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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

Saturday, July 28, 2018

Clades Variana (Teutoburgo): la strage finale

Il terzo giorno fu l'ultimo ed il più tragico per l'armata romana, ormai decimata dalla furiosa lotta dei giorni precedenti. La pioggia ed il vento si erano scatenati nuovamente, impedendo ai soldati romani di muoversi o di poter costruire un campo entro cui difendersi. La pioggia era talmente copiosa che avevano difficoltà ad usare le armi, che l'acqua rendeva scivolose.
I Germani pativano di meno. Il loro armamento era più leggero ed avevano la possibilità di attaccare e di ritirarsi velocemente nella vicina foresta. L'eco della battaglia aveva dato morale alle vicine tribù barbare che, fiduciose per l'esito finale della battaglia, avevano inviato nuovi rinforzi, infoltendo il già cospicuo numero di armati germani. I soldati romani, sempre più decimati e ormai ridotti allo stremo, erano ovunque circondati e colpiti da ogni parte. Era arrivata la fine. 
Varo e gli alti ufficiali, nel timore di essere catturati vivi o di morire per mano dei Germani compirono un suicidio collettivo.  Non appena si diffuse la notizia della morte di Varo, molti soldati romani smisero di combattere preferendo uccidersi o fuggire piuttosto che venire catturati. I resti dell'esercito romano erano ora allo sbando. Celio, caduto prigioniero, afferrò le catene che lo tenevano legato e si colpì  sulla testa con tale violenza da morire velocemente.
I Germani sfogavano la loro crudeltà sui prigionieri romani. Non ci fu mai nulla di più cruento di quel massacro fra paludi e foreste. Ad alcuni soldati romani strapparono gli occhi, ad altri tagliarono le mani, di uno fu cucita la bocca dopo avergli tagliato la lingua. Gran parte dei superstiti vennero sacrificati alle divinità germaniche. Qualcuno venne liberato, o scambiato con prigionieri germanici o dopo riscatto.
Durante la spedizione del 15, sei anni dopo la disfatta, Germanico si fece condurre sul campo della battaglia di Teutoburgo dai pochissimi superstiti, gli unici che fossero in grado di indicare il luogo. Voleva dare degna sepoltura ai resti dei soldati morti sei anni prima. E vide lo scempio del massacro.
Giunto sul luogo della battaglia, Germanico vide  biancheggiare le ossa dei romani, ammucchiate e disperse. Sparsi intorno, sui tronchi degli alberi erano conficcati teschi umani. Nei vicini boschi sacri si vedevano altari su cui i Germani avevano sacrificato i tribuni ed i principali centurioni.