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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

Thursday, February 7, 2019

Il tricolore

Crisi Italia-Francia: sul balcone del Municipio di Cuneo sventola la bandiera tricolore francese

http://www.targatocn.it/2019/02/07/leggi-notizia/argomenti/attualita/articolo/crisi-italia-francia-sul-balcone-del-municipio-di-cuneo-sventola-la-bandiera-tricolore-francese.html

La decisione è stata assunta dall’Amministrazione comunale in seguito all’annuncio di Parigi di aver richiamato l’ambasciatore di stanza a Roma.

“Un gesto di amicizia verso i cugini francesi e all’insegna dei valori più profondi dell’Europa che non possono essere messi in discussione e strumentalizzati a fini elettorali” commenta il sindaco Federico Borgna.

Lise Meitner — the forgotten woman of nuclear physics who deserved a Nobel Prize | WTOP

Lise Meitner — the forgotten woman of nuclear physics who deserved a Nobel Prize | WTOP


Test for Dark Matter

The uncertain future of particle physics Ten years in, Large Hadron Collider has failed to deliver exciting discoveries promised. Published:  February 06, 2019 16:52 By Sabine Hossenfelder, NYT

https://gulfnews.com/opinion/op-eds/the-uncertain-future-of-particle-physics-1.61682968

"Test for dark matter
I recently came across a promotional video for the Future Circular Collider that physicists have proposed to build at CERN. This video, which is hosted on the CERN website, advertises the planned machine as a test for dark matter and as a probe for the origin of the universe. It is extremely misleading: Yes, it is possible that a new collider finds a particle that makes up dark matter, but there is no particular reason to think it will. And such a machine will not tell us anything about the origin of the universe. Paola Catapano, head of audiovisual productions at CERN, informed me that this video “is obviously addressed to politicians and not fellow physicists and uses the same arguments as those used to promote the LHC in the ’90s.”

Edizioni Condaghes | In terra come in cielo (Augusto Mulas / Marco Sanna)

Edizioni Condaghes | In terra come in cielo (Augusto Mulas / Marco Sanna)

L´importanza  delle Pleiadi risale a epoche remote. Esiodo, prima figura storica della letteratura greca, nella sua opera Le opere e i giorni, descrive l´importanza che questo gruppo di stelle ebbe sia per la regolazione dei lavori agricoli che per la navigazione in mare aperto. Le ricerche antropologiche di noti studiosi come James Frazer dimostrano quanto il culto di questo asterismo fosse diffuso in tutte le latitudini. 
Il libro illustra l´ipotesi avanzata da Augusto Mulas - nell´opera L´isola sacra: ipotesi sull´uso cultuale dei nuraghi - che il nuraghe ´Santu Antine´ e i sette a esso limitrofi, siano stati collocati dall´uomo nuragico ricalcando lo schema delle Pleiadi. Nei pressi di Torralba è infatti presente un gruppo di otto nuraghi i quali, assieme a una domus de janas da poco rinvenuta, potrebbero riprodurre le Pleiadi, "in terra come in cielo". 


Il trailer del libro lo torvate all'indirizzo http://youtu.be/NcYI1uskRCE

Ildegarda di Bingen




 The Universal Man. Liber Divinorum Operum, Hildegard of Bingen, 1165. Copy of the 13th century.
Notate i quattro elementi, Fuoco, Acqua, Aria e Terra.

Da Wikipedia
La sua memoria liturgica cade il 17 settembre, giorno della sua morte (dies natalis). Tale giorno, secondo la tradizione, sarebbe stato "predetto" dalla santa a seguito di una delle sue ultime visioni. ... Papa Giovanni Paolo II, in una lettera per l'ottocentesimo anniversario della sua morte, salutò in Ildegarda come «Luce del suo popolo e del suo tempo» e la «profetessa della Germania», la donna «...che non esitò a uscire dal convento per incontrare, intrepida interlocutrice, vescovi, autorità civili, e lo stesso imperatore»(Corrado III, o Federico Barbarossa), e non esitò a fondare monasteri e parlare alle folle. Il 10 maggio 2012 papa Benedetto XVI ne estese il culto liturgico alla Chiesa Universale. Il 7 ottobre 2012 lo stesso papa Benedetto XVI proclamò santa Ildegarda di Bingen Dottore della Chiesa universale, unitamente al santo spagnolo Giovanni d'Avila.
Che cosa è il Dies Natalis di un santo, lo spiega il sito su Agapito di Praeneste.
"Per i credenti, il giorno della morte, ed ancor più il giorno del martirio, non è la fine di tutto, bensì il "transito" verso la vita immortale, è il giorno della nascita definitiva, in latino dies natalis. Si comprende allora il legame che esiste tra il "dies natalis" di Cristo e il dies natalis di ogni martire. Se Gesù non fosse nato sulla terra, gli uomini non avrebbero potuto nascere al Cielo. Proprio perché Cristo è nato, noi possiamo "rinascere"."

Augustus Σεβαστός

I due termini, Augustus e Σεβαστός, sono generalmente considerati equivalenti, entrambi significanti "venerabile". Ma non è proprio così al 100%. Vale anche il contesto culturale.
Augusto è un aggettivo dal lat. augustus, connesso con augur «augure»; propr. «consacrato dagli àuguri». Significa quindi degno di venerazione e di onore. Specificamente venne usato come titolo degli imperatori romani (a cominciare dal 27 a. C., con Ottaviano) e poi anche attributo a principi o  supreme autorità civili o religiose.  Σεβαστός ha invece il significato di "rispettabile" ed "onorabile". Rispettabile non significa proprio venerabile. In Grecia, patria della democrazia, non si vedeva il capo politico venerabile come gli dei dell'Olimpo.
Ossia, σεβάσμιος è diverso da ιερός.

Wednesday, February 6, 2019

Dante in Olanda


De Goddelijke Komedie in nederlandsche ... by Dante Alighieri

Pagina 9: il testo esatto, secondo la lezione che seguo, è "sì che parea che l'aere ne tremesse." (latinismo per "vibrare"), non "ne temesse". Il "tremesse" è proprio uno dei punti focali del mio "Suono E Silenzio Nella Divina Commedia: Alcuni Esempi Dall’Inferno Dantesco (Sound and Silence in the Divine Comedy: Some Examples from the Dantean Hell)".

Il traduttore della  Goddelijke Komedie in nederlandsche , Joan Bohl avvocato in Amsterdam si deve essere basato su quei libri italiani che leggono appunto "temesse", come il Sapegno. Io seguo la lezione del Petrocchi.

Vediamo tre belle sfide - in un oceano di belle sfide - che Bohl ha dovuto affrontare. Ovviamente ci sono le "anime prave" di Caron dimonio.

Un vecchio, bianco per antico pelo,
Gridando: Guai a voi, anime prave!
Wiens sneeuwwit haar zijn ouderdom liet gissen,
Hij schreeunde luis: Wee u, bedorven wichten!
Guai a voi, creature malvagie!

Ecco come se la cava col "ringhia" ed "avvinghia" di Minosse. 

Stavvi Minös orribilmente, e ringhia:
Esamina le colpe nell' entrata:
Giudica e manda, secondo ch'avvinghia.
Afschuüwlijk stond Minos hier, knarste, en spoorde
De schulden na bij ieders komst. Hij richtte,
En zond, met staart-gedraai, naar lager oorde.

In questo caso, il ruolo della rima Dantesca che lega "ringhia" con "avvinghia" è schiacciante. Notate anche le "virgole" più belle della letteratura. Bohl ha mantenute le virgole, saggiamente, ed ha trovato la rima.


Minosse al Monumento a Dante di Trento

Ed infine Bohl è stato bravissimo nel tradurre le parole di Francesca da Rimini.

Min, die geen minnaar  kwijtscheldt 't Min-verlangen,
Greep mij voor hem zoo sterk met welbehagen,
Dat, naar gij ziet, ik hem nóg aan blijf hangen.

Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
Mi prese del costui piacer si forte,
Che, come vedi, ancor non m'abbandonna.

Tuesday, February 5, 2019

Brittenburg

Brittenburg: Verdronken hoeksteen van het Romeinse Rijk,
Tom Buijtendorp.  ISBN: 9789088907586. Imprint: Sidestone Press
https://www.sidestone.com/books/brittenburg

From the Middle Ages until the end of 18th century, mysterious ruins regularly appeared on the  Katwijk coast. It was a fact displayed on Dutch maps. According to ancient literature, a Roman fort - Brittenburg - must have been located there. For centuries, people searched for the fort.  In 1960, some divers performed underwater investigation in vain. Today, a book reopens the "cold case".


Brittenburg (Arx Britannica or Castellum Britanicum) in an Ortelius Map (Abraham Ortelius, 1527-1598). The map was made for Lodovico Guicciardini's description of Nederlanden.  Guicciardini, 1521-1589, was an Italian writer and merchant from Florence who lived primarily in Antwerp from 1542 or earlier. To see his book, use the link https://amshistorica.unibo.it/185.

Wikipedia tells that Brittenburg was visible on the beach between Katwijk aan Zee and Noordwijk aan Zee after storms in the years of 1520, 1552 and 1562. "It was originally a large complex located at the mouth of the Oude Rijn, which today is believed to be about a kilometer westwards (offshore in the North Sea) of the current location of the European Space Research and Technology Centre." 

A detailed discussion of Brittenburg, that is, about old documents and maps  is also given by the author of the new book, Tom Buijtendorp, at

Besides Ortelius Map, there is another map quite interesing where we can see the fort in the landscape.


It is a painting of the Brittenburg fort in Katwijk aan Zee, 17th century. Courtesy Rijksmuseum van Oudheden . The caption tells: "After a storm in the 16th century, the remains of what is believed to have been a Roman structure became visible. They have not been seen since, although extensive archaeological research has taken place." The castle looks different from Ortelius' one. In any case, note the white labels. They are reporting the cardinal directions. We can use them to rotate due North  the map. Here the result (a little bit of Retinex to see the ruins...).



It looks like a satellite image. Actually, I find this cardinal orientation of the fort - if it is so - very interesting. I am not surprised to find a Roman fort - or a Roman colony - having a perfect cardinal orientation, or an orientation of the main axis to sunrise or sunset on specific days of the years (see for instance, the discussions about Timgad and Hardknott fort in Britannia).
From its square layout it seems a Roman fort (circular structures had been added during middle ages). As told by the article: "Gezien de strandbreedte van circa 130 meter bij laag water, strekten de waarnemingen zich dus minimaal over die lengte uit. Kennelijk was de Brittenburg aanzienlijk groter dan het 240 voet (75 meter) lange gebouw dat op latere plattegronden staat afgebeeld.". So let us estimate a size of about 75 meters. It could have been a fort smaller than the Hardknott fort, that you can see in the next image. From gate to gate, we have 112 meters. It seems that Brittenburg had inside a structure like the central part we can see in the Hardknott fort.

Hardknott Fort. Courtesy Google Earth,


Site http://www.rodinbook.nl/indexbrittenburg.html is giving a map, on which surveying directions are given too. It seems from this map that the orientation of Brittenburg was not cardinal (a deviation of about 14° is given). Actually, as explained by Wikipedia, the old picture by Ortelius for Guicciardini was used later for such a land surveyor's draft. "The current location of Brittenburg fort is controversial" this is adding the above mentioned site, which continues "The general view is that the ruins are somewhere under the sea near Katwijk. My view is that Brittenburg is still on the coast near Katwijk. The compass direction and the distance to Katwijk as indicated on the oldest map have not been subject to coastal erosion. ... Calculations based on the data on this surveyor's plate show that the Brittenburg should be located near the current canal. ... Hope exists that Brittenburg can be found." The read of Buijtendorp's book will be quite interesting to learn his point of view concerning the location of the fort, and his discussion about the layout and orientation of Brittenburg.
In fact, the search for the Roman Fort is still open.

In any case, there is a curious story concerning the Katwijk coast, Caligula and the Tower of Kalla, a Roman lighthouse. Suetonius wrote it. According to Wikipedia, the emperor lined up his soldiers and artillery on the beach and declared war on Neptune. After that Caligula claimed victory over the sea, he commanded his men to collect shells as war booty. As a monument to this victory he built a tall lighthouse. People called this tower, the "Kalla's tower" (Kalla = Caligula).

OK, more or less. He had not declared war on Neptune indeed. Suetonius tells: "Postremo quasi perpetraturus bellum, derecta acie in litore Oceani ac ballistis machinisque dispositis, nemine gnaro aut opinante quidnam coepturus esset, repente ut conchas legerent galeasque et sinus replerent imperavit, "spolia Oceani" vocans "Capitolio Palatioque debita," et in indicium victoriae altissimam turrem excitavit, ex qua ut Pharo noctibus ad regendos navium cursus ignes emicarent; pronuntiatoque militi donativo centenis viritim denariis, quasi omne exemplum liberalitatis supergressus: "Abite," inquit, "laeti, abite locupletes." "
"Finally, as if he intended to bring the war to an end, he drew up a line of battle on the shore of the Ocean, arranging his ballistas and other artillery; and when no one knew or could imagine what he was going to do, he suddenly bade them gather shells and fill their helmets and the folds of their gowns, calling them "spoils from the Ocean, due to the Capitol and Palatine." As a monument of his victory he erected a lofty tower, from which lights were to shine at night to guide the course of ships, as from the Pharos. Then promising the soldiers a gratuity of a hundred denarii each, as if he had shown unprecedented liberality, he said, "Go your way happy; go your way rich." "
The lofty tower mentioned by Suetonius suggested that Brittenburg were a lighthouse.

Cassius Dio tells the following. "And when he [Caligula] reached the ocean, as if he were going to conduct a campaign in Britain, and had drawn up all the soldiers on the beach, he embarked on a trireme, and then, after putting out a little from the land, sailed back again. Next he took his seat on a lofty platform and gave the soldiers the signal as if for battle, bidding the trumpeters urge them on; then of a sudden he ordered them to gather up the shells. Having secured these spoils (for he needed booty, of course, for his triumphal procession), he became greatly elated, as if he had enslaved the very ocean; and he gave his soldiers many presents. The shells he took back to Rome for the purpose of exhibiting the booty to the people there as well."

It seems that Caligula intended to have a campaign in Britannia, and that this campain was aborted for some reason on the shore of the ocean. His actions were derided by ancient historians, in particular in describing the order to collect seashells.

"While repeating the earlier stories, the later sources of Suetonius and Cassius Dio provide additional tales of insanity. They accuse Caligula of incest with his sisters, ... They state he sent troops on illogical military exercises ... and, most famously, planned or promised to make his horse, Incitatus, a consul, and actually appointed him a priest. The validity of these accounts is debatable. In Roman political culture, insanity and sexual perversity were often presented hand-in-hand with poor government. Caligula's actions as emperor were described as being especially harsh to the senate, to the nobility and to the equestrian order. According to Josephus, these actions led to several failed conspiracies against Caligula. Eventually, officers within the Praetorian Guard led by Cassius Chaerea succeeded in murdering the emperor. ... The situation had escalated when, in 40 AD, Caligula announced to the Senate that he planned to leave Rome permanently and to move to Alexandria in Egypt, where he hoped to be worshiped as a living god. The prospect of Rome losing its emperor and thus its political power was the final straw for many. "

We have already stressed the importance of Alexandria in
https://stretchingtheboundaries.blogspot.com/2019/01/dopo-azio.html
Caligula was insane to think he could change the course of history, moving his seat from Rome to Alexandria in Egypt. The Senate could tolerate a horse among the senators, not a seat of the empire different from  Rome.

Sunday, February 3, 2019

Lex Julia de Civitate

La Lex Iulia de civitate latinis et sociis danda fu una legge romana promulgata da Lucio Giulio Cesare nel 90 a.C., successivamente integrata da altre due leggi. Essa venne promulgata durante il periodo della Guerra sociale, anni 91-88 a.C. Roma, consapevole di non poter gestire la rivolta antiromana con il mero uso delle armi, estese la cittadinanza ai Latini restati fedeli o che avessero deposto le armi contro Roma. Conseguenza fu la trasformazione delle numerose comunità italiche in municipia.
La guerra sociale (dal latino socius, alleato), denominata anche guerra italica (bellum Italicum) o guerra Marsica (bellum Marsicum) dal 91 all'88 a.C. vide opposti Roma e i municipia dell'Italia fin allora alleati del popolo romano.


Augusta Taurinorum nella Gallia Cisalpina

"A colony near the Po and Dora rivers, founded probably ca. 25 B.C., about the time that the capital of the Salassi (Augusta Praetoria Salussorum) was founded. Both reflect Roman strategic needs and tactical initiatives in the area W of the Po valley. The Romans also needed new centers for veterans and for those incolne whom the Lex Pompeia de Gallia Citeriore had Romanized."
http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus:text:1999.04.0006:entry=augusta-taurinorum

GALLIA CISALPINA (o Gallia Citerior, Κελτικὴ ἡ ἐντὸς Αλπεων). - Si disse così in età romana, per contrapposto a Gallia trans Alpes o Transalpina, quella regione della penisola italica che rimane a settentrione della linea Ariminum-Pisae (Rimini-Pisa), dove giungeva, sino all'anno 90 a. C. e alla lex Iulia de civitate, l'Italia in senso stretto della parola. La Gallia Cisalpina fu - come si crede - organizzata a provincia da Silla, che per primo stabilì, secondo uno dei cardini della sua riforma, un confine politico fra l'Italia sottoposta alle magistrature ordinarie romane, dove un comando di truppe non doveva essere di regola tenuto, e la Gallia sottoposta per necessità a un magistrato fornito d'imperio proconsolare. Silla avrebbe anche portato il confine d'Italia dal fiume Aesis (l'Esino) al Rubicone, limite settentrionale del territorio di Rimini. Secondo altri l'organizzazione della Gallia Cisalpina a provincia sarebbe avvenuta in conseguenza della legge Vatinia che nel 59 a. C. assegnò a Cesare le provincie galliche; secondo altri, meno verosimilmente, nel 217 o nel 206 a. C. La provincia fu soppressa nel 42 a. C., dopo la battaglia di Filippi, quando il confine d'Italia fu portato al nord fino ai piedi delle Alpi e ad est dapprima sino al fiume Formio (odierno Risano poco a sud di Trieste), dipoi con Augusto sino al fiume Arsia (odierno Arsa) sul Quarnero.
Nell'età dell'indiscussa esistenza della provincia Gallia Cisalpina, e cioè dal 59 al 42, la provincia abbracciava approssimativamente il territorio dei Liguri e dei Galli Cisalpini, e il territorio dei Veneti: ... . Il territorio a settentrione dei grandi laghi alpini e la Valtellina erano ancora indipendenti da Roma; e indipendente era la massima parte delle altre popolazioni alpine. I Salassi della Val d'Aosta furono sottomessi solo nel 25 a. C., e i popoli delle Alpi occidentali e centrali non entrarono nell'organizzazione politica di Roma prima del 15 o del 14 a. C. Per riferirci alla posteriore divisione augustea dell'Italia in undici regioni, possiamo dire che della Gallia Cisalpina facevano parte - nei limiti fino allora sottoposti ai Romani - le regioni VIII (Gallia cis Padum o Aemilia), IX (Liguria), X (Venetia et Histria), XI (Transpadana). ...
Quando in dipendenza della guerra sociale e per effetto della lex Iulia de civitate (90 a. C.) e della lex Plautia Papiria (90-89 a. C.) le colonie latine divennero municipî romani, e la cittadinanza romana fu concessa anche alle città confederate, quasi tutta la Gallia a mezzogiorno del Po (l'espressione Gallia cispadana non fu mai adoperata dagli antichi) perveniva al diritto di città. Oltre alle colonie romane di Parma e di Mutina, e oltre alle colonie latine di Placentia e di Bononia, si erano infatti venuti costituendo tra il Po e il Rubicone, per effetto specialmente delle larghe assegnazioni viritane, numerosi centri romani che, per trovarsi di norma iscritti alla tribù Pollia, ci dànno un'idea dell'intensità della colonizzazione romana. Sono di fondazione romana e - per quei centri di cui la tribù è nota - iscritti alla Pollia i Fora Clodii, Cornelii, Druentinorum, Lepidi (più spesso detto Regium Lepidi), Licinii, Livii (?), Popilii, Forum Novum, e anche Claternae, Faventia, e, come sembra, Fidentia. In territorio romano erano altresì Tannetum, e, a cagione della sua ubicazione, certo anche Caesena. Tra le città confederate è soprattutto da ricordare Ravenna.
Ma nella Cisalpina a settentrione del Po (che fu detta di poi Italia transpadana e Regio Transpadana), pochi erano i centri romani, all'infuori delle antiche colonie latine di Cremona e di Aquileia, e oltre la colonia romana di Dertona (od. Tortona) fondata circa il 120 in territorio dei Liguri, e l'altra colonia romana di Eporedia (od. Ivrea) fondata nel 100, dopo la vittoria dei Campi Raudî; onde relativamente scarse erano le popolazioni che, pur dopo la lex Iulia de civitate, godevano dei diritti di città o della latinità (di Aquileia taluni credono che rimanesse colonia di diritto latino anche dopo la lex Iulia). Per venire incontro ai desiderî di tali popolazioni fu votata una lex Pompeia de Gallia citeriore che con una finzione giuridica trasformò in colonie di diritto latino quei comuni che avevano già un sufficiente grado di civiltà e di romanizzazione. Nel territorio dei veneti divennero colonie di diritto latino Ateste, Patavium, Vicetia; il territorio dei Cenomani divenne la colonia latina di Brixia, il territorio degli Orumbovii fu organizzato nella colonia di Bergomum, quello dei Boi alla sinistra del Po nella colonia di Laus Pompeia (od. Lodi), quello degli Insubri nella colonia di Mediolanum, quello dei Laevi nella colonia di Ticinum (od. Pavia); quello dei Vertamacori nella colonia di Novaria, quello dei Libici nella colonia di Vercellae; colonia di diritto latino divenne anche l'etrusca Mantua. Sulla destra del Po divennero colonie latine, nel territorio dei Liguri, Veleia (od. Velleia), Aquae Statiellae (od. Acqui), Albingaunum (od. Albenga) - centri rispettivamente dei territorî dei Veleiates, degli Statielli e degl'Ingauni - e senza dubbio anche Alba Pompeia (od. Alba), Genua (od. Genova), Tigullia, Libarna (od. Serravalle). Quanto ai distretti montani che non avevano raggiunto ancora un grado di cultura bastevole per essere organizzati a colonie latine, essi furono attribuiti o alle colonie latine di nuova formazione, o ai preesistenti comuni di diritto romano.
Finalmente nel 49 a. C. ai Transpadani fu conferito da Cesare il pieno diritto di città, come essi ardentemente desideravano. Nel 42 a. C. la Gallia Cisalpina, riunita all'Italia, cessò di esistere come provincia. La denominazione Gallia Cisalpina rimase però ancora nell'uso corrente, secondo che indicherebbe l'intitolazione di una delle leggi che regolarono l'organizzazione dei nuovi municipî, e cioè la lex de Gallia Cisalpina, da taluni ritenuta posteriore al 42 a. C.
GALLIA CISALPINA di Salvatore Aurigemma - Enciclopedia Italiana (1932)

Nel testo del 1932 è evidente l'equivalenza cultura e grado di civilizzazione con romanizzazione.