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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

Monday, January 14, 2019

Un pizzico di sale


Saliera von Benvenuto Cellini (Paris, 1540–1543) 
Courtesy: Cstutz - Own work, for Wikipedia.

Sunday, January 13, 2019

La delizia sul lago Fusaro

La delizia sul lago Fusaro di Bacoli.

Casina Vanvitelliana a Bacoli (NA). 
Courtesy: Armando Mancini - Flickr: Napoli, 15 maggio 2011

La Casina Vanvitelliana fu costruita nel 1782 su un'isoletta del Lago Fusaro, nel comune di Bacoli. I lavori furono eseguiti da Carlo Vanvitelli su commissione del re Ferdinando IV di Borbone. L'intento era quello di realizzare un casino di Caccia sul lago; successivamente, data la bellezza paesaggistica del posto, il complesso fu utilizzato come residenza degli ospiti illustri che facevano visita ai reali e alla capitale. Tra i tanti uomini di storia e cultura, all'interno dell'edificio furono accolti anche Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini e, più recentemente, il Presidente della repubblica Luigi Einaudi.

Carlo Vanvitelli (1739 – Napoli, 1821) è stato un architetto e ingegnere italiano, attivo principalmente a Napoli e nei dintorni. A lui sono dovuti numerosi edifici in stile neoclassico. Dal re, nel primo Ottocento, venne nominato primario del corpo degli architetti e ingegneri. Il Vanvitelli operò anche nel completamento delle opere paterne apportando spesso modifiche all'originale dando un aspetto più sobrio ed elegante agli edifici, tra questi spicca la Reggia di Caserta. Carlo Vanvitelli è il primogenito di Luigi Vanvitelli .Luigi era nato nel 1700 a Napoli, da madre romana, Anna Lorenzani e da padre olandese, Gaspar van Wittel, che si era trasferito per lavorare nel cantiere del palazzo Reale.

Friday, January 11, 2019

North magnetic pole is moving

Of course the magnetic poles of the Earth are moving, and the magnetic declination is changing too. However, it seems that the poles are moving faster than before.

09 JANUARY 2019 - Earth’s magnetic field is acting up and geologists don’t know why.
Erratic motion of north magnetic pole forces experts to update model that aids global navigation.
"Something strange is going on at the top of the world. Earth’s north magnetic pole has been skittering away from Canada and towards Siberia, driven by liquid iron sloshing within the planet’s core. The magnetic pole is moving so quickly that it has forced the world’s geomagnetism experts into a rare move."
From https://www.nature.com/articles/d41586-019-00007-1


Radiofarmaci dal reattore TRIGA RC-1

Il Progetto MOLY: una via italiana per la produzione del radiofarmaco 99mTc, descritto al link.
Un progetto per ottenere Molibdeno 99 da cui "mungere" il Tecnezio.
Per il generatore di radionuclidi si veda http://lem.ch.unito.it/didattica/infochimica/2007_Tecnezio/generatore_radionuclidi.html


Limes and Computers

In order to protect their empire against hostile tribes, the Romans, from 40 to 240 AD, maintained a huge line of fortifications. It was the "limes" that also run through the Netherlands, from the North Sea to Nijmegen (Noviomagus). Along this line soldiers needed supplies. "Obviously the supplies had not to come from Rome, but mainly from the neighborhood", observed Mark Groenhuijzen from the Free University who investigated the limes and supplies and the network required to support them. In his investigations, Mark uses computer models to find the best solution in the framework of logistics parameters (M. Groenhuijzen, Palaeogeographic analysis of the Dutch part of the Roman limes and its hinterland (Leiden 2018)).

Many thanks to R. Essers for the reference and the link
https://www.nemokennislink.nl/publicaties/computer-berekent-bevoorrading-van-de-romeinen/





Thursday, January 10, 2019

Vanvitelli


Vita dell'architetto Luigi Vanvitelli

Front Cover
Luigi Vanvitelli

A. Trani, 1823 - Architects - 55 pages




Gaspare Vanvitelli



Caspar van Wittel - The Piazzetta from the Bacino di San Marco 

Courtesy: Web Gallery of Art 

Today:


The Roman Limes

The Roman Limes in the Netherlands:
How a delta landscape determined the location of the military structures.

Marieke van Dinter
April 2013 Geologie en Mijnbouw 92(1):11-32
DOI: 10.1017/S0016774600000251
Available at Researchgate

"From the 40s A.D. onwards a dense military system was established in the Lower Rhine delta in the Netherlands. Long since, it is questioned why this system was established in a wetland area and even turned into the northwest frontier of the Roman Empire, the Limes. A new detailed palaeogeographical map, based on a digital elevation model (LIDAR), soil maps and excavation results, was constructed.  .... "

Monday, January 7, 2019

La notte che la legione partì

La notte che la legione partì
Si discute dell’incendio che devastò Torino nel 69 d.C. Nella città erano stati acquartierati i Batavi e la Legione XIV. Dopo una lite sorta tra i soldati, Vitellio ordinò alla legione di lasciare la città. La notte che la legione partì, i fuochi dei bivacchi lasciati accesi provocarono l’incendio. In questo articolo vi mostro come la vicenda è stata riportata in letteratura, travisando  il testo di Tacito che narra l’accaduto, per dar la colpa ai Batavi.

The article is discussing the fire that devastated Turin in 69 AD. At the time, the Batavian and Legion XIV had been quartered in the town. After a quarrel among soldiers, Vitellius ordered the legion to leave the city. The night the legion left Torino, the bivouac fires were left to burn, causing the burning of the town. Here I show how the story has been reported in the literature, misrepresenting the Tacitus' text in order to blame the Batavian.

Het artikel is een bespreking van de brand die Turijn verwoestte in 69 AD. In die tijd waren Bataafse strijdkrachten en Legioen XIV in de stad ingekwartierd. Na een ruzie tussen soldaten beval Vitellius het legioen de stad te verlaten. De nacht dat het legioen Turijn verliet, werden de bivakvuren achtergelaten om te branden, die de brand van de stad veroorzaakten. Hier laat ik zien hoe het verhaal is gerapporteerd in de literatuur, waarbij de tekst van Tacitus verkeerd werd weergegeven om de Bataven de schuld te geven.


I Batavi

Nuovo dizionario geografico universale, statistico, storico, commerciale, Volume 1, Part 2


di Giuseppe Antonelli, 1827

BATAVI, popoli che si crede facessero parte anticamente della nazione dei Catti, aventi allora il nome di Batti o Battes. Dopo una guerra civile, essendosi gettati sopra terre quasi coperte, o almeno tutte cinte dalle acque che si trovavano fra l'imbocc. del Reno, del Vahal e della Mosa, essi aggiunsero al loro originario nome la sillaba aw, significante acqua o palude, porgendo con ciò un'idea della loro nuova situazione. Questo paese era stato poscia per qualche tempo abbandonato da suoi primi signori, che si erano associati alle scorrerie dei Cimbri e dei Teutoni; e da suoi nuovi padroni, prese il nome di Insula Batavorum. – Gli autori variano sulla prima origine dei batavi. E certo però che 54 anni prima dell'era mostra, essi formavano già un popolo possente, allorché Cesare avanzossi fino a questa estremità della Gallia. Si estesero ancora di qua della loro isola, fra il Vahalis al Nord, e la Mosa al Sud. Le antiche cronache chiamano Batos, il capo di questo stabilimento. Quantunque Tacito non nomini che una sola città, parlando dei batavi, si può presumere che ne avessero molte. Forse l'Oppidum Batavorum, di cui parla, era la piazza più importante, come poscia lo divenne Neomagum o Noviomagus. I batavi erano potenti, ed i romani molto estimavano la loro cavalleria, specialmente pel modo con cui addestravano i loro cavalli, che passavano a nuoto i fiumi senza rompere le loro fila, manovra che molte volte decise della vittoria. – Furono le coorti batave quelle che caricarono le prime alla battaglia di Farsalia. Gli imperatori ebbero tanta confidenza nella fedeltà dei batavi, che furono ammessi nella coorte pretoriana, destinata a custodire le loro persone. La riunione dei fiumi che si riscontravano nel loro paese, e la facilità che avevano i romani di servirsene per rimontare nella Germania, fatta avevano della loro isola la riunione ordinaria degli eserciti romani che si avanzavano nelle Gallie. I batavi furono per molto tempo amici dei romani. Sotto i regni di Augusto, di Tiberio, di Caligola, di Nerone e di Claudio, rimasero costantemente attaccati al servizio degl'imperatori. Ma allorché Vitellio e Vespasiano si disputavano l'impero, alcune nazioni germaniche avendo tentato di ricuperare la loro libertà, anche i batavi ne seguirono l'esempio. Uno dei primi individui della loro nazione, chiamato Claudio Cirilide [Claudio Civile, Gaius Iulius Civilis], dopo aver dimorato per lungo tempo a Roma, dichiarossi apertamente contro Vitellio, battè nel primo combattimento i romani, e fece in seguito portare alla testa delle sue truppe le aquile romane tolte in questa prima battaglia. Il suo esercito fu ben presto rafforzato dai corpi dei batavi al servizio dell'imperatore, ed ebbe per qualche tempo felici successi; ma dopo l'arrivo di Cerealide [Quintus Petilius Cerialis o Cerealis], generale romano, egli combattè con assai meno vantaggio, anzi, facendo ripassare alle sue truppe uno dei rami del Reno, ritirossi nell'isola; ruppe la diga che Druso aveva fatta costruire, e diede con ciò origine ad un nuovo braccio del fiume, quello ch'è oggi chiamato il Leck, che si getta nella Mosa verso la sua imboccatura. La guerra poi terminò con un trattato onorifico pei batavi. Questo popolo, rientrato nel l'amicizia dei romani, servì con zelo i loro imperatori. Furono veduti sotto Adriano passare a nuoto il Danubio nella Pannonia, e cagionare con questo tratto coraggioso tanto spavento ai nemici, che più non osarono di combattere. Da questo istante, i batavi racquistarono il dritto di rientrare nelle coorti pretoriane. Qualche tempo dopo, essi acquistarono maggiori diritti alla stima di Settimio Severo, disarmando gli assassini di Pertinace, suo predecessore. Da quel tempo si formarono in Germania diverse leghe contro i romani, aumentandosi l'audacia dei nemici per la conosciuta debolezza degl'imperatori. I batavi però rimasero lungamente fedeli ai romani. Il loro paese fu esposto in progresso alle  invasioni di taluno dei popoli barbari che da ogni parte si gettavano sulle terre dell'impero. I franchi, i borgognoni ed i visigoti, essendosi stabiliti nelle Gallie, non si fece più menzione dei batavi come facenti un popolo separato, e il loro nome dappoi più non ritrovossi che sulle aquile della coorti, che servivano negli eserciti romani, e che stavano di guarnigione nelle Gallie, in Italia, e fino in Oriente. I romani accordarono ai vecchi soldati di questa nazione delle terre nelle Gallie, nella Rezia e sul Danubio. Finalmente essa si rifuse in parte in quella dei franchi, ed in parte conservossi nel paese chiamato Betuwe. Gli olandesi moderni furono i primi discendenti dagli ultimi batavi antichi.
BATAVI (ISOLA ), Batavorum insula, is. nella quale abitavano principalmente i batavi, formata dal Vahalis al S., e da un ramo del Reno al N., che, unitamente al Vahalis, si congiungevano poscia con la Mosa. Qualche storico asserisce che i suoi primi abit. vi fossero trasportati dai cimbri e dai teutoni, allorchè questi si gettarono sulle terre dei romani. Sembra dunque che questa is. fosse libera, quando i batavi, che, secondo Tacito, facevano parte della nazione dei catti, scacciati da quest'ultimi, vennero a stabilirvisi. Cesare ve li trovò, 54 anni dopo, che già formavano una pop. possente, estendendosi anche oltre l'isola.
BATAVI (CITTA'), Batavorum oppidum o BATENBURG, città ch' esser potrebbe la stessa indicata da Tolomeo col nome di Batavodurum, diversa da quella di Tacito.