La corona Ferrea, conservata nella cappella di Teodolinda del duomo di Monza.
Courtesy James Steakley per Wikipedia.
Contro la parete di fondo della cappella si trova il sarcofago in cui, nel 1308, dalla sepoltura originaria nell'antica Basilica longobarda furono traslati i resti della regina Teodolinda. Una ricognizione, compiuta nel 1941, ha confermato la presenza di ossa di un adulto di sesso femminile e di un giovane maschio (Teodolinda e suo figlio Adaloaldo).
La corona ferrea è un'antica corona che venne usata dall'Alto Medioevo fino al XIX secolo per l'incoronazione dei Re d'Italia. Per lungo tempo, anche gli imperatori del Sacro Romano Impero ricevettero questa incoronazione. Anche Napoleone si fece incoronare con essa.
Dio me l’ha data, guai a chi la tocca!
All'interno della corona vi è una lamina circolare di metallo: la tradizione vuole che essa sia stata forgiata con il ferro di uno dei chiodi che servirono alla crocifissione di Gesù. In realtà la lamina non è di ferro ma d'argento. Un chiodo di ferro serviva per fissare la corona all'elmo dell'imperatore.
Due delle piastre originali furono rimosse si presume nel 1200-1300. La corona in origine era infatti costituita da 8 piastre invece delle 6 attuali. Ma torniamo al chiodo della crocifissione.
Verso l'anno 324, su incarico del figlio Costantino, Elena fece scavare l'area del Golgota. Durante i lavori di scavo, che portarono anche all'edificazione della Basilica costantiniana e dell'Anàstasis, secondo la tradizione furono trovati gli strumenti della Passione di Gesù, tra cui la Croce, con i chiodi ancora conficcati. Elena lasciò la croce a Gerusalemme e portò con sé i chiodi. Tornata a Roma, fece montare un chiodo sull'elmo di Costantino e fece realizzare un morso per il suo cavallo, affinché l'imperatore e il destriero fossero protetti in battaglia.
L'elmo e il morso, insieme alle altre insegne imperiali, furono portati a Milano da Teodosio I. Ambrogio li descrive nell'orazione funebre de obitu Teodosii. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, l'elmo fu portato a Costantinopoli, ma in seguito fu reclamato dal goto Teodorico il Grande, re d'Italia, il quale aveva a Monza la sua residenza estiva. I bizantini gli inviarono il diadema trattenendo la calotta dell'elmo. Il "Sacro Morso" è oggi conservato nel duomo di Milano.
Due secoli dopo papa Gregorio I avrebbe donato uno dei chiodi a Teodolinda, regina dei Longobardi, che fece erigere il duomo di Monza; ella fece fabbricare la corona e vi inserì il chiodo.
Memorie di una millenaria
La corona ferrea racconta storie di potenti, folli e santi
Valeriana Maspero
LIBRACCIO editore, settembre 2016
ISBN 9788897748861