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Benvenuti in queste pagine dedicate a scienza, storia ed arte. Amelia Carolina Sparavigna, Torino

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Sunday, June 9, 2019

Gli stivali di Aulo Metello

https://it.wikipedia.org/wiki/Arringatore
L'Arringatore è una scultura bronzea alta 170 cm raffigurante un uomo togato, databile tra la fine del II e gli inizi del I secolo a.C., realizzata con tecnica a cera persa in sette parti distinte a fusione cava, poi unite tra loro[1]. È conservata nel Museo archeologico nazionale di Firenze. Si tratta dell'unica testimonianza integra pervenutaci di una grande scultura in metallo dell'epoca tardo-etrusca[2]. ...
Sulla toga della statua si legge la seguente iscrizione in caratteri etruschi del II sec. a.C.: "auleśi meteliś ve vesial clenśi cen flereś tece sanśl terine tuθineś χisvlicś". Romolo Augusto Staccioli riporta la traduzione delle prime sette parole ed è incerto sull'ottava: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi questa statua pose (?)……… "[4]. Piero Bernardini Marzolla, basandosi su presunte corrispondenze con il sanscrito, ha integrato la traduzione comunemente accettata, come segue[5]: "Ad Aulo Metello figlio di Vel e di Vesi, l'assemblea eresse questa statua, grazie al versamento di pubblico contributo".

Bellissima statua. Ma una cosa ha attirato la mia curiosità: gli stivali. Moderno, questo Aulo!



Courtesy: Sailko per Wikipedia. Winckelmann, Firenze e gli Etruschi (2016 exhibition). Date 9 July2016, 09:14:06

Comodi.  Suola spessa. Tacco riposante.


Courtesy: Sailko

Sunday, October 21, 2018

Il rasoio Villanoviano





"Il rasoio in bronzo è uno strumento da toletta di uso esclusivamente maschile, frequentemente deposto nei corredi funebri. Il rinvenimento, pur raro, in ripostigli ed in aree di abitato ne esclude tuttavia un uso esclusivamente rituale e funerario. ... L'uso di questo strumento nella cura della barba e della capigliatura maschili, ipotizzato già dai primi scavatori nell''800 sulla base di confronti etnografici, ha trovato conferma nel rinvenimento di almeno un esemplare che conservava, aderenti al taglio, alcuni peli di barba. La deposizione costante del rasoio all'interno delle sepolture maschili permette comunque di attribuire a questo oggetto, aldilà dell'uso pratico, un valore simbolico, forse legato al raggiungimento dell'età adulta. Questo esemplare si distingue per la decorazione incisa sulla lama, che ci restituisce l'immagine di un'ascia immanicata, suggerendo forse il possesso di questo oggetto di prestigio da parte del defunto." Provenienza: Bologna. Necropoli San Vitale, tomba 280
Datazione: 775 - 725 a.C, Materiale: Bronzo
Da http://www.museibologna.it/archeologico/percorsi/47680/id/47843/oggetto/47979/

Saturday, July 14, 2018

Etruschi e Romani

Oggi ho trovato e  letto con estrema attenzione l'articolo dal titolo "Etruschi e Romani, fu una Shoah?", scritto da Franco Cardini e pubblicato il mercoledì 2 febbraio 2011 sull'Avvenire.
https://www.avvenire.it/agora/pagine/etruschi-e-romani-fu-una-shoah_201102020935019400000
E' un articolo da leggere e rileggere, perché costringe a pensare.
L'articolo comincia così "Ho letto le dichiarazioni dei Elie Wiesel riportate da "Avvenire" il 25 gennaio 2011. Ammiro il Wiesel scrittore, ho simpatia per il Wiesel uomo e testimone delle sofferenze del suo popolo e del nostro tempo. Tuttavia, .... " Io non ho trovato le dichiarazioni di Wiesel, ma sembra, dall'articolo di Cardini, che si parlasse di un genocidio degli Etruschi da parte dei Romani. 
Ecco cosa dice Cardini. "I Romani non commisero alcun genocidio, cioè non soppressero mai in massa il popolo etrusco; avrebbero potuto distruggere la cultura etrusca, commettere cioè un etnocidio: ma non fecero nemmeno quello, limitandosi semmai a un’assimilazione che cancellò cultura e memoria, non stirpi. ....  In realtà, nonostante la lingua latina sia di ceppo decisamente indoeuropeo e quella etrusca d’origine tuttora incerta (le polemiche continuano, le ipotesi si accumulano...), la "cancellazione" dell’idioma – il quale peraltro sopravvisse fino al V secolo d.C. come "lingua sacra", nei rituali magico-divinatori dell’etrusca disciplina – non corrispose affatto alla cancellazione demografica d’un intero popolo diffuso dalla Lombardia alla Campania e le vicende del quale sono strettamente legate a quelle dei Romani. Etruschi erano i "re di Roma" dell’ultima fase del periodo monarchico; etrusche, ancora in piena età imperiale, grandi famiglie aristocratiche come i Cecina e la gens cui apparteneva Mecenate, amico e consigliere di Augusto. Gli studi sul Dna nella media Toscana, nel Volterrano, hanno rivelato una realtà biologica ancora vitale che può esser fatta risalire agli Etruschi. Consiglio il ricorso al pur discusso, ma importante, Dizionario della lingua etrusca di Massimo Pittau, docente emerito nell’Università di Sassari (Dessì 2005), che ha sistematicamente vagliato le fonti etrusche e alla luce del quale risulta evidente come l’abbandono dell’idioma etrusco si dovette principalmente a un fenomeno di assimilazione etrusco-romana che non ci sono motivi di ritenere condotto con metodi violenti e tantomeno genocidi, ma che fu piuttosto portato avanti attraverso tecniche di organizzazione istituzionale e di politica matrimoniale".
Posso aggiungere che c'è una parola Etrusca che usiamo tutti i giorni, ed è "satellite".

Si veda: The Word Satellite, Its Origin from Etruscan and Its Translation into Greek
https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=2899407