Notizia dell'antico Piemonte Traspadano: Marca di Torino, Marca d'Ivrea, Alpi Graie e Pennine, Volume 1. Jacopo Durandi
Nella Stamperia di Saverio Fontana, 1803 - Turin (Italy)
that is, ideas and information on Science and Technology, Archaeology, Arts and Literatures. Physics at http://physics-sparavigna.blogspot.com/
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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino
Friday, April 5, 2019
Thursday, April 4, 2019
Caburrum
Il Museo di Caburrum
http://www.abbaziasantamaria.it/museo-archeologico-di-caburrum/
http://www.abbaziasantamaria.it/museo-archeologico-di-caburrum/
"La scelta della collocazione della sede museale, oltre a valorizzare ulteriormente il complesso dell’Abbazia, si propone di sottolineare in maniera suggestiva il legame tra gli oggetti e le evidenze della cultura materiale con il loro contesto antico di provenienza: il Museo Archeologico sorge infatti sul sito dell’antico centro romano di Forum Vibii Caburrum, fondato da Caio Vibio Pansa Cetroniano probabilmente nel 45-44 a.C., in qualità di legato del governatore della provincia della Gallia Cisalpina, Giulio Cesare, o l’anno successivo, rivestendo la suprema carica di console. Il restauro dell’edificio iniziato a partire dal 1978 ha infatti permesso di scoprire, proprio al di sotto del piano pavimentale dei locali del tinaggio, importanti strutture murarie in fondazione ed un tratto di selciato stradale di periodo romano, in parte musealizzati e tutt’ora visibili, resti delle antiche abitazioni della realtà insediativa sorta a sud-est della Rocca."
https://it.wikipedia.org/wiki/Consoli_repubblicani_romani
Oggi, Forum Vibii e Caburrum sono fusi in un solo sito.
Oggi, Forum Vibii e Caburrum sono fusi in un solo sito.
Rivista di filologia e di istruzione classica, Volume 1, E. Loescher, 1873
Tuesday, April 2, 2019
Numismatica celtica
"Sulla numismatica celtica esistono diverse opere di sintesi [3-7] ma purtroppo, a nostra conoscenza, nessuna opera recente in lingua italiana (a parte l'interessante lavoro di Gaspani [7] sugli aspetti archeoastronomici della monetazione celtica). Per il nostro quadro riassuntivo seguiremo il rif. [3], salvo ove esplicitamente indicato.I Celti iniziarono a battere moneta all'inizio del III secolo .C. Prototipi furono conii di vario taglio, emessi in ambito ellenistico (in alcuni casi anche romani). Si pensa che i Celti abbiano conosciuto la moneta per via dei cospicui pagamenti ricevuti dai loro mercenari, attivi in tutto il Mediterraneo. I pagamenti erano effettuati prevalentemente in moneta aurea. Ciò diede impulso alla coniazione di moneta propria, anche per necessità, da parte dei nobili, di avere un comodo mezzo per compie-re atti di munificenza o remunerare i propri soldati. Si trattò, inizialmente, di monete d'oro o d'argento e, solo inseguito, di bronzo o rame, essendo le prime riservate alla tesaurizzazione o a pagamenti ufficiali e le seconde (insieme a monete argentee di piccolo taglio) a pagamenti quotidiani."
Moneta e Identità in Gallia Cisalpina
Stefano M Spagocci
Monday, April 1, 2019
Dal Iovi Optimo Maximo al D.O.M.
Deo optimo maximo, often abbreviated D.O.M. or Deo Opt. Max., is a Latin phrase which means "to the greatest and best god", or "to God, most good, most great". It was originally used as a pagan formula addressed to Jupiter. Its usage while the Roman Empire was a polytheistic state referred to Jupiter, the chief god of the Roman pantheon polytheists: Iovi Optimo Maximo (I.O.M.). When the Roman Empire adopted monotheism in the form of Christianity as the state religion, the phrase was used in reference to the Christian God. Its use continued long after the fall of the Roman Empire as Latin remained the ecclesiastical and scholarly language in the West. Thus the phrase, or its abbreviation, can be found on many Renaissance-era churches and other buildings.
Digital Atlas of the Roman Empire
Excellent atlas of the Empire! by Johan Åhlfeldt, Department of Archaeology and Ancient History, Lund University, Sweden.
http://dare.ht.lu.se/places/16199.html
http://dare.ht.lu.se/places/16199.html
Eccoci!
Sunday, March 31, 2019
La corazza di Giulio Cesare
MUSEI CAPITOLINI - RESTAURI, Margherita Albertoni, Francesco Paolo Arata, Anna Maria Carusi, Daniela Velestino, Emilia Talamo, Serena Ensoli Vittozzi, Maddalena Cima Di Puolo and Carla Salvetti. Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, Vol. 95, No. 1 (1993), pp. 175-293 (119 pages) Published by: L’Erma di Bretschneider
Notate i due grifoni affacciati simmetricamente.
Giulio Cesare alla Porta Palatina
Il Palazzo Senatorio di Roma si affaccia sulla piazza del Campidoglio. Il sito Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Senatorio dice che l'aula consiliare che conserva una statua di Giulio Cesare del I secolo a.C., per questo detta aula di Giulio Cesare, con sul pavimento un mosaico proveniente da Ostia antica. In verità, altri siti dicono che la statua è dell'età di Traiano e quindi del primo secolo d.C.
Quella che c'è presso la porta Palatina a Torino è una copia di questa statua.
Come è arrivata una copia della statua a Torino?
Ebbene, insieme alla statua di Augusto, è stata dono di Benito Mussolini alla città sabauda.
Porta Palatina
Porte Palatine (Roman ruins) with the Cardo. Torino: Porte Palatine con il cardo
2008. Courtesy Anassagora per Wikipedia.
Politecnico di Torino Dipartimento Casa-Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Torino 1984.
PORTA PALATINA
Piazza Cesare Augusto
Porta del lato settentrionale della cinta urbana di età romana.
Monumento di valore storico-artistico e documentario, con relativa area di pertinenza costituente integrazione storico- ambientale; esempio singolare anche per l'eccezionale stato di conservazione di porta urbana del I secolo a.C. - I secolo d.C.
Porta urbana aperta sul lato settentrionale, allo sbocco del cardo maximus, da cui partiva la strada per Roma, edificata contemporaneamente (età augustea) o negli anni immediatamente successiva (età flavia) alla creazione della cinta delle mura. Inglobata in strutture edilizie posteriori, fu conservata per intervento dell'ing. Antonio Bertola che ne impedì la demolizione all'inizio del XVIII secolo. Solo nella seconda metà dell'Ottocento iniziò la rivalutazione storica e scientifica con massicci interventi di restauro. Nel 1861 il Comune delibera l'isolamento della Porta Palatina e il restauro, durato fino al 1873, viene affidato a C. Promis. Vengono demoliti tutti gli edifici addossati alla porta e conservati (solo per l'autorevole intervento del Promis) i tratti delle mura adiacenti alle torri. Nel 1904 riprendono alcuni lavori di restauro sotto la direzione di A. D'Andrade, con lo scoprimento della base della torre orientale e il ritrovamento dei muri del cavaedium. I lavori interrotti per la guerra vengono ripresi nel 1932. Ultimi sondaggi e restauri nel 1937-38, con l'individuazione di strutture che fanno supporre l'esistenza di una porta precedente di età repubblicana.
Tavola: 41Bibliografia
Politecnico di Torino. Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984. Vai alla pagina digitalizzata
La Scheda completa sulla Porta Palatina la trovate al MuseoTorino.
Prima dei restauri, la Porta appariva così.
Forse oggi non si sarebbe più smantellate le strutture aggiunte nelle varie epoche.
Ma torniamo ad un fatto importante. Ci sono resti precedenti, di età repubblicana. Allora la deduzione della colonia di Augusto, è avvenuta in un posto già strutturato (castrum?). Vi ricordo che DEDURRE significa, con riferimento storico, dedurre una colonia (adattamento del lat. deducere coloniam), portare i coloni dalla madrepatria in altra sede, fondare una colonia. Allora, l'altra sede , dove si mettevano coloni, che potevano essere anche soldati congedati, non doveva essere necessariamente un terreno disabitato. Prendiamo l'esempio di Como. La Como nuova, dedotta da Giulio Cesare era stata fatta in un posto dove già c'era stata una colonia romana.
Per Torino, vi invito alla lettura di