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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

Tuesday, December 11, 2018

Disclaimer

Screenshot del disclaimer di Wikipedia.  https://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Disclaimer_sul_rischio

Vi faccio notare una cosa che è scritta nella suddetta pagina.
"Wikipedia non ha un processo di revisione uniforme; mentre i lettori possono - e sono invitati a - correggere errori o rimuovere suggerimenti erronei, non hanno dovere legale di farlo, perciò tutte le informazioni presenti non possono essere accompagnate da alcuna garanzia, né implicita né esplicita, di idoneità per qualsiasi scopo o utilizzo."
Mi sembra che l'Italiano non funzioni. Non capisco il "mentre" collegato al "perciò".

Sunday, December 9, 2018

Testa di Fuoco


Jan Kraeck (Giovanni Caracca).  Ritratto Di Carlo Emanuele I 

Carlo Emanuele I, Duca di Savoia, In carica 1580 - 26 luglio 1630.
Era soprannominato Testa di Fuoco per le manifeste attitudini militari.
Nasce nel Castello di Rivoli e diviene Duca di Savoia il 30 agosto 1580, quando muore il padre Emanuele Filiberto. Era di gracile costituzione ma fin da bambino il padre lo aveva abituato ad ogni sorta di esercizio fisico e di sport, rendendolo un abile cavaliere e un invincibile spadaccino. Ambizioso e sicuro di sé, grazie all'ottimo stato del Ducato trasmessogli dal padre, cerca di espandere territorialmente il proprio potere. Fece guerra alla Francia. Col trattato di Lione (17 gennaio 1601) le conquiste territoriali gli vennero riconosciute da Enrico IV in cambio della Bresse e altre cessioni territoriali oltre le Alpi. Il baratto ribadiva la vocazione italiana dei Savoia e legava i destini della casata, di ceppo pur sempre borgognone, a quelli della penisola. Carlo Emanuele annotò nei suoi Ricordi: «È molto meglio avere uno Stato solo, tutto unito, come è questo di qua dei monti, che due, e tutti e due malsicuri».[Ercole Ricotti, Storia della monarchia piemontese, vol. III, Firenze, 1865, p. p. 426.]

Jan Kraeck è conosciuto con il nome italianizzato di Giovanni Caracca (Haarlem, ... – Torino, 1607). Il pittore deve la sua notorietà principalmente alla attività che svolse presso la corte sabauda lavorando al servizio di Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele I di Savoia tra il 1568 e il 1607, anno della sua morte. Durante la sua permanenza alla corte sabauda Caracca realizzò ritratti, quadri religiosi e decorazioni nella Grande Galleria di Carlo Emanuele I, che però venne distrutta da un incendio nel 1659. Partecipò inoltre alla decorazione del castello di Fossano, dipingendo un maestoso soffitto a grottesche, solo parzialmente conservato. 

The Pantheon, eye of Rome, and its glimpse of the sky

The Pantheon, eye of Rome, and its glimpse of the sky: The only natural light source of the Pantheon in Rome is its Oculus, a large opening at the top of the vault. Some literature proposed that the rays of the sun, passing through the Oculus, were actng as they could do in a huge sundial. The sun has been also imagined as being involved during some rituals made by the Roman emperors in the temple, to emphasize the celebratons of the foundaton of Rome. Besides to the sun, the temple could also have been linked to the heavens and the stars passing close to the Zenith. Inside this temple, which we could imagine as a huge eye, the gods were guarding the moton of the universe, Mundus, of which the city, Caput Mundi, was the head. In fact, a possibility exists that the architect who planned the temple had been inspired by the form of the human eye to create a building representatve of the link between Rome and the heavens, exactly in the place where Romulus ascended to them. In this artcle, besides proposing this idea, we give also some simulatons made by means of the sofware planetarium Stellarium, of the night sky and the stars visible through the Oculus at the tme of the Emperor Hadrian, who built the temple that we see today.

Some Churches Dedicated to the Holy Wisdom and their Sunrise Orientation

Some Churches Dedicated to the Holy Wisdom and their Sunrise Orientation

Il mondo dei protisti

Da "Microscopi, Eritrociti e Protisti nelle Lezioni di Fisica Sperimentale di Giuseppe Saverio Poli"

"Tra i padri del microscopio e della microscopia, c’è l'olandese Antoni van Leeuwenhoek (1632-1723). I suoi microscopi a sfera, come detto in [11] e [12], consentivano di ingrandire un oggetto più di 270 volte, una prestazione che a quel tempo era strepitosa. Ne costruì circa 200. Con essi, Leeuwenhoek faceva le sue osservazioni scoprendo il mondo di cui ci ha parlo Poli, e che allora era un mondo sconosciuto e meraviglioso. Era il regno dei protisti, esseri unicellulari che lui definì come animaletti e che Poli chiama piccioli viventi. Leeuwenhoek li descriveva in dettaglio in diverse lettere inviate alla Royal Society. In una lettera del 25 dicembre 1702, egli descrive molti protisti tra cui la Vorticella [11] (per i lavori di van Leeuwenhoek si veda il riferimento [13])."


Illustrazione che mostra una sezione di legno di frassino come vista da Leeuwenhoek. 
Da: Antoni van Leeuwenhoek - T. Cremer, Von der Zellenlehre zur Chromosomentheorie, Springer Verlag Berlin Heidelberg New York Tokyo, 1985, ISBN 3-540-13987-7. Online Version. Source given in there: The collected letters from Antoni van Leeuwenhoek, Vol. II, Amsterdam, Sweets and Zeitlinger LTD (1941)

Se volete costruire un microscopio a sfera di Leeuwenhoek, vedete questo articolo:


Gli strumenti dell'astronomo


The Astronomer (c. 1668). Johannes Vermeer. Dettaglio.
Globo con le costellazioni e astrolabio.

Dal sito:
"Grazie alle ricerche di James Welu sulle opere di Vermeer siamo oggi in grado di affermare che l'artista si avvalesse della consulenza di esperti nei diversi campi scientifici per la progettazione degli ambienti più pertinenti alle tematiche che l'artista volle rappresentare. ... [Nell'Astronomo]  Il professionista è stato infatti rappresentato intento nello studio di un globo e nella lettura di un libro fondamentale del secolo XVII. La raffigurazione del testo davanti allo scienziato è sufficientemente precisa da aver permesso a Welu di identificare non solo il libro terzo di Adriaan Maetius: "Sull'investigazione od osservazione delle Stelle", aperto alle prime due pagine dove compare l'astrolabio a ruota inventato da Maetius stesso, ma anche la sua edizione seconda datata 1621 (J. A. Welu, Vermeer's Astronomer: Obsevations on an Open Book, in "Art Bulletin", 68 (1986), pp. 263-67). ... Si ritiene che il colto suggeritore sia stato il noto naturalista di Delft Antoine van Leeuwenhoek, fondatore della microscopia, che nel 1676 fu nominato amministratore fiduciario del patrimonio di Vermeer. Van Leeuwenhoek era nato a Delft nello stesso anno di Vermeer e nella seconda metà del secolo XVII e all'inizio del XVIII fu il più importante studioso di scienze naturali della città."

Thursday, December 6, 2018

Le Terrenuove Fiorentine e il Solstizio d'Estate

Le Terrenuove Fiorentine e il Solstizio d'Estate: Le Terrenuove Fiorentine sono sei centri costruiti ex novo dalla Repubblica di Firenze tra la fine del XIII secolo ed il XIV secolo. Come le Bastide in Francia hanno una planimetria regolare. E’ interessante notare che tre di esse - San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Castelfranco di Sopra – hanno il loro asse viario principale orientato verso il punto dell’orizzonte dove sorge il sole al solstizio d’estate.

Sunday, December 2, 2018

The Cup of the Dragon

Notate l'iscrizione sulla coppa. Era di un drago!


Un Natale Magico a Torino, città magica

Il Natale 2018 a Torino avrà come tema la MAGIA. Le festività di fine anno saranno all’insegna di incantesimi, trucchi ed effetti speciali. Dal 1° dicembre 2018, a Torino, serie di eventi dedicati a grandi e piccini alla scoperta dell’arte della magia e dell’illusione. 
Ci sono i week-end magici del Natale Magico a Torino.
Ad esempio, in Piazza San Carlo – One Man Show
Ogni sabato e domenica di dicembre, alle 18.15.
Dettagli al link
https://www.guidatorino.com/eventi-torino/natale-2018-a-torino-i-week-end-magici/


Il Trattato di Utrecht e i Savoia


Trattato di Utrecht

Contesto Guerra di successione spagnola
Firma 1713, Luogo Utrecht, Province Unite ora Paesi Bassi
Firmatari Luigi XIV di FranciaFilippo V di SpagnaAnna di Gran BretagnaGiovanni V del PortogalloVittorio Amedeo II di Savoia, il Gran Pensionario Anthonie Heinsius


Il trattato di Utrecht, Verdrag van Utrecht in Olandese, è una serie di trattati di pace firmati nella città omonima tra il marzo e l'aprile del 1713, che aiutò a porre fine alla Guerra di Successione Spagnola. Il Trattato comprendeva una serie di accordi stipulati a Utrecht tra il 29 gennaio 1712 e l'11 aprile 1713. I trattati furono cinque ed ebbero come contraenti la Francia da un lato, Inghilterra, Olanda, Prussia, Portogallo e Savoia dall'altro.
Il trattato franco-britannico prevedeva il riconoscimento da parte francese della successione hannoveriana sul trono britannico, l'espulsione dalla Francia del pretendente Giacomo Stuart, la separazione perpetua delle corone di Francia e di Spagna, la demolizione delle fortificazioni di Dunkerque e l'interramento del relativo porto, la cessione all'Inghilterra dei territori americani della baia di Hudson, della Nuova Scozia e delle isole di Terranova e San Cristoforo.
La Spagna concludeva a Utrecht due trattati bilaterali: quello con l'Inghilterra, alla quale cedeva Minorca e Gibilterra e assicurava il monopolio del commercio degli schiavi tra l'Africa e l'America (asiento). In base alle condizioni del trattato, il nipote di Luigi XIV, Filippo, Duca d'Angiò venne riconosciuto come Filippo V, Re di Spagna, in accordo con le volontà di Carlo II di Spagna. All'Olanda la Francia riconosceva il diritto di occupare nei Paesi Bassi una serie di piazzeforti. Alla Prussia la Francia cedeva la Gheldria, riconosceva la successione di Federico I di Hohenzollern nel principato di Neuchâtel e il titolo di re di Prussia. In cambio annetteva il territorio di Orange alla Provenza. Col Portogallo si procedeva a rettifiche territoriali nel Brasile. Con il trattato concluso il 15 febbraio 1715 il Portogallo cedeva alla Spagna la colonia di Santo Sacramento sul Rio de la Plata.
E' del luglio 1713 l'accordo coi Savoia. Al duca di Savoia Vittorio Amedeo II si riconosceva la Sicilia col titolo regio, il diritto alla successione per lui o i suoi discendenti sul trono di Spagna qualora la dinastia dei Borbone di Spagna si fosse estinta. 




I duchi di Savoia si videro restituito il contado di Nizza, il territori ex gonzaghesco del Monferrato, Alessandria, Valenza, tutta l'alta valle di Susa, Pinerolo e parti del territorio milanese, mentre l'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo VI ricevette i Paesi Bassi Spagnoli, il Regno di Napoli e il resto del Ducato di Milano al quale venne annessa l'ex gonzaghesca Mantova. La Sardegna fu invece ceduta alla Baviera di Massimiliano II Emanuele di Wittelsbach, impegno questo che poi a luglio non fu ratificato dall'Austria e costituì il pomo della discordia per la continuazione della guerra. Inoltre, la Spagna cedette Gibilterra e Minorca alla Gran Bretagna e accettò di cedere ai britannici l'Asiento – un prezioso contratto esclusivo per la tratta degli schiavi.

Vittorio Amedeo Francesco di Savoia, detto la Volpe Savoiarda (Torino, 14 maggio 1666 – Moncalieri, 31 ottobre 1732), è stato duca di Savoia, marchese di Saluzzo e duca del Monferrato, principe di Piemonte e conte d'Aosta, Moriana e Nizza dal 1675 al 1720. Fu anche re di Sicilia dal 1713 al 1720, quando divenne re di Sardegna. Primo re del suo casato, col suo lungo governo trasformò radicalmente la politica sabauda, fino ad allora caratterizzata dalla sottomissione alle potenze straniere quali Francia o Spagna, rivendicando orgogliosamente l'indipendenza del piccolo stato dalle vicine nazioni (si pensi, ad esempio, all'episodio dell'assedio di Torino). Vittorio Amedeo II seppe portare avanti questa strategia sino a ottenere infine l'ambita corona reale.
Sulla Volpe, si veda "La volpe savoiarda e l'assedio di Torino", di Carlo Trabucco. Fògola Editore, 1978.
Inutile dire che Torino aveva resistito all'assedio e vinto la battaglia, grazie anche al Principe Eugenio.
L'assedio di Torino ebbe luogo nel 1706 durante la Guerra di successione spagnola. Oltre 44.000 soldati francesi accerchiarono la cittadella di Torino fortificata difesa da circa 10.500 soldati sabaudi che combatterono strenuamente dal 14 maggio fino al 7 settembre, quando l'esercito a difesa della città comandato dal Principe Eugenio e dal duca Vittorio Amedeo II costrinse i nemici a una precipitosa ritirata. L'assedio durò centodiciassette giorni.

Non per niente siamo Bogia nen [bʊʤaˈnɛŋ], i "non ti muovere", soprannome che si riferisce ai piemontesi e che rimanda a un temperamento caparbio, capace di affrontare le difficoltà con fermezza e determinazione.

Per le rilevanti dimensioni ed importanza della città (una delle pochissime capitali d'Europa cui sia mai stato posto un assedio scientificamente studiato), ebbe grande risonanza internazionale.
Alcuni storici considerano l'assedio di Torino l'evento che segna l'inizio del Risorgimento.
Se gradite sapere di più sulla Cittadella di  Torino, ecco l'articolo An Example of Military Engineering in 16th Century: The Star Fort of Turin
Purtroppo della Cittadella resta solo il Mastio come struttura esterna, ma sotto, è tutto da visitare!