Manipolare gli antichi: il finto razzismo dei Romani
MAURO REALI 08 GENNAIO 2019
"Perché, invece di desumere elementi di coesione spirituale dai grandi valori che il mondo classico ci ha trasmesso, abbiamo preferito cercare nell’antichità le pezze d’appoggio per costruire identità politiche, nazionali e perfino razziali? Da «La ricerca» #15.
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Le discriminazioni dei Romani, ad esempio, non riguardavano mai tratti somatici o colore della pelle di altre genti, ma usi, costumi, valori diversi da quelli da loro incarnati; discriminazioni destinate poi a cadere con l’avvenuta “romanizzazione” dei popoli vinti, e completamente azzerate dalla Constitutio Antoniniana del 212 d.C. con la quale l’imperatore Caracalla concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero.
...Roma, una civiltà multietnica
Già si è detto come Tacito non potesse essere un campione dell’autoctonia, tanto più di quella dei “nemici” Germani, che da ufficiale dell’esercito aveva probabilmente combattuto in quanto sudditi ribelli. Egli infatti sapeva bene, perché gli bastava guardarsi intorno, che Roma aveva costruito la sua forza proprio dalla fusione di etnie, lingue e religioni diverse, che si erano riconosciute sotto un’unica autorità politica".
Faccio due osservazioni. La prima: il titolo. Manipolare gli antichi. Quanti esempi possiamo trovare, quanti! E adesso la seconda, che sfiora il BANALE.
Settimio Severo era un "Libico" ed è diventato imperatore. Lucius Septimius Severus Pertinax, (born April 11, 145/146, Leptis Magna, Tripolitania [now in Libya]—died Feb. 4, 211, Eboracum, Britain [now York, Eng.]). Ha incorporato nel suo nome quello del Piemontese Pertinace.
Nell'impero non esistevano le nazioni come le intendiamo oggi e quindi Settimio era un romano, esattamente come Pertinace.
Nell'articolo di Mauro Reali è menzionato Caracalla. Che faccia aveva Caracalla? Eccola.
Sapete chi mi ricorda l'immagine a sinistra? Mi ricorda Alberto Tomba, l'imperatore dello sci.