Welcome!

Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

Showing posts with label Torino. Show all posts
Showing posts with label Torino. Show all posts

Wednesday, November 7, 2018

Luì e il bosco silenzioso


Ghiaccio e pattini!

Anche per il Natale 2018/2019 a Torino, Piazza Solferino ospiterà la pista di pattinaggio sul ghiaccio. Si potrà pattinare dal 24 novembre 2018 al 6 gennaio 2019 su questa pista temporanea installata per le festività natalizie.

Pieter Bruegel
Winter Landscape with (Skaters and) a Bird Trap (1565).

Thursday, October 25, 2018

Cartolina - Torino - Piazza del Municipio


Autore: Martín Barona,   https://www.pexels.com/@martin-barona-143731

Ring of twinned cities

Il 3 luglio 1958 fu firmato a Liegi un gemellaggio tra 6 città rappresentanti degli altrettanti Paesi fondatori della C.E.E. (Comunità Economica Europea, costituita a Roma con il Trattato firmato il 25 marzo 1957). 
Tale gemellaggio plurimo chiamato "Ring of twinned cities" (Colonia, Esch-sur-Alzette, Liegi, Lille, Rotterdam, Torino) trovò fondamento nello spirito di solidarietà esistente tra le città coinvolte, nel forte senso di appartenenza alla comunità europea e nei profondi sentimenti di affinità in numerosi settori, quali l'economia, la storia e la cultura.

On July, 3rd 1958 in Liège a twinning agreement was signed by the 6 cities representing the 6 founding Countries of EEC (European Economic Community, constituted in Rome with the Treaty signed on March, 25th 1957). This multiple twinning called "Ring of twinned cities" (Cologne, Esch-sur-Alzette, Liège, Lille, Rotterdam, Turin) was based on the solidarity existing among the involved cities, on the deep sense of belonging to the European Community and on affinities in different fields, such as economy, history and culture.

Filiberto


Ritratto di Emanuele Filiberto, principe di Savoia, 1624,   Antoon Van Dyck.

Emanuele Filiberto di Savoia (Torino, 16 aprile 1588 – Palermo, 4 agosto 1624) , terzo figlio del duca Carlo Emanuele I di Savoia e dell'infanta Caterina Michela d'Asburgo.

Van Dyck. Pittore di corte: la mostra a Torino nel 2018-19

«Grande per la Fiandra era la fama di Pietro Paolo Rubens, quando in Anversa nella sua scuola sollevossi un giovinetto portato da così nobile generosità di costumi e da così bello spirito nella pittura che ben diede segno d'illustrarla ed acrescerle splendore.»
Il giovinetto era Antoon van Dyck.


Il principe Tommaso Francesco di Savoia Carignano , 1634, Antoon van Dyck
Sempre in ammirazione di questo quadro.

Prepariamoci alla mostra.
"La Galleria Sabauda di Torino accoglie, dal 16 novembre 2018, una nuova grande mostra dedicata a Antoon Van Dyck (1599-1641), il miglior allievo di Pieter Paul Rubens, che rivoluzionò l’arte del ritratto del Seicento. La mostra “Van Dyck. Pittore di corte” vuol fare emergere l’esclusiva relazione che il pittore ebbe con le corti più importanti, italiane ed europee, per le quali dipinse innumerevoli ritratti, capolavori unici per elaborazione, qualità cromatica, eleganza e dovizia nella riproduzione soddisfacendo le esigenze di rappresentazione delle classi regnanti."

Quando 16 novembre 2018 - 17 marzo 2019
Orario: 09:00 - 19:00

Dove Musei Reali, Piazzetta Reale, 1 - Torino

Tuesday, August 28, 2018

L'Accademia delle Scienze di Torino


L'Accademia delle Scienze di Torino nacque da una preesistente Società Scientifica Privata Torinese, creata nel 1757 per volontà del conte Giuseppe Angelo Saluzzo di Monesiglio, il chimico che mise a disposizione la propria casa per le riunioni dei soci, con la collaborazione di Joseph-Louis Lagrange, celebre matematico Torinese e Giovanni Francesco Cigna, fisico e medico. Nel giro di alcuni anni avevano aderito alla Società i più importanti rappresentanti della cultura piemontese e alcuni esponenti dell'Illuminismo francese, come Jean Baptiste Le Rond d'Alembert e marchese di Condorcet.

L'Accademia venne fondata ufficialmente nel 1783 da Vittorio Amedeo III di Savoia, Re di Sardegna, che le conferì il titolo di Accademia Reale, riconoscendola giuridicamente come istituzione pubblica. Egli stabilì che venisse fornito all'istituzione un contributo annuo per far fronte alle spese della ricerca e nel 1784 approvò personalmente sia lo statuto che l'elenco dei Soci. A seguito di questo riconoscimento, l'Accademia accrebbe di prestigio a livello internazionale ed aumentarono i contatti con gli studiosi stranieri. Le pubblicazioni dei testi scientifici continuarono con un nuovo titolo, Mémoires de l'Académie Royale des Sciences de Turin. Come motto venne scelto Veritas et utilitas che riassumeva gli obiettivi dell'Accademia: ricercare la verità (quindi la ricerca pura) e utilizzare le conoscenze scientifiche per applicazioni pratiche. Dal 1784, sempre per volere di Vittorio Amedeo III di Savoia la sede dell'Accademia venne collocata nel palazzo seicentesco che ospitava il Collegio dei Nobili, attualmente noto come il Palazzo dell'Accademia delle Scienze (che la ospita tuttora).


La Sala dei Mappamondi

Nel 1796 l'inizio della guerra tra Casa Savoia e la Francia (divenuta una repubblica a seguito degli esiti della Rivoluzione francese) provocò l'interruzione forzata delle attività dell'Accademia.
Le attività vennero riprese soltanto nel 1801, a seguito dell'occupazione del Piemonte da parte di Napoleone Bonaparte. Egli mise in atto un'opera di riforma dell'Accademia, riorganizzandola in due "classi": una avrebbe continuato ad occuparsi della ricerca scientifica, mentre l'altra avrebbe orientato i propri studi verso la letteratura e l'arte. Nel 1804 Napoleone si autonominò presidente "perpetuo" a titolo onorario e nel 1805 ne cambiò il titolo da "Accademia Reale" a "Accademia Imperiale".

Nel 1814, con la caduta di Napoleone e la conseguente Restaurazione della monarchia dei Savoia, l'Accademia fu "epurata" dai pensatori e dagli scienziati che si erano dimostrati sostenitori dei francesi (tra gli altri, Giovanni Antonio Giobert e Giovanni Battista Balbis). Venne mantenuta, invece, l'organizzazione nelle due classi, il cui orientamento venne, però, leggermente modificato: una si sarebbe occupata delle Scienze fisiche, matematiche e naturali, l'altra delle Scienze morali, storiche e filologiche. La monarchia sabauda continuò a sostenere economicamente l'Accademia di Torino e a influenzarne pesantemente l'orientamento per quasi tutto l'Ottocento, anche quando la capitale del Regno d'Italia non era più Torino. La direzione dell'istituzione, infatti, rimase sempre un privilegio esclusivo di personalità appartenenti alla nobiltà piemontese. Soltanto nel 1879 la nomina del presidente venne estesa ai membri non nobili dell'Accademia. Tale carica passò da "perpetua" a triennale e venne stabilito che dovesse essere alternata tra le due classi.
Con il nuovo Statuto, approvato con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali il 21 luglio 2000, l'Accademia delle Scienze di Torino è diventata un ente di diritto privato e si pone come obiettivo quello di "contribuire al progresso scientifico, promuovendo ricerche e curando la pubblicazione dei loro risultati, contribuendo alla diffusione del sapere mediante congressi, convegni, seminari, conferenze e ogni altro mezzo ritenuto idoneo, e inoltre fornendo pareri e formulando proposte alle istituzioni pubbliche e a organismi privati nei campi di sua competenza".


Tuesday, August 14, 2018

Un Olandese in Italia: Caspar van Wittel

Caspar van Wittel or Gaspar van Wittel (born Jasper Adriaensz van Wittel, Italian name variations: Gaspare Vanvitelli, Gasparo degli Occhiali was a Dutch painter and draughtsman who had a long career in Rome. He played a pivotal role in the development of the genre of topographical painting known as veduta. He is credited with turning topography into a painterly specialism in Italian art.


 
1736 - Veduta del Colosseo - Galleria Sabauda - Torino

Wednesday, August 1, 2018

Rembrandt van Rijn, Een oude man slapend bij het vuur

Rembrandt van Rijn, Een oude man slapend bij het vuur, mogelijk 'De Luiheid', 1629, Galleria Sabauda, Torino


Il Graneri a Palazzo Madama, Torino

GRANERI, Giovanni Michele, da il Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 58 (2002) , di Cristina Giudice
http://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-michele-graneri_(Dizionario-Biografico)/

"GRANERI, Giovanni Michele. - Questo pittore attivo in Piemonte alla metà del XVIII secolo è probabilmente identificabile con Giovanni Michele Graneri, figlio di Giovanni Maria "lavoratore di stoffe" e della torinese Clara Maria Andriola, nato a Torino il 28 sett. 1708 e battezzato nella chiesa dei Ss. Simone e Giuda il 30 settembre. Le fonti settecentesche lo dicono allievo di Pietro Domenico Olivero, il più importante e famoso pittore di scene di genere a Torino, ... Come Olivero anche il G. si inserisce nel filone della pittura dei bamboccianti che a Torino era stata conosciuta attraverso l'opera sia di Jan Miel a metà Seicento sia con i quadri di altri pittori fiamminghi presenti nelle collezioni sabaude.... Le prime opere datate e firmate del G. sono del 1738, quattro tele con tipiche scene di genere: una Rissa, un Ciarlatano con saltimbanchi, una Venditrice di cacio e un Venditore di salsicce e carni. I quadri, noti oggi solo attraverso fotografie in bianco e nero, appartennero alla galleria di Pietro Accorsi a Torino. Al 1740 risale il Mercato in piazza del Municipio, tela nota anche come La punizione delle venditrici di uova marce (Torino, Museo civico d'arte antica). È una descrizione accurata di un fatto di cronaca che testimonia in modo vivace e minuzioso la vita quotidiana a Torino a metà Settecento, con gendarmi armati, abiti ricchi o popolari, insegne, edifici, banchetti con frutta e verdura. Il pittore si preoccupa, infatti, di rendere la reale vivacità del fatto con colori accesi e particolari divertenti, senza indugiare troppo sulle fisionomie delle figure, che sono simili tra loro. A differenza di Olivero, il G. non vuole meditare sulle vicende umane che descrive, ma divertirsi e rendere con ironia la vita che gli scorre intorno, esasperandone a volte certi aspetti fino alla loro deformazione. Nel Cavadenti, firmato e datato 1743, il G. costruisce un teatrino in cui il protagonista, vestito di rosso, mostra trionfante il dente estratto, il paziente risponde al dolore alzando il braccio, mentre l'assistente del cavadenti guarda con ammirazione e curiosità attraverso la maschera che gli copre il viso. In primo piano, a destra e a sinistra, sono gruppi di figure, che si ritrovano in altri dipinti del G., quasi presenze fisse sulla scena, e sullo sfondo altre immagini di venditori sotto un portico; la firma del pittore è posta su un quadro appeso a una parete, che illustra un uomo che armeggia con ampolle e alambicchi. ..."

Molti quadri del Graneri si trovano a Palazzo Madama, Torino.









Bamboccianti in Piemonte, Collezione Mellarède de Bettonet

Bamboccianti in Piemonte. Nell'età di Vittorio Amedeo II (1666-1732).
 Dipinti dalla collezione Mellarède. Ediz. illustrata

Arabella Cifani,Franco Monetti
Editore: Fusta, Anno edizione: 2018
Pagine: 80 p., ill. , Rilegato
EAN: 9788885802131


Iugurazione del Teatro Regio di Torino, Pietro Domenico Olivero (1679–1755) - Turin, Palazzo Madama - Museo civico d'arte antica, oil on canvas


MELLARÈDE DE BETTONET, Pietro
di Andrea Merlotti - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 73 (2009)
http://www.treccani.it/enciclopedia/mellarede-de-bettonet-pietro_(Dizionario-Biografico)/

MELLARÈDE DE BETTONET, Pietro. – Nacque a Montmélian, in Savoia, nel 1659, da Jean e da Guillelmine Durat.

Il padre, appartenente a una famiglia della Linguadoca trasferitasi in Savoia nella seconda metà del Seicento, era notaio a Montmélian. Le notizie sulla giovinezza del M. sono rare, il loro reperimento risulta complicato dall’esistenza di un omonimo cugino. Per quasi un ventennio la carriera del M. si compì lungo i percorsi consueti della borghesia forense della Savoia. .... La svolta nella sua carriera avvenne con la nomina, il 22 maggio 1699, a intendente generale di Giustizia e Azienda della città e contado di Nizza. ... Nel Nizzardo il M. svolse un lavoro intenso, il cui frutto migliore fu rappresentato dai poderosi studi preparatori per la compilazione del catasto – una delle grandi riforme istituzionali avviate sotto il ducato e poi sotto il regno di Vittorio Amedeo II – e dalla stesura di alcune importanti opere storiche volte a consolidare il potere sabaudo sulla Contea. In effetti, il Nizzardo costituì una sorta di laboratorio per verificare i metodi da seguire per il catasto e per la perequazione tributaria del resto dello Stato.
Quando Vittorio Amedeo II nel 1703, durante la guerra di successione spagnola, abbandonò l’alleanza con i Borbone per passare al fronte imperiale, le truppe di Luigi XIV invasero Nizza e la Savoia. Il M. riuscì allora a mettersi in salvo a Torino. Pochi mesi dopo, in ottobre, il duca lo inviò presso la Dieta di Berna quale ministro plenipotenziario. E così Mallarède diventa diplomatico per i Savoia. Con una missione presso i Cantoni svizzeri inizia una vera e propria carriera diplomatica, nel corso della quale divenne il più saldo punto di riferimento nella complessa trama della politica estera di Vittorio Amedeo II. Il passo successivo di questa nuova carriera fu la nomina ad ambasciatore presso l’imperatore Giuseppe I, nel 1710.
La missione a Vienna prevedeva, tra l’altro, che egli gestisse i non facili rapporti con il principe Eugenio di Savoia e trattasse la spinosa questione dei feudi imperiali delle Langhe. 
Nel 1711 si recò a Berlino e a Francoforte, dove assistette alle cerimonie per l’incoronazione dell’imperatore Carlo VI. Alla conclusione della guerra di successione spagnola fu inviato ambasciatore a Londra e nominato plenipotenziario sabaudo al congresso di Utrecht (1712-13).
Le missioni diplomatiche servirono al M. per entrare in contatto con la cultura europea più avanzata. Durante il periodo trascorso a ­Utrecht il M. stabilì relazioni, fra gli altri, con diversi teologi protestanti e professori universitari che, rientrato a Torino, avrebbe fatto ufficialmente consultare a proposito della riforma dell’Università torinese, fortemente perseguita da Vittorio Amedeo II. Egli stesso, durante il soggiorno nei territori imperiali, aveva redatto e inviato a Torino una relazione sulle Università di Vienna e Colonia. A Londra le sue conoscenze giuridiche gli valsero la prestigiosa nomina a membro della Royal Society. 
Rientrato a Torino, il M. fu nominato ministro di Stato (titolo conferito per la prima volta nella storia sabauda a un togato) e primo presidente della Camera dei conti il 13 sett. 1713. Il 15 febbr. 1717, quando Vittorio Amedeo II rinnovò l’assetto delle segreterie di Stato, il M. fu nominato primo segreterio di Stato agli Affari interni; il re gli volle conferire anche il ruolo di notaio della Corona, che solitamente spettava al gran cancelliere. Lo stesso giorno della nomina del M., il re creò primo segretario di Stato per gli Affari esteri il marchese Ignazio Solaro del Borgo. Con il marchese del Borgo (restato in carica sino al 1732) il M. avrebbe retto le sorti della politica sabauda nell’ultima parte del regno di Vittorio Amedeo II, affermandosi come il principale artefice della sua politica di riforme amministrative ed economiche.
Il 28 sett. 1715 il M. entrò nelle file della nobiltà.
Nel 1715 il M. fu nominato promotore perpetuo dell’Accademia degli Incolti di Torino (*), la principale accademia della capitale. Durante gli anni torinesi mise insieme un’importante raccolta di opere di pittori bamboccianti, soprattutto fiamminghi attivi in Piemonte, e quadri di Pietro Domenico Olivero. La collezione, di grande valore sia artistico sia storico, è tuttora conservata al castello di Betton Bettonet. 
Il M. fu il più ascoltato e fidato consigliere del sovrano nelle principali fasi di riforma dello Stato durante i primi tre decenni del Settecento; ebbe parte attiva nella controversia giurisdizionalistica con Roma, nella riorganizzazione delle segreterie di Stato, nell’imponente lavoro di consolidamento delle Regie costituzioni del 1723 e del 1729, nella riforma dell’Università di Torino, nella prosecuzione della catastazione, destinata a impegnare fino alla crisi dell’antico regime la politica amministrativa dei Savoia. ...
Il M. morì a Torino il 19 marzo 1730 e fu sepolto nel santuario della Consolata.

(*) Delle società letterarie del Piemonte, Tommaso Vallauri, Favale, 1844.

Tuesday, July 31, 2018

Erasmo a Torino

Il 4 settembre 1506 Erasmo da Rotterdam si laureò in teologia all’Università di Torino, dove, nel cortile del Rettorato è stata posta la targa commemorativa. Del suo passato si conosce giusto il luogo di nascita, Rotterdam, e che divenuto orfano ancora in giovane età, e che visse miseramente per colpa delle balie che lo alleggerirono degli averi lasciategli dai genitori. Prima di laurearsi a Torino passò del tempo a Parigi per arricchirsi culturalmente. Successivamente, sempre in diverse parti dell’Europa, partecipò a numerose lezioni, tenute da diversi personaggi di spicco dell’epoca: Montaigne, Manunzio ed infine Moro. Dopo anni di lunghe battaglie che lo videro contrapposto alla Chiesa Cattolica, era il 1536 quando Erasmo morì a Basilea (*).




(*) da http://www.mole24.it/2014/09/04/erasmo-rotterdam-torino-per-laurearsi/

Saturday, July 21, 2018

Torino è l'altra faccia della stessa Roma
Torino un pugno al cielo di terra buona.
Sì, ma per due che come noi si sono amati e poi
trovati qui come disperati, Torino sei
un mare nero per i figli tuoi
Torino occhi aperti non tradirmi mai
Torino strade dritte tu mi perderai.
Dimmi tu come stai in questa città malata di malinconia.

da Torino, Antonello Venditti

Monday, July 16, 2018

Kardo and Decumanus - Torino

Romans planned their military castra with a precise regular scheme, based on two main axes, crossing at right angles at the center of the settlement. These axes are known as Decumanus (D) and Kardo (K). Sometimes, a castrum evolved in a colonia and then in a modern town. Torino is an example of this evolution, that was born as a Julius Caesar’s castrum. Today, the Decumanus is Via Garibaldi. In this Google Earth map, we can easily see the rectangle of the Roman town, composed of several insulae. The modern town had maintained this layout during its expansion.



Friday, July 13, 2018

I Taurini ed Annibale - 218 a. C. - The Taurini and Hannibal - 218 BC

 Nel 218 a.C. Annibale valicò le  Alpi, probabilmente passando per le Traversette. Per giungere ad attaccare Roma, Annibale doveva passare per il  territorio dei Taurini, predecessori dei Torinesi. I Taurini rallentarono la sua avanzata, segno evidente della loro consistenza militare, ma la città dei Taurini fu infine presa e i suoi abitanti che avevano scelto di ribellarsi e resistere furono passati a fil di spada. Da allora sino alla romanizzazione si perde traccia dei Taurini.
Tutti i Taurini, e dico tutti, sono scomparsi dalla storia, grazie ad Annibale, "one of the greatest military leaders in history", come lo definisce Jona Lendering in livius.org.

In 218 BC Hannibal crossed the Alps, probably through the Traversette. To attach Rome, Hannibal had to cross the land of the Taurini, predecessors of the Torinesi. The Taurini slowed down his march, and this is a clear sign of their military consistence. However, the town of Taurini was captured and its people, who had chosen to rebel and resist, had been put to the sword. From that time until the Romanization, any track of the Taurini is lost.
The Taurini as a whole, I mean all of them, disappeared from history, thanks to Hannibal, "one of the greatest military leaders in history", as defined by Jona Lendering in livius.org.

Resta solo il ricordo di questo popolo valoroso nel nome della nostra grande città fondata da Giulio Cesare,  Torino!


Adattato  da: http://www.museotorino.it/view/s/c1d7e02f24f74b1b91b58b307020f856
Bibliografia: Culasso Gastaldi, Enrica, Annibale e i Taurini, in Sergi, Giuseppe (a cura di), Storia di Torino. Dalla preistoria al Comune medievale, Vol. 1, G. Einaudi, Torino 1997, pp. 116-121

Monday, June 25, 2018

Taurasia

When Hannibal arrived in the plan near Torino, he found Taurasia with its gates closed. Taurasia was pro-Rome. After a battle of three days, Hannibal destroyed completely Taurasia and also the Celtic people of Taurini. He did it so well that, today, we have no idea where Taurasia was. What happened? The people of Taurini survived only in the name of Torino or are here in our DNA? I think that they are here in DNA. But Taurini disappeared from history, and we know them only from the name of the town, Julia Augusta Taurinorum, in honor of the alliance with Rome.
The emblem of Torino is the bull (toro), but the name of the people, Taurini, had its origin in a Celtic word meaning  "gate", "tower". That is, the people of the Gate of the Alps.

Thursday, March 17, 2011

Tricolore


Via Lagrange - Torino

La bandiera di tre colori sempre è stata la più bella!