that is, ideas and information on Science and Technology, Archaeology, Arts and Literatures. Physics at http://physics-sparavigna.blogspot.com/
Welcome!
Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino
Sunday, July 14, 2019
The eclipses in Livy's Ab Urbe Condita
The eclipses in Livy's Ab Urbe Condita: Titus Livius (Livy) is mentioning some eclipses in his monumental history of Rome, entitled Ab Urbe Condita Libri. For two of these eclipses, Livy is also reporting the dates. One occurred during the Ludi Apollinares, in the year of the consulship of Lucius Cornelius. Livy dated the eclipse 11 Quintilis. Astronomy dated it 14 March 190 BC (Julian date). The other eclipse is that at the time of the Pydna battle and it is the lunar eclipse of 21 June 168 BC (Julian date). Livy tells that it occurred during the night between 3 and 4 September. The differences between astronomical and historical dates are due to the manner the lunisolar Roman republican calendar was managed in that period by the college of Roman pontifices. Here we discuss the eclipses reported by Livy to point out the problems of the Roman chronology, when it is involving the republican calendar.
Friday, July 5, 2019
Augusto ed i culti non romani
Vita dei Cesari II (Augusto), 93
GAIO SVETONIO TRANQUILLO
TESTO IN LINGUA ORIGINALE
[93] Peregrinarum caerimoniarum sicut veteres ac praeceptas reverentissime coluit, ita ceteras contemptui habuit. Namque Athenis initiatus, cum postea Romae pro tribunali de privilegio sacerdotum Atticae Cereris cognosceret et quaedam secretiora proponerentur, dimisso consilio et corona circum stantium solus audiit disceptantes. At contra non modo in peragranda Aegypto paulo deflectere ad visendum Apin supersedit, sed et Gaium nepotem, quod Iudaeam praetervehens apud Hierosolyma non supplicasset, conlaudavit.
TRADUZIONE
93 Ebbe il massimo rispetto per i culti stranieri, ma solo per quelli che erano stati consacrati dal tempo, tutti gli altri li disprezzò. Così, ricevuta l'iniziazione ad Atene, quando in seguito a Roma, davanti al suo tribunale si trattò di una questione relativa al privilegio dei sacerdoti della Cerere Ateniese e si cominciò a svelare alcuni segreti, egli congedò il consiglio dei giudici e tutti gli assistenti e da solo seguì il dibattito. Al contrario, quando visitò l'Egitto si guardò bene dal fare la minima deviazione per andare a vedere il bue Api, e lodò vivamente suo nipote Gaio perché, attraversando la Giudea non era andato ad offrire sacrifici a Gerusalemme
Wednesday, July 3, 2019
The first Calends of the Julian Calendar
The first Calends of the Julian Calendar: This work is proposing an archaeo-astronomical study of the Julian calendar, a reform of the Roman calendar proposed by Julius Caesar. The calendar was inaugurated on the first of January, 45 BC (historical date). Using astronomical software CalSKY, we can investigate if the first day of this new system of organizing the days was corresponding to a Calenda, that is, to a day of new moon. It was on January 2, 45 BC (Julian day). We can also see how the new calendar adapted itself to the following phases of the moon.
Il tempo ha paura delle Piramidi, ma le Piramidi hanno paura di ... Giacobbo
Camere segrete, troni di ferro e proto-geroglifici: i misteri della Piramide di Cheope secondo Freedom (bufale eGGizie*) Pubblicato il gennaio 3, 2019 da mattiamancini
Un interessante post su un servizio del programma Freedom di Roberto Giacobbo.
Wednesday, June 12, 2019
Rosalind Franklin
"Of the four DNA researchers, only Rosalind Franklin had any degrees in chemistry. She was born into a prominent London banking family, where all the children—girls and boys—were encouraged to develop their individual aptitudes. She attended Newnham College, one of the women’s colleges at Cambridge University. She completed her degree in 1941 in the middle of World War II and undertook graduate work at Cambridge with Ronald Norrish, a future Nobel laureate. She resigned her research scholarship in just one year to contribute to the war effort at the British Coal Utilization Research Association. There she performed fundamental investigations on the properties of coal and graphite. She returned briefly to Cambridge, where she presented a dissertation based on this work and was granted a PhD in physical chemistry. After the war, through a French friend, she gained an appointment at the Laboratoire Centrale des Services Chimiques de l’Etat in Paris, where she was introduced to the technique of X-ray crystallography (see video on this page) and rapidly became a respected authority in this field. In 1951 she returned to England to King’s College London, where her charge was to upgrade the X-ray crystallographic laboratory there for work with DNA."
https://www.sciencehistory.org/historical-profile/james-watson-francis-crick-maurice-wilkins-and-rosalind-franklin
I quattro del DNA sono Crick, Franklin, Watson e Wilkins.
"In 1962 Watson (b. 1928), Crick (1916–2004), and Wilkins (1916–2004) jointly received the Nobel Prize in Physiology or Medicine for their 1953 determination of the structure of deoxyribonucleic acid (DNA). Wilkins’s colleague Franklin (1920–1958), who died from cancer at the age of 37, was not so honored. The reasons for her exclusion have been debated and are still unclear. There is a Nobel Prize stipulation that states “in no case may a prize amount be divided between more than three persons.” The fact she died before the prize was awarded may also have been a factor, although the stipulation against posthumous awards was not instated until 1974."
Morale, il DNA è stato scoperto da quattro ricercatori. Quattro. Non solo da Watson e Crick.
https://www.sciencehistory.org/historical-profile/james-watson-francis-crick-maurice-wilkins-and-rosalind-franklin
I quattro del DNA sono Crick, Franklin, Watson e Wilkins.
"In 1962 Watson (b. 1928), Crick (1916–2004), and Wilkins (1916–2004) jointly received the Nobel Prize in Physiology or Medicine for their 1953 determination of the structure of deoxyribonucleic acid (DNA). Wilkins’s colleague Franklin (1920–1958), who died from cancer at the age of 37, was not so honored. The reasons for her exclusion have been debated and are still unclear. There is a Nobel Prize stipulation that states “in no case may a prize amount be divided between more than three persons.” The fact she died before the prize was awarded may also have been a factor, although the stipulation against posthumous awards was not instated until 1974."
Morale, il DNA è stato scoperto da quattro ricercatori. Quattro. Non solo da Watson e Crick.
Sunday, June 9, 2019
Gli stivali di Aulo Metello
https://it.wikipedia.org/wiki/Arringatore
L'Arringatore è una scultura bronzea alta 170 cm raffigurante un uomo togato, databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., realizzata con tecnica a cera persa in sette parti distinte a fusione cava, poi unite tra loro[1]. È conservata nel Museo archeologico nazionale di Firenze. Si tratta dell'unica testimonianza integra pervenutaci di una grande scultura in metallo dell'epoca tardo-etrusca[2]. ...
Sulla toga della statua si legge la seguente iscrizione in caratteri etruschi del II sec. a.C.: "auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś". Romolo Augusto Staccioli riporta la traduzione delle prime sette parole ed è incerto sull'ottava: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi questa statua pose (?)……… "[4]. Piero Bernardini Marzolla, basandosi su presunte corrispondenze con il sanscrito, ha integrato la traduzione comunemente accettata, come segue[5]: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l'assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo".
Bellissima statua. Ma una cosa ha attirato la mia curiosità: gli stivali. Moderno, questo Aulo!
L'Arringatore è una scultura bronzea alta 170 cm raffigurante un uomo togato, databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., realizzata con tecnica a cera persa in sette parti distinte a fusione cava, poi unite tra loro[1]. È conservata nel Museo archeologico nazionale di Firenze. Si tratta dell'unica testimonianza integra pervenutaci di una grande scultura in metallo dell'epoca tardo-etrusca[2]. ...
Sulla toga della statua si legge la seguente iscrizione in caratteri etruschi del II sec. a.C.: "auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś". Romolo Augusto Staccioli riporta la traduzione delle prime sette parole ed è incerto sull'ottava: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi questa statua pose (?)……… "[4]. Piero Bernardini Marzolla, basandosi su presunte corrispondenze con il sanscrito, ha integrato la traduzione comunemente accettata, come segue[5]: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l'assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo".
Bellissima statua. Ma una cosa ha attirato la mia curiosità: gli stivali. Moderno, questo Aulo!
Courtesy: Sailko per Wikipedia. Winckelmann, Firenze e gli Etruschi (2016 exhibition). Date 9 July2016, 09:14:06
Comodi. Suola spessa. Tacco riposante.
Courtesy: Sailko
Saturday, June 8, 2019
κυβερνητική
Abbiamo visto come Augusto fosse il Gran Timoniere, ma il "timoniere" lo troviamo anche nella tecnologia. Da http://www.treccani.it/vocabolario/cibernetica/
cibernètica s. f. [dall’ingl. cybernetics, che riprende, con nuovo sign., il gr. κυβερνητική (τέχνη) «arte del pilota»]. – Disciplina, prevalentemente promossa dagli studî del matematico amer. N. Wiener (intorno al 1947), basati sulla riconosciuta analogia funzionale dei meccanismi di comunicazione e di autoregolazione (mediante il feedback) negli esseri viventi e nella macchina. La cibernetica integra nozioni e modelli neurofisiologici e biologicomolecolari con la teoria matematica dell’informazione, la teoria dei sistemi e la ricerca operativa, per progettare sistemi di controllo che comprendono processi di generazione, conservazione, trasmissione e utilizzo dell’informazione; tali sistemi sono incorporati sia nei servomeccanismi sia negli elaboratori elettronici.
Da https://it.wikipedia.org/wiki/Cibernetica
La parola greca antica kybernetes (κυβερνήτης) indica il pilota di una nave. La radice kyber sta per "timone" e trova un parallelo nel latino guber, che ritroviamo nel gubernator, timoniere. Kyber e guber fanno evidente riferimento ad una comune progenitrice indoeuropea che significava timone. In ambedue le lingue il termine ha anche un significato metaforico per indicare colui che guida o governa una città o uno Stato. Già in Platone è attestata l'accezione politica del termine che viene ripreso nel 1834 da Ampère. Per il controllo delle macchine, James Clerk Maxwell, nel 1868 nel suo lavoro sul funzionamento di un regolatore, introdusse il termine governor, per indicare il meccanismo di regolazione. "Indipendentemente da Platone ed Ampere, ma con un esplicito omaggio a Maxwell, il termine fu reintrodotto da Wiener nell'estate del 1947, anglicizzato in cybernetics, nell'atto di dare il titolo al proprio libro pubblicato l'anno successivo: Cybernetics or Control and Communication in the Animal and the Machine. Nelle intenzioni del suo autore, il libro proponeva un vasto programma di ricerca ed, in prospettiva, teneva a battesimo una nuova scienza, fondata appunto sullo studio unificato di animali e macchine dal punto di vista delle teorie del controllo automatico, della comunicazione e del calcolo automatico."
cibernètica s. f. [dall’ingl. cybernetics, che riprende, con nuovo sign., il gr. κυβερνητική (τέχνη) «arte del pilota»]. – Disciplina, prevalentemente promossa dagli studî del matematico amer. N. Wiener (intorno al 1947), basati sulla riconosciuta analogia funzionale dei meccanismi di comunicazione e di autoregolazione (mediante il feedback) negli esseri viventi e nella macchina. La cibernetica integra nozioni e modelli neurofisiologici e biologicomolecolari con la teoria matematica dell’informazione, la teoria dei sistemi e la ricerca operativa, per progettare sistemi di controllo che comprendono processi di generazione, conservazione, trasmissione e utilizzo dell’informazione; tali sistemi sono incorporati sia nei servomeccanismi sia negli elaboratori elettronici.
Da https://it.wikipedia.org/wiki/Cibernetica
La parola greca antica kybernetes (κυβερνήτης) indica il pilota di una nave. La radice kyber sta per "timone" e trova un parallelo nel latino guber, che ritroviamo nel gubernator, timoniere. Kyber e guber fanno evidente riferimento ad una comune progenitrice indoeuropea che significava timone. In ambedue le lingue il termine ha anche un significato metaforico per indicare colui che guida o governa una città o uno Stato. Già in Platone è attestata l'accezione politica del termine che viene ripreso nel 1834 da Ampère. Per il controllo delle macchine, James Clerk Maxwell, nel 1868 nel suo lavoro sul funzionamento di un regolatore, introdusse il termine governor, per indicare il meccanismo di regolazione. "Indipendentemente da Platone ed Ampere, ma con un esplicito omaggio a Maxwell, il termine fu reintrodotto da Wiener nell'estate del 1947, anglicizzato in cybernetics, nell'atto di dare il titolo al proprio libro pubblicato l'anno successivo: Cybernetics or Control and Communication in the Animal and the Machine. Nelle intenzioni del suo autore, il libro proponeva un vasto programma di ricerca ed, in prospettiva, teneva a battesimo una nuova scienza, fondata appunto sullo studio unificato di animali e macchine dal punto di vista delle teorie del controllo automatico, della comunicazione e del calcolo automatico."
AEGVPTO CAPTA
(Questa immagine ha licenza CC BY-NC-SA 4.0).
Moneta della collezione del British Museum. Si ringrazia il Museo per aver messo a disposizione l'immagine con licenza CC BY-NC-SA 4.0.
Curator's comments: This denarius celebrates the successful conclusion of Octavian's Egyptian campaign. The conquest the Ptolemaic kingdom of Egypt in August 30BC removed the last obstacle to Octavian's achievement of supreme power in the Roman world. In 29 BC, Octavian returned to Rome for his official triumph (a triple one, primarily celebrating his successes at Actium and Alexandria
Augusto, magnus Gubernator, il gran Timoniere
Ci sono concetti che si ritrovano ben chiari in diverse epoche ed in diverse culture. Se non abbiamo dei testi scritti a raccontarci le cose del passato, ci sono degli oggetti che ci possono parlare attraverso le icone utilizzate. Questi oggetti sono le monete
Mentre guardavo una moneta d'Augusto, ho notato la messe di icone presenti. Ci parlano di lui e della sua età dell'oro.
(Questa immagine ha licenza CC BY-NC-SA 4.0).
Moneta della collezione del British Museum. Si ringrazia il Museo per aver messo a disposizione l'immagine con licenza CC BY-NC-SA 4.0.
C'è il Capricorno, il Signore del Tempo (*), la Cornucopia dell'abbondanza, il globo a simboleggiare il mondo (anzi, tutto il cosmo), ed un timone. Un timone? Esso rappresenta il fatto che Augusto era un magnus Gubernator. Era lui che dettava la rotta del mondo, un vascello che governava con le sue mani.
Magnus gubernator et scisso navigat velo et, si
exarmavit, tamen reliquias navigii aptat ad cursum. Un abile nocchiero sa navigare anche con la vela squarciata e, se ha perso il sartiame, tuttavia cerca di mantenere la rotta sfruttando quello che gli resta della nave. (Seneca, Lettera a Lucilio 30. Testo latino: L.D. Reynolds; Trad. Stefano Maso. Lucio Anneo Seneca è stato filosofo latino, 4 a.C.-65 d.C.).
Ecco da dove arriva il nostro "governo", dal gubernator latino. Ma prima ancora c'era il Greco, κυβερνάω. https://en.wiktionary.org/wiki/κυβερνάω From a Mediterranean substrate, probably Pre-Greek. Neumann sees it as a denominal verb from κύρβις (kúrbis, “turnable wooden cylinder”), from Proto-Indo-European *kʷerb- (“to turn”).
Nel secolo passato, c'è stato un altro Timoniere, Mao Zedong. Sotto la sua guida il partito comunista salì al governo cinese a seguito della vittoria nella guerra civile e della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, di cui dal 1949 fu presidente. Mao è comunemente chiamato Presidente Mao, ma anche soprannominato "Grande Timoniere" ( 伟大舵手, Wěidà Duòshǒu).
(*) Leandro Polverini. Augusto e il controllo del tempo. Studi su Augusto. In occasione del XX centenario della morte, a cura di G. Negri e A. Valvo, Torino 2016, 95-114.
https://www.academia.edu/29210185/Augusto_e_il_controllo_del_tempo
Sunday, June 2, 2019
Umberto Eco e la Terra piatta
https://www.ilpost.it/2015/06/11/umberto-eco-internet/
GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 - Il problema di Umberto Eco con internet
Il capitolo del libro di Luca Sofri sui giudizi sempre poco clementi di Eco nei confronti della Rete che inganna il mondo, oggi che se ne riparla
"Eco citava quindi quattro casi di falsità pubblicati tutti su mezzi di informazione tradizionale su supporti prima di tutto non digitali: di conseguenza la considerazione di Eco su internet risultava del tutto inesatta e infondata (e, inesatta e infondata, era pubblicata sull’«Espresso», giornale di carta). ... Ma qualunque sia stato il riflesso mentale che lo ha ingannato, la frase corretta con cui avrebbe dovuto concludere sarebbe stata invece questa: «I media tradizionali sono divenuti territorio anarchico dove si può dire di tutto senza poter essere smentiti. Per fortuna che internet spesso permette di conoscere e smentire cose che prima non era possibile».
Tre anni dopo, alla fine del 2014, «Repubblica» pubblicò in prima pagina un interessante articolo («La Terra non è mai stata piatta») in cui Umberto Eco spiegava come fosse un mito che prima di Cristoforo Colombo si ritenesse che la Terra fosse piatta: la sfericità della Terra era nota a molti studiosi dell’era antica e poi nel Medioevo, spiegava Eco. Ma una serie di equivoci e interpretazioni sbagliate aveva costruito nei secoli un’idea diversa, e proprio per smentire questa antichissima errata opinione Eco aveva scritto quell’articolo.
Che l’errore fosse radicato nella Storia e si fosse alimentato per secoli non solo lo spiegava quell’articolo di Eco, ma anche la stessa insistenza di Eco nel cercare di raccontare la verità. Un articolo di Eco del tutto simile era infatti stato pubblicato su «Repubblica» nel 2009 («La leggenda della Terra piatta») e uno, ancora di Eco, sull’«Espresso» nel 2005 («La solita storia della Terra piatta»).
Ma nella versione del 2014 appariva infine un nuovo responsabile di un errore storico vecchio di secoli: Malgrado molte leggende che ancora circolano su internet, tutti gli studiosi del medioevo sapevano che la Terra fosse una sfera.
Era colpa di internet se per secoli avevamo creduto il contrario."
Colgo l'occasione per rimandarvi al mio
From Rome to the Antipodes: The Medieval Form of the World
International Journal of Literature and Arts
Volume 1, Issue 2, September 2013, Pages: 16-25
Received: Aug. 10, 2013; Published: Sep. 10, 2013
http://article.sciencepublishinggroup.com/pdf/10.11648.j.ijla.20130102.11.pdf
GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 - Il problema di Umberto Eco con internet
Il capitolo del libro di Luca Sofri sui giudizi sempre poco clementi di Eco nei confronti della Rete che inganna il mondo, oggi che se ne riparla
"Eco citava quindi quattro casi di falsità pubblicati tutti su mezzi di informazione tradizionale su supporti prima di tutto non digitali: di conseguenza la considerazione di Eco su internet risultava del tutto inesatta e infondata (e, inesatta e infondata, era pubblicata sull’«Espresso», giornale di carta). ... Ma qualunque sia stato il riflesso mentale che lo ha ingannato, la frase corretta con cui avrebbe dovuto concludere sarebbe stata invece questa: «I media tradizionali sono divenuti territorio anarchico dove si può dire di tutto senza poter essere smentiti. Per fortuna che internet spesso permette di conoscere e smentire cose che prima non era possibile».
Tre anni dopo, alla fine del 2014, «Repubblica» pubblicò in prima pagina un interessante articolo («La Terra non è mai stata piatta») in cui Umberto Eco spiegava come fosse un mito che prima di Cristoforo Colombo si ritenesse che la Terra fosse piatta: la sfericità della Terra era nota a molti studiosi dell’era antica e poi nel Medioevo, spiegava Eco. Ma una serie di equivoci e interpretazioni sbagliate aveva costruito nei secoli un’idea diversa, e proprio per smentire questa antichissima errata opinione Eco aveva scritto quell’articolo.
Che l’errore fosse radicato nella Storia e si fosse alimentato per secoli non solo lo spiegava quell’articolo di Eco, ma anche la stessa insistenza di Eco nel cercare di raccontare la verità. Un articolo di Eco del tutto simile era infatti stato pubblicato su «Repubblica» nel 2009 («La leggenda della Terra piatta») e uno, ancora di Eco, sull’«Espresso» nel 2005 («La solita storia della Terra piatta»).
Ma nella versione del 2014 appariva infine un nuovo responsabile di un errore storico vecchio di secoli: Malgrado molte leggende che ancora circolano su internet, tutti gli studiosi del medioevo sapevano che la Terra fosse una sfera.
Era colpa di internet se per secoli avevamo creduto il contrario."
Colgo l'occasione per rimandarvi al mio
From Rome to the Antipodes: The Medieval Form of the World
International Journal of Literature and Arts
Volume 1, Issue 2, September 2013, Pages: 16-25
Received: Aug. 10, 2013; Published: Sep. 10, 2013
http://article.sciencepublishinggroup.com/pdf/10.11648.j.ijla.20130102.11.pdf