"Of the four DNA researchers, only Rosalind Franklin had any degrees in chemistry. She was born into a prominent London banking family, where all the children—girls and boys—were encouraged to develop their individual aptitudes. She attended Newnham College, one of the women’s colleges at Cambridge University. She completed her degree in 1941 in the middle of World War II and undertook graduate work at Cambridge with Ronald Norrish, a future Nobel laureate. She resigned her research scholarship in just one year to contribute to the war effort at the British Coal Utilization Research Association. There she performed fundamental investigations on the properties of coal and graphite. She returned briefly to Cambridge, where she presented a dissertation based on this work and was granted a PhD in physical chemistry. After the war, through a French friend, she gained an appointment at the Laboratoire Centrale des Services Chimiques de l’Etat in Paris, where she was introduced to the technique of X-ray crystallography (see video on this page) and rapidly became a respected authority in this field. In 1951 she returned to England to King’s College London, where her charge was to upgrade the X-ray crystallographic laboratory there for work with DNA."
https://www.sciencehistory.org/historical-profile/james-watson-francis-crick-maurice-wilkins-and-rosalind-franklin
I quattro del DNA sono Crick, Franklin, Watson e Wilkins.
"In 1962 Watson (b. 1928), Crick (1916–2004), and Wilkins (1916–2004) jointly received the Nobel Prize in Physiology or Medicine for their 1953 determination of the structure of deoxyribonucleic acid (DNA). Wilkins’s colleague Franklin (1920–1958), who died from cancer at the age of 37, was not so honored. The reasons for her exclusion have been debated and are still unclear. There is a Nobel Prize stipulation that states “in no case may a prize amount be divided between more than three persons.” The fact she died before the prize was awarded may also have been a factor, although the stipulation against posthumous awards was not instated until 1974."
Morale, il DNA è stato scoperto da quattro ricercatori. Quattro. Non solo da Watson e Crick.
that is, ideas and information on Science and Technology, Archaeology, Arts and Literatures. Physics at http://physics-sparavigna.blogspot.com/
Welcome!
Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino
Wednesday, June 12, 2019
Sunday, June 9, 2019
Gli stivali di Aulo Metello
https://it.wikipedia.org/wiki/Arringatore
L'Arringatore è una scultura bronzea alta 170 cm raffigurante un uomo togato, databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., realizzata con tecnica a cera persa in sette parti distinte a fusione cava, poi unite tra loro[1]. È conservata nel Museo archeologico nazionale di Firenze. Si tratta dell'unica testimonianza integra pervenutaci di una grande scultura in metallo dell'epoca tardo-etrusca[2]. ...
Sulla toga della statua si legge la seguente iscrizione in caratteri etruschi del II sec. a.C.: "auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś". Romolo Augusto Staccioli riporta la traduzione delle prime sette parole ed è incerto sull'ottava: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi questa statua pose (?)……… "[4]. Piero Bernardini Marzolla, basandosi su presunte corrispondenze con il sanscrito, ha integrato la traduzione comunemente accettata, come segue[5]: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l'assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo".
Bellissima statua. Ma una cosa ha attirato la mia curiosità: gli stivali. Moderno, questo Aulo!
L'Arringatore è una scultura bronzea alta 170 cm raffigurante un uomo togato, databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., realizzata con tecnica a cera persa in sette parti distinte a fusione cava, poi unite tra loro[1]. È conservata nel Museo archeologico nazionale di Firenze. Si tratta dell'unica testimonianza integra pervenutaci di una grande scultura in metallo dell'epoca tardo-etrusca[2]. ...
Sulla toga della statua si legge la seguente iscrizione in caratteri etruschi del II sec. a.C.: "auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś". Romolo Augusto Staccioli riporta la traduzione delle prime sette parole ed è incerto sull'ottava: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi questa statua pose (?)……… "[4]. Piero Bernardini Marzolla, basandosi su presunte corrispondenze con il sanscrito, ha integrato la traduzione comunemente accettata, come segue[5]: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l'assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo".
Bellissima statua. Ma una cosa ha attirato la mia curiosità: gli stivali. Moderno, questo Aulo!
Courtesy: Sailko per Wikipedia. Winckelmann, Firenze e gli Etruschi (2016 exhibition). Date 9 July2016, 09:14:06
Comodi. Suola spessa. Tacco riposante.
Courtesy: Sailko
Saturday, June 8, 2019
κυβερνητική
Abbiamo visto come Augusto fosse il Gran Timoniere, ma il "timoniere" lo troviamo anche nella tecnologia. Da http://www.treccani.it/vocabolario/cibernetica/
cibernètica s. f. [dall’ingl. cybernetics, che riprende, con nuovo sign., il gr. κυβερνητική (τέχνη) «arte del pilota»]. – Disciplina, prevalentemente promossa dagli studî del matematico amer. N. Wiener (intorno al 1947), basati sulla riconosciuta analogia funzionale dei meccanismi di comunicazione e di autoregolazione (mediante il feedback) negli esseri viventi e nella macchina. La cibernetica integra nozioni e modelli neurofisiologici e biologicomolecolari con la teoria matematica dell’informazione, la teoria dei sistemi e la ricerca operativa, per progettare sistemi di controllo che comprendono processi di generazione, conservazione, trasmissione e utilizzo dell’informazione; tali sistemi sono incorporati sia nei servomeccanismi sia negli elaboratori elettronici.
Da https://it.wikipedia.org/wiki/Cibernetica
La parola greca antica kybernetes (κυβερνήτης) indica il pilota di una nave. La radice kyber sta per "timone" e trova un parallelo nel latino guber, che ritroviamo nel gubernator, timoniere. Kyber e guber fanno evidente riferimento ad una comune progenitrice indoeuropea che significava timone. In ambedue le lingue il termine ha anche un significato metaforico per indicare colui che guida o governa una città o uno Stato. Già in Platone è attestata l'accezione politica del termine che viene ripreso nel 1834 da Ampère. Per il controllo delle macchine, James Clerk Maxwell, nel 1868 nel suo lavoro sul funzionamento di un regolatore, introdusse il termine governor, per indicare il meccanismo di regolazione. "Indipendentemente da Platone ed Ampere, ma con un esplicito omaggio a Maxwell, il termine fu reintrodotto da Wiener nell'estate del 1947, anglicizzato in cybernetics, nell'atto di dare il titolo al proprio libro pubblicato l'anno successivo: Cybernetics or Control and Communication in the Animal and the Machine. Nelle intenzioni del suo autore, il libro proponeva un vasto programma di ricerca ed, in prospettiva, teneva a battesimo una nuova scienza, fondata appunto sullo studio unificato di animali e macchine dal punto di vista delle teorie del controllo automatico, della comunicazione e del calcolo automatico."
cibernètica s. f. [dall’ingl. cybernetics, che riprende, con nuovo sign., il gr. κυβερνητική (τέχνη) «arte del pilota»]. – Disciplina, prevalentemente promossa dagli studî del matematico amer. N. Wiener (intorno al 1947), basati sulla riconosciuta analogia funzionale dei meccanismi di comunicazione e di autoregolazione (mediante il feedback) negli esseri viventi e nella macchina. La cibernetica integra nozioni e modelli neurofisiologici e biologicomolecolari con la teoria matematica dell’informazione, la teoria dei sistemi e la ricerca operativa, per progettare sistemi di controllo che comprendono processi di generazione, conservazione, trasmissione e utilizzo dell’informazione; tali sistemi sono incorporati sia nei servomeccanismi sia negli elaboratori elettronici.
Da https://it.wikipedia.org/wiki/Cibernetica
La parola greca antica kybernetes (κυβερνήτης) indica il pilota di una nave. La radice kyber sta per "timone" e trova un parallelo nel latino guber, che ritroviamo nel gubernator, timoniere. Kyber e guber fanno evidente riferimento ad una comune progenitrice indoeuropea che significava timone. In ambedue le lingue il termine ha anche un significato metaforico per indicare colui che guida o governa una città o uno Stato. Già in Platone è attestata l'accezione politica del termine che viene ripreso nel 1834 da Ampère. Per il controllo delle macchine, James Clerk Maxwell, nel 1868 nel suo lavoro sul funzionamento di un regolatore, introdusse il termine governor, per indicare il meccanismo di regolazione. "Indipendentemente da Platone ed Ampere, ma con un esplicito omaggio a Maxwell, il termine fu reintrodotto da Wiener nell'estate del 1947, anglicizzato in cybernetics, nell'atto di dare il titolo al proprio libro pubblicato l'anno successivo: Cybernetics or Control and Communication in the Animal and the Machine. Nelle intenzioni del suo autore, il libro proponeva un vasto programma di ricerca ed, in prospettiva, teneva a battesimo una nuova scienza, fondata appunto sullo studio unificato di animali e macchine dal punto di vista delle teorie del controllo automatico, della comunicazione e del calcolo automatico."
AEGVPTO CAPTA
(Questa immagine ha licenza CC BY-NC-SA 4.0).
Moneta della collezione del British Museum. Si ringrazia il Museo per aver messo a disposizione l'immagine con licenza CC BY-NC-SA 4.0.
Curator's comments: This denarius celebrates the successful conclusion of Octavian's Egyptian campaign. The conquest the Ptolemaic kingdom of Egypt in August 30BC removed the last obstacle to Octavian's achievement of supreme power in the Roman world. In 29 BC, Octavian returned to Rome for his official triumph (a triple one, primarily celebrating his successes at Actium and Alexandria
Augusto, magnus Gubernator, il gran Timoniere
Ci sono concetti che si ritrovano ben chiari in diverse epoche ed in diverse culture. Se non abbiamo dei testi scritti a raccontarci le cose del passato, ci sono degli oggetti che ci possono parlare attraverso le icone utilizzate. Questi oggetti sono le monete
Mentre guardavo una moneta d'Augusto, ho notato la messe di icone presenti. Ci parlano di lui e della sua età dell'oro.
(Questa immagine ha licenza CC BY-NC-SA 4.0).
Moneta della collezione del British Museum. Si ringrazia il Museo per aver messo a disposizione l'immagine con licenza CC BY-NC-SA 4.0.
C'è il Capricorno, il Signore del Tempo (*), la Cornucopia dell'abbondanza, il globo a simboleggiare il mondo (anzi, tutto il cosmo), ed un timone. Un timone? Esso rappresenta il fatto che Augusto era un magnus Gubernator. Era lui che dettava la rotta del mondo, un vascello che governava con le sue mani.
Magnus gubernator et scisso navigat velo et, si
exarmavit, tamen reliquias navigii aptat ad cursum. Un abile nocchiero sa navigare anche con la vela squarciata e, se ha perso il sartiame, tuttavia cerca di mantenere la rotta sfruttando quello che gli resta della nave. (Seneca, Lettera a Lucilio 30. Testo latino: L.D. Reynolds; Trad. Stefano Maso. Lucio Anneo Seneca è stato filosofo latino, 4 a.C.-65 d.C.).
Ecco da dove arriva il nostro "governo", dal gubernator latino. Ma prima ancora c'era il Greco, κυβερνάω. https://en.wiktionary.org/wiki/κυβερνάω From a Mediterranean substrate, probably Pre-Greek. Neumann sees it as a denominal verb from κύρβις (kúrbis, “turnable wooden cylinder”), from Proto-Indo-European *kʷerb- (“to turn”).
Nel secolo passato, c'è stato un altro Timoniere, Mao Zedong. Sotto la sua guida il partito comunista salì al governo cinese a seguito della vittoria nella guerra civile e della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, di cui dal 1949 fu presidente. Mao è comunemente chiamato Presidente Mao, ma anche soprannominato "Grande Timoniere" ( 伟大舵手, Wěidà Duòshǒu).
(*) Leandro Polverini. Augusto e il controllo del tempo. Studi su Augusto. In occasione del XX centenario della morte, a cura di G. Negri e A. Valvo, Torino 2016, 95-114.
https://www.academia.edu/29210185/Augusto_e_il_controllo_del_tempo
Sunday, June 2, 2019
Umberto Eco e la Terra piatta
https://www.ilpost.it/2015/06/11/umberto-eco-internet/
GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 - Il problema di Umberto Eco con internet
Il capitolo del libro di Luca Sofri sui giudizi sempre poco clementi di Eco nei confronti della Rete che inganna il mondo, oggi che se ne riparla
"Eco citava quindi quattro casi di falsità pubblicati tutti su mezzi di informazione tradizionale su supporti prima di tutto non digitali: di conseguenza la considerazione di Eco su internet risultava del tutto inesatta e infondata (e, inesatta e infondata, era pubblicata sull’«Espresso», giornale di carta). ... Ma qualunque sia stato il riflesso mentale che lo ha ingannato, la frase corretta con cui avrebbe dovuto concludere sarebbe stata invece questa: «I media tradizionali sono divenuti territorio anarchico dove si può dire di tutto senza poter essere smentiti. Per fortuna che internet spesso permette di conoscere e smentire cose che prima non era possibile».
Tre anni dopo, alla fine del 2014, «Repubblica» pubblicò in prima pagina un interessante articolo («La Terra non è mai stata piatta») in cui Umberto Eco spiegava come fosse un mito che prima di Cristoforo Colombo si ritenesse che la Terra fosse piatta: la sfericità della Terra era nota a molti studiosi dell’era antica e poi nel Medioevo, spiegava Eco. Ma una serie di equivoci e interpretazioni sbagliate aveva costruito nei secoli un’idea diversa, e proprio per smentire questa antichissima errata opinione Eco aveva scritto quell’articolo.
Che l’errore fosse radicato nella Storia e si fosse alimentato per secoli non solo lo spiegava quell’articolo di Eco, ma anche la stessa insistenza di Eco nel cercare di raccontare la verità. Un articolo di Eco del tutto simile era infatti stato pubblicato su «Repubblica» nel 2009 («La leggenda della Terra piatta») e uno, ancora di Eco, sull’«Espresso» nel 2005 («La solita storia della Terra piatta»).
Ma nella versione del 2014 appariva infine un nuovo responsabile di un errore storico vecchio di secoli: Malgrado molte leggende che ancora circolano su internet, tutti gli studiosi del medioevo sapevano che la Terra fosse una sfera.
Era colpa di internet se per secoli avevamo creduto il contrario."
Colgo l'occasione per rimandarvi al mio
From Rome to the Antipodes: The Medieval Form of the World
International Journal of Literature and Arts
Volume 1, Issue 2, September 2013, Pages: 16-25
Received: Aug. 10, 2013; Published: Sep. 10, 2013
http://article.sciencepublishinggroup.com/pdf/10.11648.j.ijla.20130102.11.pdf
GIOVEDÌ 11 GIUGNO 2015 - Il problema di Umberto Eco con internet
Il capitolo del libro di Luca Sofri sui giudizi sempre poco clementi di Eco nei confronti della Rete che inganna il mondo, oggi che se ne riparla
"Eco citava quindi quattro casi di falsità pubblicati tutti su mezzi di informazione tradizionale su supporti prima di tutto non digitali: di conseguenza la considerazione di Eco su internet risultava del tutto inesatta e infondata (e, inesatta e infondata, era pubblicata sull’«Espresso», giornale di carta). ... Ma qualunque sia stato il riflesso mentale che lo ha ingannato, la frase corretta con cui avrebbe dovuto concludere sarebbe stata invece questa: «I media tradizionali sono divenuti territorio anarchico dove si può dire di tutto senza poter essere smentiti. Per fortuna che internet spesso permette di conoscere e smentire cose che prima non era possibile».
Tre anni dopo, alla fine del 2014, «Repubblica» pubblicò in prima pagina un interessante articolo («La Terra non è mai stata piatta») in cui Umberto Eco spiegava come fosse un mito che prima di Cristoforo Colombo si ritenesse che la Terra fosse piatta: la sfericità della Terra era nota a molti studiosi dell’era antica e poi nel Medioevo, spiegava Eco. Ma una serie di equivoci e interpretazioni sbagliate aveva costruito nei secoli un’idea diversa, e proprio per smentire questa antichissima errata opinione Eco aveva scritto quell’articolo.
Che l’errore fosse radicato nella Storia e si fosse alimentato per secoli non solo lo spiegava quell’articolo di Eco, ma anche la stessa insistenza di Eco nel cercare di raccontare la verità. Un articolo di Eco del tutto simile era infatti stato pubblicato su «Repubblica» nel 2009 («La leggenda della Terra piatta») e uno, ancora di Eco, sull’«Espresso» nel 2005 («La solita storia della Terra piatta»).
Ma nella versione del 2014 appariva infine un nuovo responsabile di un errore storico vecchio di secoli: Malgrado molte leggende che ancora circolano su internet, tutti gli studiosi del medioevo sapevano che la Terra fosse una sfera.
Era colpa di internet se per secoli avevamo creduto il contrario."
Colgo l'occasione per rimandarvi al mio
From Rome to the Antipodes: The Medieval Form of the World
International Journal of Literature and Arts
Volume 1, Issue 2, September 2013, Pages: 16-25
Received: Aug. 10, 2013; Published: Sep. 10, 2013
http://article.sciencepublishinggroup.com/pdf/10.11648.j.ijla.20130102.11.pdf
Itinerari
La stipe tributata alle divinità delle Acque Apollinari: scoperta al cominciare del 1852
Giuseppe Marchi. Tipografia delle Belle Arti, 1852
Giuseppe Marchi. Tipografia delle Belle Arti, 1852
Un parte degli itinerari antichi che troviamo nel libro.
Les villes celtiques. Ville: Turin
Ecco un link che mi piace molto!
Les villes celtiques. Ville: Turin. Peuple: Taurins
https://encyclopedie.arbre-celtique.com/taurina-taurasia-taurinis-augusta-taurinorum-turin-6890.htm
Mi piace.
Les villes celtiques. Ville: Turin. Peuple: Taurins
https://encyclopedie.arbre-celtique.com/taurina-taurasia-taurinis-augusta-taurinorum-turin-6890.htm
Mi piace.
She-wolf
La lupa con Romolo e Remo, The She-Wolf with Romulus and Remus, Domenico Parodi and Francesco Biggi (1874). Palazzo Rosso - Musei di Strada Nuova
(Courtesy, Mongolo1984 for Wikipedia - Own work)
This is a photo of a monument which is part of cultural heritage of Italy. This monument participates in the contest Wiki Loves Monuments Italia 2014.
Il genetliaco a Torino in Piazza Castello
1678 - Incisione di Giovanni Abbiati su disegno di Gian Francesco Baroncelli che rappresenta Il tempio delle virtù, costruito per i festeggiamenti realizzati in città per l'anniversario di Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, l'11 aprile. Si vede la piazza come era col suo aspetto seicentesco, realizzato da Ascanio Vitozzi dal 1612. C'è il castello con la facciata realizzata dagli architetti di Castellamonte, prima dell'intervento di Filippo Juvarra.
Immagine: Archivio storico, Torino
Discussione: https://www.palazzomadamatorino.it/it/linea-del-tempo/1600
Saturday, June 1, 2019
Capricorno - Mitologia greca della costellazione
(Questa immagine ha licenza CC BY-NC-SA 4.0). Moneta della collezione del British Museum. Si ringrazia il Museo per aver messo a disposizione l'immagine con licenza CC BY-NC-SA 4.0.
La moneta mostra il simbolo zodiacale di Augusto, il capricorno, animale mezzo capra e mezzo pesce.
Vediamo che cosa dice una voce di Wikipedia
Despite its faintness, Capricornus has one of the oldest mythological associations, having been consistently represented as a hybrid of a goat and a fish since the Middle Bronze Age. First attested in depictions on a cylinder-seal from around the 21st century BC,[6] it was explicitly recorded in the Babylonian star catalogues as MULSUḪUR.MAŠ "The Goat-Fish" before 1000 BC. The constellation was a symbol of the god Ea and in the Early Bronze Age marked the winter solstice.[7]
Goat-Fish, animale mezzo capra e mezzo pesce
In Greek mythology, the constellation is sometimes identified as Amalthea, the goat that suckled the infant Zeus after his mother, Rhea, saved him from being devoured by his father, Cronos. The goat's broken horn was transformed into the cornucopia or horn of plenty.[8] According to some ancient Greek myths, it started with the sea-goat Pricus. He was the father of the race of sea-goats (half goats half fish), who were intelligent and honourable creatures. They lived in the sea near the shore. They could speak and think according to Greek legend. They were favoured by the gods. Pricus is tied to Chronos (Greek mythology), the god of time. Chronos created the immortal Pricus, who shares Chronos's ability to manipulate time.[9] He had lots of children who lived near the seashore, however, when they found themselves on the dry land they turned into normal goats, losing their special ability to think and speak in the process. In an effort to prevent this, Pricus turns back time, again and again; however, he eventually resigns himself to loneliness and misery, letting the little Sea Goats leave him. Learning he cannot control their fate and not wanting to be the only Sea Goat prompts him to ask Chronos to let him die. Because he is immortal instead, he must spend eternity in the sky as Capricorn.[10] Capricornus is also sometimes identified as Pan, the god with a goat's head, who saved himself from the monster Typhon by giving himself a fish's tail and diving into a river.[3]
Il Riferimento [8] è un libro.
Il riferimento [9] è una pagina web
https://web.archive.org/web/20190704101432/http://www.gods-and-monsters.com/capricorn-mythology.html che non fornisce riferimenti bibliografici ma dice le stesse cose di Wikipedia.
Il Riferimento [10] è un'altra pagina web
https://web.archive.org/web/20190704101639/http://starsignstyle.com/capricorn-the-goat/ e non fornisce riferimenti bibliografici e dice le stesse cose di Wikipedia.
Il Rif.3 è un libro.
Il testo di Wikipedia parla di "mitologia greca". Non sono riuscita a trovare un testo che sia precedente alla nascita di Wikipedia e che riporti la mitologia di Pricus, come mitologia greca o latina. Ho fatto una ricerca ngram di Google. Ho trovato solo un Pricus, ma re della guerra di Troia. Stesso risultato con una ricerca Google Books. Conclusione: non c'è un mito riguardante Pricus e i capricorni nella mitologia greca o latina.
Vediamo che cosa si trova in Latino.
GAIUS JULIUS HYGINUS, DE ASTRONOMIA LIBER SECVNDVS
XXVIII. CAPRICORNUS. Huius effigies similis est Aegipani. Quem Iuppiter, quod cum eo erat nutritus, in sideribus esse voluit, ut capram nutricem, de qua ante diximus. Hic etiam dicitur, cum Iuppiter Titanas obpugnaret, primus obiecisse hostibus timorem, qui panikos appellatur, ut ait Eratosthenes. Hac etiam de causa eius inferiorem partem piscis esse formationem, et quod muricibus hostes sit iaculatus pro lapidum iactatione. Aegyptii autem sacerdotes et nonnulli poetae dicunt, cum complures dii in Aegyptum convenissent, repente pervenisse eodem Typhona, acerrimum giganta et maxime deorum hostem. Quo timore permotos in alias figuras se convertisse; Mercurium factum esse ibim, Apollinem autem, quae Threicia avis vocatur, Dianam aeluro similatam. Quibus de causis Aegyptios ea genera violari non sinere demonstrant, quod deorum imagines dicantur. Eodem tempore Pana dicunt in flumen se deiecisse et posteriorem partem corporis effigiem piscis, alteram autem hirci fecisse et ita a Typhone profugisse. Cuius cogitatum Iovem admiratum, inter sidera effigiem eius fixisse.
In Greek mythology, the constellation was sometimes identified as Amalthea, the goat that suckled Zeus after Rhea saved him from Cronos. The goat’s broken horn was transformed into the cornucopia or horn of plenty, and ancient sources claim that this derives from the sun “taking nourishment” while in the constellation, in preparation for its climb back northward.
However, the constellation is often depicted as a sea-goat (i.e. a goat with a fish’s tail). One myth that deals with this says that when the goat-god Pan was attacked by the monster Typhon, he dived into the Nile. The parts of him that were above the water remained a goat, but those under the water transformed into a fish.
Oggi, Calende di Giugno
Dai Fasti di Ovidio
Book VI: June 1: Kalends
Carna, the first day’s yours. Goddess of the hinge:
She opens the closed, by her power, closes the open.
The story of how she gained the powers she has is obscured
By time, but you’ll still learn of it from my verse.
There’s an ancient grove of Alernus near the Tiber:
And the priests still make sacrifices there.
A nymph was born there (men of old called her Cranaë)
Who was often sought in vain by many suitors.
She used to hunt the land, chasing wild beasts with spears,
Stretching her woven nets in the hollow valleys.
She’d no quiver, yet considered herself Apollo’s
Sister: nor need you, Apollo, have been ashamed of her.
If any youth spoke words of love to her,
She gave him this answer right away:
‘There’s too much light here, it’s too shameful
In the light: if you’ll lead to a darker cave, I’ll follow.’
While he went in front, credulously, she no sooner reached
The bushes than she hid: and was nowhere to be found.
Janus saw her, and the sight raised his passion.
He used soft words to the hard-hearted nymph.
She told him to find a more private cave,
Followed him closely: then deserted her leader.
Foolish child! Janus can see what happens behind him:
You gain nothing: he looks back at your hiding place.
Nothing gained, as I said, you see! He caught you, hidden
Behind a rock, clasped you, worked his will, then said:
‘In return for our union, the hinges belong to you:
Have them as recompense for your maidenhead.’
So saying he gave her a thorn (it was white-thorn)
With which to drive away evil from the threshold.
Translated by A. S. Kline ã2004 All Rights Reserved
This work may be freely reproduced, stored, and transmitted, electronically or otherwise, for any non-commercial purpose.
Book VI: June 1: Kalends
Carna, the first day’s yours. Goddess of the hinge:
She opens the closed, by her power, closes the open.
The story of how she gained the powers she has is obscured
By time, but you’ll still learn of it from my verse.
There’s an ancient grove of Alernus near the Tiber:
And the priests still make sacrifices there.
A nymph was born there (men of old called her Cranaë)
Who was often sought in vain by many suitors.
She used to hunt the land, chasing wild beasts with spears,
Stretching her woven nets in the hollow valleys.
She’d no quiver, yet considered herself Apollo’s
Sister: nor need you, Apollo, have been ashamed of her.
If any youth spoke words of love to her,
She gave him this answer right away:
‘There’s too much light here, it’s too shameful
In the light: if you’ll lead to a darker cave, I’ll follow.’
While he went in front, credulously, she no sooner reached
The bushes than she hid: and was nowhere to be found.
Janus saw her, and the sight raised his passion.
He used soft words to the hard-hearted nymph.
She told him to find a more private cave,
Followed him closely: then deserted her leader.
Foolish child! Janus can see what happens behind him:
You gain nothing: he looks back at your hiding place.
Nothing gained, as I said, you see! He caught you, hidden
Behind a rock, clasped you, worked his will, then said:
‘In return for our union, the hinges belong to you:
Have them as recompense for your maidenhead.’
So saying he gave her a thorn (it was white-thorn)
With which to drive away evil from the threshold.
Translated by A. S. Kline ã2004 All Rights Reserved
This work may be freely reproduced, stored, and transmitted, electronically or otherwise, for any non-commercial purpose.