Sulla cittadina di Lenno sul Lago di Como.
"Un'antica tradizione riferisce il toponimo all'isola di Lemnos, collegandolo ai coloni greci portati sul lago di Como da Giulio Cesare; non è escluso tuttavia che derivi da un personale latino ALENUS. L'abitato è di origine romana, come testimonia il rinvenimento di numerose tombe a cappuccina, di resti di mura con condotti in cotto e di due rocchi di colonne corinzie (questi ultimi ripescati nei bassi fondali antistanti l'abitato). Qui si trovava, secondo gli storici comaschi del XVI e del XVII secolo, la villa di Plinio il Giovane, che la descrisse collocandola in un ambiente molto simile e la chiamò "Commedia" in contrapposizione ad un'altra sua residenza, "Tragedia", esposta alle intemperie."
http://www.treccani.it/enciclopedia/plinio-il-giovane/
Plinio il Giovane è stato uno scrittore latino (n. Como 61 o 62 d. C. - m. 114 circa), figlio di Cecilio Cilone e di Plinia, sorella di Plinio il Vecchio. "Fu scolaro di Quintiliano e di Nicete Sacerdote, fu amico di filosofi come Eufrate e Musonio. Avvocato, console nel 100, legatus propraetore in Bitinia nel 111 e 112. Scrisse varie opere ma ci restano soltanto l'Epistolario in x libri e il Panegirico a Traiano. ... D'ingegno indubbiamente versatile, ha amato alternare gli ozi poetici con la pratica forense, facendo risuonare la sua voce in mezzo alla folla tumultuante, a difesa degl'innocenti e degli oppressi. Vissuto in mezzo alla società civile del suo tempo, ha ritratto nell'Epistolario non solo il suo animo e i suoi costumi, ma anche le abitudini di quella società in ogni loro sfumatura. Sotto questo rispetto l'epistolario pliniano ha un valore, oltre che letterario, anche storico e psicologico."
http://www.treccani.it/enciclopedia/plinio-il-giovane/
Plinio il Giovane è stato uno scrittore latino (n. Como 61 o 62 d. C. - m. 114 circa), figlio di Cecilio Cilone e di Plinia, sorella di Plinio il Vecchio. "Fu scolaro di Quintiliano e di Nicete Sacerdote, fu amico di filosofi come Eufrate e Musonio. Avvocato, console nel 100, legatus propraetore in Bitinia nel 111 e 112. Scrisse varie opere ma ci restano soltanto l'Epistolario in x libri e il Panegirico a Traiano. ... D'ingegno indubbiamente versatile, ha amato alternare gli ozi poetici con la pratica forense, facendo risuonare la sua voce in mezzo alla folla tumultuante, a difesa degl'innocenti e degli oppressi. Vissuto in mezzo alla società civile del suo tempo, ha ritratto nell'Epistolario non solo il suo animo e i suoi costumi, ma anche le abitudini di quella società in ogni loro sfumatura. Sotto questo rispetto l'epistolario pliniano ha un valore, oltre che letterario, anche storico e psicologico."