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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

Saturday, July 28, 2018

Hermann contro Roma

Parliamo di Arminio (il titolo del post è però Hermann, e capirete il perché).
Mi servo a piene mani di Wikipedia,  https://it.wikipedia.org/wiki/Arminio

Arminio (in latino: Gaius Iulius Arminius; tedesco: Hermann o Armin; Weser, 18 a.C. – Germania Magna, 19) fu un principe e condottiero della popolazione dei Germani Cherusci, ex prefetto di una coorte cherusca dell'esercito romano. Arminio sconfisse l'esercito romano nella battaglia della foresta di Teutoburgo, quando a capo di una coalizione di tribù germaniche annientò, con l'inganno e il tradimento, tre intere legioni comandate da Publio Quintilio Varo. Voleva difendere la libertà dei Germani, minacciata da Roma all'apice della sua potenza.

Il nome di Arminio è una variante latinizzata di  germanico Irmin, "grande". Il nome Hermann (cioè "uomo dell'esercito" o "guerriero") fu utilizzato nel mondo germanico come equivalente di Arminio al tempo della Riforma protestante di Martin Lutero, che voleva farne un simbolo della lotta dei popoli germanici contro Roma.

Arminio servì nell'esercito romano, prima probabilmente sotto Tiberio in Germania durante la campagna del 5, più tardi, secondo le fonti storiografiche latine, trasferito in Pannonia, come luogotenente di reparti di cavalleria, collaborò alle operazioni militari dei Romani, durante i primi due anni della rivolta dalmato pannonica, guidando un contingente di truppe ausiliarie cherusce.

Ottenuta anche la cittadinanza romana, Arminio tornò nella Germania settentrionale, dove i Romani avevano conquistato i territori compresi tra il fiume Reno ed Elba, posti sotto l'allora governatore provinciale romano, Publio Quintilio Varo. Arminio iniziò subito a complottare e a unire sotto la sua guida diverse tribù di Germani per impedire ai romani di realizzare i loro progetti. Mentre complottava Arminio mantenne il suo incarico di ufficiale della Legione e da cittadino romano mantenne la piena fiducia di Varo, che affidò completamente ai suggerimenti di Arminio la campagna militare che stava seguendo, ignorando le accuse di tradimento formulate nei suoi confronti dai romani e promuovendolo a suo consigliere militare.

Nel 9, a capo di una coalizione formata da Cherusci, Marsi, Catti e Bructeri, il venticinquenne Arminio annientò l'esercito di Varo (circa 20.000 uomini) nella battaglia di Teutoburgo nei pressi della collina di Kalkriese, circa 20 chilometri a nord-est di Osnabrück. Praticamente Arminio attirò le tre legioni romane, mediante falsi informatori, nella trappola che egli stesso aveva preparato. Ed infatti nella battaglia di Teutoburgo i legionari romani non furono neppure schierati in assetto di combattimento ma, contro tutte le regole romane, furono fatti proseguire dentro un territorio ostile in semplice assetto di marcia ed affardellati. La maggior parte fu uccisa senza potersi difendere, i germani si lasciarono andare ad atrocità, e le testimonianze dei pochi sopravvissuti parlano di torture e mutilazioni perpetrate sui legionari catturati. Varo si suicidò.

Negli anni 14-16 le forze romane, guidate da Germanico, penetrarono profondamente in Germania, devastandone i territori ed infliggendo una pesante sconfitta ad Arminio e alle sue tribù alleate. Nel 16 Germanico, infatti, nel corso del suo ultimo anno di campagne, riuscì a battere pesantemente Arminio nel corso di due battaglie presso il fiume Weser. Il capo cherusco, ormai battuto pesantemente, probabilmente disperò sul futuro della sua Germania libera, ma Germanico era richiamato al termine di quest'anno dal padre adottivo, l'imperatore Tiberio, che ritenne opportuno rinunciare a nuovi piani di conquista dei territori dei Germani, fissando sul Reno il confine tra l'Impero e i barbari.

Durante le operazioni di questi due anni di guerra, i romani recuperarono le insegne militari di due delle tre legioni che erano state massacrate a Teutoburgo. La terza insegna fu recuperata in seguito, al tempo dell'imperatore Claudio, fratello di Germanico.

Una volta che i Romani si ritirarono, scoppiò la guerra tra Arminio e Maroboduo, l'altro potente capo germanico dell'epoca, re dei Marcomanni (che erano stanziati nell'odierna Boemia). Le due coalizioni si scontrarono in una battaglia campale, dove Arminio riuscì a battere le truppe alleate del re rivale marcomanno, il quale fu costretto a rifugiarsi a Ravenna, chiedendo asilo politico allo stesso imperatore romano Tiberio. L'anno successivo, nel 19, Arminio fu assassinato dai suoi sudditi, che temevano il suo crescente potere:

« Apprendo dagli storici e dai senatori contemporanei agli eventi che in Senato fu letta una lettera di Adgandestrio, capo dei Catti, con la quale prometteva la morte di Arminio se gli fosse stato inviato un veleno adatto all'assassinio. Gli fu risposto che il popolo romano si vendicava dei suoi nemici non con la frode o con trame occulte, ma apertamente e con le armi […] del resto Arminio, aspirando al regno mentre i Romani si stavano ritirando a seguito della cacciata di Maroboduo, ebbe a suo sfavore l'amore per la libertà del suo popolo, e assalito con le armi mentre combatteva con esito incerto, cadde tradito dai suoi collaboratori. Indubbiamente fu il liberatore della Germania, uno che ingaggiò guerra non al popolo romano ai suoi inizi, come altri re e comandanti, ma ad un Impero nel suo massimo splendore. Ebbe fortuna alterna in battaglia, ma non fu vinto in guerra. Visse trentasette anni e per dodici fu potente. Anche ora è cantato nelle saghe dei barbari, ignorato nelle storie dei Greci che ammirano solo le proprie imprese, da noi Romani non è celebrato ancora come si dovrebbe, noi che mentre esaltiamo l'antichità non badiamo ai fatti recenti. » (Tacito, Annales II, 88)

Ecco che cosa ci dice Wikipedia su Arminio nella cultura di massa

La figura di Arminio e le sue gesta furono riprese e celebrate dai movimenti nazionalisti tedeschi, Nazionalsocialismo compreso. 

Nella zona dove si svolse la battaglia della foresta di Teutoburgo sorge oggi un monumento ad Arminio chiamato Hermannsdenkmal; questo monumento sorge puntato verso la Francia, avversaria in quegli anni dell'Impero tedesco.

Il nome maschile Hermann (equivalente di Arminio, appunto) risulta oggi molto diffuso in Germania.