiamo di tale statua?





La statua è una copia, modificata in alcuni particolari, come i sandali ai piedi che nell'originale sono nudi, dell'Augusto di Primaporta, trovato nella villa di Livia. Il gesto di Augusto, quello alle Porte Palatine, non è però un pontefice benedice.  E' l'adlocutio, il gesto del duce che richiama i militari al silenzio, per fare il discorso prima della campagna militare. Non è la pace, è la guerra. E la statua è dono di Benito Mussolini a Torino nel 1935. L'impero era tornato sui colli di Roma.  La Stampa di Torino ha usato proprio quella statua e quel gesto, che non è gesto di pace, è di guerra.


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GUIDO COSSARD ED IL SUO TEAM HANNO DETERMINATO CHE L'ALLINEAMENTO CON VIA GARIBALDI CAPITA IL 4 FEBBRAIO 2020, CHE CORRISPONDE AL 6 FEBBRAIO DEL 27 BC (LO STESSO DICASI PER IL 9 BC). Per il 27 BC, si era alle None del calendario storico. Per il 9 a.C. si era, nel calendario storico al 3 Febbraio, più vicino alle None che non al 30 gennaio storico.

http://247.libero.it/rfocus/40970715/1/torino-citt-celeste-compie-2048-anni-uno-studio-del-valdostano-guido-cossard/

Forse il 9 a.C. era nuvoloso e i delegati di Augusto, queli con l'incarico di proclamare la festa, erano in ritardo. Tutto è possibile. 


The Creation of the World in the Sefer Yetzirah | IRIS Pol. Torino

The Creation of the World in the Sefer Yetzirah | IRIS Pol. Torino



The Sefer Yetzirah is the "Book of Creation", one of the earliest extant texts about the creation of the world of the Jewish tradition, a book that some scholars are supposing of an early Medieval origin. The Sefer tells the origin of the world as it was revealed to Abraham, in a cosmogony based on numbers and letters of the alphabet, through their combinations and permutations. The reading of this book can be interesting for a comparison to the thoughts of some medieval philosophers, Al-Farabi, Ibn Gabirol, Robert Grosseteste and others, about the primordial point and its spatial extensions.

Sunday, November 24, 2019

Beppe Grillo è "anziano" ?

Beppe Grillo ha proposto di togliere il voto agli anziani.
Ecco alcune risposte al link
https://www.iene.mediaset.it/2019/news/grillo-voto-anziani_559965.shtml

Mi è molto piaciuta quella di Don Gino Rigoldi, 80, sacerdote ed educatore, e che fa una proposta diversa: “Sì, lo toglierei (il voto). Ma a chi ha tra i 30 e i 50 anni perché tendono a essere più furbi che giusti.

Unreported Heritage News: 2,100 year-old Greek coin may have marked rare ast...

Unreported Heritage News: 2,100 year-old Greek coin may have marked rare ast...: New research suggests that this coin marks an eclipse of Jupiter by the moon. It happened on January 17, 121 BC and was visible in Antioc...

Friday, November 22, 2019

Pinocchio e Lucignolo

Ho trovato una frase molto interessante.
"Pinocchio non era mica attratto da Lucignolo perché era buono: anzi!"

Wednesday, November 20, 2019

Movimentazione delle sardine

Giuro. Io avevo capito "movimento della sartine" - e mi piaceva per il senso di donne intente al lavoro e in ricerca di emancipazione, ben diverse dalle madamine - ma questa mattina sul pullman ultra-affollato, ho capito che erano le sardine, in scatola.

I cani abbaiano alla luna, e intanto la carovana passa

Ci sono molti proverbi in giro, spesso riportati e storpiati a piacere.
Per esempio si trova "I cani abbaiano e la carovana passa", immortalato nella Ricerca del Tempo Perduto, e ben noto alle "fanciulle in fiore", nel senso che la sentenza si trova nel secondo volume della Ricerca (All'ombra delle fanciulle in fiore, À l'ombre des jeunes filles en fleurs, 1919, premio Goncourt).

"Per più di un mese i nemici di Vaugoubert hanno danzato intorno a lui la danza dello scalpo", dice M. de Norpois staccando con forza quest'ultima parola. "Ma una testa fina ne vale due; queste ingiurie le ha respinte sdegnosamente" aggiunse con energia ancora maggiore e uno sguardo così fiero che noi smettemmo di mangiare. "Come dice un bel proverbio arabo: i cani abbaiano e la carovana passa", dopo aver buttato là questa citazione M. de Norpois si interruppe per guardarci e giudicare l'effetto che aveva fatto su di noi. Fu enorme; conoscevamo quel proverbio: aveva sostituito quell'anno presso le persone che contano l'altro: "Chi semina vento, raccoglie tempesta", proverbio che aveva bisogno di un po' di riposo non essendo infaticabile e vivace come: "Lavorare per il re di Prussia", perché la cultura di quelle persone eminenti era una cultura  a fasi alterne  e generalmente triennale. Certo, citazioni di questo genere nelle quali  M. de Norpois eccelleva e con le quali infiorava i suoi articoli della "Revue" non erano affatto necessarie perché questi apparissero convincenti e ben documentati.

C'è anche chi dice "I cani abbaiano, ma la carovana passa". Significa che è impossibile fermare il progresso. Forse.
In fondo ognuno ci vede un po' quel che vuole. Magari ci si mette anche una punta di presunzione, pensando di essere la carovana della saggezza. Oppure di essere più furbi degli altri.

La forma del proverbio "I cani abbaiano alla luna, e intanto la carovana passa", mi piace assai. C'è un senso di distrazione, come dire: la carovana sta passando nel buio della notte, e la persona distratta si perde dietro la luna. C'è un mondo di cose ed informazioni che passa con la carovana, purtroppo non ci si deve far distrarre, non considerare solo il particolare, ma tutto il contesto. Lavoro difficile. Specialmente se si è biased, e il particolare è quello che ci fa più comodo.

Friday, November 15, 2019

Erno Egri Erbstein

Erno Erbstein, l'allenatore ungherese che sfuggì alle deportazioni è cambiò per sempre il calcio in Italia .

https://www.ilpost.it/2019/05/04/erno-erbstein/

di Pietro Cabrio

Thursday, November 14, 2019

La mia maestra di Danza Classica



Susanna Egri - Torino

La Pace dopo le Guerre Alpine

Taluni hanno affermato che la Torino romana nascesse alla fine delle Guerre Alpine (13 a.C.) per simboleggiare la Pace tra Augusto e Cozio. Questo NON è vero - oltre ad altri svariati motivi, vedi post precedente - perché Roma aveva già un patto di amicizia con i locali che risale ai tempi di Cesare. Le guerre alpine NON hanno visto Roma contro l'area dei Taurini e dei Cozi, ma Roma far guerra oltre le Alpi, nel versante occidentale di esse, per capirci quindi in Gallia.
"Non v' ha dubbio che il declivio orientale e settentrionale delle Alpi Marittime, abitato dai Vagienni, le cui varie tribù, cioè gli Epanterii, i Viruxentini, e fors' anco i Veneni, i Venisani, occupavano le vallate della Stura, della Maira, della Varaita, e l'alta valle del Po, era già da molto tempo sotto il dominio dei Romani. Sicuri da questo lato, tutta la loro azione militare era quindi rivolta al declivio occidentale. Forse anche quella parte era stata da tempo, almeno nominalmente, riconosciuta dominio romano, ma le insubordinazioni, gli affronti, i ladronecci di quelle tribù avranno determinato un'azione energica, e de' provvedimenti radicali per ridurle definitivamente all'obbedienza."
E poi le Guerre Alpine si erano spostate già da molto tempo dalla Gallia a Est, verso Trento.

Passiamo allora all'epoca moderna e parliamo di cosa ha fatto Roma alle vallate alpine. Parliamone.
Siamo nel 1943. Vi mando al link https://it.wikipedia.org/wiki/Dichiarazione_di_Chivasso
Questa dichiarazione però non parla della devastazione provocata dalla guerra, dei 100000 giovani provenienti dalle vallate alpine che non hanno fatto ritorno dalla Russia.
Sulle Alpi Cozie e Graie, ha fatto molti più morti Roma sotto Mussolini che Roma sotto Augusto.
Anzi sotto Augusto non ha proprio patito.

Erbstein e il Grande Torino


Ernő Egri Erbstein (a destra) è stato calciatore e allenatore di calcio, scomparso nella tragedia di Superga. E' il papà di Susanna Egri.

Stolpersteine in Torino

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Le pietre d’inciampo a Torino: 108 “Stolpersteine” in città per omaggiare le vittime dell’Olocausto
By Andrea Decorato - Gen 27, 2018

https://mole24.it/2018/01/27/le-pietre-dinciampo-a-torino-93-stolpersteine-in-citta-per-omaggiare-le-vittime-dellolocausto/


Ecco il link alla pagina dell'artista che crea le pietre d'inciampo.

Wednesday, November 13, 2019

Il Carro Solare di Trundholm

Il Carro Solare di Trundholm



Sparavigna, Amelia Carolina. (2012). Il Carro Solare di Trundholm è un calendario?. Fenix, V(43), 6. http://doi.org/10.5281/zenodo.3539225

Monday, November 11, 2019

Adlocutio


Courtesy: Classical Numismatic Group, Inc. http://www.cngcoins.com

Nero. AD 54-68.
Sestertius. Lugdunum (Lyon) mint. Struck circa AD 64-67.
IMP · NERO · CAESAR · AVG · PONT · MAX · TR · POT · P · P ·, laureate head left; globe at point of neck; Nero standing left with praetorian prefect on low platform to right, addressing three soldiers to left, standing right, the first two holding signa; the praetorian camp in the background; ADLOCVT COH in exergue.
http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=179250
ADLOCVT COH means Adlocutio Cohortis (Harangue to the Cohorts)

Per altre monete si veda
http://www.ancientcoins.ca/RIC/index.htm

Saturday, November 9, 2019

Scorpions - Wind Of Change (Official Music Video)





Ich bin eine Berlinerin

Ich bin eine Berlinerin

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Il Muro di Berlino è stato per quasi un trentennio il simbolo opprimente della divisione dell’Europa e della costrizione per milioni di suoi cittadini.

Un grande vento di speranza lo ha abbattuto il 9 novembre 1989, facendo di questa giornata un’alba di libertà e l’avvio di un nuovo percorso storico per la Germania, per tutto il continente, per il mondo intero.
Le immagini delle migliaia di giovani che demoliscono quel muro di incomunicabilità e di negazione dei diritti sono la rappresentazione di un’Europa dalle potenzialità enormemente accresciute, che sta a noi tutti sviluppare e non tradire.
Questo giorno non può che richiamarci al coraggio delle scelte, alla responsabilità e all’impegno.

In un tempo di mutamenti così profondi, l’Europa libera da barriere e totalitarismi può dare al mondo divenuto multipolare un contributo quanto mai prezioso in termini di civiltà, di cooperazione, di rispetto della persona e delle comunità.
Per far questo deve essere capace di un nuovo slancio, mettendosi alla testa dell’affermazione dei valori di libertà e di democrazia, di uno sviluppo sostenibile, per dare un futuro alle prossime generazioni.
L’Europa senza più muri di divisione e di odio è una grande opportunità per consentire ai suoi cittadini di essere padroni del proprio destino e di metterlo a confronto, in un dialogo di pace, con le aspirazioni dei popoli e delle culture di altri continenti».


 Roma, 09/11/2019

I messaggi di Augusto nell’orientamento astronomico

Ho trovato un articolo interessante sulla pagina web di Archeologando. Il link è questo. Chi scrive il post vuol portare un suo messaggio riguardo la direzione astronomica verso il solstizio d'inverno dei cardi di Aosta. Su questo non c'è nulla da dire, anche se la direzione di Aosta romana potrebbe essere spiegata in altra maniera. La città di Aosta ha comunque scelto di festeggiare il "compleanno" il 21 dicembre.
L'articolo di Archeologando punta al legame tra il solstizio d'inverso e il simbolo del capricorno scelto da Augusto, signore della terra e del mare. Magnus Gubernator, il Gran Timoniere.
Si dovrebbe parlar a lungo di Augusto, di quando è nato, della cronologia romana basata su calendario lunare, ... cose che Keplero conosceva molto bene, ed anche il suo mecenate, Rodolfo II, conosceva altrettanto bene. Vi rimando al mio Octavian Augustus at Apollonia and the Statement of His Astrological Sign,  SSRN: https://ssrn.com/abstract=3439646 or http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3439646

Dell'articolo di Archeologando voglio solo puntualizzare alcune cose riguardo la frase detta "Quanto significato si cela, dunque, dietro questo binomio “Ottaviano Augusto – Capricorno”. E quanto pervasivo si rivela dunque il messaggio subliminale dell’orientamento astronomico di Aosta (romana) così come di altre colonie augustee. Lo stesso orientamento si ritrova a Merida, in Spagna, l’antica Augusta Emerita fondata anch’essa nel 25 a.C., ad Augusta Raurica (attuale Augst in Svizzera), e nella città di Nicopolis (anticamente in Epiro), fondata da Ottaviano Augusto dopo la fatale vittoria navale di Azio avvenuta nel 31 a.C. contro le flotte di Marc’Antonio e Cleopatra."
Merida è orientata col lunistizio maggiore settentrionale, il punto più estremo di levata della luna verso nord. Augusta Emerita and the Major Lunar Standstill of 24 BC Come può essere legata al solstizio d'inverno? Augusta Raurica l'ho controllata e non ha orientamento solstiziale, né inverno né estate.


Linee gialle sorgere e tramontare del sole, linee azzurre della luna. Data 21 Dicembre 2019. Si ringrazia il Photographer's Ephemeris.

Eppure lo stesso sito Archeologandodiscute la Raurica. Ed anche Nicopolis, non è solstiziale!
Per cortesia, diciamo le cose cose stanno, senza voler forzare a tutti i costi le cose. 

Wednesday, November 6, 2019

Taurina colonia

Corpus inscriptionum Italicarum antiquioris aevi ordine geographico digestum et glossarium Italicum in quo omnia vocabula continentur ex Umbricis, Sabinis, Oscis, Volscis, Etruscis aliisque monumetis quae supersunt collecta et cum interpretationibus variorum explicantur, Volume 1





Ariodante Fabretti

Ex officina Regia, 1867





La notte che la legione partì
Si discute dell’incendio che devastò Torino nel 69 d.C. Nella città erano stati acquartierati i Batavi e la Legione XIV. Dopo una lite sorta tra i soldati, Vitellio ordinò alla legione di lasciare la città. La notte che la legione partì, i fuochi dei bivacchi lasciati accesi provocarono l’incendio. In questo articolo vi mostro come la vicenda è stata riportata in letteratura, travisando il testo di Tacito che narra l’accaduto, per dar la colpa ai Batavi.
(Tacit. Hist. II,66)

Sunday, November 3, 2019

La Storia oggi


L’errore storico di History: giudicare Cesare con gli occhi di oggi
Il documentario «Ti presento Giulio Cesare»: Beard giudica Cesare con gli occhi di adesso, azzarda paragoni con la politica moderna, lo accusa di genocidio e di populismo
di Aldo Grasso

https://www.corriere.it/spettacoli/18_aprile_18/errore-storico-history-giudicare-cesare-gli-occhi-oggi-f91bd37e-4249-11e8-9398-f8876b79369b.shtml

"In occasione del Natale di Roma (anticamente detto Dies Romana, ... festività laica legata alla fondazione della città di Roma e [che] si festeggia il 21 aprile), ... History propone una settimana di programmazione dedicata ai fasti della città eterna. Speriamo che gli appuntamenti non siano tutti come il primo, «Ti presento Giulio Cesare», firmato e presentato dalla storica Mary Beard ... Quello che risulta molto deludente è che la Beard giudica Cesare con gli occhi di adesso, azzarda paragoni con la politica moderna, lo accusa di genocidio e di populismo. Legge Giulio Cesare come gli Americani leggono oggi Cristoforo Colombo."

Le accuse arrivano dal passato. Persino il Mommsen, che pur si teneva un busto di Cesare sulla scrivania, ha avuto questa pecca. Non c'è niente da fare. Non stiamo parlando di Fisica o altre scienze. Stiamo parlando della Storia, la cui lunga veste capita esser tirata da una parte o dall'altra, a seconda delle ideologie. La storia si scrive sempre usando il tempo presente?

C'è però una abissale differenza tra il Mommsen e la Beard, e sono i mezzi di comunicazione usati
Quanti hanno letto il Mommsen e quanti hanno visto la Beard? Questo è il punto.

If you'd come today you could have reached a whole nation
Israel in 4 BC had no mass communication

Sunday, October 20, 2019

Angolo di direzione ed azimut del decumano massimo di Augusta Taurinorum

Le nuove tecnologie legate all’uso di GPS e satelliti hanno rivoluzionato il modo di ottenere, elaborare e proporre i dati topografici. L’uso di tali risorse tecnologiche richiede le dovute cautele, in particolare per quanto riguarda la valutazione degli angoli di direzione, da cui si possono ottenere gli azimut legati alle direzioni geografiche. Questi azimut sono utili in analisi di orientazioni di antichi edifici o insediamenti, come ad esempio nell'analisi della varatio delle città romane. Nella discussione si proporrà un esempio specifico:  l'analisi della direzione del decumano massimo di Augusta Taurinorum, l’odierna via Garibaldi di Torino.


A proposito di coordinate UTM 32.
Se volete esercitarvi avete a disposizione il Geoportale della Regione Piemonte
http://www.geoportale.piemonte.it/geocatalogorp/?sezione=mappa


Questa immagine è uno screenshot del portale. Viene usata a solo scopo di spiegare ai lettori come si ottengono le coordinate.

Dopo aver selezionato il punto desiderato, si usa il tasto destro del mouse. Compare la finestra col quacode con le coordinate.


Sempre ricordando che l'immagine è usata a solo scopo divulgativo dei mezzi offerti dal Geoportale del Piemonte, potete vedere un esempio di localizzazione su una ortofotografia. 
Il punto mostrato ha coordinate 396461.73, 4991718.14

Come potete vedere ci sono anche strumenti forniti dal portale, come ad esempio un rigello che fornisce distanze ed angoli di direzione.

Testi suggeriti

Quaderni di topografia. Geodesia, cartografia, trattamento delle misure: 1 (Italiano) Copertina flessibile – 31 dic 2017, di Ambrogio Maria Manzino 

Oppure

Manuale di topografia. Roberto D'Apostoli. Maggioli Editore, 2012 

Da pagine 162-163




Monday, October 14, 2019

Le stelle della matematica di Torino

Un articolo fondamentale per le Torinesi:

Le prime astronome dell’Osservatorio di Torino: Le signore delle stelle di inizio Novecento

di Gabriella Bernardi

Rivista Savej

"La Facoltà di matematica di Torino è frequentata da non poche signorine, alcune delle quali hanno veramente attitudine per quegli studi severi. Se poi il posto di assistente alle cattedre del primo biennio si desse per concorso, facilmente questo sarebbe vinto da una delle Dottoresse ora dette."
padre Giovanni Boccardi

Thursday, September 5, 2019

Torino sotterranea

Quando si pensa alla Torino Romana si pensa ad Augusto ovviamente.
Ma possiamo essere sicuri che il tracciato urbano sia proprio dell'epoca Augustea?
Il tracciato romano che si vede nei rilievi archeologici  (mura e strade pavimentate) sono dell'epoca della dinastia Flavia (Vespasiano). Siamo DOPO il 69 d.C., dopo l'incendio provocato dalla XIV Legione, di cui parla Tacito, che dice che la colonia è stata in parte distrutta. All'epoca di Vespasiano risale anche la rete fognaria sotto i cardi ed i decumani.  Ho il dubbio che  la ristrutturazione urbanistica, per fare fogne, mura e strade lastricate, abbia cambiato gli assi viari. Sicuramente di poco, ma basta anche solo un grado a far sballare tutte le verifiche astronomiche.

Tuesday, September 3, 2019

Le Confessioni di Augusto

Federico Beghin, “Uno storico sospettoso verso dichiarazioni teoretiche e confessioni autobiografiche”. Analisi delle Res Gestae e della figura di Augusto secondo Ronald Syme
Anno Accademico 2016 / 2017.  Tesi di Laurea, Relatore Prof. Luca Fezzi

http://tesi.cab.unipd.it/54515/1/FEDERICO_BEGHIN_2017.pdf

Diciamolo: Augusto non era un santo come Agostino ...

Monday, August 26, 2019

Pliny the Elder - THE ELEVENTH REGION OF ITALY; ITALIA TRANSPAIDANA.

From the Natural History 

From the river Padus the eleventh region receives its name of Transpadana; to which, situate as it is wholly in the interior, the river, by its bounteous channel, conveys the gifts of all the seas. The towns are Vibî Forum1 and Segusio; and, at the foot of the Alps, the colony of Augusta Taurinorum2, at which place the Padus becomes navigable, (infatti Torino aveva il suo porto fluviale) and which was founded by the ancient race of the Ligurians, (Plinio dice che Torino c'era già prima che diventasse colonia di Augusto; è forse come Como, fondata da precedenti popolazioni e poi rifondata con una nuova città da Cesare) and of Augusta Prætoria3 of the Salassi, near the two passes of the Alps, the Grecian4 and the Penine (by the latter it is said that the Carthaginians passed into Italy, by the Grecian, Hercules)—the town of Eporedia5, the foundation of which by the Roman people was enjoined by the Sibylline books; the Gauls call tamers of horses by the name of "Eporediæ"—Vercellæ6, the town of the Libici, derived its origin from the Salluvii, and Novaria7, founded by the Vertacoma- cori, is at the present day a district of the Vocontii, and not, as Cato supposes, of the Ligurians; of whom two nations, called the Lævi and the Marici, founded Ticinum8, not far from the Padus, as the Boii, descended from the Transalpine nations, have founded Laus Pompeia9 and the Insubres Mediolanum10.
From Cato we also learn that Comum, Bergomum11, and Licinîforum12, and some other peoples in the vicinity, originated with the Orobii, but he admits that he is ignorant as to the origin of that nation. Cornelius Alexander however informs us that they came from Greece, interpreting their name as meaning "those who live upon the mountains13." In this district, Parra has disappeared, a town of the Orobii, from whom, according to Cato, the people of Bergomum are descended; its site even yet shows that it was situate in a position more elevated than fruitful14. The Caturiges have also perished, an exiled race of the Insubres, as also Spina previously mentioned; Melpum too, a place distinguished for its opulence, which, as we are informed by Cornelius Nepos, was destroyed by the Insubres, the Boii, and the Senones, on the very day on which Camillus took Veii.

1 This place is supposed to have been situate in the vicinity of the modern Saluzzo, on the north bank of the Po. Segusio occupied the site of the modern Susa.

2 Augusta of the Taurini. The present city of Turin stands on its site. It was made a Roman colony by Augustus. With the exception of some inscriptions, Turin retains no vestiges of antiquity.

3 The present city of Aosta occupies its site. This was also a Roman colony founded by Augustus, after he had subdued the Salassi. It was, as Pliny says in C. 5, the extreme point of Italy to the north. The remains of the ancient city are of extreme magnificence.

4 The Grecian pass of the Alps was that now known as the Little St. Bernard; while the Penine pass was the present Great St. Bernard. Livy in his History, B. xxi. c. 38, points out the error of taking these mountains to have derived their name from the Pœni or Carthaginians. There is no doubt that they took their name from the Celtic word signi fying a mountain, which now forms the "Pen" of the Welsh and the "Ben" of the Scotch.

5 Now called Ivrea or Lamporeggio, at the entrance of the valley of the Salassi, the present Val d'Aosta. There are some remains of the ancient town to be seen.

6 The present town of Vercelli stands on its site.

7 Now called Novara, in the Duchy of Milan.

8 It became a Roman municipal town, but owes its greatness to the Lombard kings who made it their capital, and altered the name to Papia, now Pavia.

9 Pompey's Praises." The present Lodi Vecchio marks its site.

10 It was the capital of the Insubres, a Gallic nation, and was taken by the Romans in B.C. 222, on which it became a municipium and Roman colony. On the division of the empire by Diocletian, it became the residence of his colleague Maximianus, and continued to be the abode of the Emperors of the West till it was plundered by Attila, who transferred the seat of government to Ravenna. It afterwards became the capital of the kingdom of the Ostro-Goths, and was again sacked by the Goths in A.D. 539, and its inhabitants put to the sword. The present city, known to us as Milan, contains no remains of antiquity.

11 The modern Como and Bergamo stand on their sites.

12 From its name, signifying the "market of Licinius," it would appear to be of Roman origin. Its site is supposed to have been at a place called Incino, near the town of Erba, between Como and Lecco, where inscriptions and other antiquities have been found.

13 Deriving it from the Greek ὄρος, "a mountain," and βίος, "life."

14 Etiamnum prodente se altius quam fortunatius situm." Hardouin seems to think that "se" refers to Cato, and that he informs us to that effect; but to all appearance, it relates rather to the town, which even yet, by its ruins, showed that it was perched too high among the mountains to be a fertile spot.

The Natural History. Pliny the Elder. John Bostock, M.D., F.R.S. H.T. Riley, Esq., B.A. London. Taylor and Francis, Red Lion Court, Fleet Street. 1855.

Via Garibaldi

Una bellissima storia di via Garibaldi a Torino. http://www.cordola.it/2015/03/23/via-garibaldi-a-torino/ Le montagne che si vedono in fondo alla via, guardando da Piazza Castello verso Piazza Statuto sono  le cime Croce Rossa  e Punta d'Arnas, che sormontano la cresta del Civrari.
Andate alla pagina http://www.mepiemont.net/torino_pan2.html per vedere delle bellissime foto!
Sul Civrari https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Civrari

Ma  la via ha anche una storia "nascosta".
http://archeocarta.org/torino-augusta-taurinorum-il-sistema-idrico-della-citta-romana/
"la scoperta, nel 1902, dell’incrocio dei canali di scarico fra cardo e decumanus maximi ha contribuito in modo sostanziale alla comprensione dell’impostazione del sistema fognario. Le condutture, “alte in media m. 1,60 e larghe 0,60, coperte con botti in concreto” (Grazzi), correvano sotto le strade cittadine e ne seguivano il percorso, sfruttando al meglio la morfologia del territorio: infatti convogliavano le acque prevalentemente in direzione del Po, verso il quale si ha una più marcata inclinazione, con conseguente orientamento ovest-est, coincidente con l’asse dei decumani; la maggior parte dei collettori fognari dei cardines si gettava in quelli dei decumani."
"Tutti questi elementi concorrono a definire una tale organizzazione e capillarità della rete di smaltimento delle acque da far presupporre l’esistenza di un sistema distributivo di una certa complessità, imperniato su un vero e proprio acquedotto. A prescindere dalle soluzioni tecniche adottate, le acque, seguendo la norma delle città romane, avrebbero alimentato soprattutto fontane ed edifici pubblici, quali le terme, anche se alcune abitazioni private risultano dotate di collegamenti diretti con il sistema fognario, come riscontrato in via Botero."
http://www.museotorino.it/view/s/0e3df1158564467eaadc879591ea36db
"Le indagini archeologiche condotte in diversi punti della città evidenziano come per quasi un secolo dopo la fondazione della colonia l’approvvigionamento idrico fosse garantito essenzialmente da una serie di pozzi. La costruzione dell’acquedotto, di cui non sappiamo quasi nulla, è probabilmente contestuale al progetto di ristrutturazione urbanistica che ha portato alla realizzazione della rete fognaria e alla sistemazione e almeno parziale lastricatura delle strade. L’acquedotto, di cui rimane traccia in stampe e disegni, prelevava l’acqua dalla Dora ed entrava in città nei pressi della porta occidentale. ...  L’acqua corrente era certamente garantita agli edifici pubblici, alle fontane e ai privati più facoltosi e influenti. Il resto della città probabilmente continuava a utilizzare i pozzi e, in molti casi, le cisterne per la raccolta dell’acqua piovana dalle gronde del tetto."
"Se garantire l’approvvigionamento idrico era una necessità primaria, altrettanto importante era l’organizzazione di una rete di smaltimento delle acque reflue e dei liquami. La scoperta, fin dal XIX secolo, di numerosi tratti di condutture evidenzia come ad Augusta Taurinorum la rete di deflusso sia stata progettata e realizzata in maniera unitaria lungo gli assi stradali, probabilmente nella seconda metà del I secolo d.C."

E dire che ho sempre pensato all'ombelico della città, incrocio tra cardo e decumano massimo, come il punto più sacro della città ... Non Giulio Cesare o Augusto, è stato Vespasiano! 

Tuesday, August 13, 2019

Quando è nato Augusto?

Diciamo bene, quando è nato Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto?
Con questa sfilza di nomi, non c'è dubbio di chi stiamo parlando. Qualcuno mi può dire: cerca su Wikipedia. OK. Cerco su Wikipedia. 23 settembre 63 a.C.
Però le cose non sono così semplici. Ottaviano è nato il 23 settembre di un calendario romano repubblicano, che era molto ma molto diverso dal calendario giuliano. Tanto diverso ed irregolare che quando l'imperatore Rodolfo II ha fatto la stessa domanda a Keplero, il grande astronomo e scienziato ha probabilmente provato un senso di inquietudine per i grattacapi a cui andava incontro. Calcoli su calcoli per impressionare il sovrano, che però non ne risultò soddisfatto. In sostanza Keplero non aveva potuto rispondere in modo netto e pulito.

At the beginning of the seventeenth century the great astronomer Kepler wrote to his patron, the Habsburg emperor Rudolf II:

Most noble lord, I have now for several weeks on end devoted my utmost efforts to the nativity of Caesar Augustus, about which your kingly majesty wishes to know, but, as I see, it has been almost in vain. For although it is no specially difficult task to calculate the configuration of the heavens for a particular time, nevertheless, what is lacking in the nativity we are now considering is that we no longer today know the correct time of it.

The unfortunate astronomer had spent considerable time combing the evidence of the ancient authors available to him about the date of Augustus' birth. He attempted to sift through the conflicting evidence about which day would have been Augustus' birthday, before performing complex calculations of the planetary movements, in order to assess the role Capricorn might have played in his horoscope. His ingenious solution to the problem failed to impress Rudolf, as we can see from Kepler's second letter on the subject (the emperor's letters are not extant):

Most noble lord, your kingly majesty has suspected me of a lack of diligence, as though I had not sufficiently reported the nativity of Augustus…

Questo è l'inizio dell'articolo Augustus and Capricorn: Astrological Polyvalency and Imperial Rhetoric, Tamsyn Barton
DOI: https://doi.org/10.2307/301056Published online by Cambridge University Press: 14 March 2012


Monday, August 12, 2019

12 Agosto 1944

Forse non bastano giorno ed anno.

I nazisti avevano circondato il paese e chiuso lo sbocco della valle. Gli uomini erano fuggiti nei boschi. Si rastrellarono i civili, donne, vecchi, bambini. Li chiusero nelle stalle o nelle cucine delle case, li uccisero con colpi di mitra, bombe a mano, colpi di rivoltella. Anna , aveva solo 20 giorni. La rinvenne agonizzante la sorella maggiore Cesira, miracolosamente superstite, tra le braccia della mamma morta. Anna morì pochi giorni dopo in ospedale.

Tuesday, July 30, 2019

Festus: De verborum significatione

De verborum significatione quae supersunt cum Pauli epitome;
by Festus, Sextus Pompeius, 2nd cent; Paul, the Deacon, ca. 720-799?; Verrius Flaccus, Marcus; Müller, Karl Otfried, 1797-1840

https://archive.org/details/deverborumsigni00fest

Friday, July 19, 2019

SILIUS ITALICUS, Punica | Loeb Classical Library

SILIUS ITALICUS, Punica | Loeb Classical Library: ?xml version='1.0' encoding='utf-8'?his journey over the earth, and Mars betook himself to the clouds and the sky; and darkness confined the weary armies to their camps.Cynthia with downward course was ending the night, while her broth...





JOURNAL ARTICLE - IL PLENILUNIO DELLA BATTAGLIA DEL TICINO IN SILIO ITALICO
Patrizio Domenicucci - Quaderni Urbinati di Cultura Classica
Nuova serie, Vol. 102, No. 3 (2012), pp. 165-182 (18 pages)
Published by: Fabrizio Serra Editore
https://www.jstor.org/stable/24645102
Abstract
In the description of sunrise in the day after the Battle of Ticinus, Silius Italicus refers to the full moon (4, 480 ff.). For this account Silius probably uses not only literary patterns, but also a lost annalistic source, that should have reported the astronomical datum of the full moon. This datum allows to fix the date of the battle on November, 28th, 218 B.C.


Le Puniche di C. Silio Italico
Gaius Silius Italicus
V. Maisner, 1878 - 560 pages

Sunday, July 14, 2019

The eclipses in Livy's Ab Urbe Condita

The eclipses in Livy's Ab Urbe Condita: Titus Livius (Livy) is mentioning some eclipses in his monumental history of Rome, entitled Ab Urbe Condita Libri. For two of these eclipses, Livy is also reporting the dates. One occurred during the Ludi Apollinares, in the year of the consulship of Lucius Cornelius. Livy dated the eclipse 11 Quintilis. Astronomy dated it 14 March 190 BC (Julian date). The other eclipse is that at the time of the Pydna battle and it is the lunar eclipse of 21 June 168 BC (Julian date).  Livy tells that it occurred during the night between 3 and 4 September. The differences between astronomical and historical dates are due to the manner the lunisolar Roman republican calendar was managed in that period by the college of Roman pontifices. Here we discuss the eclipses reported by Livy to point out the problems of the Roman chronology, when it is involving the republican calendar.

Friday, July 5, 2019

Augusto ed i culti non romani


 Vita dei Cesari II (Augusto), 93
GAIO SVETONIO TRANQUILLO
TESTO IN LINGUA ORIGINALE
[93] Peregrinarum caerimoniarum sicut veteres ac praeceptas reverentissime coluit, ita ceteras contemptui habuit. Namque Athenis initiatus, cum postea Romae pro tribunali de privilegio sacerdotum Atticae Cereris cognosceret et quaedam secretiora proponerentur, dimisso consilio et corona circum stantium solus audiit disceptantes. At contra non modo in peragranda Aegypto paulo deflectere ad visendum Apin supersedit, sed et Gaium nepotem, quod Iudaeam praetervehens apud Hierosolyma non supplicasset, conlaudavit.
TRADUZIONE
93 Ebbe il massimo rispetto per i culti stranieri, ma solo per quelli che erano stati consacrati dal tempo, tutti gli altri li disprezzò. Così, ricevuta l'iniziazione ad Atene, quando in seguito a Roma, davanti al suo tribunale si trattò di una questione relativa al privilegio dei sacerdoti della Cerere Ateniese e si cominciò a svelare alcuni segreti, egli congedò il consiglio dei giudici e tutti gli assistenti e da solo seguì il dibattito. Al contrario, quando visitò l'Egitto si guardò bene dal fare la minima deviazione per andare a vedere il bue Api, e lodò vivamente suo nipote Gaio perché, attraversando la Giudea non era andato ad offrire sacrifici a Gerusalemme

Wednesday, July 3, 2019

The first Calends of the Julian Calendar

The first Calends of the Julian Calendar: This work is proposing an archaeo-astronomical study of the Julian calendar, a reform of the Roman calendar proposed by Julius Caesar. The calendar was inaugurated on the first of January, 45 BC (historical date). Using astronomical software CalSKY,  we can investigate if the first day of this new system of organizing the days was corresponding to a Calenda, that is, to a day of new moon. It was on January 2, 45 BC (Julian day). We can also see how the new calendar adapted itself to the following phases of the moon.

Il tempo ha paura delle Piramidi, ma le Piramidi hanno paura di ... Giacobbo

Camere segrete, troni di ferro e proto-geroglifici: i misteri della Piramide di Cheope secondo Freedom (bufale eGGizie*) Pubblicato il gennaio 3, 2019 da mattiamancini

Un interessante post su un servizio del programma Freedom di Roberto Giacobbo.

Wednesday, June 12, 2019

Rosalind Franklin

"Of the four DNA researchers, only Rosalind Franklin had any degrees in chemistry. She was born into a prominent London banking family, where all the children—girls and boys—were encouraged to develop their individual aptitudes. She attended Newnham College, one of the women’s colleges at Cambridge University. She completed her degree in 1941 in the middle of World War II and undertook graduate work at Cambridge with Ronald Norrish, a future Nobel laureate. She resigned her research scholarship in just one year to contribute to the war effort at the British Coal Utilization Research Association. There she performed fundamental investigations on the properties of coal and graphite. She returned briefly to Cambridge, where she presented a dissertation based on this work and was granted a PhD in physical chemistry. After the war, through a French friend, she gained an appointment at the Laboratoire Centrale des Services Chimiques de l’Etat in Paris, where she was introduced to the technique of X-ray crystallography (see video on this page) and rapidly became a respected authority in this field. In 1951 she returned to England to King’s College London, where her charge was to upgrade the X-ray crystallographic laboratory there for work with DNA."

https://www.sciencehistory.org/historical-profile/james-watson-francis-crick-maurice-wilkins-and-rosalind-franklin

I quattro del DNA sono Crick, Franklin, Watson e Wilkins.

"In 1962 Watson (b. 1928), Crick (1916–2004), and Wilkins (1916–2004) jointly received the Nobel Prize in Physiology or Medicine for their 1953 determination of the structure of deoxyribonucleic acid (DNA). Wilkins’s colleague Franklin (1920–1958), who died from cancer at the age of 37, was not so honored. The reasons for her exclusion have been debated and are still unclear. There is a Nobel Prize stipulation that states “in no case may a prize amount be divided between more than three persons.” The fact she died before the prize was awarded may also have been a factor, although the stipulation against posthumous awards was not instated until 1974."

Morale, il DNA è stato scoperto da quattro ricercatori. Quattro. Non solo da Watson e Crick.

Sunday, June 9, 2019

Gli stivali di Aulo Metello

https://it.wikipedia.org/wiki/Arringatore
L'Arringatore è una scultura bronzea alta 170 cm raffigurante un uomo togato, databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., realizzata con tecnica a cera persa in sette parti distinte a fusione cava, poi unite tra loro[1]. È conservata nel Museo archeologico nazionale di Firenze. Si tratta dell'unica testimonianza integra pervenutaci di una grande scultura in metallo dell'epoca tardo-etrusca[2]. ...
Sulla toga della statua si legge la seguente iscrizione in caratteri etruschi del II sec. a.C.: "auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś". Romolo Augusto Staccioli riporta la traduzione delle prime sette parole ed è incerto sull'ottava: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi questa statua pose (?)……… "[4]. Piero Bernardini Marzolla, basandosi su presunte corrispondenze con il sanscrito, ha integrato la traduzione comunemente accettata, come segue[5]: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l'assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo".

Bellissima statua. Ma una cosa ha attirato la mia curiosità: gli stivali. Moderno, questo Aulo!



Courtesy: Sailko per Wikipedia. Winckelmann, Firenze e gli Etruschi (2016 exhibition). Date 9 July2016, 09:14:06

Comodi.  Suola spessa. Tacco riposante.


Courtesy: Sailko

Saturday, June 8, 2019

κυβερνητική

Abbiamo visto come Augusto fosse il Gran Timoniere, ma il "timoniere" lo troviamo anche nella tecnologia. Da http://www.treccani.it/vocabolario/cibernetica/
cibernètica s. f. [dall’ingl. cybernetics, che riprende, con nuovo sign., il gr. κυβερνητική (τέχνη) «arte del pilota»]. – Disciplina, prevalentemente promossa dagli studî del matematico amer. N. Wiener (intorno al 1947), basati sulla riconosciuta analogia funzionale dei meccanismi di comunicazione e di autoregolazione (mediante il feedback) negli esseri viventi e nella macchina. La cibernetica integra nozioni e modelli neurofisiologici e biologicomolecolari con la teoria matematica dell’informazione, la teoria dei sistemi e la ricerca operativa, per progettare sistemi di controllo che comprendono processi di generazione, conservazione, trasmissione e utilizzo dell’informazione; tali sistemi sono incorporati sia nei servomeccanismi sia negli elaboratori elettronici.

Da https://it.wikipedia.org/wiki/Cibernetica
La parola greca antica kybernetes (κυβερνήτης) indica il pilota di una nave. La radice kyber sta per "timone" e trova un parallelo nel latino guber, che ritroviamo nel gubernator, timoniere. Kyber e guber fanno evidente riferimento ad una comune progenitrice indoeuropea che significava timone. In ambedue le lingue il termine ha anche un significato metaforico per indicare colui che guida o governa una città o uno Stato. Già in  Platone è attestata l'accezione politica del termine che viene ripreso nel 1834 da Ampère. Per il controllo delle macchine,  James Clerk Maxwell, nel 1868 nel suo lavoro sul funzionamento di un regolatore, introdusse il termine governor, per indicare il meccanismo di regolazione. "Indipendentemente da Platone ed Ampere, ma con un esplicito omaggio a Maxwell, il termine fu reintrodotto da Wiener nell'estate del 1947, anglicizzato in cybernetics, nell'atto di dare il titolo al proprio libro pubblicato l'anno successivo: Cybernetics or Control and Communication in the Animal and the Machine. Nelle intenzioni del suo autore, il libro proponeva un vasto programma di ricerca ed, in prospettiva, teneva a battesimo una nuova scienza, fondata appunto sullo studio unificato di animali e macchine dal punto di vista delle teorie del controllo automatico, della comunicazione e del calcolo automatico."

AEGVPTO CAPTA

(Questa immagine ha licenza CC BY-NC-SA 4.0).
Moneta della collezione del British Museum. Si ringrazia il Museo per aver messo a disposizione l'immagine con licenza CC BY-NC-SA 4.0. 

Curator's comments: This denarius celebrates the successful conclusion of Octavian's Egyptian campaign. The conquest the Ptolemaic kingdom of Egypt in August 30BC removed the last obstacle to Octavian's achievement of supreme power in the Roman world. In 29 BC, Octavian returned to Rome for his official triumph (a triple one, primarily celebrating his successes at Actium and Alexandria 

Augusto, magnus Gubernator, il gran Timoniere

Ci sono concetti che si ritrovano ben chiari in diverse epoche ed in diverse culture. Se non abbiamo dei testi scritti a raccontarci le cose del passato, ci sono degli oggetti che ci possono parlare attraverso le icone utilizzate. Questi oggetti sono le monete
Mentre guardavo una moneta d'Augusto, ho notato la messe di icone presenti. Ci parlano di lui e della sua età dell'oro.

 
(Questa immagine ha licenza CC BY-NC-SA 4.0).
Moneta della collezione del British Museum. Si ringrazia il Museo per aver messo a disposizione l'immagine con licenza CC BY-NC-SA 4.0. 

C'è il Capricorno, il Signore del Tempo (*), la Cornucopia dell'abbondanza, il globo a simboleggiare il mondo (anzi, tutto il cosmo), ed un timone. Un timone? Esso rappresenta il fatto che Augusto era un magnus Gubernator. Era lui che dettava la rotta del mondo, un vascello che governava con le sue mani.

Magnus gubernator et scisso navigat velo et, si exarmavit, tamen reliquias navigii aptat ad cursum. Un abile nocchiero sa navigare anche con la vela squarciata e, se ha perso il sartiame, tuttavia cerca di mantenere la rotta sfruttando quello che gli resta della nave. (Seneca, Lettera a Lucilio 30. Testo latino: L.D. Reynolds; Trad. Stefano Maso. Lucio Anneo Seneca è stato filosofo latino, 4 a.C.-65 d.C.).

Ecco da dove arriva il nostro "governo", dal gubernator latino. Ma prima ancora c'era il Greco, κυβερνάω. https://en.wiktionary.org/wiki/κυβερνάω From a Mediterranean substrate, probably Pre-Greek. Neumann sees it as a denominal verb from κύρβις (kúrbis, “turnable wooden cylinder”), from Proto-Indo-European *kʷerb- (“to turn”).

Nel secolo passato, c'è stato un altro Timoniere, Mao Zedong. Sotto la sua guida il partito comunista salì al governo cinese a seguito della vittoria nella guerra civile e della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, di cui dal 1949 fu presidente. Mao è comunemente chiamato Presidente Mao, ma anche soprannominato "Grande Timoniere" ( 伟大舵手,  Wěidà Duòshǒu).

(*) Leandro Polverini. Augusto e il controllo del tempo. Studi su Augusto. In occasione del XX centenario della morte, a cura di G. Negri e A. Valvo, Torino 2016, 95-114.
https://www.academia.edu/29210185/Augusto_e_il_controllo_del_tempo

Sunday, June 2, 2019

Umberto Eco e la Terra piatta

https://www.ilpost.it/2015/06/11/umberto-eco-internet/

GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 - Il problema di Umberto Eco con internet
Il capitolo del libro di Luca Sofri sui giudizi sempre poco clementi di Eco nei confronti della Rete che inganna il mondo, oggi che se ne riparla

"Eco citava quindi quattro casi di falsità pubblicati tutti su mezzi di informazione tradizionale su supporti prima di tutto non digitali: di conseguenza la considerazione di Eco su internet risultava del tutto inesatta e infondata (e, inesatta e infondata, era pubblicata sull’«Espresso», giornale di carta).  ...  Ma qualunque sia stato il riflesso mentale che lo ha ingannato, la frase corretta con cui avrebbe dovuto concludere sarebbe stata invece questa: «I media tradizionali sono divenuti territorio anarchico dove si può dire di tutto senza poter essere smentiti. Per fortuna che internet spesso permette di conoscere e smentire cose che prima non era possibile».
Tre anni dopo, alla fine del 2014, «Repubblica» pubblicò in prima pagina un interessante articolo («La Terra non è mai stata piatta») in cui Umberto Eco spiegava come fosse un mito che prima di Cristoforo Colombo si ritenesse che la Terra fosse piatta: la sfericità della Terra era nota a molti studiosi dell’era antica e poi nel Medioevo, spiegava Eco. Ma una serie di equivoci e interpretazioni sbagliate aveva costruito nei secoli un’idea diversa, e proprio per smentire questa antichissima errata opinione Eco aveva scritto quell’articolo.
Che l’errore fosse radicato nella Storia e si fosse alimentato per secoli non solo lo spiegava quell’articolo di Eco, ma anche la stessa insistenza di Eco nel cercare di raccontare la verità. Un articolo di Eco del tutto simile era infatti stato pubblicato su «Repubblica» nel 2009 («La leggenda della Terra piatta») e uno, ancora di Eco, sull’«Espresso» nel 2005 («La solita storia della Terra piatta»).
Ma nella versione del 2014 appariva infine un nuovo responsabile di un errore storico vecchio di secoli: Malgrado molte leggende che ancora circolano su internet, tutti gli studiosi del medioevo sapevano che la Terra fosse una sfera.
Era colpa di internet se per secoli avevamo creduto il contrario."

Colgo l'occasione per rimandarvi al mio

From Rome to the Antipodes: The Medieval Form of the World
International Journal of Literature and Arts
Volume 1, Issue 2, September 2013, Pages: 16-25
Received: Aug. 10, 2013; Published: Sep. 10, 2013
http://article.sciencepublishinggroup.com/pdf/10.11648.j.ijla.20130102.11.pdf

Itinerari

La stipe tributata alle divinità delle Acque Apollinari: scoperta al cominciare del 1852
Giuseppe Marchi. Tipografia delle Belle Arti, 1852


Un parte degli itinerari antichi che troviamo nel libro.

Les villes celtiques. Ville: Turin

Ecco un link che mi piace molto!

Les villes celtiques.  Ville: Turin.  Peuple: Taurins

https://encyclopedie.arbre-celtique.com/taurina-taurasia-taurinis-augusta-taurinorum-turin-6890.htm

Mi piace.

She-wolf



Stele antica

She-wolf



La lupa con Romolo e Remo, The She-Wolf with Romulus and Remus, Domenico Parodi and Francesco Biggi (1874). Palazzo Rosso - Musei di Strada Nuova

(Courtesy, Mongolo1984 for Wikipedia - Own work)

This is a photo of a monument which is part of cultural heritage of Italy. This monument participates in the contest Wiki Loves Monuments Italia 2014. 



Il genetliaco a Torino in Piazza Castello



1678 - Incisione di Giovanni Abbiati su disegno di Gian Francesco Baroncelli che rappresenta Il tempio delle virtù, costruito per i festeggiamenti realizzati in città per l'anniversario di Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, l'11 aprile. Si vede la piazza come era col suo aspetto seicentesco,  realizzato da Ascanio Vitozzi dal 1612. C'è il castello con la facciata realizzata dagli architetti di Castellamonte, prima dell'intervento di Filippo Juvarra.
Immagine: Archivio storico, Torino
Discussione: https://www.palazzomadamatorino.it/it/linea-del-tempo/1600

Saturday, June 1, 2019

Capricorno - Mitologia greca della costellazione

(Questa immagine ha licenza CC BY-NC-SA 4.0). Moneta della collezione del British Museum. Si ringrazia il Museo per aver messo a disposizione l'immagine con licenza CC BY-NC-SA 4.0. 
La moneta mostra il simbolo zodiacale di Augusto, il capricorno, animale mezzo capra e mezzo pesce. 

Vediamo che cosa dice una voce di Wikipedia

Despite its faintness, Capricornus has one of the oldest mythological associations, having been consistently represented as a hybrid of a goat and a fish since the Middle Bronze Age. First attested in depictions on a cylinder-seal from around the 21st century BC,[6] it was explicitly recorded in the Babylonian star catalogues as MULSUḪUR.MAŠ "The Goat-Fish" before 1000 BC. The constellation was a symbol of the god Ea and in the Early Bronze Age marked the winter solstice.[7]

Goat-Fish, animale mezzo capra e mezzo pesce

In Greek mythology, the constellation is sometimes identified as Amalthea, the goat that suckled the infant Zeus after his mother, Rhea, saved him from being devoured by his father, Cronos. The goat's broken horn was transformed into the cornucopia or horn of plenty.[8] According to some ancient Greek myths, it started with the sea-goat Pricus. He was the father of the race of sea-goats (half goats half fish), who were intelligent and honourable creatures. They lived in the sea near the shore. They could speak and think according to Greek legend. They were favoured by the gods. Pricus is tied to Chronos (Greek mythology), the god of time. Chronos created the immortal Pricus, who shares Chronos's ability to manipulate time.[9] He had lots of children who lived near the seashore, however, when they found themselves on the dry land they turned into normal goats, losing their special ability to think and speak in the process. In an effort to prevent this, Pricus turns back time, again and again; however, he eventually resigns himself to loneliness and misery, letting the little Sea Goats leave him. Learning he cannot control their fate and not wanting to be the only Sea Goat prompts him to ask Chronos to let him die. Because he is immortal instead, he must spend eternity in the sky as Capricorn.[10] Capricornus is also sometimes identified as Pan, the god with a goat's head, who saved himself from the monster Typhon by giving himself a fish's tail and diving into a river.[3]

Il Riferimento [8] è un libro.
 Il riferimento [9] è una pagina web
https://web.archive.org/web/20190704101432/http://www.gods-and-monsters.com/capricorn-mythology.html che non fornisce riferimenti bibliografici ma dice le stesse cose di Wikipedia.
Il Riferimento [10] è un'altra pagina web
 https://web.archive.org/web/20190704101639/http://starsignstyle.com/capricorn-the-goat/ e non fornisce riferimenti bibliografici e dice le stesse cose di Wikipedia.
Il Rif.3 è un libro.

Il testo di Wikipedia parla di "mitologia greca". Non sono riuscita a trovare un testo che sia precedente alla nascita di Wikipedia e che riporti la mitologia di Pricus, come mitologia greca o latina. Ho fatto una ricerca ngram di Google. Ho trovato solo un Pricus, ma re della guerra di Troia. Stesso risultato con una ricerca Google Books. Conclusione: non c'è un mito riguardante Pricus e i capricorni nella mitologia greca o latina.

Vediamo che cosa si trova in Latino.
GAIUS JULIUS HYGINUS, DE ASTRONOMIA LIBER SECVNDVS
XXVIII. CAPRICORNUS. Huius effigies similis est Aegipani. Quem Iuppiter, quod cum eo erat nutritus, in sideribus esse voluit, ut capram nutricem, de qua ante diximus. Hic etiam dicitur, cum Iuppiter Titanas obpugnaret, primus obiecisse hostibus timorem, qui panikos appellatur, ut ait Eratosthenes. Hac etiam de causa eius inferiorem partem piscis esse formationem, et quod muricibus hostes sit iaculatus pro lapidum iactatione. Aegyptii autem sacerdotes et nonnulli poetae dicunt, cum complures dii in Aegyptum convenissent, repente pervenisse eodem Typhona, acerrimum giganta et maxime deorum hostem. Quo timore permotos in alias figuras se convertisse; Mercurium factum esse ibim, Apollinem autem, quae Threicia avis vocatur, Dianam aeluro similatam. Quibus de causis Aegyptios ea genera violari non sinere demonstrant, quod deorum imagines dicantur. Eodem tempore Pana dicunt in flumen se deiecisse et posteriorem partem corporis effigiem piscis, alteram autem hirci fecisse et ita a Typhone profugisse. Cuius cogitatum Iovem admiratum, inter sidera effigiem eius fixisse.

In Greek mythology, the constellation was sometimes identified as Amalthea, the goat that suckled Zeus after Rhea saved him from Cronos. The goat’s broken horn was transformed into the cornucopia or horn of plenty, and ancient sources claim that this derives from the sun “taking nourishment” while in the constellation, in preparation for its climb back northward.
However, the constellation is often depicted as a sea-goat (i.e. a goat with a fish’s tail). One myth that deals with this says that when the goat-god Pan was attacked by the monster Typhon, he dived into the Nile. The parts of him that were above the water remained a goat, but those under the water transformed into a fish.