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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino
Sunday, November 18, 2018
Saturday, November 17, 2018
Il fratellino di Gherardo
Willem van Honthorst (Utrecht, 1594 – Utrecht, 19 febbraio 1666) è stato un pittore olandese rappresentante del Secolo d'oro olandese. Era il fratello minore di Gherardo delle Notti. Entrambi, su volere del padre Herman, furono avviati alla pittura da Abraham Bloemaert.
Gherardo delle Notti
Ecco il link a Treccani Channel sul grande pittore Olandese!
«Da quando gli Uffizi sono stati investiti dalla furia criminale dell’attentato mafioso, nel 1993, l’Adorazione dei pastori di Gherardo delle Notti s’è fatta memoria di quella stagione buia, assurgendo però nel contempo a simbolo anche d’una rinascita orgogliosa» (Antonio Natali).
L'Adorazione dei Pastori di Gherardo delle Notti, uno dei dipinti danneggiati durante l'esplosione avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, poi recuperati grazie a certosini interventi di restauro. Una 'sala memoriale' per ricordare la strage dei Georgofili nascerà agli Uffizi nell'area antistante la sala d'accesso al Corridoio Vasariano (la più danneggiata, nel museo, dalla deflagrazione dell'autobomba), in occasione della sua futura riapertura.
Ansa, 25 maggio 2018
https://notizie.tiscali.it/feeds/l-adorazione-dei-pastori-gherardo-delle-notti-00003/L'Adorazione dei Pastori di Gherardo delle Notti, uno dei dipinti danneggiati durante l'esplosione avvenuta nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, poi recuperati grazie a certosini interventi di restauro. Una 'sala memoriale' per ricordare la strage dei Georgofili nascerà agli Uffizi nell'area antistante la sala d'accesso al Corridoio Vasariano (la più danneggiata, nel museo, dalla deflagrazione dell'autobomba), in occasione della sua futura riapertura.
Friday, November 16, 2018
Piemonte Romano: Pontecurone
Il nome deriva dal latino pons Coronis o pontis Coronis, con riferimento al ponte sul torrente Curone. Il primo nucleo abitato di Pontecurone si può dare per certo già in epoca augustea - con il rifiorire della Via Postumia (che collegava Piacenza a Genova passando per Voghera, Tortona e Libarna) nelle vicinanze dell'importantissimo guado sul Curone, grazie al ritrovamento di numerose monete di quell'epoca nel territorio.
Mi piace questa vista dal satellite perché sembra che Pontecurone abbia mantenuto la tipica planimetria a scacchiera romana.
Il Piemonte e Roma
Ecco alcuni estratti da Il Piemonte in epoca romana, di Sergio Roda
http://piemonteautonomie.cr.piemonte.it/cms/index.php/il-piemonte-in-epoca-romana
http://piemonteautonomie.cr.piemonte.it/cms/index.php/il-piemonte-in-epoca-romana
In Piemonte vi erano alcune tribù celtiche e liguri, talora definite come celto-liguri, le più consistenti delle quali sono i Salassi (stanziati in Valle d'Aosta e nelle valli canavesane settentrionali), i Taurini (in una vasta area di pianura parzialmente corrispondente all'attuale provincia di Torino), i Sallui o Libui (nel Vercellese), i Vertamacori (nel Novarese), e, a sud del Po, i Bagienni (nella vasta area corrispondente all’attuale territorio di Asti, Alba e Cuneo), gli Statielli (nel territorio di Acqui Terme), gli Epanteri Montani (stanziati nell'Alta Val Tanaro). Di questi ricordiamo che i Taurini si opposero invano alla discesa di Annibale in Italia nel 218 a. C..
"L’occupazione e la conquista romana del Piemonte fu assai più tarda rispetto alle altre zone dell’Italia settentrionale ove nel III secolo a. C. i Romani fondarono anche importanti colonie come Rimini, Cremona o Piacenza. ... Un primo stanziamento stabile romano sembra in ogni modo individuabile nel territorio compreso tra i fiumi Po, Tanaro e Stura ed ebbe come centro motore la città di Pollentia (Pollenzo): ... Risale in ogni caso all’ultimo quarto del II secolo a. C. una serie di importanti realizzazioni viarie e stradali accompagnate da interventi di centuriazione nelle campagne che non determinarono però un’immediata urbanizzazione dell’area piemontese. Oltre a Dertona, istituita nel 122 a. C., il II secolo exeunte conobbe soltanto un’altra colonia, Eporedia (Ivrea), fondata nel 100 a. C. per ragioni strategiche sia militari (imposte dalla opportunità di controllare il territorio dopo la temibile invasione dei Cimbri fermata l’anno precedente – 101 – da Caio Mario in area vercellese) ..."
Sergi o Roda continua l'articolo dicendo che all'inizio del I secolo a. C. si era ancora lontani dall'avere una salda struttura amministrativa in Piemonte. Una svolta si ebbe nell'89 a.C. con l'emanazione della Lex Pompeia de Transpadanis e della Lex Plautia Papiria. Queste leggi concessero a tutte le comunità italiche a nord e a sud del Po il diritto latino di cittadinanza (ius Latii).
Questo fu "il segnale concreto della volontà romana di consolidare la propria presenza anche nella regione pedemontana, volontà che fu ulteriormente incoraggiata quando le campagne di Giulio Cesare in Gallia resero impellente la necessità di rendere agibili in maniera permanente passi di transito alpini di più antica o più recente apertura, dal Monginevro (via ad Alpes Cotitias) al Gran San Bernardo (via ad Alpes Poeninas) e al Piccolo San Bernardo (via ad Alpes Graias)."
Diventata un'area sicura per l’espansione territoriale in Gallia e nell’Europa Centrale, espansione che era nei disegni di Cesare e poi di Augusto, si ebbe il "riordino di realtà urbane come Novaria (Novara) e Vercellae (Vercelli) convertite in municipi, o della fondazione di importanti colonie come Augusta Taurinorum (Torino) e Augusta Praetoria (Aosta), o dello sviluppo di piccole città dal grande peso strategico come Segusium (Susa); mentre a sud del Po le fondazioni urbane di Augusta Bagiennorum (Benevagienna) in età augustea e quelle precedenti di Alba Pompeia (Alba) e di Aquae Statiellae (Acqui) erano avvenute in continuità con i centri indigeni protourbani." (Ricordiamo che Augusta Taurinorum, prima della rifondazione di Augusto era un castrum di Cesare). Nascono anche altri centri come Forum Vibii Caburrum (Cavour), Forum Gema (San Lorenzo di Caraglio), Pedo (Borgo San Dalmazzo), la colonia lulia Augusta (Centallo). Questi centri erano, in larga misura, "corrispondenti alle stazioni di esazione della cosiddetta Quadragesima Galliarum, l’imposta del 2,5% sulle merci in transito da e per la Gallia Transalpina."
Nel 49 a. C. le colonie latine nella pianura padana divennero municipi e gli abitanti divennero cittadini romani. Nel 42 a.C. la provincia della Gallia Cisalpina, nata nella prima metà del I secolo a. C. (forse attorno al 90/89 a. C.), comprendente tutta l’Italia settentrionale, venne abolita. Era diventata parte dell’Italia romana, risultato della concezione politico-amministrativa di Augusto. Così, "l’intera penisola fino al confine della pianura con le Alpi veniva intesa come spazio sacro e inviolabile della città di Roma. " I cittadini godevano nella loro città dei diritti di una doppia cittadinanza, sia romana sia della civitas in cui vivevano.
Abbiamo finora visto cosa era successo alla pianura padana. Vediamo ora come erano governate le aree alpine. Per "i Romani, le aree di montagna costituivano una realtà geopolitica a se stante e peculiare che andava trattata amministrativamente con altrettanta specificità: in conformità a tale concezione, ... [Augusto] suddivise l’arco alpino occidentale in distretti militari governati da prefetti, le Alpes Maritimae, le Alpes Cottiae e le Alpes Graiae e le Alpes Poeninae, che si estendevano sui due versanti fino allo sbocco in pianura delle valli. Le Alpes Cottiae ebbero un regime particolare in quanto sottoposte all'autorità del re segusino Cozio che, con il titolo praefectus civitatum, dalla capitale Segusium estese il suo dominio su quattordici tribù stanziate sui due versanti alpini e garantì la sicurezza dell’importantissima via del Monginevro."
Il Piemonte non montano, da Augusto fino al III secolo d. C., era diviso in tra due delle undici Regiones dell'Italia. La zona a nord del Po era nella Regio XI Transpadana che includeva anche parte della Lombardia settentrionale. La zona a sud del Po era nella Regio IX Liguria che includeva anche l’attuale Liguria. Ecco le città. Nella Regio XI: Augusta Taurinorum (Torino), Augusta Praetoria (Aosta), Eporedia (Ivrea), Vercellae (Vercelli), Novaria (Novara). Nella Regio IX: Alba Pompeia (Alba), Aquae Statiellorum (Acqui Terme), Augusta Bagiennorum (Benevagienna), Carreum Potentia (Chieri), Derthona (Tortona), Forum Fulvii (Villa del Foro), Hasta (Asti), Industria (Monteu da Po), Iria (Voghera), Libarna (Serravalle Scrivia), Pollentia (Pollenza), Vardacate (Casale Monferrato).
Un saluto da Augusta Taurinorum, Regio XI.
Sergi o Roda continua l'articolo dicendo che all'inizio del I secolo a. C. si era ancora lontani dall'avere una salda struttura amministrativa in Piemonte. Una svolta si ebbe nell'89 a.C. con l'emanazione della Lex Pompeia de Transpadanis e della Lex Plautia Papiria. Queste leggi concessero a tutte le comunità italiche a nord e a sud del Po il diritto latino di cittadinanza (ius Latii).
Questo fu "il segnale concreto della volontà romana di consolidare la propria presenza anche nella regione pedemontana, volontà che fu ulteriormente incoraggiata quando le campagne di Giulio Cesare in Gallia resero impellente la necessità di rendere agibili in maniera permanente passi di transito alpini di più antica o più recente apertura, dal Monginevro (via ad Alpes Cotitias) al Gran San Bernardo (via ad Alpes Poeninas) e al Piccolo San Bernardo (via ad Alpes Graias)."
Diventata un'area sicura per l’espansione territoriale in Gallia e nell’Europa Centrale, espansione che era nei disegni di Cesare e poi di Augusto, si ebbe il "riordino di realtà urbane come Novaria (Novara) e Vercellae (Vercelli) convertite in municipi, o della fondazione di importanti colonie come Augusta Taurinorum (Torino) e Augusta Praetoria (Aosta), o dello sviluppo di piccole città dal grande peso strategico come Segusium (Susa); mentre a sud del Po le fondazioni urbane di Augusta Bagiennorum (Benevagienna) in età augustea e quelle precedenti di Alba Pompeia (Alba) e di Aquae Statiellae (Acqui) erano avvenute in continuità con i centri indigeni protourbani." (Ricordiamo che Augusta Taurinorum, prima della rifondazione di Augusto era un castrum di Cesare). Nascono anche altri centri come Forum Vibii Caburrum (Cavour), Forum Gema (San Lorenzo di Caraglio), Pedo (Borgo San Dalmazzo), la colonia lulia Augusta (Centallo). Questi centri erano, in larga misura, "corrispondenti alle stazioni di esazione della cosiddetta Quadragesima Galliarum, l’imposta del 2,5% sulle merci in transito da e per la Gallia Transalpina."
Nel 49 a. C. le colonie latine nella pianura padana divennero municipi e gli abitanti divennero cittadini romani. Nel 42 a.C. la provincia della Gallia Cisalpina, nata nella prima metà del I secolo a. C. (forse attorno al 90/89 a. C.), comprendente tutta l’Italia settentrionale, venne abolita. Era diventata parte dell’Italia romana, risultato della concezione politico-amministrativa di Augusto. Così, "l’intera penisola fino al confine della pianura con le Alpi veniva intesa come spazio sacro e inviolabile della città di Roma. " I cittadini godevano nella loro città dei diritti di una doppia cittadinanza, sia romana sia della civitas in cui vivevano.
Abbiamo finora visto cosa era successo alla pianura padana. Vediamo ora come erano governate le aree alpine. Per "i Romani, le aree di montagna costituivano una realtà geopolitica a se stante e peculiare che andava trattata amministrativamente con altrettanta specificità: in conformità a tale concezione, ... [Augusto] suddivise l’arco alpino occidentale in distretti militari governati da prefetti, le Alpes Maritimae, le Alpes Cottiae e le Alpes Graiae e le Alpes Poeninae, che si estendevano sui due versanti fino allo sbocco in pianura delle valli. Le Alpes Cottiae ebbero un regime particolare in quanto sottoposte all'autorità del re segusino Cozio che, con il titolo praefectus civitatum, dalla capitale Segusium estese il suo dominio su quattordici tribù stanziate sui due versanti alpini e garantì la sicurezza dell’importantissima via del Monginevro."
Il Piemonte non montano, da Augusto fino al III secolo d. C., era diviso in tra due delle undici Regiones dell'Italia. La zona a nord del Po era nella Regio XI Transpadana che includeva anche parte della Lombardia settentrionale. La zona a sud del Po era nella Regio IX Liguria che includeva anche l’attuale Liguria. Ecco le città. Nella Regio XI: Augusta Taurinorum (Torino), Augusta Praetoria (Aosta), Eporedia (Ivrea), Vercellae (Vercelli), Novaria (Novara). Nella Regio IX: Alba Pompeia (Alba), Aquae Statiellorum (Acqui Terme), Augusta Bagiennorum (Benevagienna), Carreum Potentia (Chieri), Derthona (Tortona), Forum Fulvii (Villa del Foro), Hasta (Asti), Industria (Monteu da Po), Iria (Voghera), Libarna (Serravalle Scrivia), Pollentia (Pollenza), Vardacate (Casale Monferrato).
Un saluto da Augusta Taurinorum, Regio XI.
Wednesday, November 14, 2018
Top 10 des inventions et découvertes de l'Egypte ancienne
Top 10 des inventions et découvertes de l'Egypte ancienne
Mathématiques, Calendrier, Gouvernement, Bibliothèque, Le vin, Cosmétiques, Momification, Médecine, Hiéroglyphes, Pyramides
"Dans les livres d’histoire, les Grecs ont parfois le mérite d’inventer les mathématiques. Ils étaient compétents en mathématiques et en astronomie, mais la vérité est qu’ils l’ont appris des Egyptiens. La principale différence est que la géométrie et l’arithmétique égyptiennes ont été principalement utilisées pour des applications pratiques: mesures, transactions commerciales, construction de pyramides et découpages de roches. Les mathématiques n’étaient pas considérées comme une science théorique."
Saturday, November 10, 2018
L'allegoria dei vizi capitali dai manoscritti illustrati alla grafica per la stampa
L'allegoria dei vizi capitali dai manoscritti illustrati alla grafica per la stampa: Una particolare allegoria dei sette vizi capitali si basa sulla rappresentazione di personaggi che cavalcano gli animali simboli dei vizi. Questo tipo di allegoria è definita come Cavalcata dei Vizi. L'articolo mostra e discute l'evoluzione di questo tipo di allegoria, partendo da illustrazioni di manoscritti medievali ed arrivando a quelle delle incisioni per la stampa.
Confronto fra l'Ultima Cena della Cappella Marchionale di Revello ed il Cenacolo di Leonardo da Vinci
Confronto fra l'Ultima Cena della Cappella Marchionale di Revello ed il Cenacolo di Leonardo da Vinci: La Cappella Marchionale di Revello ha una delle sue pareti affrescate con un'Ultima Cena chiaramente ispirata al Cenacolo di Leonardo da Vinci. L'articolo confronta e discute brevemente queste due opere. Dall'impostazione generale dell'affresco di Revello e dai diversi dettagli che in esso fanno riferimento al Cenacolo appare molto plausibile che l'artista aveva visto direttamente l'opera di Leonardo e non una riproduzione a stampa. Una curiosità: l'affresco di Revello mostra che nei piatti sulla tavola dell'Ultima Cena c'era del pesce. Proprio la presenza del pesce sulla tavola del capolavoro di Leonardo è stata proposta dai ricercatori che hanno restaurato il Cenacolo.
Friday, November 9, 2018
Weber! Chi era costui?
Sapete che l'unità di misura del vettore induzione magnetica era il weber al metro quadro, Wb/m2 prima che nel 1960 si scegliesse il tesla. Ma Weber, chi era costui?
Wilhelm Eduard Weber (Wittenberg, 24 ottobre 1804 – Gottinga, 23 giugno 1891) è stato un fisico tedesco. Wilhelm era il secondo di tre fratelli i quali erano tutti dotati di spiccata attitudine per gli studi scientifici. Nel 1815, dopo la chiusura dell'Università di Wittenberg, il giovane proseguì i suoi studi ad Halle, dove il padre si era trasferito. Dopo essersi iscritto all'università si dedicò completamente alla filosofia della natura. Nel corso degli studi si distinse per l'originalità dei suoi lavori tanto che dopo aver conseguito la laurea ed essere diventato "privatdozent" (sorta di dottore di ricerca nel sistema universitario tedesco), fu nominato professore straordinario di Filosofia Naturale all'Università di Halle.
Nel 1831, su consiglio di Carl Friedrich Gauss, venne nominato professore di fisica a Gottinga nonostante avesse solo ventisette anni. Le sue lezioni erano sempre interessanti, molto istruttive e suggestive. Weber riteneva che per comprendere a fondo gli studi di fisica e per l'applicazione di questa materia alla vita quotidiana, le semplici lezioni fossero inadeguate sia pure se supportate dagli esperimenti e pertanto incoraggiava i suoi allievi a condurre esperimenti autonomamente e gratuitamente nel laboratorio della facoltà.
All'età di vent'anni allorché era ancora studente, egli scrisse un libro riguardante la teoria delle onde e dei fluidi (Wellenlehre, auf Experimente gegründet) insieme a suo fratello, Ernst Heinrich Weber, professore di anatomia a Lipsia e quell'opera conferì ai due autori notevole apprezzamento.
L'acustica fu un'altra materia prediletta da Weber tanto che questi pubblicò parecchi saggi in merito sui Poggendorffs Annalen, su Schweigger's Jahrbücher für Chemie und Physik e sulla rivista musicale Carcilia. Un altro studio, "Mechanik der menschlichen Gehwerkzeuge", venne scritto insieme al fratello più giovane Eduard Friedrich Weber. Tutti questi notevoli studi vennero pubblicati nel periodo tra gli anni 1825 e 1838. Gauss e Weber costruirono il primo telegrafo elettromagnetico nel 1833 collegando l'Osservatorio e l'Istituto di Fisica di Gottinga.
Per le sue concezioni politiche liberali Weber venne allontanato dall'università e da quel momento intraprese diversi viaggi visitando vari paesi europei tra cui l'Inghilterra. Divenne poi professore di fisica a Lipsia dal 1843 al 1849 dopodiché riottenne la cattedra che in precedenza ricopriva a Gottinga. Una delle sue opere più importanti fu l'Atlante del Geomagnetismo che raccoglie le mappe del magnetismo terrestre e che costituì il fondamento dei moderni osservatori geomagnetici.
Studiò il magnetismo insieme a Gauss e nel 1864 pubblicò l'opera Elektrodynamische Maaßbestimmungen riguardante un sistema di misurazione delle correnti elettriche e che è alla base delle attuali metodologie sperimentali.
Weber morì a Gottinga e fu sepolto nello stesso cimitero che successivamente avrebbe accolto anche Max Planck e Max Born.
Nel SI l'unità di misura del flusso magnetico è il weber (simbolo Wb) che deve il nome appunto allo scienziato Wilhelm Eduard Weber.
WILHELM EDUARD WEBER (1804-1891).
German physicist. Photograph, mid or late 19th century.