Il Re di Pietra visto dalla terrazza del Dipartimento.
that is, ideas and information on Science and Technology, Archaeology, Arts and Literatures. Physics at http://physics-sparavigna.blogspot.com/
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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino
Tuesday, April 30, 2019
Sunday, April 28, 2019
Gromatici Veteres
Gromatici Veteres- Gli Antichi Agrimensori - Traduzione in italiano con commenti, figure, schemi e illustrazioni a cura di Giacinto Libertini e con presentazione di Gianluca Soricelli
January 2018Publisher: Istituto di Studi Atellani, Frattamaggiore, Naples & Copernican EditionsISBN: 978-88-906486-4-9
Abstract: E' il testo integrale dei Gromatici Veteres così come riportato da Lachmann nel 1848, con la traduzione in italiano. Oltre alle 345 figure riportate da Lachmann, il lavoro è arricchito da 95 schemi e da 62 illustrazioni a colori che sono importanti per meglio comprendere i testi e le importantissime implicazioni per la topografia odierna. In Appendice, l'opera è anche corredata da utili informazioni e da due articoli, già pubblicati altrove, che dimostrano l'utilità di conoscere i Gromatici Veteres per gli studi storici. La prefazione è dell'archeologo prof. Gianluca Soricelli.
Saturday, April 27, 2019
I Santi con la corazza
La obra representa el martirio de San Mauricio y de los soldados de la legendaria Legión Tebana, cuyos miembros fueron ejecutados por profesar el cristianismo. El Greco - Colecciones reales, Patrimonio Nacional de España.
Friday, April 26, 2019
Unreported Heritage News: 2,300 year-old fortress Discovered at Berenike
Unreported Heritage News: 2,300 year-old fortress Discovered at Berenike: A 2,300 year-old fortress that guarded Berenike, an ancient port located in Egypt by the Red Sea, has been uncovered. https://www.livescie...
Unreported Heritage News: 2,000 year-old Inscription from Yemen Tells of a L...
Unreported Heritage News: 2,000 year-old Inscription from Yemen Tells of a L...: A 2,000 year-old bronze tablet from Yemen tells of a lost temple dedicated to Athtar Ḥarmān, a deity that scholars have never heard of befor...
Wednesday, April 24, 2019
Il console e la via Emilia (187 a.C.)
Da
L'Italia delle regioni: il Nord e la Padania. Roberto Mainardi. Pearson Italia S.p.a., 1998
L'Italia delle regioni: il Nord e la Padania. Roberto Mainardi. Pearson Italia S.p.a., 1998
"Nel 187 a.C. il console Marco Emilio Lepido fece costruire una strada che consentisse alle truppe di raggiungere velocemente dalla base di Rimini l'avamposto di Piacenza e il suo guado sul Po. L'asse stradale che raccordava tutti i siti di sbocco in pianura dei numerosi percorsi paralleli che scendevano dalla montagna divenne la spina dorsale di tutto il territorio. Le date di fondazione delle città tra Rimini e Piacenza sono: 189 Bologna (in posizione mediana), 188 Forlì, 187 Reggio e Imola, 183 Modena e Parma. Di epoca successiva sono Fiorenzuola, Fidenza, Claterna, Faenza, Forlimpopoli, Cesena. Oltre a quello controllato dalla coppia urbana Piacenza-Cremona, un altro importane guado sul Po era a Brescello, al vertice meridionale di un'ampia curva del fiume, dove convergevano da Parma e da Reggio Emilia importanti percorsi stradali interregionali."
Marco Emilio Lepido (in latino: Marcus Aemilius Lepidus; ... – 152 a.C.) è stato un esponente dei Lepidi, un ramo della gens Aemilia, e un politico e un comandante militare della Repubblica romana. M. Emilio Lepido fu eletto console romano nel 187 e nel 175 a.C. e ricoprì le cariche di pontefice massimo e di censore nel 179 a.C.. Il console è noto per aver dato il nome alla via Emilia, fatta da lui costruire per collegare Piacenza con Rimini che ha dato nome all'Emilia stessa.
Piacenza e la Luna (190 a.C.)
Per gli amici di Piacenza.
Piacenza è una città che è nata come colonia romana. Essa ha avuto tre deduzioni, nel 218 a.C., nel 190 a.C. ed in epoca augustea. Il centro storico della città mostra ancora molto evidente la caratteristica struttura a scacchiera della colonia romana, fatta da vie parallele che si intersecano ad angolo retto. Se la direzione delle vie di Piacenza ricalca la direzione dei decumani e dei cardi della colonia dedotta nel 190 a.C., come affermato in letteratura, i decumani potrebbero aver avuto uno specifico allineamento astronomico secondo la direzione più meridionale possibile di levata della luna.
Potete trovare l'articolo al seguente link
Ecco i primi paragrafi, con i relativi riferimenti.
L'impianto urbanistico di Piacenza mostra ancora oggi ben visibile la struttura della originaria colonia romana. La città nasce infatti col nome di Placentia nel 218 a.C. [1]. Insieme a Cremona, essa è stata una della prime colonie romane nell'Italia settentrionale. Nel 190 a.C. Piacenza ebbe una nuova deduzione post guerra annibalica [1,2]. Nel 90 a.C, Piacenza divenne un municipium, ed in età augustea si ebbe ancora una ulteriore deduzione [1]. A proposito di queste successive deduzioni di Piacenza, il Riferimento 3 afferma che l’effettiva fondazione avvenne nel 190 a.C.. Ossia, è vero che la prima fondazione della colonia fu del 218 a. C., ma l’insurrezione celtica e l’arrivo di Annibale interruppero la colonizzazione. “E’ per questo motivo che, a nostro avviso – si dice in [3] - la seconda deduzione di Placentia successiva alla sconfitta dei Boi fu la vera e propria deduzione della colonia ed è ad essa,anziché a quella del 218 a.C. che va riferito il tracciamento effettivo della centuriazione.”
Sappiamo che la fondazione delle colonie romane seguiva uno schema molto regolare, che era lo stesso schema della centuriazione [4]. ...
[1] Converti, M. (2004). Città romane di fondazione. L'ERMA di BRETSCHNEIDER.Pag. 57.
[2] Righini, V. (1999). La diffusione del mattone cotto nella Gallia Cisalpina el’architettura in mattoni di Ravenna. In El ladrillo y sus derivados en la épocaromana. Christian Rico, Manuel Bendala Galán, Lourdes Roldán Gómez (eds.). Casade Velázquez. ISBN 9788474777475.
[3] Dall’Aglio, P. L. (1994). Centuriazione ed uso del territorio nella pianuraemiliana. Landuse in the Roman Empire, Volume 22. Jesper Carlsen, Peter Ørsted,Jens Erik Skydsgaard (eds.). L'ERMA di BRETSCHNEIDER.
Tuesday, April 23, 2019
Monday, April 22, 2019
Parpajun
Il parpaglion che fere a la lumera
per lo splendor, ché sì bella gli pare,
s'aventa ad essa per la grande spera,
tanto che si conduce a divampare:
così facc'io, mirando vostra cera,
madonna, e 'l vostro dolce ragionare,
che diletando struggo come cera
e non posso la voglia rinfrenare.
Così son divenuto parpaglione
che more al foco per sua claritate,
e per natura ha 'n sé quella cagione:
ed io, madonna, per vostra bieltate,
mirandola, consumo in pensagione,
se per merzé non trovo in voi pietate.
Chiaro Davanzati. Rime - Canzoni e Sonetti
Edizione di riferimento: Chiaro Davanzati: Rime, a cura di Aldo Menichetti, Commissione per i testi di lingua, Bologna 1965
http://www.interbooks.eu/poesia/duecento/chiarodavanzati/rimecanzonisonetti.html
per lo splendor, ché sì bella gli pare,
s'aventa ad essa per la grande spera,
tanto che si conduce a divampare:
così facc'io, mirando vostra cera,
madonna, e 'l vostro dolce ragionare,
che diletando struggo come cera
e non posso la voglia rinfrenare.
Così son divenuto parpaglione
che more al foco per sua claritate,
e per natura ha 'n sé quella cagione:
ed io, madonna, per vostra bieltate,
mirandola, consumo in pensagione,
se per merzé non trovo in voi pietate.
Chiaro Davanzati. Rime - Canzoni e Sonetti
Edizione di riferimento: Chiaro Davanzati: Rime, a cura di Aldo Menichetti, Commissione per i testi di lingua, Bologna 1965
http://www.interbooks.eu/poesia/duecento/chiarodavanzati/rimecanzonisonetti.html
Tavola periodica
"E' in tale visione che l'EuChems (European Chemical Society) ha accolto la proposta di un ricercatore italiano, Nicola Armaroli, di creare la prima "Tavola Periodica dell'Abbondanza". "
Wednesday, April 17, 2019
Barry Lyndon
"use of candlelight on those classical canvases, and Kubrick’s desire to replicate that look. According to lens expert Ed DiGuilio, who was tasked with adapting the f/0.7 glass for Lyndon, Kubrick “wanted to preserve the natural patina and feeling of these old castles at night as they actually were”."
Here two frames of the movie and the same images processed by means of GIMP Retinex
Here two frames of the movie and the same images processed by means of GIMP Retinex
Two Special Lenses for "Barry Lyndon" by Ed DiGiulio (President, Cinema Products Corp.)
Monday, April 15, 2019
Notre-Dame in pericolo
https://www.bbc.com/news/world-europe-47941794
Notre-Dame cathedral: Firefighters tackle blaze in Paris
Friday, April 12, 2019
by Lamplight
Godfried Schalcken
Young Man and Woman Studying a Statue of Venus, by Lamplight
Jansen, Guido. “Young Man and Woman Studying a Statue of Venus, by Lamplight.” In The Leiden Collection Catalogue. Edited by Arthur K. Wheelock Jr. New York.
Dame voor de spiegel, bij kaarslicht
Courtesy
Godfried Schalcken or Gottfried Schalken (1643 – 16 November 1706) was a Dutch genre and portrait painter. He was noted for his mastery in reproducing the effect of candlelight, and painted in the exquisite and highly polished manner of the Leiden fijnschilders.
"Schalcken painted several portraits, of which the half-length of William III of England, now in the Rijksmuseum, Amsterdam, is a good example. Like Dou, Schalcken specialised in small scenes lit by candlelight,[1] a technique that found favour with the fijnschilders. Examples are in Buckingham Palace, the Louvre, Vienna and Dresden."
Monday, April 8, 2019
Carausio, imperatore della Britannia e della Gallia settentrionale
Moneta di Carausio coniata dalla zecca di Londra, raffigurante un leone, simbolo della Legio IIII Flavia Felix. Classical Numismatic Group, Inc. http://www.cngcoins.com. Carausius. 286-293 AD. Æ Antoninianus (2.99 gm). IMP CARAVSIVS P F AVG, radiate, draped and cuirassed bust right LEG IIII FL, lion walking right; ML. RIC V pt. 2, 69 var. (legend).
Carausio era della tribù dei Menapi. Si era distinto durante la campagna militare condotta dall'imperatore Massimiano contro i Bagaudi nel 286. Divenne poi comandante della classis britannica, che pattugliava la Manica, col compito di ripulirla dai pirati franchi e sassoni, che devastavano la costa dell'Armorica e quella della Gallia Belgica. Ma Massimiano, sospettando che Carausio fosse sceso a patti con loro, ordinò la sua eliminazione. Avendo saputo ciò, nel tardo 286 o agli inizi del 287, Carausio si autoproclamò imperatore della Britannia e della Gallia settentrionale.
Nel 288 o nel 289, Massimiano fece il tentativo di invadere la Britannia, ma non vi riusci essendo impeganto dall'invasione dei Franchi Sali lungo il fronte renano. A seguito della campagna contro i Franchi si meritò il titolo di Germanicus maximus insieme a Diocleziano.
Carausio iniziò allora a sperare di essere riconosciuto dal potere centrale e cominciò a battere moneta. Nelle sue monete egli si attribuisce i titoli di "Restitutor Britanniae" ("Restauratore della Britannia") e di "Genius Britanniae" ("Spirito della Britannia"), a dimostrazione di come egli abbia fatto leva sul risentimento della popolazione nei confronti del governo di Roma. Questo stato di cose continuò fino al 293, quando Costanzo Cloro, divenuto Cesare d'Occidente, marciò in Gallia. Isolò Carausio assediando il porto di Bononia (Gesoriacum, oggi Boulogne-sur-Mer, che prende il nome di Bononia nel III secolo) e invadendo la Batavia, così da assicurarsi le spalle da possibili attacchi degli alleati franchi di Carausio. Ma decise di non tentare una nuova invasione della Britannia, finché non avesse costruito una flotta adeguato. In quello stesso anno però, il tesoriere di Carausio, Allecto, assassinò l'usurpatore, prendendone il posto. Dopo tre anni di regno, Allecto fu sconfitto e ucciso da un uomo di Costanzo Cloro.
Sunday, April 7, 2019
Gemma Constantiniana
"Intricately carved agate set within a glittering frame, the Gemma Constantiniana displays a victorious tableau enriched with polished rubies and emeralds. This awe-inspiring cameo is thought to have been made in the 4th century, and since then has found itself in the possession of merchants, mutineers and royalty. This unique object was featured within the Western Australian Museum exhibition, Travellers and Traders in the Indian Ocean World."
The tale of the Gemma Constantiniana
"Per un incredibile coincidenza del fato, la Gemma riemerge dall’oblio nel 1622, entrando nella collezione di uno dei più grandi pittori di sempre, Rubens. Nel 1628, ad Anversa, Theodoor Rogiersz aggiunge al cameo una cornice di gemme, probabilmente su richiesta del nuovo proprietario Gaspar Boudaen, che ha intenzione di venderla al sovrano dell’Impero Moghul. Il mezzo scelto per trasportarla? La Batavia. Per alcuni mesi, resta quindi nelle mani dello psicopatico Jeronimus Cornelisz e degli altri ammutinati."
https://zweilawyer.com/2018/01/04/il-naufragio-della-batavia/
La storia dei naufraghi del Batavia è orribile.
https://www.joscares.com/blog/archives/52-The-incredible-but-true-story-of-the-Gemma-Constantiniana.html
La storia dei naufraghi del Batavia è orribile.
https://www.joscares.com/blog/archives/52-The-incredible-but-true-story-of-the-Gemma-Constantiniana.html
315 - Rome Cameo made in honour of Constantine’s victory over his rival Maxentius in AD 312.
330? - Constantinople
1204 - Constantinople - sack of Constantinople.
1204-1622 - France?
1622 - Antwerp. Cameo in possession of Peter-Paul Rubens.
1628 - Antwerp. Frame with gems added by Theodoor Rogiersz in Antwerp.
1628, Oct - Amsterdam - Gaspar Boudaen, to be sold to the Great Mogul of India.
1628, Oct 28 - Texel - The Batavia under command of Francisco Pelsaert leaves Texel with the Great cameo.
1629, Jun 4 - Abrolhos Islands, off the coast of Western Austalia. Shipwreck of Batavia.
1629, Jun 4 – Sep 17 - Cameo in possession of the mutineers.
1629, Oct 2 - Cameo retrieved from mutineers.
1629, Dec - Batavia (Jakarta)
1632 - Suratte, India. Cameo taken to Suratte, India for sale.. No deal.
1633 - Batavia - Cameo returns to Batavia.
1634, Aug - Batavia. Cameo stays in Batavia.
1636? - Gamron, Persia. Cameo sent to Gamron in Persia. No deal.
1637, Jun - Batavia. Cameo returns to Batavia.
1637, Dec - Achin, Sumatra.
1638, Feb 24. Achin, Sumatra. King of Atjeh refuses to buy the cameo.
1640, Suratte, India. Cameo for sale to governor Mirmousa. No deal.
1641, Apr - Batavia. Cameo returns to Batavia aboard the warship Nieuw-Zeeland.
1641 - 1647 - Batavia - Cameo in store
1647 - Suratte, India. Gaspar Boudaen's son takes cameo to Suratte, but he fails to sell it.
1653-1656 - The Netherlands - Cameo returns to the heirs of Gaspar Boudaen in the Netherlands
1656-1756 - The Netherlands, Unknown
1756, Sep 11 - Amsterdam, Cameo is auctioned, probably to Jacob Hop.
1808 - Paris. Cameo is almost sold to Napoleon for ff 110.000. Events in 1813 preclude a deal.
1823 - Leiden. King Willem I buys the cameo for fl 50.000 from Jacob Hop’s grandson.
2007, May 24 - Utrecht. Money museum in Utrecht
2014, Jan 15 - Leiden. Rijksmuseum van Oudheden in Leiden
Saturday, April 6, 2019
Augusta Raurica
Gegründet wurde eine Kolonie im Gebiet der Rauriker nach der Grabinschrift von Cäsars Feldherrn Lucius Munatius Plancus vermutlich am 21. Juni des Jahres 44 v. Chr. Aus dieser Zeit konnten bislang jedoch keine Funde nachgewiesen werden. Möglich ist, dass die Kolonie entweder als Folge der Bürgerkriege nach Cäsars Tod über den formalen Gründungsakt nicht hinauskam oder dass Plancus’ Kolonie nicht bei Augst, sondern in Basel (Basilia) gegründet wurde.
Zu einer dauerhaften Koloniegründung kam es erst im Gefolge der Eroberung der Zentralalpen unter Kaiser Augustus um 15 v. Chr. Der bislang älteste bekannte Fund konnte durch Dendrochronologie auf das Jahr 6 v. Chr. datiert werden.
Die Grabinschrift des Munatius Plancus nennt als Namen nur das lapidare Colonia Raurica. Eine – allerdings nur fragmentarisch erhaltene – Inschrift aus augusteischer Zeit spricht von der Colonia P[aterna] (?) M[unatia] (?) [Felix] (?) [Apolli]naris [Augusta E]merita [Raur]ica (Buchstaben zwischen eckigen Klammern ergänzt). Wie das emerita zeigt, hätte es sich also um eine Veteranenkolonie gehandelt.
Abgesehen von diesem verstümmelten Zeugnis findet man die erste sichere Bezeugung des Beinamens Augusta erst beim Geographen Ptolemäus um 150 n. Chr. in griechischer Form als Augústa Rauríkon (= lat.: Augusta Rauricorum).
Damit fügt sich Augusta Raurica in einen grösseren Zusammenhang von augusteischen Koloniegründungen, denn auch noch zwei andere wichtige Stützpunkte des augusteischen Eroberungsplanes tragen den Beinamen des ersten Kaisers: Augusta Praetoria am Südfuss des Grossen St. Bernhard-Passes, aus dem heute Aosta geworden ist, und Augusta Vindelicum, das heutige Augsburg als Vorposten gegen die Donau. Diese drei Augustae bilden die Ecken eines Dreiecks, das sich über die von Augustus eroberten Alpen legte und seine breite Basis vom Rheinknie bis zur Donau gegen das unbesetzte Germanien wandte.
Friday, April 5, 2019
L'antico Piemonte Traspadano: Marca di Torino, Marca d'Ivrea, Alpi Graie e Pennine
Notizia dell'antico Piemonte Traspadano: Marca di Torino, Marca d'Ivrea, Alpi Graie e Pennine, Volume 1. Jacopo Durandi
Nella Stamperia di Saverio Fontana, 1803 - Turin (Italy)
Nella Stamperia di Saverio Fontana, 1803 - Turin (Italy)
Thursday, April 4, 2019
Caburrum
Il Museo di Caburrum
http://www.abbaziasantamaria.it/museo-archeologico-di-caburrum/
http://www.abbaziasantamaria.it/museo-archeologico-di-caburrum/
"La scelta della collocazione della sede museale, oltre a valorizzare ulteriormente il complesso dell’Abbazia, si propone di sottolineare in maniera suggestiva il legame tra gli oggetti e le evidenze della cultura materiale con il loro contesto antico di provenienza: il Museo Archeologico sorge infatti sul sito dell’antico centro romano di Forum Vibii Caburrum, fondato da Caio Vibio Pansa Cetroniano probabilmente nel 45-44 a.C., in qualità di legato del governatore della provincia della Gallia Cisalpina, Giulio Cesare, o l’anno successivo, rivestendo la suprema carica di console. Il restauro dell’edificio iniziato a partire dal 1978 ha infatti permesso di scoprire, proprio al di sotto del piano pavimentale dei locali del tinaggio, importanti strutture murarie in fondazione ed un tratto di selciato stradale di periodo romano, in parte musealizzati e tutt’ora visibili, resti delle antiche abitazioni della realtà insediativa sorta a sud-est della Rocca."
https://it.wikipedia.org/wiki/Consoli_repubblicani_romani
Oggi, Forum Vibii e Caburrum sono fusi in un solo sito.
Oggi, Forum Vibii e Caburrum sono fusi in un solo sito.
Rivista di filologia e di istruzione classica, Volume 1, E. Loescher, 1873
Tuesday, April 2, 2019
Numismatica celtica
"Sulla numismatica celtica esistono diverse opere di sintesi [3-7] ma purtroppo, a nostra conoscenza, nessuna opera recente in lingua italiana (a parte l'interessante lavoro di Gaspani [7] sugli aspetti archeoastronomici della monetazione celtica). Per il nostro quadro riassuntivo seguiremo il rif. [3], salvo ove esplicitamente indicato.I Celti iniziarono a battere moneta all'inizio del III secolo .C. Prototipi furono conii di vario taglio, emessi in ambito ellenistico (in alcuni casi anche romani). Si pensa che i Celti abbiano conosciuto la moneta per via dei cospicui pagamenti ricevuti dai loro mercenari, attivi in tutto il Mediterraneo. I pagamenti erano effettuati prevalentemente in moneta aurea. Ciò diede impulso alla coniazione di moneta propria, anche per necessità, da parte dei nobili, di avere un comodo mezzo per compie-re atti di munificenza o remunerare i propri soldati. Si trattò, inizialmente, di monete d'oro o d'argento e, solo inseguito, di bronzo o rame, essendo le prime riservate alla tesaurizzazione o a pagamenti ufficiali e le seconde (insieme a monete argentee di piccolo taglio) a pagamenti quotidiani."
Moneta e Identità in Gallia Cisalpina
Stefano M Spagocci
Monday, April 1, 2019
Dal Iovi Optimo Maximo al D.O.M.
Deo optimo maximo, often abbreviated D.O.M. or Deo Opt. Max., is a Latin phrase which means "to the greatest and best god", or "to God, most good, most great". It was originally used as a pagan formula addressed to Jupiter. Its usage while the Roman Empire was a polytheistic state referred to Jupiter, the chief god of the Roman pantheon polytheists: Iovi Optimo Maximo (I.O.M.). When the Roman Empire adopted monotheism in the form of Christianity as the state religion, the phrase was used in reference to the Christian God. Its use continued long after the fall of the Roman Empire as Latin remained the ecclesiastical and scholarly language in the West. Thus the phrase, or its abbreviation, can be found on many Renaissance-era churches and other buildings.
Digital Atlas of the Roman Empire
Excellent atlas of the Empire! by Johan Åhlfeldt, Department of Archaeology and Ancient History, Lund University, Sweden.
http://dare.ht.lu.se/places/16199.html
http://dare.ht.lu.se/places/16199.html
Eccoci!
Sunday, March 31, 2019
La corazza di Giulio Cesare
MUSEI CAPITOLINI - RESTAURI, Margherita Albertoni, Francesco Paolo Arata, Anna Maria Carusi, Daniela Velestino, Emilia Talamo, Serena Ensoli Vittozzi, Maddalena Cima Di Puolo and Carla Salvetti. Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, Vol. 95, No. 1 (1993), pp. 175-293 (119 pages) Published by: L’Erma di Bretschneider
Notate i due grifoni affacciati simmetricamente.
Giulio Cesare alla Porta Palatina
Il Palazzo Senatorio di Roma si affaccia sulla piazza del Campidoglio. Il sito Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Senatorio dice che l'aula consiliare che conserva una statua di Giulio Cesare del I secolo a.C., per questo detta aula di Giulio Cesare, con sul pavimento un mosaico proveniente da Ostia antica. In verità, altri siti dicono che la statua è dell'età di Traiano e quindi del primo secolo d.C.
Quella che c'è presso la porta Palatina a Torino è una copia di questa statua.
Come è arrivata una copia della statua a Torino?
Ebbene, insieme alla statua di Augusto, è stata dono di Benito Mussolini alla città sabauda.
Porta Palatina
Porte Palatine (Roman ruins) with the Cardo. Torino: Porte Palatine con il cardo
2008. Courtesy Anassagora per Wikipedia.
Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984.
PORTA PALATINA
Piazza Cesare Augusto
Porta del lato settentrionale della cinta urbana di età romana.
Monumento di valore storico-artistico e documentario, con relativa area di pertinenza costituente integrazione storico- ambientale; esempio singolare anche per l'eccezionale stato di conservazione di porta urbana del I secolo a.C. - I secolo d.C.
Porta urbana aperta sul lato settentrionale, allo sbocco del cardo maximus, da cui partiva la strada per Roma, edificata contemporaneamente (età augustea) o negli anni immediatamente successiva (età flavia) alla creazione della cinta delle mura. Inglobata in strutture edilizie posteriori, fu conservata per intervento dell'ing. Antonio Bertola che ne impedì la demolizione all'inizio del XVIII secolo. Solo nella seconda metà dell'Ottocento iniziò la rivalutazione storica e scientifica con massicci interventi di restauro. Nel 1861 il Comune delibera l'isolamento della Porta Palatina e il restauro, durato fino al 1873, viene affidato a C. Promis. Vengono demoliti tutti gli edifici addossati alla porta e conservati (solo per l'autorevole intervento del Promis) i tratti delle mura adiacenti alle torri. Nel 1904 riprendono alcuni lavori di restauro sotto la direzione di A. D'Andrade, con lo scoprimento della base della torre orientale e il ritrovamento dei muri del cavaedium. I lavori interrotti per la guerra vengono ripresi nel 1932. Ultimi sondaggi e restauri nel 1937-38, con l'individuazione di strutture che fanno supporre l'esistenza di una porta precedente di età repubblicana.
Tavola: 41Bibliografia
Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984. Vai alla pagina digitalizzata
La Scheda completa sulla Porta Palatina la trovate al MuseoTorino.
Prima dei restauri, la Porta appariva così.
Forse oggi non si sarebbe più smantellate le strutture aggiunte nelle varie epoche.
Ma torniamo ad un fatto importante. Ci sono resti precedenti, di età repubblicana. Allora la deduzione della colonia di Augusto, è avvenuta in un posto già strutturato (castrum?). Vi ricordo che DEDURRE significa, con riferimento storico, dedurre una colonia (adattamento del lat. deducere coloniam), portare i coloni dalla madrepatria in altra sede, fondare una colonia. Allora, l'altra sede , dove si mettevano coloni, che potevano essere anche soldati congedati, non doveva essere necessariamente un terreno disabitato. Prendiamo l'esempio di Como. La Como nuova, dedotta da Giulio Cesare era stata fatta in un posto dove già c'era stata una colonia romana.
Per Torino, vi invito alla lettura di
Saturday, March 30, 2019
Asparagi al burro
Friday, March 29, 2019
Tore zur Unterwelt
Vi ho raccontato nel post sul Lago d'Averno come ho visto lo Stige.
C'è un libro che deve essere alquanto interessante, Tore zur Unterwelt: Das Geheimnis der unterirdischen Gänge aus uralter Zeit. 2009. Scritto da Heinrich e Ingrid Kusch.
C'è un libro che deve essere alquanto interessante, Tore zur Unterwelt: Das Geheimnis der unterirdischen Gänge aus uralter Zeit. 2009. Scritto da Heinrich e Ingrid Kusch.
Una ricerca "ctonia". Non mi aspettavo ciò nell'Europa centrale. Pensavo più al ploutonion e le grotte di Apollo.
La Corona di Teodolinda
La corona Ferrea, conservata nella cappella di Teodolinda del duomo di Monza.
Courtesy James Steakley per Wikipedia.
Contro la parete di fondo della cappella si trova il sarcofago in cui, nel 1308, dalla sepoltura originaria nell'antica Basilica longobarda furono traslati i resti della regina Teodolinda. Una ricognizione, compiuta nel 1941, ha confermato la presenza di ossa di un adulto di sesso femminile e di un giovane maschio (Teodolinda e suo figlio Adaloaldo).
La corona ferrea è un'antica corona che venne usata dall'Alto Medioevo fino al XIX secolo per l'incoronazione dei Re d'Italia. Per lungo tempo, anche gli imperatori del Sacro Romano Impero ricevettero questa incoronazione. Anche Napoleone si fece incoronare con essa.
Dio me l’ha data, guai a chi la tocca!
All'interno della corona vi è una lamina circolare di metallo: la tradizione vuole che essa sia stata forgiata con il ferro di uno dei chiodi che servirono alla crocifissione di Gesù. In realtà la lamina non è di ferro ma d'argento. Un chiodo di ferro serviva per fissare la corona all'elmo dell'imperatore.
Due delle piastre originali furono rimosse si presume nel 1200-1300. La corona in origine era infatti costituita da 8 piastre invece delle 6 attuali. Ma torniamo al chiodo della crocifissione.
Verso l'anno 324, su incarico del figlio Costantino, Elena fece scavare l'area del Golgota. Durante i lavori di scavo, che portarono anche all'edificazione della Basilica costantiniana e dell'Anàstasis, secondo la tradizione furono trovati gli strumenti della Passione di Gesù, tra cui la Croce, con i chiodi ancora conficcati. Elena lasciò la croce a Gerusalemme e portò con sé i chiodi. Tornata a Roma, fece montare un chiodo sull'elmo di Costantino e fece realizzare un morso per il suo cavallo, affinché l'imperatore e il destriero fossero protetti in battaglia.
L'elmo e il morso, insieme alle altre insegne imperiali, furono portati a Milano da Teodosio I. Ambrogio li descrive nell'orazione funebre de obitu Teodosii. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, l'elmo fu portato a Costantinopoli, ma in seguito fu reclamato dal goto Teodorico il Grande, re d'Italia, il quale aveva a Monza la sua residenza estiva. I bizantini gli inviarono il diadema trattenendo la calotta dell'elmo. Il "Sacro Morso" è oggi conservato nel duomo di Milano.
Due secoli dopo papa Gregorio I avrebbe donato uno dei chiodi a Teodolinda, regina dei Longobardi, che fece erigere il duomo di Monza; ella fece fabbricare la corona e vi inserì il chiodo.
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Memorie di una millenaria
La corona ferrea racconta storie di potenti, folli e santi
Valeriana Maspero
LIBRACCIO editore, settembre 2016
ISBN 9788897748861
ISBN 9788897748861
Thursday, March 28, 2019
Madonna d'Oriente, Croesio
Il Sesia è ai minimi di portata ed è stata vietata l'irrigazione dei campi. Non ci resta che affidarci alla tradizione. Come consigliava mia nonna Carolina, è bene chiedere la pioggia al Santuario della Madonna d'Oriente.
Il Santuario è nel Croesio, posto sullo spartiacque tra i territori di Paesana e Sanfront.
Courtesy BeWeb
Populonia
Coruesty Roberto Zanasi per Wikipedia
Nella necropoli delle Grotte ci sono sepolture risalenti tutte al periodo ellenistico (IV - II secolo a.C.), e alcune di esse sono scavate all'interno di cave di arenaria utilizzate nei periodi precedenti.
Wednesday, March 27, 2019
Guglielmo da Volpiano
Guglielmo era figlio del nobile svevo Roberto da Volpiano. Sarebbe nato, secondo il suo biografo, sull'isola di San Giulio durante l'assedio portato dall'imperatore Ottone I di Sassonia alla regina Willa, moglie di Berengario d'Ivrea. La sua nascita avrebbe indotto gli assediati a trattare la resa e Ottone a essere clemente, al punto che lo stesso Ottone accettò di tenere a battesimo Guglielmo come suo padrino (Gianmaria Capuani, Quell'Estate del 962. I Tedeschi alla conquista dell'Italia, Jaca Book.).
Monaco benedettino, era allievo di Majolo di Cluny.
L'immagine che vedete sopra mostra la figura di un abate ed è una delle sculture che si trovano sul pulpito della basilica di San Giulio sull'isola d'Orta (a fianco ha il leone alato simbolo si San Marco). L'identificazione di questa figura come quella di Guglielmo da Volpiano è stata fatta da Beatrice Canestro Chiovenda (L'ambone dell'isola di San Giulio, Roma , 1955). La figura dell'abate del pulpito mostra la tipica tonsura monacale. Le mani sono poggiate su un bastone "tau". Chiovenda considera il bastone un bastone pastorale. Dopo aver esaminato un "tau" d'avorio proveninte dall'abbazia di Fécamp, conclude sia Gugliemo. Infatti, Guglielmo, su richiesta del duca Riccardo II, aveva assunto l'abbaziato del monastero La Trinité di Fécamp. Ed è lì che morì, durante una visita al monastero, il 1º genn. 1031.
Amante dell'architettura, lavorò tra la Francia e l'Italia fondando una quarantina di monasteri e chiese. Operò alla ricostruzione (989-1002) della chiesa di Saint-Bénigne a Digione, iniziata nel periodo in cui Guglielmo era da poco il nuovo abate del relativo monastero. In Italia la sua opera più importante è la fondazione nell'anno 1003 dell'abbazia di Fruttuaria nel comune di San Benigno Canavese, che verrà consacrata nell'anno 1007 e della quale esistono resti sotterranei visitabili.
Mosaico a Fruttuaria
San Guglielmo da Volpiano, uno dei Padri dell’Europa. Dicembre 29, 2018. Cristina Siccardi.
Un grande abate, un grande architetto, un protagonista nell’Europa del Mille, a cui noi europei dobbiamo imperitura gratitudine
Il 1° gennaio la Chiesa ricorda questo Padre dell’Europa.
2002. Guillaume de Volpiano en Normandie : état des questions; William of Volpiano in Normandy: current position, by Véronique Gazeau
Richard II’s appeal to William of Volpiano, an Italian-Burgundian reformer in 1001, must be regarded as an important stage in the revival of monasticism in the Norman principality. Fécamp becomes the ducal abbey, from where William’s disciples initiate reforms at Jumièges, Bernay, le Mont-Saint-Michel and the abbeys of Troarn, Saint-Taurin d’Evreux, Conches, and Sées. William of Volpiano’s influence is evident in liturgical and architectural matters. One cannot forget that other foreign reformers came to Normandy before William of Volpiano and after his death (1031) who had a part in the settling of monasticism in the duchy.
Neithard Bulst. Ricerche sulle Riforme Monastiche di Guglielmo da Volpiano (962-1031).
La Pieve di Romena
Pieve di San Pietro a Romena. Courtesy Vignaccia76 per Wikipedia. 2007.
Uno dei capitelli istoriati. Courtesy Sailko per Wikipedia.



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