Welcome!

Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

Sunday, January 20, 2019

Madonna dei Boschi, Boves, Cuneo


Affrescho del Santuario della Madonna dei Boschi, Boves. Courtesy: Mattis, Wikipedia. 

Tribules

La Regio XI (Transpadana) - parte occidentale. Silvia Giorcelli Bersani, Mattia Balbo


Abstract
In the Roman Age the organization of the territory north of the Po river was accomplished intermittently: at first with a sort of indirect control reproducing pre-existing schemes of rural organization; then, during the age of Caesar and Augustus, by means of municipal organization. Consequently, also the ascription of individual communities to a tribe reproduces the same fragmentary character. In this area 12 tribes are recorded, with a strong concentration of Stellatina in Augusta Taurinorum. The scant available evidence does not allow a reconsideration of the model established by Mommsen and Kubitschek: on the contrary, the few new inscriptions attesting tribes confirm such a model. By the way, it must be noticed that the need of inserting the tribe among the tria nomina belongs, in a recently romanized area, to people striving to show their new status of Roman Citizens. This phenomenon belongs exclusively to the urban context, while rural areas seem not involved in it: a good example is provided by the case of the ager of Augusta Taurinorum, where nobody shows tribe, not even the municipal élite. Furthermore, available evidence shows the considerable presence of soldiers among the tribules, proving that the military career guaranteed a considerable improvement of personal status.

"L’iscrizione alla Stellatina della colonia di Augusta Taurinorum (e della non lontana Forum Vibii Caburrum) 17 è documentata da un cospicuo numero di epigrafi cittadine (22 tribules) ed è presente, come è lecito attendersi, nell’onomastica dei personaggi più in vista, protagonisti di carriere senatorie ed equestri e titolari di magistrature e cariche religiose: per costoro la città era il luogo per eccellenza dell’autorappresentazione sociale, l’ambiente ove era utile spendere meriti, qualifiche e esibizione della acquisita civitas; molto consistente anche il numero di cittadini taurinensi defunti extra regionem, ... A fronte di una significativa concentrazione di Stellatina ad Augusta Taurinorum, l’agro settentrionale della colonia presenta una situazione del tutto diversa: in questo territorio compreso fra Orco e Stura, sede di piccoli insediamenti rurali e luogo di ritrovamento di un cospicuo numero di iscrizioni (databili, complessivamente, nel I-II secolo d.C.), la tribù non è mai indicata, nemmeno nelle iscrizioni dei responsabili dell’organizzazione municipale (verosimilmente taurinensi con possedimenti in campagna)".


Liliana Mercando e il suo studio archeologico del Piemonte Settentrionale

Mercando Liliana. Note su alcune città del Piemonte settentrionale. In: La Città nell'Italia settentrionale in età romana.  Morfologia, strutture e funzionamento dei centri urbani delle Regiones X e XI Atti del convegno di Trieste (13-15 marzo 1987)
Rome : École Française de Rome, 1990. pp. 441-478. (Publications de l'École française de Rome, 130);
https://www.persee.fr/doc/efr_0000-0000_1990_act_130_1_3847

Questo è un articolo estremamente interessante. Non si limita al Piemonte romano ma cerca le radici più antiche.

"È evidente l'importanza geografica dell'area su cui sorse la città romana, alla confluenza di due fiumi, il Po e la Dora Riparia, allo sbocco delle valli alpine e al centro di un vasto sistema insediativo e di un territorio il cui sfruttamento agricolo aveva già in precedenza offerto notevoli testimonianze 46. Alla coltivazione dei campi e all'allevamento del bestiame dovettero unirsi numerose altre attività in parte documentate specificamente in città da ritrovamenti ed iscrizioni 47, mentre non è da trascurare l'importanza che dovette avere per l'economia della zona il traffico fluviale sul Po 48. Come s'è accennato, insediamenti collinari furono con probabilità i precedenti della città romana; nulla di preciso si è scoperto per confermare ο meno l'ipotesi circa l'esistenza dell'originaria Taurasia sullo stesso sito di Augusta Taurinorum, e la doppia deduzione della colonia, prima Julia e nel 29-28 Augusta 49. Sicuramente fu un centro notevole, all'incrocio delle grandi direttrici di traffico nord-sud ed est-ovest, dalle valli alpine e dai passi d'oltralpe alle aree meridionali dell'odierno cuneese, verso la Liguria,  ... La vasta centuriazione 50 riconosciuta verso Eporedia, a nord, e Carreum Potentia a est, ancora ricorda l'intervento romano sul territorio, mentre una non meno importante rete viaria minore è ancora riscontrabile, anche a seguito della dislocazione dei ritrovamenti archeologici 51. "

L'articolo vi mostra anche una fotografia del decumano, quello vero. E' una foto del 1980.


Passava il tram in Via Garibaldi. Oggi non più. Nella foto vedete appunto le rotaie.


Vi faccio vedere il decumano anche da un altro punto di vista.


Ringrazio il sito Museo Torino
e la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie.
L'uso dell'immagine è fatta a solo scopo di studio e divulgazione storico-scientifica.



Saturday, January 19, 2019

Dopo Azio

http://www.silviaronchey.it/articolo/1/612/E-infine-Augusto-cre-gli-Stati-Uniti-di-Roma

 Uno spunto di riflessione




Amedeo Avogadro e le “splüe” del 1821

Dall'articolo
Amedeo Avogadro Come Ritratto Da Eligio Perucca in Un Articolo Del 1957

Con l’arrivo alla cattedra di fisica dell’Università, sembra che Amedeo Avogadro abbia finalmente raggiunto uno status che gli permette di continuare tranquillamente i suoi studi scientifici. Ma non è così. Siamo infatti nel periodo dei moti del 1820-21, rivoluzioni organizzate da società segrete, come la Carboneria, che hanno finalità costituzionali, liberali e, in Italia, anche talora indipendentistiche e unitarie [45]. In Piemonte, si cercò addirittura di coinvolgere la dinastia sabauda nella rivoluzione.
Si voleva forzare il re Vittorio Emanuele I (1759-1824) ad accordare la Costituzione, e liberare Milano dagli austriaci, al grido di Vittorio Emanuele Re dell’Italia del Nord. Erano della congiura il Conte Santorre di Santarosa (1783-1825), Carlo Asinari di San Marzano e Giacinto Provana di Collegno. Il Santarosa doveva persuadere il giovane Carlo Alberto di Savoia Carignano ad aderire al piano, ma Carlo Alberto era titubante. I rivoluzionari allora ruppero gli indugi: il 10 marzo 1821 alcuni ufficiali della guarnigione di Alessandria si ammutinarono, imitati da alcuni reparti in Torino.
Il re rimase fermo nel suo rifiuto di concedere la costituzione ed abdicò in favore del fratello Carlo Felice (1765-1831), Dato che il nuovo re era a Modena, lasciò a Torino Carlo Alberto come reggente. Carlo Alberto concesse la costituzione, mentre Santarosa lo scongiurava di marciare su Milano.
Intanto Torino era rimasta indifferente a questa rivoluzione, come anche le provincie. E solo una piccola parte dell’esercito aveva aderito alla sollevazione. Il nuovo re arrivò a Torino il 16 marzo del 1821. Con un proclama, Carlo Felice dichiarava ribelli gli aderenti alla rivoluzione e sconfessava l’operato di Carlo Alberto, che doveva subito presentarsi a Novara, presso le truppe fedeli al monarca, altrimenti sarebbe stato diseredato. Il reggente obbedì e raggiunse Novara. Il piccolo esercito messo insieme dal Santarosa cercò di raggiungere il milanese, ma nei pressi di Vercelli, l’8 aprile 1821, l’armata imperiale li disperse con facilità. Finiva così la rivoluzione piemontese, ma non finivano le battaglie di Santarosa, che morì nel 1825 combattendo per l’indipendenza della Grecia [46].
Torniamo ai provvedimenti repressivi di Carlo Felice. Con decreto del 24 Luglio 1822, sopprime alcune cattedre universitarie tra le quali è quella di “fisica sublime”, cioè la cattedra di Fisica all’Università. “Il Sig. Cav. Avogadro avrà a godere dell'annuo trattenimento di L. 600 sulla Cassa dell'Università, sino a che sia destinato ad altro impiego.” Due anni dopo, nel 1824, gli è confermato l'annuo trattenimento di L. 300, come pensione per l'insegnamento di Vercelli. Totale, L. 900 annue. Ma di lì a qualche mese Avogadro è nominato “Mastro-Uditore sedente in Magistrato nella Reale Camera dei Conti,” una carica di cui nello stesso 1824 divenne titolare e che conservò per tutta la vita [3]. Nelle Memorie della Reale Accademia delle Scienze di Torino del 1829, leggiamo infatti che Avogadro era il “Cavaliere Amedeo Avogadro di Quaregna, Professore Emerito di Fisica sublime nella Regia Università, Mastro Uditore nella Regia Camera de’ Conti”. Era professore emerito, perché la cattedra era stata soppressa. “È noto quali colpe macchiassero l'Alma Mater di Torino: nei suoi giovani fu il fermento delle “prime splüe”, le prime scintille ancor solo vagamente consapevoli del risorgimento.” [3] Non è noto quali colpe gravassero sul professore di fisica, “che [se] ci è facile immaginar col cervello pieno di molecole integranti, ci è difficile immaginar nelle vesti del cospiratore.” [3] Ispezioni fatte per l'occasione lo trovarono esente da connivenze. Era finito in una rappresaglia dovuta al clima dell’epoca. Come dice Wikipedia, per un sospetto entusiasmo per questi movimenti, l'università era stata “lieta di permettere a questo interessante scienziato, di prendere una pausa di riposo dai pesanti doveri dell'insegnamento, in modo da essere in grado di dare una migliore attenzione alle sue ricerche.” [47] A proposito di quanto gli era accaduto, Perucca ci dice che Avogadro non ne parla. 
Nell’immensa mole di pagine vergate di suo pugno, raccolte nella Biblioteca Civica, non si trova “un cenno che amarezza, scoraggiamento, irritazione, ribellione lo invadano, o almeno alberghino in lui. Se scritti privati, se un epistolario di Amedeo Avogadro [dice Perucca] esistono, essi sono tuttora ben ignorati; d'altronde troppo raccolta fu la sua vita, troppo tacita la sua morte, troppo tardo il suo riconoscimento, perché io osi sperare ancor fruttuosa la ricerca dello storico, e mutevole il ritratto di Avogadro.” [3]
Avogadro comunque continua le sue ricerche di fisica e chimica. La cattedra gli viene restituita con nomina del 28 Novembre 1834 di re Carlo Alberto, per “l'insegnamento provvisionale”, finché altrimenti disposto. In verità gli viene data dopo che l’aveva lasciata Cauchy, che l’aveva tenuta per un anno [47]. Il 10 Dicembre 1848, il Consiglio universitario chiede al Magistrato della Riforma che Avogadro sia nominato Professore effettivo. Secondo Perucca, “non risulta che la proposta abbia avuto seguito.” 

Thorbecke



Johan Rudolph Thorbecke

Johan Rudolf Thorbecke (1798 – 1872) è stato un politico olandese, tre volte primo ministro dei Paesi Bassi. Dopo aver studiato Letteratura classica e Filosofia ad Amsterdam e in Germania gli viene offerta la cattedra di Storia delle Relazioni Internazionali all'Università di Gand.
A seguito dei moti del 1848 il re Guglielmo II nomina Thorbecke a capo di un comitato incaricato di rivedere la costituzione. Le proposte di emendamento di Thorbecke, che limitavano i poteri del sovrano introducendo elezioni dirette e la libertà di religione, vennero approvate dal Parlamento e la nuova Costituzione olandese venne proclamata il 3 novembre 1848.

Ecco la sua tesi di Dottorato
Johannis Rudolphi Thorbecke commentatio de C. Asinii Pollionis vita et studiis doctrinae
Hazenberg, 1820

Friday, January 18, 2019

De Bello Gallico by Julius Caesar (Dutch)

C'è un libro che propone in Olandese una traduzione del De Bello Gallico. Eccolo:
C. Julius Cesars Aantekeningen der Gallische, burgerlyke, Alexandrynsche, Africaansche, en Hispanische oorlogen, Volume 1. Caius Julius Caesar. by Nicolaas ten Hoorn, 1709



Thursday, January 17, 2019

Le Terrenuove Fiorentine e il Solstizio d'Estate

Le Terrenuove Fiorentine e il Solstizio d'Estate

Pax Romana, in particolare sulle Alpi

https://en.wikipedia.org/wiki/Pax_Romana

"The Pax Romana is said to have been a "miracle" because prior to it there had never been peace for so many centuries in a given period of history. However, Walter Goffart wrote: "The volume of the Cambridge Ancient History for the years A.D. 70–192 is called 'The Imperial Peace', but peace is not what one finds in its pages".[4] Arthur M. Eckstein writes that the period must be seen in contrast to the much more frequent warfare in the Roman Republic in the 4th and 3rd centuries BC. ... The first known record of the term Pax Romana appears in a writing by Seneca the Younger in 55 AD.[6] The concept was highly influential, and the subject of theories and attempts to copy it in subsequent ages. Arnaldo Momigliano noted that "Pax Romana is a simple formula for propaganda, but a difficult subject for research."[7] In fact, the "Pax Romana" was broken by the First Jewish–Roman War, the Kitos War (also in Judea, 115–117), the Bar Kokhba Revolt (also known as the Third Jewish–Roman War), the Roman–Parthian War of 58–63, Trajan's Roman–Parthian War of 113, the Dacian Wars, various battles with Germanic tribes, including the Teutoburg Forest, and Boudica's war in Britain in AD 60 or 61."
Così dice Wikipedia in Inglese sulla Pax Romana.

La Pax Romana, anche spesso definita come Pax Augusti, è generalmente intesa come un lungo periodo di pace imposto, all'interno dell'Impero romano, dalla presa del potere da parte di Augusto. Questo periodo viene, di solito, fatto partire dal 29 a.C., quando Augusto dichiarò la fine della grande guerra civile romana del I secolo a.C.. Il periodo di pace è fatto finire con la morte di Marco Aurelio attorno al 180. La pax romana significava, apparentemente, la fine delle dispute e delle guerre civili che avevano tormentato la Repubblica. Non significò però che Roma non fosse in guerra. Non erano più le epiche guerre contro Cartagine ed Annibale o le guerre per fronteggiare i Cimbri, o le guerre di Cesare, ma erano guerre, combattute anche da Augusto. Tra il 68 ed il 69 d.C. c'è anche stata una guerra civile,  che iniziò con la fine del principato di Nerone e finì con Vespasiano, unico imperatore. Si combattevano  quattro imperatori: Galba, Otone, Vitellio e Vespasiano.
Torniamo ad Augusto. Alcune guerre da lui combattute erano contro i popoli alpini. Per le Alpi, la Pax  di Augusto significò la pacificazione della regione ed il controllo delle vie di comunicazione tra l'Italia, la Francia e la Svizzera (uso termini moderni, per circoscrivere la geografia al settore occidentale delle Alpi). Per esempio, il colle del Monginevro non era nel territorio controllato da Roma. Il confine era tra Susa ed Ocelum, centro presso l'odierna Avigliana. Susa era nel territorio controllato dai Cozii. Giulio Cesare, per passare dall'Italia alla Gallia, aveva dovuto fare un accordo proprio con il re Donno dei Cozii. Il successore di Donno, Cozio, stabilì un trattato con Augusto. Gli altri popoli non fecero lo stesso, tentando di mantenere la loro autonomia.
Così dice https://it.wikipedia.org/wiki/Conquista_di_Rezia_ed_arco_alpino_sotto_Augusto
"Quasi a dispetto dell'indole apparentemente pacifica di Augusto, il suo principato fu il più travagliato da guerre di quanto non lo siano stati quelli della maggior parte dei suoi successori. Solo Traiano e Marco Aurelio si trovarono a lottare contemporaneamente su più fronti, al pari di Augusto. Sotto Augusto, infatti, furono coinvolte quasi tutte le frontiere, dall'oceano settentrionale fino alle rive del Ponto, dalle montagne della Cantabria fino al deserto dell'Etiopia, in un piano strategico preordinato che prevedeva il completamento delle conquiste lungo l'intero bacino del Mediterraneo ed in Europa, con lo spostamento dei confini più a nord lungo il Danubio e più ad est lungo l'Elba (in sostituzione del Reno)."
Uno dei popoli che Augusto doveva ridurre sotto il suo controllo era quello dei Salassi, per poter controllare i passi alpini della Valle d'Aosta (sempre usando la geografia moderna).
https://stretchingtheboundaries.blogspot.com/2019/01/i-salassi-e-larco-di-augusto-ad-aosta.html
I Salassi furono sconfitti e, secondo Strabone, venduti in massa come schiavi, mentre Cassio Dione minimizza la loro riduzione in schiavitù. Nel 24 a.C. Aulo Terenzio Varrone Murena creò la colonia di Augusta Praetoria Salassorum (Aosta) nel cuore del territorio dei Salassi.
Dice Strabone nella sua Geografia: "And once these men robbed even Caesar of money and threw crags upon his legions under the pretext that they were making roads or bridging rivers. Later on, however, Augustus completely overthrew them, and sold all of them as booty, after carrying them to Eporedia, a Roman colony; and although the Romans had colonised this city because they wished it to be a garrison against the Salassi, the people there were able to offer only slight opposition until the tribe, as such, was wiped out. Now although the number of the other persons captured proved to be thirty-six thousand and, of the fighting men, eight thousand, Terentius Varro, the general who overthrew them, sold all of them under the spear (sub hasta). And Caesar sent three thousand Romans and founded the city of Augusta in the place where Varro had pitched his camp, and at the present time peace is kept by all the neighbouring country as far as the highest parts of the passes which lead over the mountain."
Al link https://it.wikipedia.org/wiki/Salassi trovate una cosa diversa: "Le ultime resistenze organizzate cessarono nel 25 a.C. con la fondazione di Augusta Praetoria, l'attuale Aosta, attraverso la concessione del diritto romano agli abitanti." Sarebbe bene notare che gli abitanti di Augusta erano già romani, mentre ai Salassi, almeno inizialmente, non venne dato il diritto romano.

Desidero fare un'osservazione. Si dice "guerra" con Giulio Cesare e "pace" con Augusto, ma attenzione, Augusto applicava ai vinti lo stesso diritto dei Popoli che Cesare, Ariovisto e Vercingetorige conoscevano ed applicavano. Era quel diritto che diceva che il vincitore faceva quel che voleva dei vinti. Nl caso dei Salassi li ha fatti vendere come schiavi, non gli hato il diritto romano. La differenza  tra Cesare ed Augusto è che Augusto è riuscito a plasmare la sua immagine e tramandare le sue gesta, sottolineando concetti di pacificazione e di guerra giusta. Del resto, a Cesare questa opportunità è stata tolta dal suo assassinio.
Si veda https://stretchingtheboundaries.blogspot.com/2019/01/sulle-res-gestae-di-augusto.html

I Salassi sono uno dei popoli che troviamo elencati sul Trofeo delle Alpi, eretto nel 7-6 a.C. per celebrare la sconfitta e definitiva sottomissione delle popolazioni alpine, Trofeo situato presso La Turbie. https://it.wikipedia.org/wiki/Trofeo_delle_Alpi
«All'imperatore Augusto, figlio del divo [Giulio] Cesare, pontefice massimo, acclamato imperatore per 14° volte[3], essendo investito per la 17° volta della potestà tribunizia, il senato e il popolo romano [eressero] poiché sotto la sua guida e i suoi auspici tutte le genti alpine, che si trovavano tra il mare superiore e quello inferiore sono state assoggettate all'impero[4] del popolo romano. Genti alpine sconfitte:[5]»
Trumpilini, Camunni, Venosti, Vennoneti, Isarci, Breuni, Genauni, Focunati, Le quattro nazioni dei Vindelici - Cosuaneti, Rucinati, Licati, Catenati -, Ambisonti, Rugusci, Suaneti, Caluconi, Brixeneti, Leponzi, Uberi, e tanti altri. Tra questi ci sono i Caturigi (in latino Caturiges), un piccolo popolo celtico stanziato sulle Alpi, precisamente nella valle dell'alta Durance, nelle Alpi Cozie. Diciamo meglio, sulle Alpi del Monviso. Furono vinti e "pacificati" sotto Augusto da Druso maggiore e Tiberio. Per maggiori dettagli sui Caturigi, si veda
https://archive.org/details/leguerrediaugust00oberuoft/page/182 (Le guerre di Augusto contro i popoli Alpini, di Oberziner, Giovanni. 1900).
I Caturigi sono nominati anche sull'arco di Susa, fatto erigere da re Cozio, figlio di Donno, per onorare Augusto, nel 9-8 a.C. Come Medulli e Vesubiani compaiono sia sul Trofeo delle Alpi che sull'arco di Susa.  Su tale arco vi è una serie di nomi di popolazioni su cui Cozio comandava. Questo mostra che l'arco di Susa era un elemento di propaganda per Cozio, non tanto per Augusto. Ed infatti Cozio dice di comandare su popoli che invece, due anni dopo, Augusto dichiara di aver sconfitto. Il Trofeo delle Alpi era invece chiaramente un monumento di propaganda per Augusto.

 http://judaism-and-rome.cnrs.fr/arch-augustus-susa-cil-v-7231
"The actions of Cottius, although steeped in the language of the Roman administration, were clearly aimed at a domestic audience; he presented his place within the context of Roman government, but in a way that avoided any suggestion of subjugation. Unlike the victory monument at La Turbie (Tropaeum Alpium – Trophy of the Alps (7/6 BCE)), which celebrated Augustus’s domination of the Gallic tribes, the arch at Susa was an overt statement of Cottius’s integration in the administration of Rome. Rather than appearing to capitulate to Rome, Cottius used the visual language and infrastructure of the Augustan regime, as well as a new name and title, to emphasise the active partnership of his dynasty with the Roman state. In the construction of the arch, Cottius played up the powerfully ambiguous nature of his position, a Roman prefect descended from kings, but fully immersed in the organisation of the region by his Roman colleagues. The arch at Susa is an excellent example of how a local leader was able to engage with Rome’s interests and image of their empire, whilst maintaining some semblance of autonomy. Cottius ‘integrated himself into Roman power structures...[transforming] his pre-existing position of authority into something palatable to Rome…[illustrating] the malleability of provincial administration in the early principate’ (Hannah Cornwell, “The King who would be Prefect,” p. 46)."

Wednesday, January 16, 2019

Stanislao Cannizzaro

Se non conoscete Stanislao Cannizzaro, vi invito a leggere
https://it.wikipedia.org/wiki/Stanislao_Cannizzaro
"La regola di Cannizzaro servì anche a dare la giusta importanza alla legge di Avogadro. Cannizzaro iniziò a fare esperimenti sulla determinazione dei composti, dei loro rapporti minimi all'interno di una molecola e soprattutto cercò di calcolare il loro peso atomico. Capì che l'idrogeno in natura era composto come molecola biatomica e così iniziò a studiarne le altre tenendo le molecole alla medesima temperatura così da verificare il Principio di Avogadro, fino ad allora non verificato universalmente."