"La battaglia di Torino fu combattuta nel 312 nei pressi di Augusta Taurinorum tra le forze di Costantino I e quelle del suo rivale per il titolo di imperatore romano, Massenzio. Costantino vinse, muovendosi poi verso Mediolanum e verso Verona e, infine, presso Roma, dove avrebbe sconfitto in maniera decisiva Massenzio nell'ottobre dello stesso anno, nella battaglia di Ponte Milvio."
Da Wikipedia:
"Alla morte dell'augusto, Costanzo Cloro, avvenuta ad Eburacum (York) il 25 luglio del 306, Costantino fu proclamato egli stesso augusto dall'esercito di Britannia. ... Quasi contemporaneamente anche il figlio di Massimiano Erculio, Massenzio, forte del potere dei pretoriani a Roma, fu acclamato augusto (28 ottobre). ... Era l'inizio di una nuova guerra civile tra numerosi pretendenti.
Costantino, ormai sospettoso nei confronti di Massenzio, riunito un grande esercito formato anche da barbari catturati in guerra, oltre a Germani, popolazioni celtiche e provenienti dalla Britannia, mosse alla volta dell'Italia attraverso le Alpi (presso il Moncenisio), forte di 90.000 fanti e 8.000 cavalieri.
Costantino era diretto su Roma, dove Massenzio aveva una forza stimata in 100.000 uomini. Le truppe di Massenzio si opposero a Costantino a Segusia (Susa, in Piemonte). La città venne presa e bruciata ma, per non inimicarsi le popolazioni locali, Costantino ordinò che l'incendio venisse spento.
Costantino si diresse allora su Augusta Taurinorum, dove impegnò un esercito inviatogli contro da Massenzio, dotato di un forte contingente di cavalleria (clibanari e catafratti): Costantino, che notò che i cavalieri di Massenzio avanzavano in formazione a cuneo, ordinò al proprio centro di arretrare, allargando il più possibile il fronte del proprio schieramento, in modo che i fianchi si chiudessero sul nemico, il quale, avendo un equipaggiamento pesante, non era in grado di manovrare con rapidità. Al contrario Costantino disponeva di una cavalleria armata "leggera", e quindi maggiormente mobile. Inoltre Costantino aveva dotato i suoi uomini di mazze chiodate che, essendo contundenti, rendevano meno efficace la corazzatura pesante dei cavalieri avversari. Successivamente Costantino ordinò ai suoi soldati di fanteria di avanzare contro quella di Massenzio per tagliarne la via di fuga. La vittoria giunse, di conseguenza, in modo assai facile."
Secondo quanto riportato da Odahl, Charles Matson, in Constantine and the Christian Empire. New York: Routledge, 2004, gli abitanti di Augusta Taurinorum si rifiutarono di dare asilo alle truppe in ritirata di Massenzio, chiudendo loro le porte di accesso alla città. Al contrario applaudirono le truppe di Costantino. Queste finirono i soldati di Massenzio intrappolati contro le mura della città. Come detto da Odahl, "Paneg IX (XII). 5–6; and Paneg X (IV). 21–24 provided the only detailed ancient written accounts of the campaign and battles in northwestern Italy." Si riferisce ai Panegirici Latini, scritti per esaltare pregi o meriti, spesso intenzionalmente esagerati, degli Imperatori.
"Dopo la battaglia, Costantino entrò in città per essere acclamato dai suoi abitanti. Altre città della pianura italiana, riconoscendo il genio militare di Costantino e come aveva trattato la popolazione civile, gli inviarono ambascerie per congratularsi della sua vittoria. La vittoria di Torino permise a Costantino la conquista dell'Italia: dopo essere entrato trionfalmente a Mediolanum (Milano), mise in fuga un esercito nemico accampato nei pressi di Brescia, vincendo poi la successiva battaglia nei pressi di Verona, importante in quanto nel corso di essa venne ucciso il miglior generale di Massenzio, Ruricio Pompeiano, il che, unito all'aver sconfitto le forze di Massenzio nel nord Italia, permise a Costantino di dirigersi verso Roma, dove in ottobre sconfisse definitivamente Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, in cui il suo rivale per il trono d'Occidente trovò la morte."