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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

Wednesday, July 4, 2018

Tre fratelli

Le tradotte sono partite da Cuneo, coi generali che dicevano alle famiglie "Non dovete piangere, dovete sorridere che i figli vanno in guerra!". Le tradotte viaggiavano con soldati non armati.
Maledetti generali. Nessuno di loro ha detto, Alpini prendiamo le armi e spazziamo via Mussolini.
Scarpe di cartone e mal equipaggiati.
Tre fratelli sono partiti. Due nella Cuneense. Uno nella Julia. Pietro resta a Danzica, a settembre 1943 viene portato in un campo di prigionia vicino Amburgo. Giovanni e Remo partono per il Don. Si incontrano solo una volta prima della battaglia finale. L'ultima lettera di Giovanni dice che dove è Remo si vedono i cannoni russi sparare giorno e notte in continuazione.
La divisione Julia viene annientata. Colonne di Alpini vengono fatte prigioniere. Giovanni è morto in un lager russo. Pietro torna dalla Germania a guerra finita, con storie terribili. Nel campo, chi la mattina era malato e non riusciva ad uscire dalla baracca per andare a lavorare, la sera non c'era più. Pietro subito capisce, chi non ce la fa viene trascinato dai compagni al lavoro. Le trasgressioni sono punite con la fucilazione.