"Researchers in the US have discovered a new form of carbon produced by "activating" expanded graphite oxide. The material is full of tiny nanometre-sized pores and contains highly curved atom-thick walls throughout its 3D structure. The team has also found that the material performs exceptionally well as an electrode material for supercapacitors, allowing such energy-storage devices to be used in a wider range of applications."
that is, ideas and information on Science and Technology, Archaeology, Arts and Literatures. Physics at http://physics-sparavigna.blogspot.com/
Welcome!
Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino
Monday, May 16, 2011
Saturday, May 14, 2011
Makara
Museo Arte Orientale
Uttar Pradesh, II d.C.
http://it.wikipedia.org/wiki/Makara_(mitologia_indiana)
Makara (Sanskrit: मकर) is a sea-creature in Hindu mythology. It is generally depicted as half animal (in the frontal part in animal forms of elephant or crocodile or stag, or deer) and in hind part as aquatic creature, in the tail part, as a fish tail or also as seal. Sometimes, even a peacock tail is depicted.
Makara is the vahana (vehicle) of the Ganga - the goddess of river Ganges (Ganga) and the sea god Varuna. ... Makara is the astrological sign of Capricorn, one of the twelve symbols of the Zodiac. It is often portrayed protecting entryways to Hindu and Buddhist temples. Read more
http://en.wikipedia.org/wiki/Makara_(Hindu_mythology)
Thursday, May 5, 2011
Energy harvesting
A new device that collects and focuses light before converting it into a current of electrons has been developed by researchers at Rice University in the US. The nano-optical antenna and photodiode – the first device of its kind – could potentially be used in a variety of applications such as photosensing, energy harvesting and imaging.
Nano-antenna fashions charge from light - physicsworld.com
Boosting the thermoelectric performances
"Physicists in the US and China have boosted the performance of a common thermoelectric material by modifying its electronic band structure. The improvement was made by carefully adjusting the relative abundances of tellurium and selenium in a lead alloy. The result is a material with an all-time-high thermoelectric figure of merit of 1.8 – a result that could lead to new types of thermoelectric devices that can convert waste heat into useful electricity"
Polymers for neural implants
Polymers for Neural Implants
by Christina Hassler, Tim Boretius, Thomas Stieglitz
The paper is discussing neural implants, technical systems that restore sensory or motor functions after injury and modulate neural behavior in neuronal diseases. According to the abstract the interface between the nervous tissue and the technical material is the place that determines success or failure of the neural implant. Polymers are the most common material class for substrate and insulation materials in combination with metals for interconnection wires and electrode sites. The paper focuses on the neuro-technical interface and summarizes its fundamental specifications first. The most common polymer materials are presented and described in detail. An overview is proposed also, of the different applications and their specific designs with the accompanying manufacturing processes.
2010 Wiley Periodicals, Inc. J Polym
Sci Part B: Polym Phys 49: 18–33, 2011
Wednesday, May 4, 2011
Le "qochas" dell'altopiano andino.
Le "qochas" dell'altopiano andino.
In quechua, il termine "qocha" si riferisce a un piccolo lago o stagno o di origine naturale o artificiale, oppure ad un tipo di vasellame. Una "qocha" artificiale del periodo Inca si trova alla periferia di Cuzco, vicino al Rodadero, ed è la monumentale "Qocha Chincanas", un lago artificiale creato per scopi cerimoniali.
Un'antica tecnica agricola è basata sull'impiego delle qochas, sia naturali o create artificialmente, collegate tra loro da una rete di canali. Esse formano un sistema di gestione delle acque e del suolo adatto a coltivare patate e quinoa a rotazione col pascolo. Queste strutture si trovano in alcune aree pianeggianti di Perù e Bolivia, nei pressi del lago Titicaca, ad un'altitudine media di 4000 metri. Le qochas sono molto numerose nel dipartimento di Puno (Perù).
Un libro molto interessante intitolato "Agricultures Singulières", che discute alcune antiche tecniche agricole, dedica un capitolo alle qochas: secondo questo testo [1], i popoli andini hanno potuto prosperare grazie a dei sistemi agricoli, tra cui le qochas, che permettevano un utilizzo flessibile del suolo in una regione che spesso subisce periodi di siccità seguiti da inondazioni.
La forma più comune della qocha è rotonda e misura dai 30 ai 200 metri di diametro. La sua struttura concava raccoglie la pioggia tramite i suoi canali radiali e circolari (vedi figura), riducendone anche la forte evaporazione provocata dalla radiazione solare e dal vento. Adriano Forgione suggerisce che una tale struttura potrebbe permettere di misurare il tempo. In effetti, la struttura concava radiale può fornire molti punti di riferimento, per verificare il momento migliore per la semina.
Fino a cinquant'anni fa, qochas e waru-warus erano molto più utilizzati. L'introduzione dei macchinari agricoli sta portando all'abbandono o alla distruzione di queste forme tradizionali di agricoltura [2]. I waru-warus sono i "campi rialzati", un'altra tecnica agricola molto utilizzata nei pressi del Lago Titicaca. Oltre a qochas e waru-warus, vi sono altre antiche strutture agricole in Perù e Bolivia: ci sono i "bofedales", zone umide artificiali, le "andenes", che sono le colline terrazzate e i "puquios". I puquios più noti sono quelli di Nasca. Sono un sistema di gallerie sotterranee di filtraggio che forniscono l'acqua per l'irrigazione e gli usi domestici nell'area centrale di Nasca e in altre zone del Perù [3].
Il sistema di qochas ha una origine pre-incaica, come mostrato dai frammenti di ceramica trovati nelle loro vicinanze. Sebbene il sistema agricolo delle qochas sia probabilmente anteriore, di solito è associato alla cultura Pukara. Pukara era un centro importante per centinaia di anni dal 1300 aC. Tra il 250 aC e il 380 dC, divenne un importante sito religioso, densamente popolato. La società dei Pukara aveva una gestione centralizzata delle acque. Con l'ascesa di Tiwanaku, l'area è stata progressivamente abbandonata. Dopo la sua caduta, attorno al 1000 DC, l'area si ripopolò e le qochas vennero di nuovo usate. Durante i seguenti prolungati periodi di siccità, l'uso delle qochas divenne essenziale per la sopravvivenza delle popolazioni locali. Il successo di queste strutture sta nel fatto che esse sono abbastanza semplici e piccole: ognuna può essere gestita da una sola famiglia garantendone la sussistenza alimentare, mentre il terreno che la circonda è lasciato a pascolo. Oggi, molte qochas sono state abbandonate per la crescente salinità del suolo e per l'uso di macchinari agricola. La loro lunga persistenza nella storia passata dice però che il loro uso è forse quello più adatto e sostenibile dall'ambiente andino.
1. Agricultures Singulières, Mollard Eric, Walter Annie, Editors, IRD Éditions, Institute of Development Research, Paris, 2008.
2. Los camellones alrededor del lago Titicaca, Pierre Morlon, in Agricultura ancestral: camellones y albarradas. Institut français d'études andines. Quito, 2006.
3.The Puquios of Nasca, Katharina Jeanne Schreiber, Josué Lancho Rojas, Latin American Antiquity, Vol. 6, No. 3, Sep., 1995
In quechua, il termine "qocha" si riferisce a un piccolo lago o stagno o di origine naturale o artificiale, oppure ad un tipo di vasellame. Una "qocha" artificiale del periodo Inca si trova alla periferia di Cuzco, vicino al Rodadero, ed è la monumentale "Qocha Chincanas", un lago artificiale creato per scopi cerimoniali.
Un'antica tecnica agricola è basata sull'impiego delle qochas, sia naturali o create artificialmente, collegate tra loro da una rete di canali. Esse formano un sistema di gestione delle acque e del suolo adatto a coltivare patate e quinoa a rotazione col pascolo. Queste strutture si trovano in alcune aree pianeggianti di Perù e Bolivia, nei pressi del lago Titicaca, ad un'altitudine media di 4000 metri. Le qochas sono molto numerose nel dipartimento di Puno (Perù).
Un libro molto interessante intitolato "Agricultures Singulières", che discute alcune antiche tecniche agricole, dedica un capitolo alle qochas: secondo questo testo [1], i popoli andini hanno potuto prosperare grazie a dei sistemi agricoli, tra cui le qochas, che permettevano un utilizzo flessibile del suolo in una regione che spesso subisce periodi di siccità seguiti da inondazioni.
La forma più comune della qocha è rotonda e misura dai 30 ai 200 metri di diametro. La sua struttura concava raccoglie la pioggia tramite i suoi canali radiali e circolari (vedi figura), riducendone anche la forte evaporazione provocata dalla radiazione solare e dal vento. Adriano Forgione suggerisce che una tale struttura potrebbe permettere di misurare il tempo. In effetti, la struttura concava radiale può fornire molti punti di riferimento, per verificare il momento migliore per la semina.
Fino a cinquant'anni fa, qochas e waru-warus erano molto più utilizzati. L'introduzione dei macchinari agricoli sta portando all'abbandono o alla distruzione di queste forme tradizionali di agricoltura [2]. I waru-warus sono i "campi rialzati", un'altra tecnica agricola molto utilizzata nei pressi del Lago Titicaca. Oltre a qochas e waru-warus, vi sono altre antiche strutture agricole in Perù e Bolivia: ci sono i "bofedales", zone umide artificiali, le "andenes", che sono le colline terrazzate e i "puquios". I puquios più noti sono quelli di Nasca. Sono un sistema di gallerie sotterranee di filtraggio che forniscono l'acqua per l'irrigazione e gli usi domestici nell'area centrale di Nasca e in altre zone del Perù [3].
Il sistema di qochas ha una origine pre-incaica, come mostrato dai frammenti di ceramica trovati nelle loro vicinanze. Sebbene il sistema agricolo delle qochas sia probabilmente anteriore, di solito è associato alla cultura Pukara. Pukara era un centro importante per centinaia di anni dal 1300 aC. Tra il 250 aC e il 380 dC, divenne un importante sito religioso, densamente popolato. La società dei Pukara aveva una gestione centralizzata delle acque. Con l'ascesa di Tiwanaku, l'area è stata progressivamente abbandonata. Dopo la sua caduta, attorno al 1000 DC, l'area si ripopolò e le qochas vennero di nuovo usate. Durante i seguenti prolungati periodi di siccità, l'uso delle qochas divenne essenziale per la sopravvivenza delle popolazioni locali. Il successo di queste strutture sta nel fatto che esse sono abbastanza semplici e piccole: ognuna può essere gestita da una sola famiglia garantendone la sussistenza alimentare, mentre il terreno che la circonda è lasciato a pascolo. Oggi, molte qochas sono state abbandonate per la crescente salinità del suolo e per l'uso di macchinari agricola. La loro lunga persistenza nella storia passata dice però che il loro uso è forse quello più adatto e sostenibile dall'ambiente andino.
1. Agricultures Singulières, Mollard Eric, Walter Annie, Editors, IRD Éditions, Institute of Development Research, Paris, 2008.
2. Los camellones alrededor del lago Titicaca, Pierre Morlon, in Agricultura ancestral: camellones y albarradas. Institut français d'études andines. Quito, 2006.
3.The Puquios of Nasca, Katharina Jeanne Schreiber, Josué Lancho Rojas, Latin American Antiquity, Vol. 6, No. 3, Sep., 1995
Solo metà della struttura originaria di questa qocha in Perù si è salvata.
The origin of the Hawaiian Volcano Observatory
In 1912 Thomas Jaggar left MIT to start an observatory on the remote Kilauea volcano. The move was the culmination of a tortuous chain of events.
The origin of the Hawaiian Volcano Observatory - Physics Today May 2011
Seawater creates neurotoxins
A relatively harmless inorganic form of mercury found worldwide in ocean water is transformed into a potent neurotoxin in the seawater itself. ... "After two years of testing water samples across the Arctic Ocean, the researchers found that relatively harmless inorganic mercury, released from human activities such as industry and coal burning, undergoes a process called methylation and becomes deadly monomethylmercury."
Sea turns harmless form of mercury into potent neurotoxin | News | The Engineer
Monday, May 2, 2011
Pleiades in Peru
On an ancient calendar
"Most historians agree that the Inca had a calendar based on the observation of both the Sun and the Moon, and their relationship to the stars. Names of 12 lunar months are recorded, as well as their association with festivities of the agricultural cycle... A count of this sort was described by Alexander von Humboldt for a Chibcha tribe living outside of the Inca Empire, in the mountainous region of Colombia... The smallest unit of this calendar was a numerical count of three days, which, interacting with a similar count of 10 days, formed a standard 30-day month. Every third year was made up of 13 moons, the others having 12. This formed a cycle of 37 moons, and 20 of these cycles made up a period of 60 years, which was subdivided into four parts and could be multiplied by 100. A period of 20 months is also mentioned. ...
In one account, it is said that the Inca Veracocha established a year of 12 months, each beginning with the New Moon, and that his successor, Pachacuti, finding confusion in regard to the year, built the sun towers in order to keep a check on the calendar. Since Pachacuti reigned less than a century before the conquest, it may be that the contradictions and the meagerness of information on the Inca calendar are due to the fact that the system was still in the process of being revised when the Spaniards first arrived.
Despite the uncertainties, further research has made it clear that at least at Cuzco, the capital city of the Inca, there was an official calendar of the sidereal-lunar type, based on the sidereal month of 27 1/3 days. It consisted of 328 nights (12X271/3) and began on June 8/9, coinciding with the heliacal rising (the rising just after sunset) of the Pleiades; it ended on the first Full Moon after the June solstice (the winter solstice for the Southern Hemisphere). This sidereal-lunar calendar fell short of the solar year by 37 days, which consequently were intercalated. This intercalation, and thus the place of the sidereal-lunar within the solar year, was fixed by following the cycle of the Sun as it strengthened to summer (December) solstice and weakened afterward, and by noting a similar cycle in the visibility of the Pleiades."
This is what we find at the page
http://www.lost-civilizations.net/inca-civilization-page-5.html
http://philosophyofscienceportal.blogspot.com/2008/10/pleiades-and-mythology.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Taurus_(constellation)
http://en.wikipedia.org/wiki/Star_chart
"Most historians agree that the Inca had a calendar based on the observation of both the Sun and the Moon, and their relationship to the stars. Names of 12 lunar months are recorded, as well as their association with festivities of the agricultural cycle... A count of this sort was described by Alexander von Humboldt for a Chibcha tribe living outside of the Inca Empire, in the mountainous region of Colombia... The smallest unit of this calendar was a numerical count of three days, which, interacting with a similar count of 10 days, formed a standard 30-day month. Every third year was made up of 13 moons, the others having 12. This formed a cycle of 37 moons, and 20 of these cycles made up a period of 60 years, which was subdivided into four parts and could be multiplied by 100. A period of 20 months is also mentioned. ...
In one account, it is said that the Inca Veracocha established a year of 12 months, each beginning with the New Moon, and that his successor, Pachacuti, finding confusion in regard to the year, built the sun towers in order to keep a check on the calendar. Since Pachacuti reigned less than a century before the conquest, it may be that the contradictions and the meagerness of information on the Inca calendar are due to the fact that the system was still in the process of being revised when the Spaniards first arrived.
Despite the uncertainties, further research has made it clear that at least at Cuzco, the capital city of the Inca, there was an official calendar of the sidereal-lunar type, based on the sidereal month of 27 1/3 days. It consisted of 328 nights (12X271/3) and began on June 8/9, coinciding with the heliacal rising (the rising just after sunset) of the Pleiades; it ended on the first Full Moon after the June solstice (the winter solstice for the Southern Hemisphere). This sidereal-lunar calendar fell short of the solar year by 37 days, which consequently were intercalated. This intercalation, and thus the place of the sidereal-lunar within the solar year, was fixed by following the cycle of the Sun as it strengthened to summer (December) solstice and weakened afterward, and by noting a similar cycle in the visibility of the Pleiades."
This is what we find at the page
http://www.lost-civilizations.net/inca-civilization-page-5.html
On Pleiades see
The Pleiades: the celestial herd of ancient timekeepers by Amelia Carolina Sparavigna, (Submitted on 9 Oct 2008). In the ancient Egypt seven goddesses, represented by seven cows, composed the celestial herd that provides the nourishment to her worshippers. This herd is observed in the sky as a group of stars, the Pleiades, close to Aldebaran, the main star in the Taurus constellation. For many ancient populations, Pleiades were relevant stars and their rising was marked as a special time of the year. In this paper, we will discuss the presence of these stars in ancient cultures. Moreover, we will report some results of archeoastronomy on the role for timekeeping of these stars, results which show that for hunter-gatherers at Palaeolithic times, they were linked to the seasonal cycles of aurochs.http://philosophyofscienceportal.blogspot.com/2008/10/pleiades-and-mythology.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Taurus_(constellation)
http://en.wikipedia.org/wiki/Star_chart