Trattato di Utrecht
Contesto Guerra di successione spagnola
Firma 1713, Luogo Utrecht, Province Unite ora Paesi Bassi
Firmatari Luigi XIV di Francia, Filippo V di Spagna, Anna di Gran Bretagna, Giovanni V del Portogallo, Vittorio Amedeo II di Savoia, il Gran Pensionario Anthonie Heinsius
Il trattato di Utrecht, Verdrag van Utrecht in Olandese, è una serie di trattati di pace firmati nella città omonima tra il marzo e l'aprile del 1713, che aiutò a porre fine alla Guerra di Successione Spagnola. Il Trattato comprendeva una serie di accordi stipulati a Utrecht tra il 29 gennaio 1712 e l'11 aprile 1713. I trattati furono cinque ed ebbero come contraenti la Francia da un lato, Inghilterra, Olanda, Prussia, Portogallo e Savoia dall'altro.
Il trattato franco-britannico prevedeva il riconoscimento da parte francese della successione hannoveriana sul trono britannico, l'espulsione dalla Francia del pretendente Giacomo Stuart, la separazione perpetua delle corone di Francia e di Spagna, la demolizione delle fortificazioni di Dunkerque e l'interramento del relativo porto, la cessione all'Inghilterra dei territori americani della baia di Hudson, della Nuova Scozia e delle isole di Terranova e San Cristoforo.
La Spagna concludeva a Utrecht due trattati bilaterali: quello con l'Inghilterra, alla quale cedeva Minorca e Gibilterra e assicurava il monopolio del commercio degli schiavi tra l'Africa e l'America (asiento). In base alle condizioni del trattato, il nipote di Luigi XIV, Filippo, Duca d'Angiò venne riconosciuto come Filippo V, Re di Spagna, in accordo con le volontà di Carlo II di Spagna. All'Olanda la Francia riconosceva il diritto di occupare nei Paesi Bassi una serie di piazzeforti. Alla Prussia la Francia cedeva la Gheldria, riconosceva la successione di Federico I di Hohenzollern nel principato di Neuchâtel e il titolo di re di Prussia. In cambio annetteva il territorio di Orange alla Provenza. Col Portogallo si procedeva a rettifiche territoriali nel Brasile. Con il trattato concluso il 15 febbraio 1715 il Portogallo cedeva alla Spagna la colonia di Santo Sacramento sul Rio de la Plata.
E' del luglio 1713 l'accordo coi Savoia. Al duca di Savoia Vittorio Amedeo II si riconosceva la Sicilia col titolo regio, il diritto alla successione per lui o i suoi discendenti sul trono di Spagna qualora la dinastia dei Borbone di Spagna si fosse estinta.
I duchi di Savoia si videro restituito il contado di Nizza, il territori ex gonzaghesco del Monferrato, Alessandria, Valenza, tutta l'alta valle di Susa, Pinerolo e parti del territorio milanese, mentre l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo VI ricevette i Paesi Bassi Spagnoli, il Regno di Napoli e il resto del Ducato di Milano al quale venne annessa l'ex gonzaghesca Mantova. La Sardegna fu invece ceduta alla Baviera di Massimiliano II Emanuele di Wittelsbach, impegno questo che poi a luglio non fu ratificato dall'Austria e costituì il pomo della discordia per la continuazione della guerra. Inoltre, la Spagna cedette Gibilterra e Minorca alla Gran Bretagna e accettò di cedere ai britannici l'Asiento – un prezioso contratto esclusivo per la tratta degli schiavi.
Vittorio Amedeo Francesco di Savoia, detto la Volpe Savoiarda (Torino, 14 maggio 1666 – Moncalieri, 31 ottobre 1732), è stato duca di Savoia, marchese di Saluzzo e duca del Monferrato, principe di Piemonte e conte d'Aosta, Moriana e Nizza dal 1675 al 1720. Fu anche re di Sicilia dal 1713 al 1720, quando divenne re di Sardegna. Primo re del suo casato, col suo lungo governo trasformò radicalmente la politica sabauda, fino ad allora caratterizzata dalla sottomissione alle potenze straniere quali Francia o Spagna, rivendicando orgogliosamente l'indipendenza del piccolo stato dalle vicine nazioni (si pensi, ad esempio, all'episodio dell'assedio di Torino). Vittorio Amedeo II seppe portare avanti questa strategia sino a ottenere infine l'ambita corona reale.
Sulla Volpe, si veda "La volpe savoiarda e l'assedio di Torino", di Carlo Trabucco. Fògola Editore, 1978.
Inutile dire che Torino aveva resistito all'assedio e vinto la battaglia, grazie anche al Principe Eugenio.
L'assedio di Torino ebbe luogo nel 1706 durante la Guerra di successione spagnola. Oltre 44.000 soldati francesi accerchiarono la cittadella di Torino fortificata difesa da circa 10.500 soldati sabaudi che combatterono strenuamente dal 14 maggio fino al 7 settembre, quando l'esercito a difesa della città comandato dal Principe Eugenio e dal duca Vittorio Amedeo II costrinse i nemici a una precipitosa ritirata. L'assedio durò centodiciassette giorni.
Non per niente siamo Bogia nen [bʊʤaˈnɛŋ], i "non ti muovere", soprannome che si riferisce ai piemontesi e che rimanda a un temperamento caparbio, capace di affrontare le difficoltà con fermezza e determinazione.
Per le rilevanti dimensioni ed importanza della città (una delle pochissime capitali d'Europa cui sia mai stato posto un assedio scientificamente studiato), ebbe grande risonanza internazionale.
Alcuni storici considerano l'assedio di Torino l'evento che segna l'inizio del Risorgimento.
Se gradite sapere di più sulla Cittadella di Torino, ecco l'articolo An Example of Military Engineering in 16th Century: The Star Fort of Turin
Purtroppo della Cittadella resta solo il Mastio come struttura esterna, ma sotto, è tutto da visitare!
Vittorio Amedeo Francesco di Savoia, detto la Volpe Savoiarda (Torino, 14 maggio 1666 – Moncalieri, 31 ottobre 1732), è stato duca di Savoia, marchese di Saluzzo e duca del Monferrato, principe di Piemonte e conte d'Aosta, Moriana e Nizza dal 1675 al 1720. Fu anche re di Sicilia dal 1713 al 1720, quando divenne re di Sardegna. Primo re del suo casato, col suo lungo governo trasformò radicalmente la politica sabauda, fino ad allora caratterizzata dalla sottomissione alle potenze straniere quali Francia o Spagna, rivendicando orgogliosamente l'indipendenza del piccolo stato dalle vicine nazioni (si pensi, ad esempio, all'episodio dell'assedio di Torino). Vittorio Amedeo II seppe portare avanti questa strategia sino a ottenere infine l'ambita corona reale.
Sulla Volpe, si veda "La volpe savoiarda e l'assedio di Torino", di Carlo Trabucco. Fògola Editore, 1978.
Inutile dire che Torino aveva resistito all'assedio e vinto la battaglia, grazie anche al Principe Eugenio.
L'assedio di Torino ebbe luogo nel 1706 durante la Guerra di successione spagnola. Oltre 44.000 soldati francesi accerchiarono la cittadella di Torino fortificata difesa da circa 10.500 soldati sabaudi che combatterono strenuamente dal 14 maggio fino al 7 settembre, quando l'esercito a difesa della città comandato dal Principe Eugenio e dal duca Vittorio Amedeo II costrinse i nemici a una precipitosa ritirata. L'assedio durò centodiciassette giorni.
Non per niente siamo Bogia nen [bʊʤaˈnɛŋ], i "non ti muovere", soprannome che si riferisce ai piemontesi e che rimanda a un temperamento caparbio, capace di affrontare le difficoltà con fermezza e determinazione.
Per le rilevanti dimensioni ed importanza della città (una delle pochissime capitali d'Europa cui sia mai stato posto un assedio scientificamente studiato), ebbe grande risonanza internazionale.
Alcuni storici considerano l'assedio di Torino l'evento che segna l'inizio del Risorgimento.
Se gradite sapere di più sulla Cittadella di Torino, ecco l'articolo An Example of Military Engineering in 16th Century: The Star Fort of Turin
Purtroppo della Cittadella resta solo il Mastio come struttura esterna, ma sotto, è tutto da visitare!